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QUADRATOVIOLA. “QUALITY SCIENCE” (Società Italiana di Medicina Omeopatica, Borghetto di Valeggio sul Mincio, 12.2010 ). “…non è una questione di riduzionismo o di olismo, che sono termini reciproci, ma di “fare buona scienza”. (F.Varela, Neurofenomenologia, 1997).
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“QUALITY SCIENCE” (Società Italiana di Medicina Omeopatica, Borghetto di Valeggio sul Mincio, 12.2010)
“…non è una questione di riduzionismo o di olismo, che sono termini reciproci, ma di “fare buona scienza”. (F.Varela, Neurofenomenologia, 1997)
…tradurre il lavoro di Hahnemann in “buona scienza” che possa fornire ipotesi scientifiche (definite e falsificabili) sia in termini riduzionisti, sia nei termini delle scienze della complessità.
Ciro D’Arpa, G.Bovina, S.Cominetti, M.Ravaglia, M.Trionfi, A.Valeri e R.Pomposelli [ Società Italiana di Medicina Omeopatica / Scuola Medicina Omeopatica di Verona ] Descrizione algoritmica della Procedura Clinica Omeopatica Versione Sintetica Verona 2.2011. Revisione 1, Gruppo Capra, Verona 7.2011
SI INTENDE TRASPORRE LA PROCEDURA CLINICA OMEOPATICA CLASSICA IN UNO SCHEMA ALGORITMICO COMPLESSIVO. un “algoritmo” è una sequenza logica di istruzioni elementari (univocamente interpretabili) che, eseguite in un ordine stabilito, permettono la soluzione di un “problema” in un numero finito di passi.
Primo problema (a): È rintracciabile una PROCEDURA CLINICA OMEOPATICA CLASSICA? Secondo problema (b) In caso affermativo, come si può rappresentarla algoritmicamente?
(a) RINVENIMENTO DELLA PCOC 1 È stato condotto uno studio filologico di “Organon” e “Le Malattie Croniche” di Hahnemann e, da tali testi, sono state estratte tutte le asserzioni in esse contenute riguardanti le PROCEDURE CLINICHE OMEOPATICHE, cioè le istruzioni per lo svolgimento reale dei trattamenti omeopatici. • Tali istruzioni, ordinate secondo la loro sequenza progressiva nel corso del trattamento clinico, • sono state confrontate un campione di riporti di single cases trattati dai medici omeopati (…).
4 Il confronto ha mostrato una fondamentale corrispondenza tra le istruzioni di Hahnemann e le procedure cliniche reali dei suoi continuatori. Nonché una sostanziale corrispondenza tra le procedure cliniche degli Autori omeopatici stessi, anche se provenienti da differente formazione.
Il confronto ha evidenziato un numero discreto di “nodi” o passi procedurali che sono stati giudicati necessari e sufficientiper la conduzione di ogni tipo di trattamento omeopatico; ed ha evidenziato delle sottoprocedure alle quali ognuno di tali “nodi” è legato in modo obbligato (necessario e sufficiente) per il suo svolgimento. 6 E’ stato pertanto possibile definire lo schema qui presentato come corrispondente sia alla Procedura Clinica di Hahnemann, sia alla procedura omeopatica comunemente impiegata. Lo schema è qui designato come Procedura Clinica Omeopatica Classica (PCOC).
(b) RAPPRESENTAZIONE GRAFICADELLA PROCEDURA La mappa grafica (o Grafo) di una procedura ne costituisce un equivalente logico. Il Grafo in oggetto ha la formula generale: G = (V, E) [che si legge: il Grafo (G) è composto di “nodi” (V) + “archi” (E) che connettono i nodi fra loro.] Ognuno dei due componenti del Grafo – “nodi” V ed “archi” E- si designa come appresso: - V = (V1, V2, V3, V4, V5,) o più semplicemente: V = (1, 2, 3, 4, 5) [che si legge: i “nodi” sono: 1, 2, 3, ecc.] - E = (1-2), (2-3), (3-4), (4-5) [che si legge: (1-2) è l’”arco” di connessione tra il nodo 1 ed il nodo 2; e così di seguito.]
LEGENDA DEI NODI: 1 = Annotazione sintomatologica (narrata/osservata) 2 = Definizione del quadro sintomat. totale e diagnosi 3 = Diagnosi differenziale tra una rosa di rimedi 4 = Scelta di un rimedio 5 = Prescrizione del rimedio Lo schema descrive la procedura omeopatica in ogni consultazione, cioè sia la prima prescrizione che le successive consultazioni omeopatiche; è pertanto iterativo (cioè: si ripete indefinitamente nel corso di uno stesso trattamento, per ogni nuova somministrazione di un rimedio).
