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Elegia. Genere poetico. I componimenti in metro elegiaco Di argomento vario. Elegia in Grecia. Nasce in ambito greco in età arcaica (VII-VI sec. a.C.) etimologia: da elegos (frigio per flauto) da “ elege e”= “diceva “e e ” (allusione al carattere
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Elegia Genere poetico. I componimenti in metro elegiaco Di argomento vario
Elegia in Grecia Nasce in ambito greco in età arcaica (VII-VI sec. a.C.) etimologia: da elegos (frigio per flauto) da “elege e”= “diceva “e e” (allusione al carattere prevalentemente funerario dell’elegia delle origini) Elegia amorosa: Mimnermo Elegia politica :Solone Elegia militare: Tirteo Elegia gnomica :Teognide
Elegia a Roma Quintiliano: “ELEGIA QUOQUE GRAECOS PROVOCAMUS” (Ist.Or.10.1.93) CANONE: GALLO TIBULLO PROPERZIO OVIDIO INVENTOR: CORNELO GALLO
origini dell’elegia latina • Friedrich Leo: deriva da quella ellenistica Tesi oggi generalmente rifiutata: l’impostazione soggettivo- autobiografica della latina manca in quella ellenistica. ((Anche se l’elemento autobiografico non manca del tutto) • Jacoby Felix: ampliamento dell’epigramma greco (obiezione: e il mito? L’architettura complessa?)
Oggi: i poeti romani avevano come modelli sia i poeti della lirica ellenistica (dall’elegia all’epigramma fino al mimo d’età alessandrina) si i poeti della lirica arcaica (elegia giambo etc) Così l’elegia romana non guarda ad un unico modello poetico ma accoglie motivi da diversi generi e li rielabora
L’elegia romana ha carattere prevalentemente amoroso e soggettivo Limiti del soggettivismo e dell’autobiografismo dell’elegia latina l’esperienza personale si sviluppa attraverso situazioni tipiche e e fa riferimento a valori canonici= un codice “elegiaco”
Servitiumamoris il corteggiamento come servitù amorosa, segue tappe canoniche (paraklausithyron, recriminazioni alternate a impeti di gioia triumphans)
Nequitia il poeta rifiuta il coinvolgimento attivo nella vita politica (anche se l’autobiografia smentisce talvolta il locus poetico) conduce una vita spesso scapestrata la domina è sposata , quindi la relazione irregolare . Se già l’otium letterario viene sentito con un senso di colpa latente figuriamoci una vita da bohemienne! Il termine che la definisce è pertanto nequitia
domina la donna è la “signora” del poeta: spesso ama di un amor tirannico ed è infedele
fides e foedus il rifiuto della partecipazione attiva alla vita politica – epicureismo-e quindi il rifiuto di una poesia civile è programmatico ma i valori del mosmaiorum sono connaturati al civisromanus anche quando ribadisce la sua volontà dell’autarcheia. E’ così che i termini Fides e foedus, che attengono originariamente alla sfera civile-politica e sono propri del mosmaiorum , passano da questa a quella intimistico-amorosa
Cura Sofferenza d’amore, l’aspirazione alla fides e al foedus - e anche di una dimensione rustica campestre , soprattutto in Tibullo- viene frustrata
Doctrina e mito il poeta si rifugia nel mito – spesso ricercato, doctus - che esprime una dimensione ideale paradigmatica che non può tradursi in vita reale.
Tibullo 50-14 a.C. (ca.) vita Scarse le notizie sulla sua vita. Nacque a Gabii nel Lazio probabilmente da una ricca famiglia di censo equestre. Orazio ce lo descrive bello e ricco membro del circolo di Messalla Corvino, uomo politico e mecenate d’età repubblica, che prenderà le parti di Augusto. Al suo seguito partecipa a spedizioni militari.
Tibullo 50-14 a.C. (ca.) opera 3 libri di elegie. I temi: L’amore per Delia, l’autarcheìa, la religiosità, il vagheggiamento di una vita agreste semplice La Pace Manca il riferimento continuo al mito
Divitiasalius fulvo sibicongeratauroEtteneat culti iugera multa soli, Quemlaboradsiduus vicino terreathoste, Martia cui somnos classica pulsa fugent: Me meapaupertas vita traducat inerti, Dum meusadsiduoluceatigne focus. (Tibullo. Elegia I,1,1-6) La prima elegia del l primo libro: a) Il tema della recusatio Altri ammassi per sé ricchezze di oro biondo E possieda molti iugeri di terreno coltivato, (che =) altri, quando il nemico è vicino, un’assidua pena atterrisca, (a cui) ad altri le trombe di guerra fatte risuonare tolgano il sonno: La mia povertà mi conduca attraverso una vita tranquilla, purché il mio focolare risplenda di un fuoco continuo.
