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Noi non respingiamo. LECCO 25 SETTEMBRE 09 CLANDESTINO DAY.
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Noi non respingiamo LECCO 25 SETTEMBRE 09 CLANDESTINODAY
«Aderisco alla vostra lettera aggiungendo che i respingimenti in mareavvengono facendo salire a bordo i viaggiatori in acque internazionali e nel momento esatto in cui stanno su una nostra nave essi si trovano in territorio italiano e hanno diritto a chiedere asilo. Noi neghiamo loro la vita violando la nostra stessa legge. Siamo dei fuorilegge di noi stessi, pirati alla rovescia. Pagheremo cara l’infamia». Erri De Luca
Perchè ne va della nostra umanitàprima ancora che della nostra economia • Perché lo sapevamo anche noil’odore delle stivel’amaro del partire • Perché criminale è rigettare a mare, a morte, chi naviga, non viaggiare. Perché illegalenon è essere nato, ma essere nato nella miseria
Perché poi ci abbiamo pensato: e chi ce li cura i nostri anziani? • Perché perseguitare il povero piuttosto che la povertà • non è né lungimirante né civile. • Perché siamo persone, non numeri. • Perché tra la parola aiutare e la parola vivere non ci deve essere nessuna differenza.
Colpevolidi viaggio Foto, numeri, dati sui migranti
1a)“Dal 5 maggio al 30 agosto 2009 il numero documentatodegli emigranti e dei rifugiatirespinti dall'Italia verso la Libia è di 1.286 persone”. Fonte: FE
1b)“Morire di frontiera. Accade da 20anni lungo i confini dell'Europa. Sono soprattutto naufragi, ma non mancano incidenti stradali, morti di stenti nel deserto come tra le nevi dei valichi montuosi, piuttosto che uccisi da un'esplosione negli ultimi campi minati in Grecia, dagli spari dell'esercito turco o dalle violenze della polizia in Libia.
Fortress Europe è una rassegna stampa che dal 1988 ad oggi fa memoria delle vittime della frontiera: 14.803 morti documentate, tra cui si contano 6.417 dispersi”. Fonte: FE
SBARCHILE 6MENZOGNEDEL GOVERNO L’INVASIONE CLANDESTINO A CHI? I REGOLARI LEGALITÀ RIFUGIATI SI O NO? TUTTI I DISPERATI DEL MONDO
L’INVASIONE“La gente non vuole l'invasione di clandestini ed è per questo che apprezza la linea di Maroni, che per la prima volta è riuscito a fermare gli sbarchi”,Roberto Cota, capogruppo della Lega,10/05/09 Camera dei Deputati
Secondo i dati ufficialidegli ultimi 7 anni, per ogniimmigrato che arriva via mare,il Governo chiede l’ingresso di altri 12con la programmazione dei “decreti flussi”che stabiliscono di quanta manodopera straniera l’Italia ha bisogno.
CLANDESTINO A CHI? I respingimenti in Libia sono “una svolta nella lotta all'immigrazione clandestina”, Roberto Maroni, 7/05/09 Secondo dati del Ministero dell’Interno, solo il 13% degli immigrati senza permesso di soggiorno è arrivato via mare. E tutti gli altri?In aereo. Con un visto turistico, che poi hanno lasciato scadere. La clandestinità in realtà è il primo passo di quasi tutti i percorsi migratori. Si entra da regolari, con un visto turistico. Poi il visto scade, si entra nella clandestinità e si cerca un lavoro in nero in attesa di regolarizzarsi.
I REGOLARI“Solo la fermezza crea condizioni per una positiva gestione dell'immigrazione regolare”,R.Maroni, 9/05/09La legge prevede che il datore di lavoro debba assumere l’immigrato prima dell’ingresso in Italia, quando ancora si trova nel suo paese di origine. Ma come si fa a assumere qualcuno senza averlo prima conosciuto? E’ impossibile. Infatti nessuno lo fa. A meno di vendere quella assunzione per 6-7.000 euro. Assumere uno straniero che si trova in Italia senza documenti è impossibile. Lo straniero deve prima ritornare nel proprio paese e presentarsi all’Ambasciata italiana. Una farsa
LEGALITÀ“La linea dei respingimenti è in linea con le normative europee ed i trattati internazionali”, Roberto Maroni, ministro dell’Interno, 10/05/09Nel 2005 l’Italia respinse in Libia oltre 1.500 immigrati arrivati a Lampedusa. Le operazioni vennero bloccate dalla Corte Europea dei diritti umani e dal Parlamento Europeo. Violavano il divieto di respingimento dei rifugiati sancito dalla Convenzione dell’Onu sui rifugiati, ma anche la Convenzione contro la Tortura e la Carta europea dei diritti umani, che vietano deportazioni collettivee in paesi a rischio tortura.
