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Teoria. 3. The two goals of fiscal policy. Increase potential GDP?G and ?T to raise permanent GDP by ?capital accumulation or efficiencyTax breaks for investment or R
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1. 1 La politica di bilancio --teoria, fatti e dizionario Francesco Daveri
2. Teoria
3. 3 The two goals of fiscal policy Increase potential GDP
?G and ?T to raise permanent GDP by ?capital accumulation or efficiency
Tax breaks for investment or R&D outlays
Subsidies for education
Public investment in infrastructures
Stabilize GDP around its permanent level
?G and ?T set so as to make GDP very close to its potential level most of the times
Also said: ‘fine tuning’ of GDP
4. 4 Goal #1 of fiscal policy: raise potential GDP Supply-side economics
taxes entail welfare loss
? tax rates on K and L incomes ? enhanced incentives to invest and work
Idea of Laffer curve
Implication: fiscal policy should stimulate the growth of permanent GDP, not the current one,
Growth = supply side phenomenon ? tax rates to be lowered to favor long-run growth providing incentives to work and invest (and not incentives to consume)
Yet most people think that tax elasticity of investment and work effort is rather low. If this is correct, fiscal policy left with goal #2
5. 5 Goal #2: GDP stabilization If supply-side effects are not there or small, then the goal of fiscal policy is: stabilize current GDP (around its long-run level)
when economy overheated, fiscal policy should simply cool it down (by ?G and ?T)
when in recession, fiscal policy should sustain GDP by either ?T or ?G
In both cases, fiscal policy meant to affect aggregate demand (by shifting AD curve)
Shifting AD: by how much? It depends on the multiplier
6. The extent of fiscal multipliers How large are fiscal multipliers? By how much does Gdp go up for given tax cuts or spending increases?
Answer depends on various circumstances
Whether Government spending or tax cuts are employed to stimulate the economy
Whether there is slack in the economy or not
Whether the economy is open or not
7. What do the data say? Recent worldwide stimulus plans mainly involved increases of Govt spending. But they are too recent to come to conclusions
We have to study past episodes
Using historical data for the US Barro and Redlick (VoxEu.org; Oct 30, 2009) find small multipliers (in the range of 0.6-0.8) for defence spending - the only truly exogenous item of public spending from historical data for the US economy
Almunia, Benetrix, Eichengreen, O’Rourke and Rua (Nov 19, 2009) extend the analysis to 27 countries in 1925-39. Find much higher multipliers (about 2)
Why the difference? In the 1930s economies more closed than they are now. Moreover, they faced zero interest rates (namely, they took advantage from the fact that monetary policy was expansionary in parallel)
8. Fatti
9. 9 Perché la crisi 2008-2009 è stata meno grave di quella degli anni Trenta? Risposta breve: perché i politici di oggi hanno imparato dagli errori commessi ieri
Ora: vediamo cosa è successo negli anni Trenta e cosa è successo oggi
10. La crisi del ‘29 in America: Pil e prezzi (1929=100) giù più del 20% in 4 anniDepressione = Recessione + Deflazione 10
11. 11 Da dove veniva il pessimismo dei mesi scorsi Anche la crisi del ‘29 fu una crisi mondiale
Nei primi mesi della crisi di oggi molte variabili replicavano l’andamento delle stesse variabili dei mesi successivi al ’29
Da cui il pessimismo del quarto trimestre 2008 e primo trimestre 2009
12. 12 Calo di produzione industriale nel mondo --prima più o meno come nel ’29, molto meglio di recente
13. 13 Calo commercio mondiale --peggio che nel ’29, poi stabilizzazione
14. 14 Cosa ha differenziato in modo cruciale la crisi di oggi da quella di allora?
L’intervento dello Stato
prima della crisi e
durante la crisi
15. 15 Oggi c’era più Stato nell’economia quando la crisi è cominciata La presenza del welfare state pesa sull’economia quando le cose vanno bene
ma addolcisce automaticamente l’impatto di una recessione
Soprattutto in Europa, meno negli Usa
Ecco perché Obama così attivo e gli europei così “tirchi”
16. 16 In più le politiche fiscali di oggi sono state ben più espansive di quelle del ’29
17. L’esplosione dei deficit pubblici 2009 …
18. … ha portato all’esplosione dei debiti pubblici (per tenere su la produzione industriale e salvare le banche) …
19. .. Anche sul più lungo termine. Tranne che per la Cina 19
20. Lo scenario di politica fiscale di fine 2009 era quello di deficit persistenti nel tempo …
21. .. Ma poi la crisi della Grecia ha costretto ad accelerare l’aggiustamento in senso restrittivo nei bilanci pubblici. A partire dal 2011
22. Dizionario
23. 23
26. Ecco perché un elevato peso dello Stato può essere utile durante una recessione Alcune voci della spesa e la maggior parte delle entrate fanno da “stabilizzatori automatici”
Quando il Pil scende, si riducono le tasse che dobbiamo pagare (in modo più che proporzionale, se la tassazione è progressiva) e aumentano i trasferimenti sociali (sussidi di disoccupazione, cassa integrazione guadagni) 26
27. Esempio numerico con due paesi fittizi (Usa e UE) Ci sono due paesi
Usa in cui T e Tr sono = 0 e
UE con T = 0.2 Pil & Tr = 20 - 0.2 Pil
Usa: Pil = Pild =100
UE: Pil = 100 & Pild = 100 – 20 +(20-20) = 80
Arriva una recessione che fa scendere il Pil di 20 nei due paesi
Usa: ?(Pil) = ?(Pild) = -20; gli stabilizzatori automatici non giocano nessun ruolo (non ci sono)
UE: ?(Pil) = -20; ?(T)=Toggi–Tieri=0.2*80 -0.2*100=16-20=-4
?(Tr)=Troggi–Trieri =(20-0.2*80)-(20-0.2*100)=+4
Da cui: ?(Pild) = ?(Pil) - ?(T) + ?(Tr) = -20 – (-4) + (+4) = -12
Conclusione: in una recessione, il reddito disponibile diminuisce meno in un’economia con gli stabilizzatori automatici (UE) che in una senza stabilizzatori (Usa)
27
30. 30 L’aritmetica del debito e del deficit Ora che tutti i paesi stanno rapidamente accumulando debito (dato che incorrono in deficit pubblici molto grandi) è diventato importante conoscere bene l’aritmetica del debito e del deficit
d= debito/Pil (indicatore confrontabile tra paesi, è un numero puro)
Come varia d nel tempo? Secondo la formula seguente:
dt+1-dt = (it – pt – gt)?dt + (defpri)t (1)
