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LUCIDO N. 1. La tradizione che prende il nome di Psicologia dell'Io nacque a Vienna negli anni trenta e si trasfer in Inghilterra a causa della guerra, per mettere poi profonde radici negli Stati UnitiLa Psicologia dell'Io condivide molti interessi con altra Scuole psicoanalitiche: la psicoanalis
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1. “PSICOLOGIA DINAMICA”ANNO ACCADEMICO 2006-2007Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche applicate al lavoro, alle organizzazioni e al turismo. III Anno curriculum turismo e marketing II SEMESTRE - I CICLO (1 Marzo-5 Aprile 2007)
Docente: prof. Loredana Lucarelli
2. LUCIDO N. 1 La tradizione che prende il nome di Psicologia dell’Io nacque a Vienna negli anni trenta e si trasferì in Inghilterra a causa della guerra, per mettere poi profonde radici negli Stati Uniti
La Psicologia dell’Io condivide molti interessi con altra Scuole psicoanalitiche: la psicoanalisi interpersonale, i modelli delle relazioni oggettuali e la psicologia del Sé
Tutte queste tradizioni sviluppatesi dall’opera di Freud prestano attenzione ai problemi dello sviluppo normale e all’influenza dell’ambiente e delle prime relazioni
3. LUCIDO N. 2 Anna Freud (1895-1982), tra le prime psicoanaliste dell’infanzia e dell’adolescenza, fu una figura centrale nel portare avanti l’esplorazione dell’istanza psichica dell’Io nella sua struttura e nelle sue funzioni
L’Io contiene complesse “organizzazioni difensive”, ovvero modi di pensare che mantengono le pulsioni rimosse al di fuori della consapevolezza; la loro presenza, nella vita psichica del paziente, è perfettamente accettabile: “ego-sintonica”
Aspetti dello stile fondamentale del modo di essere di un individuo possono avere radici nei processi difensivi
Per un impatto terapeutico efficace, bisogna portare alla luce i processi difensivi inconsci
4. LUCIDO N. 3 Formazione Reattiva: l’Io oscura gli impulsi ostili inaccettabili trasformandoli nel loro contrario (Rifiuto/Dedizione estrema)
Isolamento dell’affetto: le idee conflittuali si guadagnano alla coscienza in forma intellettualizzata; i sentimenti inquietanti ad essi associati vengono bloccati
Proiezione: il paziente può negare sentimenti di rabbia, ma essere molto preoccupato per i sentimenti di rabbia nelle persone che lo circondano
Altro contributo centrale di Anna Freud: le difese possono essere chiamate in causa anche da un dispiacere che ha la sua fonte nel mondo esterno; è questo il caso della difesa della Negazione
5. LUCIDO N. 4 Gli psicologi dell’Io introducono un compito essenziale nel processo terapeutico: migliorare le difese e incoraggiare lo sviluppo delle funzioni dell’Io mentre si lavora nel liberare le energie inconsce intrappolate
6. LUCIDO N. 5 Secondo Hartmann (1894-1970) gli esseri umani, come tutti gli organismi, sono intrinsecamente progettati per adattarsi al loro ambiente, e questo è vero non solo per il Sé fisico, ma anche per il Sé psicologico
Il bambino arriva al mondo con le potenzialità dell’Io già presenti dentro di sé, in attesa che le condizioni ambientali “medie prevedibili” ne inneschino la crescita
Le “capacità dell’Io libere da conflitti” sono parte della dotazione che ciascun individuo possiede dalla nascita, sono funzioni che emergono naturalmente in un ambiente adeguato (il linguaggio, la percezione, la comprensione dell’oggetto e il pensiero)
7. LUCIDO N. 6 Contributo di Hartmann al processo terapeutico: evidenziare tanto gli aspetti conflittuali quanto quelli adattivi del funzionamento psichico
Il concetto di Hartmann su un potenziale adattivo innato che si dispiega naturalmente in un ambiente ricettivo pone varie questioni:
Come possiamo immaginare questo ambiente a cui il bambino nasce già adattato?
