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ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE “L. DA VINCI” PISA CLASSI 2B 2D 3 FASE Prof.ri : Caroti Cini Iovene Manetti Pisaniello.
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ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE “L. DA VINCI” PISA CLASSI2B2D3 FASE Prof.ri : Caroti Cini Iovene Manetti Pisaniello
La normativa definisce il rifiuto come qualsiasi sostanza od oggetto […] di cui il detentore si disfi, abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi (art. 183, D.lgs. 152/06). La definizione di rifiuti rimane quindi fondata, come con il precedente Decreto “Ronchi”, sul concetto di “disfarsi”, che costituisce una condizione necessaria e sufficiente perché un oggetto, un bene o un materiale sia classificato come rifiuto. La natura non conosce rifiuti, intesi come materiali che non possono venire assorbiti e riutilizzati nel sistema naturale, ora o in futuro. I rifiuti pertanto rappresentano una delle principali pressioni create sull’ambiente dall’uomo e soprattutto dalle sue organizzazioni più industrializzate. L’utilizzo poco efficiente delle risorse naturali ha portato come principale conseguenza la creazione di grandi quantitativi di materiali non più riutilizzabili né dai sistemi industriali, né da quelli naturali, che si sono accumulati creando nel tempo notevoli problemi ed inquinamenti. Con il passare del tempo e con il diffondersi di una sempre maggiore consapevolezza dei problemi derivanti dalla produzione e dalla gestione dei rifiuti è nata l’esigenza diregolamentare con strategie, norme e piani i flussi di materiali in uscita dai nostri sistemi produttivi e dalle nostre case, cercando di prevenirne la produzione e la pericolosità e cercando di gestirli, una volta prodotti, privilegiando il recupero allo smaltimento.
Una delle disfunzioni più gravi che lo sviluppo socio - economico ha portato è certamente quella dei rifiuti solidi urbani. Lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani è sempre stato effettuato con l'ammassamento in discariche più o meno grandi, poste nelle immediate vicinanze dei centri di cui erano a servizio; sopportate malvolentieri dagli abitanti vicini, ma strettamente necessarie in mancanza di un serio piano alternativo di smaltimento. Purtroppo l'aumento indiscriminato delle quantità di rifiuti avviati in discariche, nonché il peggioramento delle loro caratteristiche, hanno reso necessarie altre forme di smaltimento dei rifiuti. Lo smaltimento di rifiuti può avvenire tramite le discarichecontrollate, il riciclaggio, il compostaggio ed il recupero energetico; questi processi, non sono alternativi ma complementari in una corretta politica di gestione dei rifiuti.
Per risolvere il problema rifiuti si deve intervenire su ogni fase della produzione del rifiuto, soprattutto, quando possibile, all'origine della formazione del bene che diverrà rifiuto. Occorre favorire il riutilizzo o il riciclaggio e infine sfruttare il contenuto energetico del rifiuto mediante la produzione di compost, biogas o con la termocombustione di ciò che non è stato possibile valorizzare. Alla fine di questo processo la frazione destinata a discarica, sempre e comunque presente, sarà in quantità assai inferiore. Quindi riduzione, riutilizzodel materiale tal quale,riciclaggiodella materia costituente il materiale raccolto erecuperosono i nuovi quattro imperativi che si impongono per affrontare correttamente il problema dello smaltimento dei rifiuti urbani. Noi tutti dovremmo essere consapevoli di essere una parte del complesso meccanismo che può aiutare l'ambiente e noi stessi a vivere meglio. Questa metodologia di impostazione è stata anche sinteticamente denominata come "La filosofia delle 4R".
La raccolta differenziata è il modo migliore per preservare e mantenere le risorse naturali, a vantaggio nostro ma soprattutto delle generazioni future: riusare, riutilizzare e valorizzare i rifiuti, dalla carta alla plastica, contribuisce a restituirci e conservare un ambiente "naturalmente" più ricco.
Ricordiamoci infatti che la quantità di risorse come l’acqua, le foreste, i metalli, i combustibili fossili,… sono sempre più a rischio anche per effetto di un sempre maggiore aumento della domanda
Cosa si può fare? • Interventi alla fonte per ridurre la pericolosità e la quantità • Ampliare la vita dei prodotti • Modelli di consumo sostenibili • Ridurre i trasporti di rifiuti • Gestione integrata dei rifiuti
La normativa di riferimento a livello nazionale in materia di rifiuti è rappresentata dal Decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006. Tale Decreto dedica la parte IV alle “Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati” (articoli 177 – 266) ed ha abrogato una serie di provvedimenti precedenti tra cui il Decreto legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997, cosiddetto “Decreto Ronchi”,che, fino alla data di entrata in vigore del D.lgs. 152/06, ha rappresentato la legge quadro di riferimento in materia di rifiuti.
La gerarchia di gestione dei rifiuti è disciplinata dall’art. 179 del D.Lgs. 152/06 “Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti” stabilisce quali misure prioritarie: la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti seguite da misure dirette quali il recupero dei rifiuti mediante riciclo, il reimpiego, il riutilizzo o ogni altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie, nonché all’uso di rifiuti come fonte di energia.
