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P O S. Un obbligo burocratico ?. Proposte operative per una gestione sicura del cantiere. di Susanna Zapparoli. Fiera Ambiente Lavoro 2005 - Bologna - 13/14 settembre 2005. POS. Cantiere ………. Impresa ………. POS ???.
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P O S Un obbligo burocratico ? Proposte operative per una gestione sicura del cantiere di Susanna Zapparoli Fiera Ambiente Lavoro 2005 - Bologna - 13/14 settembre 2005
POS Cantiere ………. Impresa ……….. POS ??? Obbligatorio dall’aprile 2000 per ogni impresa esecutrice impegnata in un qualsiasi lavoro all’interno di un cantiere Dopo 5 anni e mezzo nessun problema sulla redazione e gestione del POS ? I problemi sul POS ci sono E COME SE CI SONO!!! L’esperienza di ASE fatta di: - Consulenze alle imprese - Collaborazioni con gli organi di vigilanza - Visite e sopralluoghi in cantiere - Contatti con coordinatori
QUALI I SONO I PROBLEMI ? A) Non sempre sono presenti i POS in cantiere • Alcune imprese, ancora oggi, non hanno mai realizzato un POS • Diverse imprese sub-appaltatrici, assolvono all’obbligo del POS, sottoscrivendo ed accettando il POS dell’impresa appaltatrice • Molte imprese, non redigono i POS per i cantieri piccoli
QUALI I SONO I PROBLEMI ? B) Non sempre i POS sono riferiti al cantiere in partenza Per quasi tutte le imprese il POS è un obbligo burocratico al pari del DURC e quindi non ha valore operativo e quindi presentano documenti generici e senza alcuna contestualizzazione allo specifico cantiere. • In molti casi il POS lo redige: • La segretaria dell’impresa • Un consulente a tavolino • La fotocopiatrice
QUALI I SONO I PROBLEMI ? C) Non sempre i POS sono conformi alla legge Il D.Lgs 494/96 e il DPR 222/2003 danno indicazioni precise su che cosa deve contenere e come deve essere un POS e quali sono i rapporti con il PSC, ma ancora succede che: • In alcuni casi, il POS sia una compendio di tutto lo scibile della sicurezza in edilizia • In diversi casi, nel POS siano assenti l’indicazione delle scelte organizzative del cantiere e anche l’analisi delle fasi lavorative svolte effettivamente • In molti casi, il POS non tiene in considerazione le indicazioni riportate nel PSC • In quasi tutti i casi non si ha una conformità completa del POS alla legge vigente
QUALI I SONO I PROBLEMI ? D) Le difficoltà dei coordinatori per l’esecuzione L’art. 5 comma 1 lett. b) del D.Lgs 494/96 richiede al CSE di : “verificare l’idoneità del POS da considerare complementare di dettaglio del PSC, assicurandone la coerenza con quest’ultimo, … , nonché verificare che le imprese esecutrici adeguino se necessario, i rispettivi piani operativi di sicurezza” Che cosa succede in cantiere: • Pochi CSE pretendono il POS conforme alla normativa e non accettano alcuna deroga; • Diversi CSE vivono la compilazione del PSC e la verifica del POS come un mero obbligo burocratico; • Molti CSE, si propongono di verificare all’inizio, ma di fronte alle difficoltà di relazione con le imprese soccombono, sperando bene.
QUALI I SONO I PROBLEMI ? E) Il rapporto tra CSE e Impresa Nella maggior parte dei casi, il rapporto è conflittuale verso il POS, perchè giocato, solo su un apporto esclusivamente burocratico, a sfavore di un apporto sostanziale alla sicurezza sul lavoro che il documento (POS) potrebbe realmente dare. Questo accade nella maggioranza dei casi proprio perché anche il PSC è un documento puramente formale, presente solamente perché previsto per legge. Purtroppo fino a che non si uscirà da questo “retaggio mentale” il POS non potrà diventare lo strumento operativo, utile per la salvaguardia della salute e della sicurezza degli operatori del cantiere.
ESISTE UNA SOLUZIONE ? Volere è potere!!! Fino a quanto si considera il POS come un mero obbligo burocratico da redigere e tenere dentro un cassetto, quindi una spesa viva ed irrecuperabile per l’impresa, difficilmente il POS potrà contribuire a migliorare la sicurezza in cantiere. Occorre dunque un cambio di rotta . Si deve fare almeno un primo passo verso un credo che recita: “Dato che lo devo fare almeno ci sia un ritorno”
ALCUNE CONSIDERAZIONI Quando il POS diventa utile alla sicurezza dei lavoratori? Il POS serve alla tutela dei lavoratori se è: uno strumento di pianificazione, organizzazione e di gestione del cantiere • Quindi: • è realizzato dall’impresa stessa, (anche con la collaborazione di consulenti esperti) • è complementare di dettaglio del PSC (l’impresa legge il PSC) • è condiviso e applicato dalle varie figure con compiti di comando e controllo in cantiere • è utilizzato come strumento di informazione e formazione delle maestranze dell’impresa
ALCUNE CONSIDERAZIONI Quando il POS deve essere realizzato ? Il POS deve essere realizzato, nella pianificazione delle scelte operative QUINDI: Durante le fasi di predisposizione e organizzazione del cantiere Perché DOPO è troppo tardi, non ci sarebbe possibilità di incidere sulle scelte di sicurezza. Se l’impresa inizia a pensare costantemente alle scelte tecniche ed organizzative del cantiere anche in termini di risposta alle soluzioni di sicurezza, al termine dell’attività organizzativa, il POS sarà solo da scrivere. Ma soprattutto, l’impresa sarà riuscita ad organizzare e pianificare le attività di cantiere in modo sicuro e conforme alla legge.