Quali sono gli elementi intrinseci nell’ambiente “medio prevedibile” da cui dipende lo sviluppo psichico? Ci sono fattori nella relazione precoce del bambino con il suo ambiente che mitigano i conflitti pulsionali e rendono disponibile energia per alimentare le attività non conflittuali dell’Io?
8. LUCIDO N. 7 Spitz (1887-1974) studiò bambini abbandonati dalla nascita in orfanatrofio, i cui bisogni fisici venivano soddisfatti in modo adeguato, ai quali però mancava qualunque tipo di interazione significativa continuativa; questi bambini diventavano depressi, isolati, malaticci
Se gli elementi cruciali non erano il cibo e gli altri bisogni fisici, che cosa è esattamente che viene fornito al bambino da una presenza amorevole? In che modo ciò che sta all’esterno influenza ciò che sta all’interno?
9. LUCIDO N. 8 A Spitz si deve la prima ricerca psicoanalitica sulle relazioni oggettuali: osservazioni dirette, test di sviluppo, interviste lungo un arco di molti anni
S. Freud non presumeva che i legami libidici con gli altri venissero ricercati per se stessi
Secondo R. Spitz, l’oggetto libidico non è semplicemente il mezzo per un fine, la scarica libidica, ma è di importanza fondamentale di per sé
L’oggetto libidico procura il legame umano essenziale all’interno del quale avviene tutto lo sviluppo psicologico
10. LUCIDO N. 9 Spitz integra la sequenza degli stadi di sviluppo psicosessuale con un nuovo concetto di progressione di sviluppo del bambino collegata alle crescenti capacità dell’Io nel primo anno di vita e alle trasformazioni nella relazione con l’oggetto libidico (la madre):
ORGANIZZATORI PSICHICI: punti di svolta evolutivi critici
INDICATORI: segnali del progresso evolutivo:
La risposta del sorriso intorno ai 3 mesi;
Angoscia dell’estraneo introno agli 8 mesi, “Non c’è amore fino a quando l’essere umano non può essere distinto dagli altri” (Spitz, 1965)
Padronanza del “No” intorno ai 15 mesi: capacità psichiche più evolute, iniziali capacità di giudizio e concettualizzazione del bambino
11. LUCIDO N. 10 Spitz mette in luce che ogni aspetto dello sviluppo è mediato dall’ambiente e dall’empatia materna; Spitz paragona il bambino ad “un neonato a cui viene ridata la vista”; la madre rappresenta l’ambiente per il bambino che all’inizio è vulnerabile, essenzialmente impotente
La madre funziona da “Io ausiliario” finché il bambino sviluppa la capacità dell’Io di gestire e regolare l’esperienza in modo autonomo.
Si pongono ulteriori interrogativi: in che modo il neonato, psichicamente fuso con la madre cresce fino a diventare un bambino autonomo?