RIFUGIATI SI O NO?“Sui barconi non vi è nessuno che possa godere del diritto di asilo”, Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, 12/05/09Nel 2008, il 75% di chi è sbarcato a Lampedusa ha fatto richiesta di asilo politico. Non tutte erano richieste autentiche. È evidente. E infatti le domande sono esaminate da una Commissione dove siedono membri dell’ONU e delle Prefetture.Tuttaviail 50% dei richiedenti ha avuto un permesso di soggiorno per asilo politico o per protezione internazionale.Significa che 1 persona su 3 di quelle che sbarcano in Sicilia fugge da guerre e regimi.In particolare dalle nostre ex Colonie: Somalia, Eritrea ed Etiopia. Respingerli è vietato dalle Convenzioni Internazionali. L’art.10 della Costituzione riconosce il diritto d’asilo politico.
TUTTI I DISPERATI DEL MONDO“Il nostro Paese non può farsi carico dell'intera povertà del mondo”,Roberto Calderoli, sen.Lega Nord, Ministro per la Semplificazione normativa.L'Italia ha il minor numero di rifugiati tra i Paesi europei. Lo scorso anno sono state presentate 31.000 domande d’asilo.I rifugiati nel mondo sono 12 milioni.L’80% si trova in paesi poveri.Siria e Giordania – da sole – ospitano 2milioni di rifugiati iracheni. Iran e Pakistan – da soli – ospitano 3milioni di rifugiati afgani.In Italia la prima nazionalità dei rifugiati è quella eritrea. Dal 2005 ne sono arrivati 6.000 via mare.In Sudan, di rifugiati eritrei ce ne sono 130.000
I LATI OSCURI DEL PATTO CON LA LIBIAIn Libia vivono alcune centinaia di migliaia di immigrati. Ogni anno circa 20-30.000 persone tentano la traversata verso Lampedusa. Uno su tre riceve un permesso di soggiorno come rifugiato politico o per protezione internazionale. Dal 2003 l'Italia e l'UE chiedono alla Libia di fermarli. Ma cosa fa veramente la polizia libica? E perchè i nostri funzionari fingono di non sapere?1.000 sacchi da mortiNel 2003il governo Berlusconi sigla un accordosegreto con Gheddafi per il contrasto dell’immigrazione. L'Italia invia in Libia100 gommoni, 6 fuoristrada, 3 pullman, 40 visori notturni, 12.000 coperte di lana, 6.000 materassi, 50 navigatori satellitari, e 1.000 sacchi per cadaveri
Campi oltre frontieraSecondo un rapporto della Commissione Europea, nel 2004 l'Italia finanzia la costruzione di tre campi di detenzione per immigrati in Libia: a Gharyan, Sebha e Kufrah.Dirottamento aereoTra il 2003 e il 2004 l'Italia paga 47 voli per rimpatriare 5.524 migranti arrestati in Libia. Il 27 agosto 2004 un aereo diretto in Eritrea, viene dirottato in Sudan dai passeggeri: temevano di essere perseguitati in patria.
Corte Europea L'11 maggio del 2005 la III Sezione della Corte Europea dei diritti dell'uomo sospende le espulsioni verso la Libia da Lampedusa, dopo che dall’ottobre del 2004, già 2.000 persone erano state deportate Vedi Kufrah e poi muori Nel 2006 Amnesty International, Human Rights Watch accusano la Libia per il trattamento inumano dei migranti. “A Kufrah dormivamo in celle di sei metri per otto, nella mia eravamo in 78 persone. Dormivamo, per terra, la testa accanto ai piedi dei vicini. Un piatto di riso lo dividevamo in otto”
Venduti per 30 denariSecondo il documentario “Come un uomo sulla terra”, la polizia libica vende i migranti arrestati agli intermediari che li riporteranno sul Mediterraneo. Ogni prigioniero è venduto per 30 dinar (18 euro)Deportazioni nei containerArrestati sulla costa, i candidati all'emigrazione sono trasportati all'interno di container verso i campi di detenzione. “Eravamo 264, ci stiparono su due camion, chiusi in un container, al buio”
Terminal Sahara“Ogni mese arrivavano i camion, ci caricavano sopra la gente e li portavano in mezzo al deserto”. Migliaia di migranti e rifugiati ogni anno sono riaccompagnati alla frontiera meridionale libica e abbandonati a se stessi in mezzo al SaharaPrigionieri politiciDal dicembre 2006, oltre 600 rifugiati politici eritrei arrestati sulla rotta per Lampedusa sono mantenuti in detenzione amministrativa nel carcere di Misratah, in Libia.In Europa avrebbero diritto all'asilo
Accalappiati come caniNel 2005, il prefetto Mario Mori, ex direttore del SISDE, dichiarava al Parlamento: “In Libia i clandestini vengono accalappiati come cani... e liberati in centri... dove i sorveglianti per entrare devono mettere i fazzoletti intorno alla bocca per gli odori nauseabondi”Pattugliamento congiuntoIl 29 dicembre 2007 il governo Prodi ha siglato un accordo di pattugliamento congiunto per riportare in Libia i migranti intercettati in mare.