altezza veletta 1 m Altezza 12 m UN ESEMPIO Fase lavorativa da eseguire: Realizzazione di una impermeabilizzazione di una copertura di un capannone
UN ESEMPIO Cosa succede solitamente la mattina in cui iniziano i lavori? L’impresa si presenta con un camioncino con sopra la “solita” scala a innesto o a sfilo • Cosa accade: • La scala è corta, • La scala non è vincolata in sommità • Non è dotata di rompitratta Elevatissimo pericolo per gli operatori durante la salita e la discesa
UN ESEMPIO Cosa c’è scritto nel POS In merito al problema dell’accesso Fase di lavoro: Impermeabilizzazione di copertura […] L’accesso alla copertura avverrà utilizzando idonee attrezzature atte allo scopo e conformi alla normativa vigente: Nel caso di utilizzo di scale queste sporgeranno di 1 metro oltre il piano di sbarco, saranno vincolate in sommità. Nel caso di utilizzo di scale di legno, queste saranno di ottimo materiale, i pioli saranno incastrati nei montanti e per scale di lunghezza superiore a 4 metri saranno posti dei tiranti metallici sui lati e al centro. Nel caso in cui la scala sia di lunghezza superiore a 8 metri sarà posizionato un rompitratta in mezzeria. Le scale dovranno essere dotate di piedini antisdrucciolevoli … Nel caso di utilizzo di altre opere provvisionali queste dovranno …
UN ESEMPIO Cosa succede Nel POS ci sono riportate le disposizioni normative, ma non c’è nessun riferimento alla specifica situazione, quindi questo POS NON SERVE A NULLA perchè risulta un adempimento burocratico. L’impresa è di fronte a un lavoro ben conosciuto, l’unico problema posto è quello di acquistare il materiale da mettere in opera. La solita scala arriva solitamente a 11 m e SEMPRE SOLITAMENTE è UTILIZZABILE nel 90% dei casi nelle coperture ( purtroppo però non su questa ). La ragione impone che il lavoro non dovrebbe essere realizzato in quanto mancano le garanzie di sicurezza indispensabili. Ma…….l’impresa è sul posto……nessuno dice niente…..nemmeno il CSE………..il lavoro viene realizzato ugualmente.
UN ESEMPIO …….e se il CSE dice qualcosa ? • Il CSE in questo caso può NON accettare l’inizio delle attività dell’impresa in quanto il POS non è adeguato al tipo di situazione. • Nel caso in cui i lavori sono iniziati, il CSE, può sospenderli dato che è presente un pericolo grave ed imminente • L’imprenditore dice le solite frasi: • “ Così non si può lavorare, tutte queste leggi ci mandano in rovina, se lo sapevo facevo un prezzo più alto, è la prima volta che sento delle cose del genere, …, adesso me ne vado e non torno più.”
UN ESEMPIO Qual’ è il procedimento corretto ? L’imprenditore esegue un sopralluogo oppure verifca i disegni, da qui si accorge subito che: a) Non ci sono pericoli di caduta dall’alto durante i lavori perché è presente la veletta alta un metro; b) Però l’altezza da superare per realizzare l’impermeabilizzazione è di 12 metri, quindi come fare? - se si vuole utilizzare una scala questa deve essere lunga: 12,5 m (si consideri che diventa l’ipotenusa di un triangolo) + 1 m oltre lo sbarco, per un totale di 13,5 metri, essa deve essere dotata anche di rompitratta centrale. - per lo sbarco sulla soletta non ci sono problemi, ma occorre poi per scendere si consideri che la veletta è alta 1 m quindi occorre mettere una scaletta.
UN ESEMPIO Quale è il procedimento corretto • L’imprenditore dopo questa verifica cosa pensa?: • Che la solita scala, non va bene. • Che per questo lavoro dovrebbe comprarne una nuova in alluminio che in media dovrebbe costare circa 400 € e forse poi non gli servirà più. • Che deve posizionare un rompitratta centrale, operazione non semplice, dato che si dovrebbe collocare a 6 m di altezza. • Che per evitare rischi durante la salita e la discesa degli operatori dovrà sistemare un sistema di protezione individuale anticaduta in sommità (dispositivo retrattile, fune ecc.) con tutto quello che ne consegue. • Che alla fine per operare correttamente con questa soluzione il costo finale è di circa 800 € ……….E POI NON E’ SICURA. • Va da sé che inizia a pensare che probabilmente la scala non è il sistema con il miglior coefficiente qualità-prezzo. • Quindi perché non vedere cosa dice il PSC?