G = (1→2 →3 →4 →5), [(1-2),(2-3),(3-4),(4-5)] = questa denominazione può essere sostituita da un’altra sequenza qualsiasi che convenzionalmente le corrisponda, ad esempio: = AQXRP un acronimo che favorisce il ricordo identificativo delle singole tappe.
AQ X RP A = ANNOTAZIONE Q = QUADRO X = DIAGNOSI DIFFERENZIALE R = RIMEDIO P = PRESCRIZIONE
sottoprocedure Ad ogni nodo procedurale è associato un numero discreto di sottoprocedure. Ogni sottoprocedura produce delle regole, semplici o complicate, che fra loro possono anche interagire. L’adempimento delle regole sottoprocedurali definisce in modo completo il passo a cui si riferisce.
Procedura Clinica Omeopatica Classica = AQ X RP mostra le sottoprocedure correlate ai singoli nodi:
CARATTERISTICHE DEL GRAFO G è un grafo • “piano”, cioè: può essere disegnato in un unico piano o foglio; • “aciclico”, cioè: non contiene connessioni circolari (loups ) fra le sue parti; • “orientato”, cioè: il flusso di energia che lo attraversa è unidirezionale, nel senso crescente dei numeri dei nodi (1→ 2→ 3 ecc.)
Scorrendo il GRAFO lineare, può essere seguito lo svolgersi passo passo di una qualsiasi procedura clinica omeopatica reale, cioè quello che concretamente avviene nel corso di un trattamento omeopatico propriamente detto (definito, cioè, nei termini di Hahnemann e degli omeopati esperti), dalla prima consultazione alla dimissione del paziente.
DESCRIZIONE Dalla prima “Annotazione dell’operatore sui sintomi del paziente” (nodo 1) deriva (→) la “Costruzione di un Quadro omeopatico” (nodo 2), da cui emerge (→) una “Diagnosi differenziale di Rimedio” (nodo 3) e, da questa (→) la “Diagnosi di un Rimedio omeopatico” (nodo 4), il quale viene prescritto (→) in una specifica forma (nodo 5) e (→) assunto dal paziente.
PARTICOLARITA’ DOPO LA PRIMA ASSUNZIONE • Dopo la prima assunzione del rimedio, si prevede che il rimedio manifesti nel paziente una variazione dei sintomi presentati. Tale variazione discreta o nulla (azione del rimedio), osservata dal paziente, è da questi trasmessa al medico per una valutazione condivisa ad un tempo definito (t). • A quel t, l’operatore condividerà nuovamente i sintomi (variati o meno) con il paziente, e valuterà tale modificazione (secondo quanto previsto nella sottoprocedura Q+1); da ciò deriverà la successiva azione prescrittiva (o non prescrittiva). Lo schema, pertanto, reitera ad ogni nuova osservazione o prescrizione.
AQXRP, applicazioni - Lo schema si può applicare tanto alle prassi cliniche che prevedono la prescrizione del rimedio in un’unica dose alla volta, quanto a quelle che prevedono un ritmo di somministrazione prestabilito. - Lo schema prevede la selezione e la prescrizione di un solo rimedio omeopatico per volta. Esso è in accordo con tutte le procedure “uniciste” che sono state esaminate e con esso confrontate. L’eventuale applicazione di questo schema a procedure che contemplino una prescrizione contemporanea di più di un rimedio (“pluraliste”) è, entro certi limiti, possibile. Lo schema NON può essere applicato a procedure di tipo “complessista” (del resto estranee al Metodo di Hahnemann).
