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Le gare nei servizi pubblici locali: un falso problema?. Magda Bianco – Paolo Sestito Banca d’Italia. Workshop AGCM-Università Tor Vergata “L’attuazione dell’art. 23-bis della legge 133/2008 in materia di servizi pubblici locali” - 23 gennaio 2008.
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Le gare nei servizi pubblici locali: un falso problema? Magda Bianco – Paolo Sestito Banca d’Italia Workshop AGCM-Università Tor Vergata “L’attuazione dell’art. 23-bis della legge 133/2008 in materia di servizi pubblici locali” - 23 gennaio 2008
Alcune considerazioni basate sui risultati di un progetto di ricerca della Banca d’Italia che ha coinvolto i Nuclei di ricerca territoriali e implicato alcune indagini ad hoc per raccogliere informazioni che – in quest’area – sono estremamente difficili da ottenere. Autori: C. Bentivogli, M. Benvenuti, R. Cullino, P. Chiades, D. Del Colle, E. Gennari, S. Giacomelli, G. Iuzzolino, M. Lozzi, E. Panicara, R. Torrini, D. Sabbatini, A. Schiavone, A. Tidu. Questioni di economia e finanza della BI n. 18-30.
Schema presentazione • Cenni al quadro teorico “sottostante” il programma di riforme: quando (sotto che condizioni) è ottimale la concorrenza per il mercato? • Analisi (degli affidamenti e in particolare) delle gare in alcuni settori (acqua, TPL, gas, rifiuti) e degli effetti che hanno prodotto • I problemi emersi: disegno regolatorio settoriale, ruolo eell, autorità di regolazione • Considerazioni su art. 23-bis (commi 6 e 7): la questione dell’affidamento di più servizi, della definizione dei bacini (economie di scala e scopo) un falso problema?
1. Obiettivi del programma di riforme degli anni novanta • Aumento efficienza e qualità servizi tramite riduzione frammentazione e gestione maggiormente improntata a managerialità grazie a elementi di concorrenza, ove necessario regolata • Copertura costi con tariffa per ridurre peso su finanze publiche locali (+ obiettivi ambientali)
1. Quadro teorico (sottostante il programma di riforme) • Concorrenza sul mercato possibile solo se non vi è monopolio naturale oppure se qs è contendibile; se l’equilibrio è sostenibile; se anche nel caso di servizi universali, è possibile compensare i consumatori direttamente (problema: quando solo alcuni stadi della produzione soddisfano qs caratteristiche?) • Quando non valgono qs condizioni (es. servizi a rete), concorrenza per il mercato può generare risultati simili a quelli della concorrenza (con “riduzione delle rendite” e “scelta del produttore efficiente”) sotto ipotesi stringenti: • numero concorrenti sufficiente • simmetria tra questi in termini di capacità, informazioni, risorse finanziarie (altrimenti: rischio incumbency advantage.. , hold up del vincitore.., disincentivi a partecipare …) • completezza contrattuale problema degli investimenti • competenze tecniche nella definizione della gara e scrittura del contratto
2. Evidenze sull’implementazione delle riforme (.. a fine 2007)(indagini ad hoc BI presso capoluoghi provincia) • Acqua • Definiti 91 ATO per lo più sulla base di confini amministrativi con dimensione molto variabile
Le gare • Requisiti: sarebbero stati spesso eccessivi o inadeguati • Previsioni su crescita volumi distorta verso l’alto (per contenere le tariffe) • Criteri per la valutazione delle proposte spesso non ben specificati partecipazione – piuttosto alta all’inizio (fino a 6 partecipanti, con partecipazione estera) – si è poi ridotta in modo sostanziale
2. Evidenze sull’implementazione delle riforme (.. a fine 2007) b) Trasporti pubblici locali • Tutte le regioni hanno emesso gli atti rilevanti; 16 regioni avevano approvato un “piano dei trasporti” (ma contenuti molto eterogenei); 4 regioni avevano introdotto “Agenzie per la mobilità”
Gare nei “capoluoghi di provincia” n. partecipanti Durata contratto