Più petrolio e meno immigratiIl 30 agosto 2008, dopo aver firmato a Bengasi il patto di amicizia tra Italia e Libia, il presidente Berlusconi dichiara: “Avremo meno clandestini e maggiori quantità di gas e petrolio”
SCHEDA LIBIA I CRIMINI DEL REGIME LIBICO E LA LAUREA HONORIS CAUSA A GHEDDAFI L’Università di Sassari ha conferito la laurea honoris causa in diritto al Colonnello Gheddafi. Ma chi è veramente la “guida” della rivoluzione socialista in Libia? Davvero possono bastare contratti petroliferi miliardari per dimenticare i crimini di un regime? Gheddafi è al potere dal 1969, dopo un colpo di stato, anche se dal 1979 non riveste alcuna carica ufficiale. Dal febbraio 2009 è anche presidente dell’Unione africana. I suoi 40 anni di regime sono macchiati di sangue e gravi restrizioni delle libertà dei 6,3 milioni di cittadini libici. La situazione è in miglioramento, grazie alla spinta riformatrice del figlio primogenito, Sayf el Islam, che ha fatto rilasciare centinaia di prigionieri politici. Tuttavia la situazione è ancora critica.(…)
TORTURA La tortura è proibita dalla legge in Libia, tuttavia è praticata. (…) Sarebbe pratica comune incatenare i detenuti per ore al muro, picchiarli con bastonate sulla pianta del piede, e sottoporli a scariche elettriche. Altre sevizie sarebbero le ferite inferte con i cavatappi sulla schiena, la rottura delle articolazioni delle dita, il versamento di succo di limone sulle ferite aperte, il tentato soffocamento con sacchetti di plastica, la privazione del sonno e del cibo, lo spegnimento di sigarette sulla pelle e la minaccia ravvicinata di cani ringhiosi.
IMPUNITA’ Nel 1996 centinaia di detenuti vennero uccisi dalla polizia durante una rivolta nel carcere di Abu Salim, a Tripoli. A 13 anni di distanza non è mai stata fatta chiarezza sulla vicenda. Né alcuno dei responsabili è stato individuato. E nessuna chiarezza è stata fatta sulle centinaia di oppositori e critici del regime, arrestati e scomparsi negli anni ’70 – ’80 e ‘90. Il sito www.stopqaddafi.org fa addirittura una lista di 343 civili uccisi dai servizi segreti libici dal 1969 al ‘94.
Nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico verso le Canarie sono annegate 10.816 persone. Metà delle salme (6.417) non sono mai state recuperate. Nel Canale di Sicilia tra la Libia, l'Egitto, la Tunisia, Malta e l'Italia le vittime sono 4.176, tra cui 3.056 dispersi.
Altre 138 persone sono morte navigando dall'Algeria verso la Sardegna. Lungo le rotte che vanno dal Marocco, dall'Algeria, dal Sahara occidentale, dalla Mauritania e dal Senegal alla Spagna, puntando verso le isole Canarie o attraversando lo stretto di Gibilterra, sono morte almeno 4.445 persone di cui 2.253 risultano disperse.
Nell‘ Egeo invece, tra la Turchia e la Grecia, ma anche dall'Egitto alla Grecia, hanno perso la vita 1.315 migranti, tra i quali si contano 823 dispersi. Infine, nel Mare Adriatico, tra l'Albania, il Montenegro e l'Italia, negli anni passati sono morte 603 persone, delle quali 220 sono disperse. Inoltre, almeno 624 migranti sono annegati sulle rotte per l'isola francese di Mayotte, nell'oceano Indiano.