Enumeriamo le sottoprocedure principali, cioè quelle necessarie e per definire sufficientemente in cosa consiste ogni singola tappa
AQXRP, Indice delle sottoprocedure necessarie per un riporto di caso omeopatico, in grassetto quelle esplicitate in Hahnemann (Organon,VI e Malattie Croniche,II) A • A1 domanda del paziente • A2 raccolta dei sintomi • A3 raccolta dei sintomi di patologia • A4 terapie eseguite ed in atto Q • Q1 “valorizzazione” dei sintomi raccolti • Q2 quadro di malattia • Q3 “repertorizzazione” • Q4 diagnosi di malattia • Q5 diagnosi/prognosi biomediche (o in altri paradigmi) • Q+1 valutazione del cambio sintomatologico (dalla seconda prescrizione) X • X1 confronto differenziale con i quadri della MMO • X2 valutazione sintomi di conferma/esclusione, con controinterrogatorio R • R1 diagnosi di Rimedio P • P1 scelta della preparazione • P2 scelta della dose • P3 scelta della modalità di somministrazione • P4 scelta dell’ev. ritmo di somministrazione • P5 scelta del t max di revisione • P6 altre consegne al paziente • P7 accertamenti • P8 altre terapie • P++1 dimissione
CONCLUSIONI È risultato possibile descrivere un grafo della PCOC. Il modello presentato ha la pretesa di descrivere la procedura clinica omeopatica reale, ma non serve a fornire una spiegazione di ciò che avviene: non è, cioè, un modello esplicativo ma descrittivo.
VERIFICHE La suddetta bozza intende soddisfare due condizioni basilari: • Essere fedele alle teorizzazioni di Hahnemann espresse nell’Organon e nelle Malattie Croniche. b) Corrispondere alle procedure effettivamente utilizzate dai singoli medici omeopati: ogni riporto di caso singolo, cioè, dovrebbe rispondere allo schema procedurale proposto. • In sintesi le domande per falsificare l’algoritmo proposto sono: lo schema presentato rispecchia effettivamente a) il paradigma di Hahnemann e b) la reale procedura clinica omeopatica classica?
UTILITA’ 1Apprendimento e pratica AQXRP, costituisce una struttura cognitiva di riferimento passo-passo • nell’apprendimento delle singole parti dell’Omeopatia (Organon, MM, Rep., Teoria, Pratica, ecc.) - nella didattica di base; - nella verifica della propria pratica clinica; - nelle supervisioni didattiche di caso clinico.
UTILITA’ 2Esposizione/pubblicazione di caso clinico. Ricerca clinica AQXRP costituisce una struttura cognitiva per la redazione di un riporto di caso singolo e per lo studio dei riporti di singoli casi clinici. Rende basilarmente affidabile il riporto dei casi nella ricerca clinica. Qualsiasi studio clinico in/vs l’Omeopatia che non precisi in termini univoci la procedura effettivamente utilizzata è di utilità pratica molto limitata (comunemente nulla) ed appoggia la retorica riduzionista.
UTILITA’ 3Facilitazione del confronto tra procedure reali diverse (di AA diversi o dello stesso autore): Il confronto tra metodologie cliniche omeopatiche non coincidenti può avvenire attraverso il confronto del riporto di casi clinici di Autori diversi. In un tale confronto, l’utilizzo del Grafo permette la identificazione delle singole zone di discrepanza metodologica (in genere, una parziale diversità in una o più sottoprocedure). In tal modo una obbiettiva difformità prescrittiva può essere facilmente tradotta in termini di difformità metodologica (localizzabile nello schema) fra gli Autori in confronto, ovvero correttamente attribuita ad un loro personale modo interpretativo.
UTILITA’ 4Conoscenza esplicitamente condivisa e linguaggio comune Indispensabili entrambe le cose per successivi sviluppi di modelli sistemici e per la descrizione e la verifica/falsificazione scientifica delle procedure omeopatiche.
UTILITA’ 5permette di precisare i rapporti logici • tra la procedura omeopatica e le altre parti del paradigma di cui essa fa parte; 2) tra la procedura omeopatica ed il Pensiero Sistemico interdisciplinare; 3) tra la procedura omeopatica ed il paradigma biomedico; 4) tra la procedura omeopatica ed altri paradigmi; 5) ecc.
Esempio 1): rapporti logici tra la procedura omeopatica e le altre parti del paradigma di cui essa fa parte
Esempio 3): rapporti tra la procedura omeopatica ed il paradigma biomedico Questo punto è trattato altrove in dettaglio. QUESTE LE CONCLUSIONI: - Tutte le singole parti della procedura clinica biomedica sono contenute in AQXRP. Non viceversa. Pertanto la procedura clinica biomedica è interamente contenuta in quella omeopatica classica. Non viceversa. - Da un aumento dei dati raccolti può determinarsi l’aumento di accuratezza utile anche in termini diagnostici e prognostici biomedici. • La procedura esprime la specificità (indicazione e limiti = delimitazione) dei due tipi di approccio ed essi possono essere utilizzati con migliore adeguatezza. • Il trattamento biomedico è un trattamento diagnostico-terapeutico perfettamente “integrato” a quello omeopatico.
