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REGIA Tassonomia delle forme del documentario Giovanni Ganino - gnngnn@unife.it. ( FILM A BASE TOTALE O PARZIALE ). Documentario e utilizzo dei metodi della fiction. Premessa: il rapporto tra documentario e finzione è molto labile!.
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REGIA Tassonomia delle forme del documentario Giovanni Ganino - gnngnn@unife.it (FILMA BASE TOTALE O PARZIALE)
Documentario e utilizzo dei metodi della fiction Premessa: il rapporto tra documentario e finzione è molto labile! I metodi di regia possono essere identici, anche se il genere “documentario” ha le sue peculiarità.
Modalità descrittiva http://www.youtube.com/yt/advertise/it/get-started.html
Modalità descrittiva Centralità del parlato Il commento fuori campo, spesso speakerato da un professionista, acquisisce una valenza divina (il narratore si sente ma non si vede mai!). La voce fuori campo commenta, descrive, giudica, organizza tutti gli altri elementi comunicativi e fa in modo che lo spettatore accetti questa argomentazione imposta “dall’alto”. Il ruolo delle immagini Ruolo di sostegno: illustrano, illuminano, rievocano o agiscono in contrappunto con quanto viene detto. Il commento attribuisce senso alle immagini attribuendo loro alcuni dei numerosi significati e delle possibili interpretazioni. Lo spettatore da retta al commento e accetta le immagini come prove o dimostrazioni di ciò che sente. Logica argomentativa ed informativa Gli elementi tratti dal mondo reale o ricostruiti al computer sono tenuti insieme da una struttura scolastica e retorica.
Performance dello speaker Risulta quindi determinante la performance dello speaker che deve essere credibile, sintetico ma incisivo, deve contribuire a determinare la fluidità della narrazione. Modalità descrittiva Montaggio “evidenziatore” Il montaggio non serve a stabilire un ritmo o un motivo formale, quanto a mantenere la continuità dell’argomento o del punto di vista di cui si parla. Viene definito “montaggio evidenziatore” e di norma sacrifica la continuità di spazio e di tempo per utilizzare immagini che aiutino a motivare l’argomento. Il processo produttivo Stesura di un testo a carattere giornalistico, registrazione voce fuori campo, montaggio audio, montaggio video. Si consiglia un utilizzo diverso…racconto visivo da integrare con un racconto verbale….
Modalità poetica http://vimeo.com/34842523
Oil (Experimental Video Art Piece) Modalità poetica http://www.youtube.com/watch?v=HNY4rUQ9YLM
Anatomy Theater Modalità poetica http://vimeo.com/45057705
Contro la verosimiglianza Ad una pura descrizione della situazione o del funzionamento di oggetti, si preferisce la sottolineatura delle forme e dei colori. Modalità poetica (1/2) Gli attori sociali non prendono mai le forme dei personaggi a tutto tondo, con una mentalità complessa e una visione costante del mondo. Le persone vengono più spesso appaiate con altri oggetti nel ruolo di materiale grezzo che i registi selezionano e dispongono in associazioni e motivi di loro scelta. Si predilige il frammento ad una visione di insieme: le associazioni che riguardano i ritmi del tempo e le giustapposizioni dello spazio si preferiscono al montaggio in continuità. Il montaggio ritmico e astratto, fatto di libere associazioni che consentono di vedere il mondo con occhi nuovi, è preferito al montaggio lineare che mette nell’ordine giusto i materiali ripresi.
Modalità poetica (2/2) La regia è guidata dall’intento di comunicare informazioni in modo diverso, consente la sperimentazione di soluzioni uniche e originali, suggerite dal talento visionario. Pioggia, 1929 Joris Ivens Gioco di luce: nero, bianco, grigio, 1930 Làszlò Moholy-Nagy Un chien andalou, 1928 Luis Bunuel, Salvator Dalì L’Age d’or, 1930 Luis Bunuel Pacific 231, 1944 Jean Mitry N.Y.N.Y., 1957 Francis Thompson Caduta libera, 1998 Péter Forgàcs Danube Exodus, 1999 Péter Forgàcs http://www.youtube.com/watch?v=Z2zzc9ZDGu0 Naqoyqatsi. Life as war, 2002, Godfrey Reggio http://www.youtube.com/watch?v=Ow4s1tH_y9A Legame con regia esibita e videoarte http://forgacspeter.hu/
Le modalità poetiche ed espositive del documentario hanno spesso sacrificato l’atto specifico di filmare le persone in favore della costruzione di motivi formali o argomenti persuasivi. Il regista raccoglieva il materiale grezzo necessario e da esso traeva un ragionamento, una prospettiva o un’argomentazione. E se il regista avesse semplicemente voluto osservare quello che accadeva di fronte alla cinepresa, senza intervenire? Questa nuova forma di documentazione non sarebbe stata nuova e stimolante?