12. LUCIDO N. 11 M. Mahler (1897-1985) psicoanalista infantile e prima pediatra, si forma a Vienna chiarisce molti aspetti del processo evolutivo verso l’autonomia del bambino
Come Spitz anche Mahler sottolineò l’importanza dell’ambiente umano
Il bambino ha bisogno di “un livello ottimale di piacere” che gli procuri “un porto sicuro” e la crescita psichica all’interno della relazione simbiotica con la madre; se la madre è imprevedibile, instabile, ansiosa o ostile, tale funzione viene compromessa, e il futuro funzionamento indipendente del bambino diventa problematico
13. Il Processo di Separazione-individuazione Nel 1955, Margaret Mahler ipotizza l’ipotesi di una comune origine simbiotica nello sviluppo umano e come conseguenza un processo obbligato di separazione-individuazione nello sviluppo normale
Emerge quindi l’interesse per una verifica di tale ipotesi in un contesto di osservazione della prima relazione madre-bambino, presso il Masters Children’s Center di New York
Ipotesi di lavoro di Margaret Mahler, Fred Pine e Annie Bergman: 1) le radici delle psicosi infantili erano situabili nella seconda metà del primo anno e nel secondo anno di vita; 2) questo periodo doveva coincidere con la fase di separazione-individuazione, prevista nello sviluppo normale
Una conoscenza più approfondita dei primi anni di vita poteva servire alla prevenzione di gravi disturbi psichici
14. LUCIDO N. 13 Seguendo il pensiero di Freud, Mahler insiste sulla totale incapacità iniziale del neonato di provvedere a se stesso; è pertanto necessario un lungo rapporto di dipendenza con la madre o chi ne fa le veci, che garantisca la sopravvivenza fisica e la nascita psicologica
La nascita psicologica è da intendersi come il momento culminante di un processo che ha come esito sia l’instaurarsi di un senso di separatezza dall’oggetto di amore primario (separazione), sia l’instaurarsi di un rapporto con il proprio corpo sentito come distinto dalla iniziale matrice indifferenziata (individuazione)
La separazione è una conquista intrapsichica di una differenziazione dalla madre e comporta di conseguenza una rappresentazione del Sé individuale, distinta dal resto del mondo oggettuale
15. LUCIDO N. 14 LA FASE AUTISTICA NORMALE
Intorno al 1° mese di vita
Il neonato funziona come un organismo quasi esclusivamente biologico (pulcino rinchiuso nel guscio dell’uovo)
Sistema monadico chiuso e autosufficiente, mantenuto grazie alle cure materne adeguate, ma disconosciute dal neonato
Verso la fine del primo mese di vita, un iniziale investimento di energia psichica sugli organi periferici (tattili, visivi, uditivi), le cure materne gradualmente percepite chiamano il neonato al contatto con l’ambiente
Dallo stadio anoggettuale dell’autismo allo stadio preoggettuale della simbiosi (“sorriso sociale non specifico”)
16. LUCIDO N. 15 LA FASE SIMBIOTICA
Uso metaforico del termine simbiotico mutuato dalla biologia; in ambito psicologico, Mahler intende l’unità madre-bambino rinchiusa da uno stesso confine che chiama “membrana simbiotica”
L’Io rudimentale del bambino necessita di un costante sostegno di cure materne
La differenziazione fra interno ed esterno non è ancora demarcata
La madre è il polo trainante intorno a cui si costruiscono le risposte del bambino
I diversi modi in cui la madre tiene in braccio il bambino, durante l’allattamento, sono importanti organizzatori simbiotici della nascita psicologica
17. LUCIDO N. 16 IL PROCESSO DI SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE
Prima sottofase: differenziazione e sviluppo dell’immagine corporea
4°-5° mese di vita: comincia lo hatching cioè lo schiudersi dell’uovo e la fuoriuscita del pulcino
Bambino attento e curioso verso l’ambiente; sono più lunghi i periodi di veglia; comparsa del sorriso specifico
“Fiduciosa aspettativa” (Benedek, 1968) della ricomparsa della madre
Checking back pattern cioè il confronto tra la madre e l’altro, il non familiare; Angoscia dell’estraneo: rilevatore della formazione di un oggetto interno libidico stabile
Il processo di “emergenza” dalla simbiosi può essere anticipato, ritardato o accelerato dallo svolgimento della fase simbiotica e dalla qualità delle cure materne
18. LUCIDO N. 17 IL PROCESSO DI SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE
Seconda sottofase: la sperimentazione
Questa fase si sviluppa gradualmente a partire dai 9 mesi; via via la capacità di locomozione attiva lancia il bambino verso l’esplorazione del mondo; nonostante il bambino si allontani dalla madre, dal punto di vista psichico è come se fosse ancora una persona con lei di cui condivide l’onnipotenza.