i: tasso di interesse nominale medio sui bond pubblici
p: tasso di inflazione
g: tasso di crescita del Pil in termini reali
defpri: (DEF primario)/Pil
31. Derivazione della formula (1) Come si arriva all’equazione (1): dt+1-dt = (it+1 – pt+1 – gt+1)?dt + (defpri)t+1 ?
Punto di partenza: la variazione del debito tra ieri e oggi è uguale al deficit di oggi
Dt+1-Dt = DEFt+1= spesa pubblica totale – entrate totali dello Stato
= it+1Dt+(Gt+1+Igt+1+Trt+1– Tt+1)
= interessi sul debito passato + (deficit primario)
Se dividiamo a sx e dx dell’uguale per Pilt si ottiene che:
dt+1?(Pilt+1/Pilt)-dt= it+1?dt + (defpri)t+1 ?(Pilt+1/Pilt) (2)
Dato che: Pilt+1/Pilt=(1+pt+1+gt+1) - cioè dato che il tasso di crescita del Pil a prezzi correnti è uguale alla crescita dei prezzi più la crescita del Pil in termini reali - l’equazione (2) può essere riscritta come segue:
dt+1?(1+pt+1+gt+1)= (1+it+1)?dt + (defpri)t+1 ?(1+pt+1+gt+1) (3)
La (3) a sua volta si semplifica all’equazione (4):
dt+1= [(1+it+1)/ (1+pt+1+gt+1)]?dt + (defpri)t+1 (4)
E poi (aggiungendo e sottraendo p+g):
dt+1= dt+ [(it+1-pt+1-gt+1)/ (1+pt+1+gt+1)]?dt + (defpri)t+1 (5)
Infine: la (5) si riduce all’equazione (1) se p e g sono tanto piccoli che li si può ignorare al denominatore
32. 32 Cosa si impara dalla formula dt+1-dt = (it+1 – pt+1 – gt+1)?dt + (defpri)t+1 (1)
p: tasso di inflazione
i: tasso di interesse nominale medio sui bond pubblici
g: tasso di crescita del Pil in termini reali
d: Debito/Pil
Inflazione e crescita economica riducono l’accumulazione di debito a parità di deficit
Con i dati del 2009 è avvenuto il contrario: bassa inflazione e crescita negativa hanno peggiorato il debito
L’inflazione riduce l’accumulo di debito solo se il debito non è indicizzato e a tasso variabile
d può diminuire anche se “defpri” è positivo, a patto che il tasso di interesse sia basso e/o inflazione e crescita siano elevate
34. 34 Dizionario europeo: I criteri di Maastricht per essere ammessi nell’Unione Monetaria Europea (UME, l’area euro) Bassa inflazione (al massimo: 1.5 p.p. più elevata rispetto ai tre paesi conl’inflazione più bassa nell’UME)
Stabilità del tasso di cambio nei due anni precedenti
Stabilità fiscale
DEF/Pil<3% (DEF strutturale, cioè quello depurato dall’andamento del ciclo economico)
Debito pubblico/Pil<60% (o “showing progress towards this goal”, come ha fatto l’Italia negli anni ‘90)
35. 35 Dizionario europeoPatto per la Stabilità fiscale e la Crescita I governi europei non hanno solo rinunciato all’autonomia di politica monetaria ma anche parzialmente a quella fiscale.
Perchè lo hanno fatto?
36. 36 Dizionario europeo: Patto per la Stabilità Fiscale e la Crescita Timore che ‘deficit eccessivi’ a livello nazionale provochino costi di credibilità all’UME nel suo complesso
Ciò può avvenire più facilmente se ad essere indebitato è grande come l’Italia, non se è la Lituania
Rimedio: Il patto di Stabilità e Crescita impone la stessa regola per tutti. I paesi dell’Unione che incorrono in deficit troppo elevati (>3%) devono pagare una multa, fino allo 0.5% del loro Pil
In pratica: le sanzioni non sono state mai attuate fino a questo momento (tanto meno ora).
Nel caso della crisi greca, è emerso che i paesi possono mentire alla Commissione sulla vera entità del loro DEF per vari anni
Per questo ORA si parla in modo operativo di “riforma del patto di stabilità”