Premessa: quello che vediamo sarebbe avvenuto anche senza la presenza della cinepresa. Modalità di osservazione (1/2) L’osservazione fedele è prioritaria alla costruzione formale e alla logica descrittiva o persuasiva. Evoluzione tecnologica degli anni 60 (Stati Uniti, Canada, Europa) e processo di osservazione La messa in scena simile “ai giornalieri” e modalità “mosca sul muro” L’intento di restare fedeli a questo spirito di osservazione nella postproduzione e durante le riprese ha portato alla creazione di film privi di commento fuori campo, senza musica aggiunta o effetti sonori, senza titoli né ricostruzioni storiche, senza ripetizioni di scene per la cinepresa e perfino senza interviste.
Regista appartato e ruolo dello spettatore • Tale scelta comunicativa, che tenta di mostrare il mondo come realmente appare osservandolo dall’esterno e senza proporre conclusioni, conferisce allo spettatore un ruolo attivo nella costruzione del senso. • Al tempo stesso costringe ad una serie di riflessioni a sfondo etico e sul rapporto realtà-rappresentazione. (vedi M. Moore oppure Il trionfo della volontà, Leni Riefenstahl) • E’ giusto osservare la vita vera delle persone? • Questa sensazione, simile allo spiare dal buco della serratura, può risultare spiacevole. La sensazione può risultare ancora più sgradevole quando si sa che la persona non è un attore che ha volontariamente scelto di essere filmato mentre interpreta un ruolo fittizio. Modalità di osservazione (2/2)
Modalità di osservazione (2/2) Presenza del regista e comportamento dei soggetti ripresi: alcuni quesiti Le persone che vediamo hanno cambiato apposta il loro atteggiamento per soddisfare le richieste del regista? E’ possibile che il regista abbia scelto di rappresentare delle persone con qualità funzionali ad affascinare il pubblico in modo sbagliato (atteggiamenti bizzarri funzionali ad un “cinema delle attrazioni”)? Il regista avrà ottenuto un consenso informato dei partecipanti, attraverso una chiara spiegazione? Come fa a spiegare chiaramente le possibili conseguenze che deriveranno dal permettere che il proprio comportamento venga osservato e mostrato ad altri? Attività di analisi Da Il trionfo della verità a Il grande fratello (??) Attività di scrittura Dalla teoria alla pratica: tecniche di regia e ideazione di prodotti audiovisivi Primary, 1960 Chronique d’un été, 1962 The Chair, 1962 Gimme Shelter, 1970 Monterey Pop, 1968
Dal documentario di osservazione: toglie enfasi al risvolto persuasivo per darci un’idea di cosa voglia dire vivere una data situazione, ma senza comunicare anche cosa abbia provato il regista a sperimentare lo stesso evento. Al documentario partecipativo: ci dà un senso di cosa voglia dire, per il regista, essere in una data situazione, e come essa subisca modifiche a causa della sua presenza.
Essere e avere, Nicolas Philibert, 2002 http://www.youtube.com/watch?v=uDcqQuoWnFI
Modalità partecipativa Scienze sociali e partecipazione-osservazione: distacco e coinvolgimento. • La modalità partecipativa, di derivazione antropologica, sottolinea la presenza del regista (senza diventare come loro!) e l’alterazione della situazione causata da questa presenza. Il regista scende dal podio del commento fuori campo, si allontana dalla meditazione poetica, esce dal nascondiglio dal quale osservava la scena e diventa un attore sociale (“quasi”) come gli altri. • Quello che lo spettatore vede è il risultato di un incontro tra regista (che ha una macchina da ripresa) e attore sociale (il soggetto delle riprese). Da un punto di vista strutturale e figurativo, in questi lavori si vede la presenza dell’autore e si svela il suo ruolo: di volta in volta investigatore, ricercatore, accusatore, complice, provocatore.
