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da “ L’ immginazione ”

da “ L’ immginazione ”. Di Pietro Gatti. Se fossi navigante potrei dirmi: tempo che avvolga la vela. Sono uno di campagna: nella casella mi ritiro, un uccello, presso il fuoco, il pezzo ai tronco di fico leggero leggero ) l'albero seccò per la monilia ) me lo segai un

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da “ L’ immginazione ”

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Presentation Transcript


  1. da “ L’ immginazione” Di Pietro Gatti

  2. Se fossi navigante potrei dirmi: tempo che avvolga la vela. Sono uno di campagna: nella casella mi ritiro, un uccello, presso il fuoco, il pezzo ai tronco di fico leggero leggero ) l'albero seccò per la monilia ) me lo segai un giorno, non avevo da far nulla. Al cantone sta ancora una bracciata di minutaglia. Due fuscelli ogni tanto che non si spenga il fuoco. Così me ne sto. Non penso a niente. Aspetto. Ma mi viene alle volte che mi tasti nella tasca la vita: c'è una matassina sporca di briciole e peluria. Nel capo uno sbrendolo di nuvola che voglia nascondere il cielo; un pensiero: se me la buttassi nel mezzo della cinigia? Due ultimi sprazzi, due respiri occhi di luce: una parola sola. La prima sola di una poesia. L'ultima. Mi passa. Nel cuore un nodo. Poi mi consolo con un sorriso. Quella parola, però! Dovrebbe essere: il sole. Di certo. Il sole. Il sole. Il sole...! Ci jierenavecande, me puteve disce: etetiembe cu rravogghje a vele. Sonde june de fore: ind'â casedde . me mmasoggne, nucieddeangocchje ò fueche, u pesule de fiche lièggiuliegge ) l'arve seccò p'a muche ) m'u serrieve nuggiurne, natteneve da fa niende. Ô candonestéangorenafrangate de fraffugghje. Do zzèppereggnettande cu nna ss'astute u fueche. De ccussì me stoche. Nangepenze a nniende. Spette. Ma me vene a lle vote cu mm'attande a 'm base a vite: sténamatassodde mùscete de muddìchele i ppelocce. A 'n gapenastrafìnzele de nùvele cavolesconne u ciele; nupenziere: ci m'a scettave ô mienze d'a cenise? Do lùrtemesprascidde, do refiate uecchje de lusce: napalora sole. A prima sole de napuesie. A l'ùrteme. Me passe. Jind'ô core nunute. Po me ccorde cu nnu rise. Però quedapalore! Jer'a ll'esse: u sole. De secure. U sole. U sole. U sole...!

  3. Biografia La poesia che troviamo fu scritta da Pietro Gatti,ed è inserita nella raccolta “L’immaginazione”.Egli nacque a Bari il 19 gennaio 1913. Visse fin dalla più tenera età nel territorio di CeglieMessapica, lavorando nel comune in qualità di vice segretario generale. Pubblicò diverse opere: Nu vecchie diarie d’amore (1973), A terra meje (1976), memorie d’ajiere i ddejosce (1982), nguna vita (1984). Morì nel silenzio della campagna cegliese il 27 luglio 2001, all’età di 88 anni.

  4. In questa poesia sono presenti 26 versi, principalmente divisi in tre strofe .La maggior parte dei versi sono endecasillabi con rime incrociate. Le figure retoriche più presenti sono: l’enjambement, l’asindeto (“me mmasoggne, nucieddeangoccdhje ò fueche”), la sinestesia e la sinalefe. La poesia parla del lavoro della gente umile della fine del novecento, come del resto gran parte delle sue opere. Alla sua morte la sua opera fu criticata da Donato Valli suo grande amico ed estimatore. La poesia risulta essere inattuale perché la società si è evoluta nel tempo, tuttavia risulta interessante perché ci permette di comprendere la vita di quei tempi.

  5. Annalisa Gasparro, Valeria Ledonne , Gaia Valente, Vitalba Tarì

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