Il mare non si attraversa soltanto su imbarcazioni di fortuna, ma anche su traghetti e mercantili, dove spesso viaggiano molti migranti, nascosti nella stiva o in qualche container, ad esempio tra la Grecia e l'Italia. Ma anche qui le condizioni di sicurezza restano bassissime: 153 le morti accertate per soffocamento o annegamento.
Per chi viaggia da sud il Sahara è un pericoloso passaggio obbligato per arrivare al mare. Il grande deserto separa l'Africa occidentale e il Corno d'Africa dal Mediterraneo. Si attraversa sui camion e sui fuoristrada che battono le piste tra Sudan, Chad, Niger e Mali da un lato e Libia e Algeria dall'altro. Qui dal 1996 sono morte almeno 1.691 persone.
Ma stando alle testimonianze dei sopravvissuti, quasi ogni viaggio conta i suoi morti. Pertanto le vittime censite sulla stampa potrebbero essere solo una sottostima. Tra i morti si contano anche le vittime delle deportazioni collettive praticate dai governi di Tripoli, Algeri e Rabat, abituati da anni ad abbandonare a se stessi gruppi di centinaia di persone in zone frontaliere in pieno deserto In Libia si registrano gravi episodi di violenze contro i migranti. Non esistono dati sulla cronaca nera.
Viaggiando nascosti nei TIRhanno perso la vita in seguito ad incidenti stradali, per soffocamento o schiacciati dal peso delle merci 358 persone. E almeno 208 migranti sono annegati attraversando i fiumi frontalieri: la maggior parte nell'Oder-Neisse tra Polonia e Germania, nell'Evros tra Turchia e Grecia, nel Sava tra Bosnia e Croazia e nel Morava, tra Slovacchia e Repubblica Ceka. Altre 112 persone sono invece morte di freddo percorrendo a piedi i valichi della frontiera, soprattutto in Turchia e Grecia.
I numeri dell’economia migrante • 10 miliardi di euro nel 2007 è la somma totale delle imposte e dei contribuiti versati dai lavoratori stranieri (dati INPS). Tanti soldi quanto una normale finanziaria: La Legge principale che ogni anno ha impatto sui conti dello Stato. Cioè tasse e spesa pubblica. Questa cifra rappresenta oltre il 5% di tutti i contributi previdenziali versati in Italia nel 2007.
I numeri dell’economia migrante/2 122 miliardi, circa il 10% del PIL, cioè il valore di tutti i beni e servizi prodotti dell'economia italiana (la ricchezza prodotta) è il valore aggiunto dei migranti(dati Centro Studi Unioncamere, Istituto Guglielmo Tagliacarne.) Idati relativi alle case acquistate dagli immigrati nel 2007 comportano oltre 211 milioni di euro versati dagli stranieri in imposte ipotecarie, catastali e di registro.
I numeri dell’economia migrante/3 Hanno un’età media di 31anni contro i 45 nostri, gli immigrati che versano i contributi all’Inps. Significa che i contributi degli extracomunitari pagano le attuali pensioni degli italiani. Inoltre molti degli immigrati non raggiungono il minimo dei contributi necessari al trattamento di pensione e pertanto c’è un “benefit” per i conti pensione dell’I.N.P.S. Da diverso tempo la popolazione italiana è scaduta dal rapporto equilibrato e auspicabile di 1,5 lavoratori ogni pensionato(attualmente se considerassimo solo i nostrani saremmo 2 pensionati ogni lavoratore) e, pertanto, abbiamo un bisogno disperato di lavoratori extracomunitari che versino contributi all’I.N.P.S.
I numeri dell’economia migrante/4 • Il 21% degli iscritti all’INPS sono lavoratori domestici a servizio delle famiglie italiane. Il 45,5% delle donne straniere appartengono a questa categoria (fonte INPS, Caritas 2009). E’ evidente che queste persone e questa categoria di lavoratori sta colmando la palese carenza di politiche sociali.In Italia per una famiglia su dieci, colf e badanti sono ormai indispensabili e ogni giorno il loro numero aumenta sempre di più.I costi altissimi delle rette delle case di riposo– che per moltissime famiglie sono insostenibili -ne sono un esempio anche sul nostro territorio
I numeri dell’economia migrante/5 • Nel 2008 gli stranieri assicurati all’INAIL– l’istituto italiano per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro -hanno superato quota 3.266.000. Le donne sono 1.370.000. I primi 3 Paesi rappresentati: Romania (22%), Albania (7,8%) e Marocco (7%), sommano il 37% della forza lavoro assicurata e per infortuni. La Cina con oltre 110mila assicurati è 6a.Ma solo 28a in termini di infortuni sul lavoro denunciati.