Modalità partecipativa • La messa in scena • Il senso di presenza fisica, più che l’assenza, pone la figura del regista “sulla scena”. Possiamo vedere il regista che agisce e reagisce in diretta, quindi può fungere da indagatore, mentore, critico ecc. • Tecnica definita cinéma vérité verità come forma di relazione. Dziga Vertov, L’uomo con la macchina da presa Jean Rouch, Les Tambours D’avant Tourou et Bitti Jean Rouch, Les Maitres Fous (I maestri della pazzia) (1-2-3) J. Rouch, E. Morin, Chronique d’un été, 1960 Nicolas Philibert, Essere e avere, Francia 2002 http://www.youtube.com/watch?v=t6hRBIoWT0M
Grizzly Man, Werner Herzog, 2005 http://www.youtube.com/watch?v=WsWyErUD3C0 Trailer film Versione inglese http://www.youtube.com/watch?v=cFyaiqDXD2U
Film a base totale d’archivio (o di montaggio?) A - Definizione Per film a base di archivio si intende un prodotto filmico realizzato con documenti filmici di archivio: fonti giornalistiche (cinegiornali, telegiornali, reportage, inchieste ecc.) film provenienti da archivi audiovisivi istituzionali film provenienti da archivi privati e familiari B - Lavoro sugli archivi non ha avuto l’attenzione meritata C - Alcune considerazioni di progetto (centralità del montaggio ma non solo) Life of an american fireman, 1902 Edwin Stanton Porter Cineverità, Cinecalendari, 1923 Dziga Vertov Esfir Shub, La caduta della dinastia dei Romanov, Urss, 1927 Antologie (del 900, ecc…) Péter Forgàcs e i film di famiglia Alina Marazzi, Un’ora sola ti vorrei, 2002 Blob Y. Gianikian, A. Ricci Lucchi, trilogia sulla prima guerra mondiale (Prigionieri della guerra, 1995; Su tutte le vette è pace, 1998; Oh! Uomo, 2004). Ricerca Catalogazione Importanza degli archivi Analisi Progettazione Montaggio Lavoro sul fotogramma Fotografia
Film a base d’archivio (o di montaggio) Definizione Un film è considerato a base parziale d’archivio quando il materiale d’archivio è fondamentale nella progettazione, nella struttura e nella drammaturgia del film. Il materiale d’archivio viene arricchito con altri materiali appositamente girati. Non sempre i materiali d’archivio presenti nel film assumono un’importanza strutturale tale da poter considerare questi film a base parziale di archivio; possono essere utilizzati come citazione, stimolo, giustapposizione ecc. W. Herzog, Grizzly Man, Usa, 2005; Programmi e “coperture televisive”; Bowling for Colombine, Michael Moore 2002; Per una cartografia delle forme del riuso Dal punto di vista della forma, ovvero del prodotto che ne deriva, la critica cinematografica francese Nicole Brenez (Montage intertextuel et formes contemporaines du remploi dans le cinéma expérimental, 2002) individua, escludendo le citazioni, le forme del reimpiego rese possibili dal montaggio di altre opere nel cinema contemporaneo. Individua una cartografia delle differenti forme operando una prima distinzione tra reimpiego intertestuale e la vera e propria forma di “riciclaggio” suddiviso in esogeno ed endogeno.
Elementi di messa in scena: videointervista L’intervista viene utilizzata non solo nel mondo dei media, ma anche in quello della ricerca in antropologia, in storia, in psicologia, ecc. In sociologia se ne sottolinea l’importanza, arrivando ad affermare che “l’intervista è il metodo più diffuso di raccogliere informazioni nella ricerca sociale” (Moser &G., 1971). La mia televisione? Una telecamera davanti un volto che abbia qualcosa da raccontare. Tutto il resto è superfluo. (Enzo Biagi) E’ difficile pensare che un libro non di narrativa, un quotidiano, un periodico, la radio, i talk show o i notiziari televisivi possano esistere senza le interviste (Grobel, 2004).
