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Commercio internazionale e sviluppo. Course outline. Introduzione Evidenze empiriche del commercio internazionale La formazione della teoria del commercio internazionale e i suoi sviluppi in ambito neoclassico Nuovi modelli teorici del commercio internazionale La nuova geografia economica
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Course outline • Introduzione • Evidenze empiriche del commercio internazionale • La formazione della teoria del commercio internazionale e i suoi sviluppi in ambito neoclassico • Nuovi modelli teorici del commercio internazionale • La nuova geografia economica • Il peso dell’Europa nell’economia mondiale roberto.fini@univr.it
In che cosa consiste la teoria del commercio internazionale? • La teoria del commercio internazionale è costituita da un insieme di strumenti, metodi e modelli analitici cui è deputato lo scopo di comprendere se e in che misura conviene stabilire relazioni commerciali su di un piano internazionale. • La teoria del commercio internazionale rappresenta uno dei più antichi e maturi campi di indagine economica, ma oggi ha trovato un nuovo consistente interesse legato ai processi di integrazione dei mercati a livello planetario (globalizzazione). roberto.fini@univr.it
Il fondamento della teoria generale del commercio internazionale, almeno nelle sue versioni ortodosse, esprime la convinzione secondo la quale, a determinate condizioni, il libero scambio coincide con la massimizzazione del benessere sociale delle collettività coinvolte nello scambio roberto.fini@univr.it
La teoria neoclassica del commercio internazionale prende avvio da due constatazioni che ne condizionano la successiva analisi: • i diversi prodotti oggetto dello scambio sono caratterizzati da funzioni di produzione differenti; in altre parole differiscono per le diverse proporzioni di fattori produttivi impiegati nel processo: l’industria tessile, quella meccanica, quella aereo-spaziale, ecc. sono caratterizzate da rapporti progressivamente crescenti di capitale per lavoratore impiegato; quando per mettere in atto un determinato processo produttivo esista un ventaglio più o meno ampio di soluzioni tecnologiche alternative, la scelta della tecnica produttiva da utilizzare in concreto verrà determinata sulla base dei prezzi relativi dei fattori, i quali prezzi ne riflettono la scarsità o l’abbondanza; • in riferimento ai singoli paesi, essi differiscono tra di loro nella disponibilità relativa di fattori produttivi (dotazione fattoriale): accanto a paesi nei quali la dotazione di capitale è abbondante rispetto a quella di lavoro, vi sono paesi caratterizzati da condizioni opposte, cioè poco capitale e molto lavoro roberto.fini@univr.it
Utilizzando al meglio i vantaggi potenziali che tale duplicità consente, e in assenza di interferenze da parte dello stato negli aspetti del commercio internazionale, ciascun paese assumerà una propria caratteristica collocazione nella divisione internazionale del lavoro: • i paesi caratterizzati da abbondanza del fattore capitale si specializzeranno in attività capitalintensive, • mentre quelli con abbondante forza lavoro si specializzeranno in attività labour intensive. • I primi esporteranno l’output eccedente rispetto alla domanda interna per importare prodotti ad alta intensità di lavoro dai secondi, i quali, coerentemente con la propria dotazione fattoriale avranno intrapreso un percorso di specializzazione differente e speculare roberto.fini@univr.it
Deriva da questo ragionamento la constatazione che gli scambi internazionali hanno: • una origine, • costituita dalla diversa dotazione fattoriale dei paesi coinvolti nel processo; • una funzione, • costituita dall’alleggerimento delle conseguenze della carenza relativa di alcuni dei fattori produttivi all’interno di ciascun paese. • Questo significa che ciascuno dei paesi massimizzerà la produzione e, di conseguenza, sarà massima la produzione complessiva. Si tratta, a ben riflettere, di una versione particolare del modello della mano invisibile di origine smithiana roberto.fini@univr.it
Il punto da sottolineare, tuttavia, è che la razionalità, desiderabilità ed utilità del modello prevede alcune ipotesi piuttosto stringenti: • perfetta mobilità internazionale delle merci prodotte; • dunque assenza di restrizioni (tariffarie e non) agli scambi internazionali, trascurabilità dei costi di trasporto; inoltre il modello deve prevedere una perfetta immobilità dei fattori impiegati; dunque in ciascun paese le quantità dei fattori produttivi sono date e pienamente occupate; • omogeneità del fattore lavoro; • in altre parole, non si verificano variazioni della produttività spostando un lavoratore da un settore ad un altro in funzione della specializzazione decisa dal paese; • rendimenti costanti, • che per ipotesi escludono la formazione di economie di scala legate alla specializzazione produttiva e l’apertura degli scambi internazionali; • condizioni di mercato di libera concorrenza perfetta, • cioè stretta proporzionalità fra costi di produzione e prezzo di mercato per ciascuna merce; • prezzi dei fattori il cui ammontare è determinato esclusivamente dalla loro disponibilità relativa, • dunque, ancora una volta, dalla dotazione fattoriale roberto.fini@univr.it
Merchandise trade of selected regional trade agreements 2000-2008 roberto.fini@univr.it
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