Risultati gare nei “capoluoghi di provincia” • incumbent ha vinto da solo nel 60% dei casi, insieme ad altra società nel 20% dei casi • Entità ribassi molto contenuta (più alta dove partecipazione maggiore, peso più elevato componente economica, minore incidenza clausole sociali) • Indicatori di “produttività” per provincia positivamente correlati con indice di “liberalizzazione” (proprietà/seprazione rete-gestione/affidamento)
2. Evidenze sull’implementazione delle riforme (.. a fine 2007) c) Distribuzione del gas • Pochissime gare effettivamente completate in parte effetto della durata del periodo transitorio + quadro normativo incerto • Indagine Banca d’Italia (seconda metà 2007) ampia quota dei comuni non consapevole della scadenza allora prevista (poi procrastinata con L.222/2007) • Gare completate piccola dimensione bacino messo a gara; scarsa informazione ai participanti; contratti incompleti; ma alto numero partecipanti (in media 5.6) e alti canoni di aggiudicazione offerti dai partecipanti (maggiori dove maggiore n. dei partecipanti), in alcuni casi tra 50 e 70% del VRD (vincolo sui ricavi della distribuzione) troppo alti?? • Gare percepite come accesso anche alla vendita (data l’integrazione e lo scarso switching dei consumatori) • Imprese convinte di essere in grado di contrattare ex-post con le autorità locali
2. Evidenze sull’implementazione delle riforme (.. a fine 2007) d) Gestione rifiuti • Separazione tra raccolta e smaltimento • Sulla base dell’indagine BI: diffusione parziale di ATO e AATO; spesso mancanza di chiara separazione tra gestione, regolazione, monitoring
Affidamenti per la raccolta nei capoluoghi di provincia (al …2007)
Affidamenti per la raccolta • Riduzione del n. comuni con “gestione in economia” da circa 45% (1996, 34% della popolazione) a 20% (2005, 11% della popolazione) con un aumento dei gestori pubblici (da 40 a 58% della popolazione servita) e dei gestori privati (da 26 a 30% della popolazione) • Integrazione de facto tra raccolta e smaltimento a Nord; gravi carenze infrastrutture smaltimento a Sud
2. Gli effetti a) acqua • Profittabilità bassa (stabile), aumento della produttività, limitato aumento investimenti • Ma nel complesso qualità infrastrutture ancora bassa • costi ancora >> ricavi • Elevata varianza nell’efficienza b) TPL • Qualità non è cresciuta • Frammentazione non si è ridotta • Aumento nella % dei costi coperti da ricavi (ma ampie disparità nel territorio)
2. Gli effetti c) Distribuzione del gas • Frammentazione ridotta (nel 2007, 275 gestori, ma 30% ancora con meno di 5000 clienti) sviluppo big players (soprattutto nel Nord) + entrata gestori stranieri + ENEL • qualità servizio adeguata • riduzione tariffe (ma peso distribuzione su prezzo tot 10%) d) Rifiuti • quantità non si sono ridotte (tra 1998 e 2005) • quota di differenziata cresciuta da 13 (1999) a 24% (2005) (Nord: 38%, Centro: 19%; Sud: 10%) • riduzione n. discariche (da 800 a 340) e aumento capacità compostaggio e termovalorizzatori (differenziata tra nord e sud) • Aumento ricavi/costi
2. Gli effetti in sintesi • frammentazione ridotta + nascita big players (economie di scopo + di integrazione) attraverso fusioni guidate da eellle gare hanno solo alle volte agito come minaccia in questi processi • qualità + costi non sono migliorati in modo significativo sussidi ancora necessari; sussidi (ed inefficienze) poco intaccati da minaccia competitors nelle gare • Dove la liberalizzazione è stata più intensa + regolamentazione migliore (ad es., gas) risultati migliori in termini di frammentazione, qualità del servizio, tariffe problematicità gare (ambiti ridotti, valore legato a vendita più che distribuzione)
3. I problemi: perchè scarsi risultati? • Cattivo disegno regolamentare: le gare non sono (sempre) lo strumento adeguato? • Strumento adeguato ma ne sono state fatte troppo poche? Se si, perché? • Le gare sono state fatte, ma “male”? Le gare comunque non bastano? • Quanti dei problemi sono affrontati dall’art. 23-bis?