Intervista per la ricerca e messa in scena E’ possibile fare delle video interviste utilizzando il linguaggio e lo stile televisivo ma senza rinunciare al “rigore scientifico”? Come fare per produrre validi documenti di ricerca, utilizzando al meglio lo straordinario potere comunicativo delle immagini? (Altin, Parmeggiani, pp. 9-10) Per rispondere a queste domande, considerato che la video intervista è la narrazione audiovisva di una narrazione orale, bisogna collegarsi al dibattiti relativi ai concetti di realtà e rappresentazione nel mondo del documentario (dal Vertov del cine-occhio, al Flaherty della camera partecipante, da Jean Rouch della cine-trance al cinema-veritè, ma anche al cinema diretto o la televisione di oggi, dal talkshow al reality show). (Altin, Parmeggiani, p. 11)
Intervista per la ricerca e messa in scena Ambiti, funzioni e caratteristiche della video intervista (Fonte, Altin, Parmeggiani, p. 15)
Intervista per la ricerca e messa in scena Nella produzione della video intervista per la ricerca c’è una attenzione particolare ai criteri di correttezza ed adeguatezza metodologica che ogni disciplina (etnografia, antropologia, sociologia, storia, psicologia ecc.) definisce per il proprio ambito. Paolo Chiozzi sottolinea come, in particolare, siano gli archivi audiovisivi a richiedere una certa omogeneità di trattamento, indispensabile per poter operare analisi e comparazioni. “Lomax suggerisce a questo riguardo sette regole alle quali ci si dovrebbe conformare: Cominciare con una panoramica sul contesto generale in cui si svolge l’evento; Fare delle riprese di tutto l’evento a distanza ravvicinata senza cambiare possibilmente l’angolazione; Soffermare l’obiettivo a lungo sull’azione dei protagonisti dell’evento; Evitare i primi piani di visi o di altre parti del corpo, che non sono utili se visivamente isolati dal contesto; Redigere appunti su come quando e dove la sequenza viene girata; Nell’impossibilità di registrare il suono sincronicamente usare un registratore per documentare gli aspetti sonori dell’evento; Riprendere sequenze lunghe, ricordando che la durata minima dovrebbe essere di tre minuti (Chiozzi, 1993, p. 33). Fonte: Altin, Parmeggiani, p. 16
Intervista per i media e messa in scena Nei media, invece, alla metodologia si sostituisce la creatività del regista: qui il ruolo del linguaggio audiovisivo è centrale. In questo caso si ritiene indispensabile confezionare un prodotto che abbia i requisiti necessari per ottenere l’attenzione di un pubblico sempre più abituato alla spettacolarizzazione degli eventi, al ritmo sostenuto, ad una narrazione avvincente. Le scelte di regia avvengono su più livelli: Costruzione inquadratura Sonoro Messa in scena Montaggio
Videointervista: il montaggio • La messa in scena: tra fiction e non fiction • Come nel caso della regia fiction: • decoupage classico e montaggio trasparente • piano sequenza e montaggio proibito • regia esibita • regia della modernità.
Videointervista: il montaggio La messa in scena: tra fiction e non fiction Piano sequenza Voce a-b-c-d-e-f-g-h-i-l-m
Videointervista: il montaggio La messa in scena: tra fiction e non fiction Voce b Voce e Voce g
Videointervista: il montaggio La messa in scena: tra fiction e non fiction Voce b Voce e Voce g
Videointervista: il montaggio La messa in scena: tra fiction e non fiction Voce b Voce e Voce g
Videointervista: il montaggio La messa in scena: tra fiction e non fiction Voce b Voce e Voce g Rumore Rumore
Videointervista: il montaggio La messa in scena: tra fiction e non fiction Voce b Voce e Voce g Rumore Rumore
Videointervista: il montaggio La messa in scena: tra fiction e non fiction Voce b Voce e Voce g Rumore Rumore Musica 1 Musica 2
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Videointervista: il montaggio La messa in scena: tra fiction e non fiction Voce b Voce e Voce g Rumore 1 Rumore 2 Musica 1 Musica 2 Rumore 3
Videointervista: il montaggio Il montaggio può rendere dunque “invisibile” gli interventi di manipolazione delle riprese. Con ciò, come sostiene Francesco Casetti (1987), “il documentario tende a negarsi come rappresentazione, atto di enunciazione, integrando le eventuali finalità cognitive con una naturalizzazione del discorso”. Contro o a favore di questa virtuale cancellazione del processo di scrittura, ecco dunque le differenti scelte registiche, a seconda che l’intervista voglia iscriversi nella categoria della ricerca scientifica o della comunicazione.