Il Decreto quindi persegue la linea già definita dal Decreto “Ronchi”, ovvero la priorità della prevenzione e della riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, a cui seguono solo successivamente il recupero (di materia e di energia) e quindi, come fase residuale dell’intera gestione, lo smaltimento (messa in discarica ed incenerimento).
La classificazione dei rifiuti presente nel D.lgs.152/06 distingue i rifiuti secondo l’origine in Rifiuti urbani Rifiuti speciali
secondo le caratteristiche di pericolosità in Rifiuti pericolosi Rifiuti non pericolosi
sono “urbani”: a) i rifiuti domestici b) i rifiuti non pericolosi assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche e) i rifiuti vegetali f) i rifiuti provenienti da attività cimiteriali
sono “speciali”: a) i rifiuti da attività agricole e agro-industriali b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo c) i rifiuti da lavorazioni industriali d) i rifiuti da lavorazioni artigianali e) i rifiuti da attività commerciali f) i rifiuti da attività di servizio
RACCOLTA DIFFERENZIATA DEFINITA DAL D.L. 152/06 Raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee al momento della raccolta, nonché a raggruppare i rifiuti di imballaggio separatamente dagli altri rifiuti urbani, a condizione che siano effettivamente destinati al recupero.
QUADRO NORMATIVO REGIONALE • LA legge regionale n° 61 del 22/ 11/ 2007 ha ridisegnato i confini territoriali degli Ambiti Territoriali Ottimali ( ATO ) per la gestione dei rifiuti, che passano da dieci a tre. • 1. ATO Toscana Centro ( FI, PO, PT ) • 2. ATO Toscana Costa ( MS, LU, PI, LI ) • 3. ATO Toscana Sud ( AR, SI, GR ) • La percentuale di raccolta differenziata certificata dei rifiuti urbani, viene determinata dall’Agenzia Regionale Recupero Risorse (ARRR), secondo un metodo approvato dalla Giunta Regionale, in assenza di un metodo nazionale.
RACCOLTA DIFFERENZIATA IN TOSCANA Dal grafico si nota una crescita costante della RD fino al 2004, dal 2004 al 2007 questa non ha subito variazioni sostanziali mentre nel 2008 ha avuto un incremento di quasi il 3%. Dati ARRR (Agenzia Regione Recupero Risorse)
Dal grafico si nota come tutti i dieci ATO presenti in Toscana non abbiano raggiunto il 50% proposto dal Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA) per il 2009, e solo quattro abbiano rispettato il valore previsto dal D.Lgs n. 152/06
I dati del 2008 evidenziano che la frazione raccolta in quantità maggiore è la carta seguita dalla frazione organica e da sfalci e potature
RACCOLTA DIFFERENZIATA NEL COMUNE DI PISA NEL 2009 E’ STATO RACCOLTO IN MANIERA DIFFERENZIATA IL 37% . NEI PRIMI TRE MESI DEL 2010, TRAMITE L’INTRODUZIONE DI STAZIONI FISSE E MOBILI DI RACCOLTA E UNO SCONTO SULLA TASSA SUI RIFIUTI, IN BASE AL CONFERIMENTO DEL MATERIALE RICICLABILE DA PARTE DEI CITTADINI, E’ STATO RAGGIUNTO IL 43%. LA PERCENTUALE E’ ANCORA LONTANA DAL 65% CHE DEVE ESSERE RAGGIUNTO NEL 2012 (D.Lg 152/06 )
La Revet S.p.A è una azienda specializzata nella raccolta, nella selezione e trattamento dei materiali destinati al riciclaggio e opera prevalentemente in Toscana dove serve 218 comuni su 287.
Vetro • Plastica • Alluminio • Acciaio • Tetrapak
Bidone a campana • Cassonetto • Raccolta porta a porta
Il materiale raccolto viene caricato su un nastro trasportatore
È diviso in due sezioni: la prima con fori di diametro 50mm per l'eliminazione del vetro fine e dei rifiuti organici, la seconda è composta da una serie di finestre rettangolari.
Terminata la prima e la seconda selezione quello che esce dal rullo viene selezionato manualmente
La separazione del mate-riale metallico avviene grazie ad un nastro magnetico, sovrapposto al nastro trasportatore, che attira e trattiene questi materiali
Il vetro passa attraverso un nastro trasportatore dove viene selezionato manualmente per poi essere raccolto in una vasca apposita
Questi materiali vengono separati mediante un processo di doppia aspirazione e successivamente vengono avviati su un altro nastro L'alluminio viene separato tramite nastri a corrente induttiva e, raccolto viene indirizzato per il riciclaggio
Queste ultime frazioni vengono trasferite tramite una conduttura ad un altro impianto di selezione. Il tetrapak, trasportato insieme alla plastica, viene riconosciuto da un sensore ottico e con un getto d'aria compressa lo incanala in un altro nastro.
La plastica viene trasportata da un nastro di un macchinario che la divide per tipologia.
Trasparente • Colorata • Azzurrata
Le bottiglie vengono distribuite su un nastro e poi imballate.
La Revet fabbrica materiali propri. Il mercato di questi manufatti non ha molto successo,anche se, per legge, gli enti locali sarebbero obbligati a comprarli