19. LUCIDO N. 18 IL PROCESSO DI SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE
Terza sottofase: il riavvicinamento (tra i 15 e i 24 mesi)
Crisi di riavvicinamento: la maggiore coscienza della propria separatezza dall’oggetto materno, spaventa il bambino e lo porta a cercare un riavvicinamento alla madre; ambitendenza: in alcuni momenti la vicinanza è ricercata, in altri è respinta
In questa fase di sviluppo il bambino presenta un’espansione dei rapporti sociali: condivide le proprie scoperte con la madre, pronuncia il pronome “Io”, compie prodezze ed ottiene approvazione, paura di perdere l’amore dei genitori
Fondamentale, nel superamento di questa crisi: l’atteggiamento della madre: incoraggiamento verso l’indipendenza
Aspetto importante in questa fase è lo sviluppo interconnesso dell’identità sessuale
20. LUCIDO N. 19 Le dinamiche preedipiche ruotano intorno al ruolo della madre, e prendono in considerazione problematiche dello sviluppo nella formazione delle strutture psicologiche che avranno una parte nei conflitti edipici; se difettose queste strutture possono dare origine a disturbi gravi della personalità (patologia borderline nell’organizzazione di personalità: al confine tra la nevrosi e la psicosi): stati emotivi intensi e non regolabili, fluttuazioni nell’immagine di sé e/o degli altri, ridotta capacità di instaurare relazioni durature, disturbi che caratterizzano le patologie, come la depressione grave.
21. LUCIDO N. 20 In che modo la vulnerabilità e la ricettività all’impatto ambientale (Psicologi evolutivi: R. Spitz) possono essere conciliate con una teoria generale – Teoria del dualismo pulsionale freudiana – che descrive la psiche umana in termini fondamentalmente costituzionali?
In “Il Sé e il mondo oggettuale” (1964), Edith Jacobson rielabora la teoria energetica di Freud, la sua spiegazione delle fasi psicosessuali dello sviluppo e la sua concettualizzazione di Es, Io e Super-Io.
22. LUCIDO N. 21 D’accordo con Hartmann, la Jacobson ipotizza che le caratteristiche principali delle pulsioni vengono acquisite attraverso le prime esperienze ambientali di cure materne e le relazioni primarie
La Libido emerge gradualmente da una serie di esperienze “buone” e diventa una solida forza motivazionale nella vita del bambino; è centrale l’esperienza “soggettiva” di “un particolare bambino” di “sentirsi bene” con “una particolare madre”;
Quando le esperienze fanno stare bene il bambino si accumulano nella psiche del bambino immagini di una madre amorevole e generosa.
23. LUCIDO N. 22 Le esperienze di gratificazione e di frustrazione come la madre che è a volte gratificante, a volte frustrante, facilitano le capacità del bambino di integrare stati emotivi conflittuali e di distinguere il Sé dagli altri
La Libido suscitata nei momenti di gratificazione incoraggia l’avvicinamento; l’aggressività suscitata nei momenti di frustrazione sollecita il distacco, l’allontanamento
Se l’aggressività si è consolidata in un clima di esperienze libidiche sufficientemente gratificanti può aiutare a promuovere la propria definizione di Sé rispetto agli altri; l’aggressività troppo intensa ostacola il tentativo di definizione di Sé e dei limiti e si annulla la sua funzione costruttiva
L’aggressività, nei processi evolutivi, stimola la consapevolezza delle differenze, promuove la separazione e il formarsi di immagini differenziate di sé e degli altri
24. LUCIDO N. 22 Freud: al nucleo della nevrosi vi è la rimozione degli impulsi conflittuali
Psicologi dell’Io: fallimenti nei processi evolutivi all’origine di vari problemi nella strutturazione della psiche
Freud: centralità del complesso edipico
Psicologi dell’Io: attenzione verso le perturbazioni pre-edipiche
Psicologi dell’Io: spostamento dell’attenzione dall’Es all’Io
Influenze sulle tecniche terapeutiche: “alleanza di lavoro” tra paziente e analista, una forma di reciprocità evolutiva precoce come quella che esiste tra madre e bambino; la relazione con l’analista fornisce l’opportunità di rielaborare esperienze evolutive precoci.