Lo sguardo (in macchina o fuori campo?) I piani (pp o faccio vedere l’ambiente?) Inquadratura fissa o in movimento? La fotografia (luce per illuminare, luce per raccontare; b/n o colore; interno o esterno; fotografia e format) Costruzione inquadratura
Costruzione inquadratura: il volto Il volto parla Nell’intervista o nella testimonianza, il volto ha la stessa importanza della parola. Nel PP il volto è ingrandito, e vi si può “leggere” - nella bocca che parla, nelle pieghe e nelle rughe, nei tic, negli sguardi e nella loro direzione - un universo di sensazioni e di sentimenti. Molto spesso, nelle testimonianze in cui si sollecita la memoria, si vede come gli occhi si astraggono dalla situazione in cui si sta parlando e sembra che guardino nel vuoto, mentre in realtà accompagnano la ricerca nel passato di un vissuto che si vuole rievocare, e delle immagini che lo nutrono. “Guardano” nel passato, nella memoria personale. Anam, il senzanome. Ultima intervista a T. Terzani
Il parlato La qualità tecnica dell’audio deve essere garantita per la comprensione materiale dell’enunciazione verbale. Video intervista: il sonoro Uso della musica Questo genere di costruzione, cioè di accompagnare con la musica il racconto di un testimone, viene usato di frequente, probabilmente per rendere maggiormente fruibile un racconto che di per sé si ritiene poco catalizzante. A nostro avviso l’utilizzo eccessivo di una colonna sonora, soprattutto se inserita sul parlato, più che facilitare la fruizione può distrarre l’attenzione dello spettatore e quindi rendere superficiale il proprio approccio all’argomento. Uso dei rumori Sono peculiari al sonoro anche i frammenti audio di fondo o di ambiente che aiutano a ricostruire l’atmosfera del posto.
La centralità dell’intervistato Ovvero dell’importanza di scegliere una persona dotata di capacità comunicativa ed in grado di sviluppare un intervento pertinente. E’ ovvio che il mezzo audiovisivo può restituire le sfumature dell’espressione orale, la ricchezza della gestualità e della significanza visiva degli intervistati se questi sono, a prescindere dal resto, espressivi. Questa esigenza porta alla necessità di effettuare un casting prima delle riprese o ad un montaggio che selezionerà quei passaggi dove il valore informativo e la valenza espressiva-emozionale sono più ricchi. (Altin, Parmeggiani, p. 21) La centralità della qualità del rapporto La disponibilità psicologica dell’intervistato è un prerequisito al fine di ottenere un’intervista fluida in cui la personalità dei soggetti emerga senza forzature. L’intervistatore può scegliere tra un atteggiamento più neutro o più partecipante. (Altin, Parmeggiani, p. 21) Video intervista: rapporto intervistatore- intervistato
Video intervista: rapporto intervistatore- intervistato Le interviste si svolgono tra due soggetti L’intervista vede l’uno di fronte all’altro (o uno accanto all’altro ) un intervistatore che pone domande e un intervistato che risponde. L’intervistatore può comportarsi come un interlocutore che ha un dialogo con l’intervistato, e quindi fare domande, avanzare ipotesi, contestare una risposta, stimolare opportunamente la memoria dell’intervistato: con suggerimenti, citazioni di nomi e di circostanze; mostrandogli oggetti facendogli vedere fotografie o un brano di archivio filmico o sonoro; con interventi eccezionali
Video intervista: ruolo intervistatore A - Disponibilità psicologica dell’intervistato Un tratto importante è l’attenzione alla qualità del rapporto interpersonale tra intervistatore ed intervistato. Sia che si tratti di ottenere una dichiarazione di soli 20 secondi per un servizio di un telegiornale, sia che il filmaker voglia riprendere una lunga ed approfondita narrazione autobiografica, la disponibilità psicologica dell’intervistato è un prerequisito al fine di ottenere un’intervista fluida in cui la personalità dei soggetti emerga senza forzature. B - Atteggiamento empatico e invisibilità dell’apparato di produzione C - Rapporto di partecipazione L’intervistatore può scegliere tra un atteggiamento più neutro, o più presente e partecipante. D - Relazione asimmetrica e “interrogatorio”
Video intervista: ruolo intervistatore Presenza/Assenza dell’intervistatore In questo caso la presenza nell’inquadratura è esplicita, si “sente”, lo si può anche vedere, di spalle o in controcampo; intervistato e intervistatore si guardano, come fanno i protagonisti di un dialogo. Oppure l’intervistatore può avere un ruolo molto discreto limitandosi a porre le domande, restando una voce fuori campo che può eventualmente essere tolta dalla colonna sonora, lasciando soltanto la risposta.
Video intervista: ruolo intervistatore News interview o feature interview Le interviste possono essere brevi – news interview – e funzionali alla raccolta di informazioni sulla base di domande precise, oppure più lunghe e approfondite – feature interview – per affrontare tematiche ampie e concetti complessi o per far emergere la personalità dell’intervistato. Le forme delle domande Nelle interviste e nelle testimonianze si devono affrontare problematiche tipiche di qualsiasi tipologia di inchiesta (sociologica, giornalistica ecc.): come trattare interviste e testimonianze singole o con più soggetti contemporaneamente, individuare un “campo” tematico circoscritto da esplorare, scegliere la forma delle domande, il tipo di atteggiamento da assumere con i soggetti della ripresa.