due precisazioni In questa presentazione sintetica non sono sviluppate due ampliamenti importanti, di seguito: 1 e 2
1 AQXRP, come algoritmo lineare, è una semplificazione a livello minimo di complessità. Infatti, la procedura reale è ciclica, e contiene di anelli di retroazione. Ogni dato non appartiene solo ad un insieme (logica booleana), e l’algoritmo dovrebbe essere trattato in logica fuzzy. Pertanto, lo stesso algoritmo deve essere ampliato per descrivere i feed-back cognitivi che avvengono tra i passi procedurali + i feed-back che avvengono fra medico-paziente-ambiente. In tal caso il Grafo potrebbe presentare dei cicli di interazione e fenomeni non lineari descrivibili solo con matematiche non lineari. →
→ Al massimo grado di complessità,l’interazione massima OAP = Operatore/Ambiente/Pazienteè connessa con l’interazione massima tra i passi di AQXRP. Ed il grafo si esprime come nella figura seguente:
2 Nella descrizione AQXRP si intrecciano due diversi livelli di apertura logica: • Un livello sintattico lineare a logica chiusa; legato a piccole variazioni fenomenologiche risolvibili con le regole sintattiche espresse nelle sottoprocedure. • Un livello che presenta connotazioni semantiche in cui giocano fenomeni ad un grado più elevato di complessità. • Tale secondo livello è soprattutto presente (cfr. ad es. Q+1) ove l’osservatore può trovarsi di fronte a fenomeni di emergenza radicale, cioè non predicibili (ad esempio: fattori ambientali, affidabilità e compliance del paziente, variazione della percezione esistenziale del paziente, ecc.)
Le emergenze radicali in Clinica, sono una classe abituale di fenomeni, alle quali si deve una consistente percentuale di successi ed insuccessi operativi. • La procedura omeopatica riesce a gestirne in numero molto maggiore di quella biomedica, poiché considera ad es.: la “direzione” dell’ evoluzione sintomatologica; la valutazione complessiva (e il conseguente trattamento) di un ev. disturbo occasionale; la variazione (non necessitante trattamento) di un processo di oscillazione sintomatologica autolimitantesi legato all’ambiente; l’emersione di stati sintomatologici nuovi/evolutivi e non predicibili; la valutazione soggettiva del paziente e, in ultima analisi, l’evoluzione dello stato esistenziale del paziente. Tutti fattori che in biomedicina sono valutati in modo empirico. • Siamo infatti in presenza, nella clinica omeopatica, di un modello procedurale all’apparenza chiuso logicamente, ma sempre sottomesso ad emergenze radicali: in realtà, si tratta di un modello procedurale logicamente aperto i cui nodi procedurali individuano i vincoli.
UTILITA’ 6Apre lo studio osservazionale della clinica all’esame delle varianti esistenziali individuali correlate con i cambi prognostici e con il significato personale. Cioè correla la Medicina con la Consapevolezza.
Infine, la descrizione AQXRP serve per condurre una analisi procedurale
Che cos’è una analisi procedurale? 1 • L’analisi procedurale può essere applicata al riporto di singolo caso o di una serie di casi, da fonte bibliografica e/o dal vivo. • È una descrizione passo-passo della logica operativa adoperata dall’Autore, affinchè essa risulti univoca e riproducibile. Permette altresì un riferimento diretto della logica descritta alla Procedura Clinica Omeopatica Classica, in toto ed in ogni sua parte, senza giudizi valutativi.
Che cos’è una analisi procedurale?2 • La descrizione di una procedura d’Autore precisa le modalità di svolgimento dei singoli passi e delle singole sottoprocedure, e può anche introdurre delle aggiunte o delle varianti.
Che cos’è una analisi procedurale?3 È condotta da un analista (diverso dall’Autore) e presentata all’Autore. L’Autore valuterà se essa corrisponde effettivamente alla sua logica operativa, al fine di condividerla intersoggettivamente. Una volta approvata dall’Autore e da questi pubblicata, diviene una codificazione univoca ad esso attribuita. Come tale può essere citata (in toto od in una singola parte) come asserzione scientifica, da qualsiasi Autore, in sede clinica, didattica, di ricerca, di studio.
info Ciro D’Arpa omiopa@tin.it / www.dottcirodarpa.it Società Italiana di Medicina Omeopatica, Dipartimento di Epistemologia ed Etica Piazza Alberico Gentili, 12 – 90143 Palermo (Italia) Tel/Fax: +39 091 6254810 / 347 4354506