UN ESEMPIO Quale è il procedimento corretto Dal PSC Accesso alla copertura per i lavori di impermeabilizzazione Per l’accesso alla copertura non è accettato l’utilizzo di scale a mano, anche se posizionate secondo la legge vigente, in quanto l’altezza risulta eccessiva. Per l’accesso si richiede l’utilizzo di una scala contenuta all’interno di un castello da ponteggio (vedi foto esemplificativa a lato) L’onere del castello è riportato nei costi per la sicurezza. L’impresa esecutrice nel proprio POS dovrà indicare: - Il tipo di castello utilizzato e il suo posizionamento - Nonché le modalità di montaggio dello stesso
UN ESEMPIO Quale è il procedimento corretto • Ora è tutto chiaro: • Per la salita si farà montare un ponteggio idoneo con dentro la scala e così tutto si risolve, quindi la salita e la discesa avverrà con la massima sicurezza. • I costi per la sicurezza individuano qual’ è l’onere (potrebbe essere anche diretto) e non costa più dell’utilizzo corretto della scala • Tutto risolto? • NO, nella maniera più assoluta! il CSE vuole un POS che individui nel merito il problema dell’accesso.
UN ESEMPIO Quale è il procedimento corretto ? Fase di lavoro: Impermeabilizzazione di copertura […] L’accesso alla copertura avverrà utilizzando un idoneo castello realizzato con elementi di ponteggio prefabbricati e contenente la scala. Il ponteggio è ad unica campata della largh. di mt. 1,80 quindi costruito a norma da parte dell’impresa edile xxx, già presente in cantiere. Per salire e scendere sulla veletta si utilizzerà una idonea scaletta. … Quale è stata la fatica necessaria alla compilazione del POS?, NESSUNA, in un minuto è stato scritto quello che s’intende fare e realizzare. A questo punto in cantiere, basta aprire il POS per sapere esattamente cosa è necessario fare.
ALCUNE CONSIDERAZIONI Che cosa evidenzia l’esempio! Che per lavorare in sicurezza è necessario che l’impresa pratichi uno sforzo in tal direzione. Che la sicurezza non è un optional che SI AGGIUNGE in cantiere Che il POS non è altro che l’evidenziazione su carta delle scelte prevenzioniste aziendali Che le scelte prevenzionistiche non possono essere affidate alla fotocopiatrice, ma sono OBBLIGO dell’imprenditore (aiutato se necessario dal RSPP o da un consulente per la sicurezza)
ALCUNE CONSIDERAZIONI In che momento fare il POS Il POS deve essere realizzato durante la pianificazione e l’organizzazione del lavoro, finite queste azioni il piano deve essere pronto. Per lavori piccoli, dovrebbe essere realizzato durante il sopralluogo o la stessa preparazione dei materiali e dei mezzi per il cantiere.
ALCUNE CONSIDERAZIONI Come agevolare la compilazione del POS Per favorire il percorso esemplificato è importante che l’impresa abbia a disposizione degli strumenti operativi che consentano di analizzare il processo di valutazione per la sicurezza. Tali strumenti devono consentire una facile razionalizzazione su carta delle scelte prevenzionistiche che saranno realizzate. Modelli e software di POS che forniscono tutto schiacciando un bottone non sono ideali a questo scopo.
IL POS DI ASE Un aiuto per un ragionamento razionale ed operativo Il POS di ASE è uno strumento che indirizza verso un ragionamento fattivo ed operativo sull’organizzazione del cantiere, attraverso delle domande a cui il compilatore deve dare delle risposte.
IL POS DI ASE Un esempio Presenza di opere di sottosuolo nell’area di cantiere Nell’area di cantiere sono presenti delle reti di servizio o altre opere interrate che interferiscono con l’attività dell’impresa? Si Prosegui nella compilazione del presente punto No Passa al punto successivo Le opere interrate sono adeguatamente individuate e descritte all’interno del PSC e/o degli altri documenti di riferimento? Si Passare alla domanda successiva No Sono presenti sul posto e interferenti con l’area di cantiere, i seguenti elementi:
Elemento Descr./Posiz. Note IL POS DI ASE Un esempio L’esistenza dei sottoservizi e del tracciato degli stessi è stata verificata attraverso: _______________________________________ _______________________________________
Fase lavorativa Situazione Rischi specifici Misure complementari di dettaglio ed integrative IL POS DI ASE Un esempio E’ necessario precisare e/o integrarele misure di prevenzione e protezione del PSC o di altri documenti di sicurezza? No Le misure previste sono sufficienti, l’impresa seguirà quanto previsto nei documenti per la sicurezza di riferimento Si Le misure previste presenti devono essere dettagliate e/o integrate con le prescrizioni riportate nella tabella seguente.