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Gli alunni delle prime classi della Scuola secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo “Ercole Patti” di Trecastagni. Presentano. Escursione a Monte Ilice. 18 Ottobre 2008.
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Gli alunni delle prime classi della Scuola secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo “Ercole Patti” di Trecastagni Presentano
Escursione a Monte Ilice 18 Ottobre 2008
Il 18 di ottobre 2008 con i nostri insegnanti, ci siamo recati per una escursione sul monte Ilice: un conetto vulcanico vicino a Trecastagni. Siamo partiti da scuola alle 08.45 e, successivamente, abbiamo raggiunto Grotta Comune.
Qui ci hanno raggiunto le guide e con loro ci siamo incamminati lungo un sentiero dentro un bosco di castagni. Abbiamo raccolto le castagne e gli esperti ci hanno spiegato che gli alberi sono stati piantati dagli antichi romani al fine di fornire legna e frutti alla popolazione.
Oltrepassato il castagneto abbiamo raggiunto il Punto Base 20, un’area di sosta riservata agli escursionisti, dove le guide hanno distribuito dei cappelli per riconoscerci
Da lì, proseguendo verso il monte, abbiamo affrontato una faticosa salita lungo il sentiero che ci avrebbe portato in cima
Le guide ci hanno mostrato vari tipi di piante: il leccio, la rosa canina, la quercia, il pero selvatico e la ginestra…. Pero selvatico Rosa canina
Raggiunta la sommità del vulcano abbiamo potuto osservare il cratere e un panorama mozzafiato: si distinguevano infatti varie colline e i paesi vicini.
Tornati al Punto Base 20 degli esperti di uccelli hanno liberato tre rapaci tra cui una poiana con grande emozione di tutti noi.
….dopo la meritata pausa spuntino, siamo ritornati in classe.
Ricerca sul Monte Ilice Il Monte Ilice è un cono vulcanico inattivo, un cratere avventizio posto sul versante nord-orientale dell'Etna, compreso nel territorio comunale di Trecastagni (CT). Si eleva fino ad una altezza di 831 m s.l.m. e presenta, nella parte sommitale, una depressione centrale, residuata dall'antica attività vulcanica del cratere.
Nel territorio a nord di Trecastagni si trovano tre conetti vulcanici: in particolare il monte Ilice ed il monte Gorna sono di notevoli dimensioni. I terreni sulla parte esterna dei conetti sono coltivati a vigna o altri alberi da frutto (incluso dei castagneti per il monte Gorna). Per entrambi i monti è possibile salire in cima, in modo da poter godere del panorama, e ridiscendere all'interno degli antichi crateri, anch'essi un tempo coltivati, ma ormai abbandonati. In passato la fossa del monte Ilice, il più grande, accoglieva anche una teleferica che permetteva di trasportare i frutti dall'interno del monte alla cima dello stesso. All'esterno del monte Ilice si trova un'antica masseria nella quale Giovanni Verga ambientò il romanzo di successo Storia di una capinera.
RICERCA E PRESENTAZIONE IN POWERPOINT DI ALCUNE DELLE PIANTE TIPICHE DEL MONTE ILICE
Castagno Il castagno comune, di origine eurasiatica e nord- africana, è molto diffuso in Italia, dove forma castagneti secolari. Raggiunge i 30 m. di altezza e il tronco può misurare fino a 2 m. di diametro. Oltre che per i frutti, esso viene anche coltivato per il suo legno. In Europa, e in particolar modo nel bacino del Mediterraneo i castagni sono da sempre utilizzati come un’ importante fonte di cibo e di legname. Le foglie sono grandi e a margine dentato, mentre i fiori sono raccolti in infiorescenza. I frutti sono avvolti a maturità da un involucro spinoso, detto riccio, all’ interno del quale si sviluppano da uno a tre acheni commestibili , rivestiti da una buccia marrone. Classificazione scientifica :I castagni appartengono alla famiglia delle fagacee. Il nome scientifico della varietà europea più diffusa è Castanea sativa, importato in Italia al tempo dei Romani.
Quercia Diffuse nelle regioni temperate dell’ emisfero boreale, le querce sono ampiamente diffuse anche in Italia, dove costituiscono il tratto distintivo di molti boschi e foreste.La quercia comune è una delle specie arboree decidue nella famiglie delle fagacee. In autunno la clorofilla contenuta nelle foglie si decompone, lasciando che si manifestano glia altri pigmenti accessori delle tipiche colorazioni giallo-arancione. Le querce hanno dimensioni molto variabili: alcune sono poco più alte di un arbusto, altre superano i 30 metri. Si differenziano degli altri membri delle famiglie delle fagacee per alcune particolarità come la struttura dei fiori e il tipico frutto, costituito da una ghianda. Nome comune delle circa 300 specie di piante legnose, Arboree o Arbustive, che costituiscono il genere Quercus della famiglia della fagacee.
