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AUTOEDUCARSI A DIVERGERE

AUTOEDUCARSI A DIVERGERE. COME FARE PER DIVERGERE? SIAMO GIUNTI ALLA CONCLUSIONE DELLLA CARELLATA e sono sicuro che, a questo punto la riflessione che ognuno di voi ha in mente è: “tutto interessante, ma come si può fare a lateralizzare il pensiero, a divergere??”

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AUTOEDUCARSI A DIVERGERE

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Presentation Transcript


  1. AUTOEDUCARSI A DIVERGERE • COME FARE PER DIVERGERE? • SIAMO GIUNTI ALLA CONCLUSIONE DELLLA CARELLATA e sono sicuro che, a questo punto la riflessione che ognuno di voi ha in mente è: “tutto interessante, ma come si può fare a lateralizzare il pensiero, a divergere??” • Beh, data la difficoltà della risposta, potrei dirvi, approfittando della cena in arrivo, che la creatività è come la leadership. Si giudica soprattutto dai risultati ex-post. • Non esiste una maniera pratica di insegnare a pensare, però… • Ma sarebbe un modo per defilarsi….Non lo farò, vi prego solo di RESTARE CON NOI ancora per pochi minuti, durante i quali non potrò soddisfare in toto la vostra curiosità dato che, mi sembra chiaro, che non esiste una maniera pratica di insegnare a pensare…Però si può educare a divergere… • Ci sono alcune condizioni di base da rispettare sia nell’ambito del business, sia nella vita quotidiana. • LE 9 INDICAZIONI: • La prima indicazione è CREDERCI, AVER FEDE nelle proprie potenzialità, evitare di autocensurarsi, evitare di zittire quella voce interna che boccia l’idea sul nascere. • Approfondire conoscenze ed esperienze del contesto in cui si opera. • Pensare ai traguardi, non agli ostacoli. “Non sprecate troppo tempo a cercare gli ostacoli. Potrebbero non essercene!” (diceva Kafka) • Mai cedere alle abitudini, figlie della noia. La routine addormenta le nostre capacità di osservazione. Sfuggire ai meccanismi abitudinari per ricercare strade alternative utilizzando il disordine contro la routine. Divertirsi a scompaginare! • Il pensiero verticale è comodo perché ad alta probabilità di riuscita, il pensiero laterale è scomodo perché è a bassa probabilità, privo di conseguenzialità. Osare. La paura è l’ostacolo n.1 della creatività. • La curiosità mentale è una colonna portante. Braccare l’informazione, interpretarla, classificarla, collegarla.

  2. Guardarsi dalle idee dominanti. Perseverare sulle stesse idee con un approccio sempre uguale non aiuta a risolvere il problema. Abbandonare le idee dominanti per rovesciarle.Rilanciare continuamente l’entusiasmo. I guizzi creativi infondono un senso di padronanza e di euforia. E’ anche piacevole lasciarsi contagiare dall’entusiasmo implicito nell idee creative. Ed è anche un modo per aumentare la fiducia nelle proprie capacità. La creatività aumenta nella misura in cui si diventa più consapevoli dei propri guizzi creativi andati a buon fine.WALT DISNEYInfine, un punto che per me è prioritario: non circondarsi di persone che sono bravissime, specializzate nel rispondervi PERCHE’ NO, PERCHE’ NON SI PUO’ FARE UNA COSA. Sono deleteri.Walt Disney che di creatività se ne intendeva aveva creato 3 stanze:nella prima stanza ci metteva i sognatori.Il livello di attenzione era il “CHE COSA”. L’atteggiamento: “tutto è possibile”.nella seconda stanza ci metteva i realisti.Il livello di attenzione era il “COME”. L’atteggiamento può essere riassunto così: agisci come se il sogno potesse essere realizzato (definire i passi immediati da compiere)nella terza stanza ci metteva i critici.Il livello di attenzione era il “PERCHE’”.L’atteggiamento può essere riassunto così: “perché sì e perché no” con la logica di superare le difficoltà in modo costruttivo.“Se si può sognare si può fare”, andava ripetendo l’inventore di Topolino, Paperino e di altri indimenticabili personaggi.In buona compagnia, quella di Einstein che affermava: “l’immaginazione è più importante del sapere”.

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