Questo il mio desiderio: un pezzo di terra non tanto grande, dove ci fossero un orto e vicino a casa una fonte d'acqua perenne con qualche albero che la sovrasti . Piú e meglio fecero gli dei . Bene . Nient'altro ti chiedoQuesto il mio desiderio: un pezzo di terra non tanto grande, dove ci fossero un orto e vicino a casa una fonte d'acqua perenne con qualche albero che la sovrasti . Piú e meglio fecero gli dei . Bene . Nient'altro ti chiedo Hoc erat in votis: modus agri non itamagnus, hortusubiettectovicinusiugisaquaefons etpaulumsilvae super hisforet . auctiusatque di meliusfecere . bene est . nilampliusoro…. (Orazio, Satire I,1, 1-4)
La prima elegia del l primo libro:b) l’amore e la vita semplice Io non vado in cerca delle ricchezze e dei proventi degli antenati Che all'antico avo procurava la messe riposta( nei granai): è sufficiente un piccolo raccolto,riposare su un letto sicuro, se è possibile,e alleviare le membra nel solito giaciglio. Come è bello stando a letto ascoltare i venti impetuosi e stringere in un tenero abbraccio la donna amata, oppure quando l'Austro invernale ha riversato le gelide acque abbandonarsi mentre la pioggia concilia il sonno tranquillo Non ego divitiaspatrumfructusquerequiro, Quostulit antiquo condita messis avo: Parvasegessatis est, satisrequiescerelecto Si licet et solito membra levare toro. Quamiuvatinmitesventosaudirecubantem Etdominam tenero continuissesinu Aut, gelidashibernusaquascumfuderitAuster, Securumsomnosimbreiuvantesequi. (Tibullo, Elegia I,1, 44-51)
Properzio 50-15 a.C. (ca.) vita Scarse le notizie sulla sua vita. Nacque in Umbria probabilmente da una ricca famiglia di censo equestre, colpita dalle espropriazioni di terre dopo Filippi. Orazio ce lo descrive bello e ricco membro del circolo di Mecenate.
Tibullo 50-14 a.C. (ca.) opera 4 libri di elegie • Monobyblos tutto dedicato a Cinzia • Ancora Cinzia. Il tema della morte. Le pressioni di Mecenate perché il poeta si cimenti nella poesia epica e civile. • I tradimenti di Cinzia. El.11: il poeta rievoca la battaglia di Azio. • Le prime dedicate a Cinzia. El.7: Cinzia lo visita dopo morta. Le elegie romane : eziologia , la vergine Tarpea e l’amore
Tibullo 50-14 a.C. (ca.) i temi il tema dell’amore si intreccia strettamente al tema al tema del senso di colpa per la vita che si conduce nequitia, quando si è preda dell’amore del dolore della morte
Properzio, Elegia I,1 Cynthia prima suismiserum me cepitocellis, contactumnullis ante Cupidinibus. Tummihiconstantisdeiecitluminafastus et caput impositispressit Amor pedibus, donec me docuitcastasodissepuellas 5 improbus, et nullo vivere consilio. Etmihiiam toto furor hic non deficit anno, cumtamenadversoscogorhaberedeos. Milanionnullosfugiendo, Tulle, labores saevitiamduraecontuditIasidos. 10 Nam modo Partheniisamenserrabat in antris, ibatethirsutasillevidereferas; illeetiamHylaeipercussusvulnere rami sauciusArcadiisrupibusingemuit.
Properzio, Elegia I,1 Cynthia prima suis miserum me cepit ocellis, contactum nullis ante Cupidinibus. Tum mihi constantis deiecit lumina fastus et caput impositis pressit Amor pedibus, donec me docuit castas odisse puellas 5 improbus, et nullo vivere consilio. Cinzia, con i suoi occhi, sventurato mi prese e fu la primane m'aveva toccato ancora la passione.Allora gli occhi (pieni di) costante superbiavinse Amore, ed oppresse con i piedi il mio capofino a che, sciagurato, ogni donna virtuosami fece odiare e vivere senza nessuna legge.