a. Disegno regolamentare non in tutti i comparti la concorrenza per il mercato è la soluzione Esempio rifiuti 2 fasi: raccolta (rischio congestione) e trattamento-smaltimento (ad alta intensità di capitale e influenzata da costi trasporto) entrambe con indivisibilità Riforme realizzate in passato separazione tra due stadi • Monopolio per la raccolta (subadditività f. costo) • Competizione nello smaltimento • Ma rischio monopolio bilaterale per via di costi (e vincoli) al trasporto rifiuti + rischio posizione dominante possessori impianti per trattamento e smaltimento • Poco chiara responsabilità sviluppo infrastrutture smaltimento In questo contesto sia gara a monte che concorrenza a valle non ottimali
b. Troppo poche gare? Incentivi degli eell a affidare mediante gara Gli ee.ll. erano (spesso sono): • Proprietari incumbent interesse a max profitti e valorizzazione assets • Voce degli utenti (nonchè degli addetti!) interessati a qualità servizio, tariffe basse, mantenimento livelli occupazionali, uso “politico” del provider • Regolatore (diretto o indiretto) tenuto a garantire rendimenti limitati (ma sufficienti per investimenti); ad assicurare qualità servizio; ad attuare liberalizzazione Obiettivi confliggenti occorre • effettiva terzietà regolatore (non troppo locale) • reale separazione: diluizione legame biunivoco singolo ente-singolo gestore
c. Le gare sono state fatte “male”? Quali condizioni perchè siano “disegnate” correttamente • Competenze adeguate per disegno • Capacità monitoraggio rispetto del contratto • Capacità di enforcement problema della regolazione nazionale vs locale Regolatore “locale” efficiente se: a) informazione soprattutto locale; b) la competizione tra regolatori ha benefici (es. innovazione) Regolatore “nazionale” preferibile se: a) vi sono economie di scala nella regolazione (+ necessità competenza specialistica), b) rischio di costi compliance per soggetti regolati operanti in più aree geografiche Le autorità locali in ITA hanno evidenziato • Maggiore rischio di cattura da parte dell’incumbent + maggiore rischio di essere espropriati per i providers (effettivi e potenziali) disincentivi agli entranti potenziali • Difficoltà nel disegno delle gare
d. Quanti dei problemi affrontati dal 23-bis? 2. I punti previsti da art. 23-bis: Comma 6 consentito affidamento simultaneo di pluralità servizi pubblici locali nei casi in cui possa essere dimostrato che tale scelta sia economicamente vantaggiosa. In qs caso la durata dall’affidamento, unica per tutti i servizi, non può essere superiore alla media (sulla base delle discipline di settore) Comma 7 le regioni ed eell possono definire i bacini di gara per i diversi servizi per consentire sfruttamento di economie di scala e di scopo.. nonché l’integrazione di servizi a domanda debole nel quadro di servizi più redditizi, garantendo raggiungimento della dimensione minima efficiente a livello di impianto per più soggetti gestori e copertura obblighi servizio universale
d. Quanti dei problemi affrontati dal 23-bis? Affidamento simultaneo più SPL • Risparmi per multiutilities? • Anche se costi per le società sembrano provenire da interazione con molti regolatori locali • Problema definizione durata affidamento già complesso per un servizio (incentivi agli investimenti) Possibilità def. bacini per sfruttare economie di scala/scopo per regioni ed eell • dove le regioni potevano definire ATO l’hanno fatto non tanto per sfruttare economie di scala, ma su base amministrativa…; • possibilità aggregazione “dal basso” consentirebbe sfruttamento economie ma vi sono le condizioni/incentivi? Senza risolvere conflitti di ruolo eell sembra difficile che i singoli comuni siano disposti a “cedere” poteri…(nascita di multiutilities per fusione è stata realizzata in condizioni particolari e ogni successiva fusione crea problemi) • Cfr caso del gas..
Conclusioni La questione bandi di gara è importante (e tuttora non priva di ambiguità normative) ma non va sopravvalutata: • Aspetti tecnici bandi di gara (considerazione ruolo reputazione?) • Altri aspetti: • Regolazione + forte, + autorevole ed indipendente meno locale • Vincolo di bilancio più stringente ma forse con struttura di finanziamento più articolato, in particolare per assicurare investimenti (le tariffe non sempre hanno funzionato) • Diluizione del rapporto biunivoco singolo ee.ll. - singolo provider (privatizzazione? schermo proprietario?)