Leccio Tra gli alberi appartenenti al genere quercus c’è il leccio,classificato quercus ilex. Alto fino a 20 mt, ha una chioma tondeggianteE foglie lucide e spesse . È un albero molto diffuso e ci sono anche interi boschi, questo albero e’ soggetto ad essere infestato da funghi, che si attaccano ai rami, e l’albero, per difendersi li ingloba in galle molto appicicosa. Le foglie della quercia sono verdi e coriacee, hanno un picciolo breve e una lamina di forma variabile da ovata a oblunga con margine generalmente dentato e spinoso, Il frutto è una ghianda ovale di colore verde quando è immatura, bruna a maturità, lunga fino a 3 cm con apice molto breve. La cupola ricopre la ghianda per una lunghezza variabile da un terzo a metà, con squame grigio-verdastre,
Perastro Perastro o Pero selvatico è un arbusto alto 3-4 metri sino ad albero di 15-20 metri, appartenente alle Dicotiledoni. Ha i r ami spinosi all'apice, le foglie caduche, semplici, verde-scure e lucenti di sopra e di sotto più chiare, a consistenza coriacea e con picciuolo lungo 2-5 cm. I fiori compaiono prima delle foglie e sono bianchi, talora rosati all'esterno, con 5 petali ad apice arrotondato, I frutti sono piccoli pomi del diametro di 2-3 cm., di colore vario, dal giallo scuro al marrone e sono molto graditi dall’avifauna e dagli animali sia domestici che selvatici.
Rosa canina I suoi frutti, carnosi e colorati in modo vivace, raggiungono la maturazione nel tardo autunno.Viene largamente usata dalle industrie farmaceutiche, alimentari e cosmetiche, per i suoi contenuti di vitamina C e altri principi attivi : se ne infusi e tisane, antiparassitari, acqua di rose e ottime marmellate. È un arbusto spinoso, alto 100 - 200 cm, che deve il nome canina a Plinio il vecchio che affermava che un soldato romano fu guarito dalla rabbia con un decotto di radici.È l'antenata delle rose coltivate.
Ginestra La Ginestra è una specie arbustiva molto diffusa. È caratterizzata da fusti rigidi e flussuosi, carichi di graziosi fiori gialli, simili a quelli del pisello. Originarie dell’ Europa, del Nord Africa e del Medio Oriente, diffusa in tutta la regione mediterranea. Al genere Genista appartengono circa 75 specie, con fusti generalmente spinosi e foglie semplici. la Genista Tintoria ha appariscenti fiori gialli, dai quali si ricava una sostanza colorante che può crescere fino ad un metro d’altezza.
Il genere CITUS comprende circa 30 specie , la più diffusa delle quali è la ginestra dei Carbonai, che può raggiungere i 3 metri di altezza . Ha foglie simili a quelle del trifoglio e fusti privi di spine .Dal suo fusto si ricava una fibra dalle particolari proprietà isolanti, che la rendono un efficace sostituto di materiali come amianto e lana di vetro
Sorbo Il sorbo e’ un albero a foglie decidue ed e’alto fino a quindici metri, che produce infiorescenze di fiori bianchi e bacche autunnali di colore rossastro. Cresce spontaneo in Europa, soprattutto per il legno, con cui vengono realizzati svariati manufatti. Spesso viene usato come pianta ornamentale in giardino.Al genere sorbo appartengono numerose specie e fra di queste vi è il Sorbus Aquparia detto anche sorbo degli uccellatori.Si caratterizza per i grappoli di frutti che in autunno assumono colore amaranto e viene mangiato dagli uccelli.La sua crescita è rapida.
I tre poveri uccellini Questi rapaci sono imprigionati perché prima erano malati. Non è crudeltà: dopo curati verranno liberati. Poveri uccellini!! Tutta quella attenzione sembrava quasi un’umiliazione, creava confusione: c’era chi guardava… chi gridava… chi applaudiva… persino chi li accarezzava.
Finalmente! Che felicità volare in libertà. Chi li aveva curati, apprezzava ogni loro muovere d’ala. Vederli volare verso il sole era la vera cura per il cuore!! Laura Privitera