Properzio, Elegia I,1 Cynthia prima suis miserum me cepit ocellis, contactum nullis ante Cupidinibus. Tum mihi constantis deiecit lumina fastus et caput impositis pressit Amor pedibus, donec me docuit castas odisse puellas 5 improbus, et nullo vivere consilio. Il servitium amoris schiavitù
Properzio, Elegia I,1 Cynthia prima suis miserum me cepit ocellis, contactum nullis ante Cupidinibus. Tum mihi constantis deiecit lumina fastus et caput impositis pressit Amor pedibus, donec me docuit castas odisse puellas 5 improbus, et nullo vivere consilio. Il servitium amoris schiavitù La dementia porta alla nequitia
Properzio, Elegia I,1 Riferimenti al mito: Milanione convinse Atalanta, a differenza del poeta che non riesce a far breccia nel cuore di Cinzia Invocazione alle maghe per un incantesimo
Properzio, Elegia I,1 E voi che, tardi, amici, mi richiamate dalla mia cadutacercate di aiutare il mio cuore ammalato.Soffrirò con coraggio ferro e orribili fuochi, purché possadire liberamente quello che l'ira vuole. Portatemi tra genti lontane , sulle ondeportatemi, là dove nessuna donna sappiail mio cammino; voi, a cui con facile orecchioil dio annuì, rimanete in un fedele amore.Venere mi tormenta con le sue notti amare,non resta ozioso Amore, e mai non mi abbandona. Evitate, vi avverto, questo male, che ognuno Indugi nel suo dolore e non cerchi altro amore! E chi mi darà ascolto troppo tardi, ah con quantodolore avrà memoria di queste mie parole!
Properzio, Elegia Iv,7 passimamore e morte pathos horridus….giallo! • Sono qualcosa i Mani, non tutto con la mortefinisce; un'ombra livida ha vinto, sfugge ai roghi.Cinzia sul mio letto reclina, lei da poco in fondo ad unavia chiassosa inumata, m'apparve quando il sonnoera sospeso su di me,, dopo la fine del mio amore,e nel mio grande e freddo letto mi lamentavo. • Quegli stessi capelli che aveva al funerale,gli stessi occhi e la veste bruciata al fianco, e al ditoattaccato dal fuoco, il solito berillo,scolorite dall'acqua di Lete le sue labbra. .Emise voce e respiro come vivesse; eppurefragili scricchiolavano ai pollici le mani Horridus
«Perfido, che migliore sperarti un'altra donnanon deve, come il sonno può in tè aver forza? Comegià scordasti gli incontri furtivi, l'animata Suburra, la finestra usa a insidie notturneda cui, tesa la fune, quante volte discesialternando le mani, per gettarmi al tuo collo!Abbracciati in un trivio, ci amavamo, e la freddastrada si intiepidiva sotto i nostri mantelli.Ah,false parole di convenuti patti,non le avrebbero udite, le dispersero i venti. • (…) pathos
Già svaniva il mio sguardo, ne ci fu alcuno a chiamarmi per nome:avrei vissuto ancora un giorno al tuo richiamo. • Perché, ingrato, sul rogo non implorasti i venti?Perché non odoravano di nardo le mie fiamme?Ti pesava anche questo, gettarmi dei giacintida poco prezzo e rompere sulla mia tomba un orcio? (nei versi seguenti, il carme si tinge di giallo!Cinzia afferma di essere stata avvelenata) climax patetico
Non ti accuso, sebbene lo meriti, Properzioa lungo sono stata la signora dei tuoi versi. Ti giurosopra il magico carme dei fati, irrevocabile per tutti- e più mite a me latri il cane con tré gole -che io ti fui fedele. Se t'inganno, la viperasulla mia tomba sibili, dorma sulle mie ossa. Poiché duplice meta la sorte assegna sul fangoso fiumealla turba che in acque diverse va coi remi. Horridus
Le eroine nel mondo dei morti:C'è un'onda che l'adultera Clitennestra trasportaed il mostro di legno della falsa giovencacretese. L'altra parte, su nave inghirlandata, ecco, è dove felice brezza sfiora le roseelisie, le timbrate corde e i vibranti bronzidi Cibele e l'archetto di Lidia alle mitratedanze suona. Ed Andròmeda e Ipermestra fedelispose, narrano il tempo che le rese famose.
Cinzia, prima di sparire, fa un’ultima preghiera a Properzio • Dove s'adagia in campi ombrosi il fruttifero Anienee l'avorio di Èrcole non mai muta colore,scrivi su una colonna un carme di me degno,ma breve, che lo legga il viandante di corsa:"Qui la splendida Cinzia in terra tiburtinagiace ed aggiunge, Aniene, prestigio alle tue rive".
E tu, non disprezzare i sogni provenienti dalle portedei beati: se vengono, tali sogni hanno peso.Nella notte, che libera recluse ombre, vaghiamo;erra, tolte le spranghe, anche Cerbero. È leggecon la luce tornare alle letee paludie il nocchiero, portandoci, il carico soppesa.Ora t'abbiano altre; presto t'avrò io sola, • Insieme , miste le tue alle mie consunte ossa.” • E quando, con pena dolorosa queste cose m’ebbe dette, • L’ombra scomparve fra le mie braccia horridus
Distico elegiaco= una coppia di versi, un esametro + un pentametro • Un esametro (esapodia dattilico-spondaica catalettica in bisyllabum) • Un pentametro (due emiepes, due mezzi esametri allo specchio) Dìcebàs quondàm | solùm te nòsse Catùllum, Lèsbia, nèc prae mè| vèlle tenère Iovèm.