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GLI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO

LA CLIMATIZZAZIONE. L'impianto di climatizzazione o di condizionamento ha il compito di mantenere in un ambiente determinate condizioni di temperatura, umidit

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GLI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO

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Presentation Transcript


    1. GLI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO Unita’ 15 A cura del prof.ing. del Forno Fabio Simone Testo: El. di impianti tecnici – Amerio Sillitti

    2. LA CLIMATIZZAZIONE L’impianto di climatizzazione o di condizionamento ha il compito di mantenere in un ambiente determinate condizioni di temperatura, umiditŕ e purezza dell’aria. Il principio di funzionamento di un impianto di climatizzazione consiste nel trattare una certa quantitŕ di aria, sottratta dall’ambiente stesso (aria ricircolata) o presa dall’esterno (aria di ricambio), somministrando o togliendo ad essa calore e vapore acqueo. Possono essere di tipo industriale (maggiore controllo dell’umiditŕ) o civile (maggiore controllo della temperatura). A seconda del fluido utilizzato per annullare il carico termico, gli impianti di condizionamento possono essere a sola aria, a sola acqua, misti aria-acqua.

    3. IL DIAGRAMMA DI MOLLIER Il diagramma di Mollier consente di mettere a confronto le condizioni igrotermiche di un ambiente, misurate con un termometro a bulbo asciutto ed uno a bulbo umido, con il grado di benessere estivo o invernale valutato per via statistica. Basta incrociare le coordinate nel grafico e vedere se il punto rientra nelle condizioni di benessere indicate.

    4. DIMENSIONAMENTO DELL’IMPIANTO Un impianto di condizionamento deve garantire il controllo delle condizioni termoigrometriche ambientali (temperatura, umiditŕ, vel. Aria, ecc…) unitamente ai requisiti di respirabilitŕ, filtrazione e distribuzione dell’aria. Per progettare tale impianto bisogna procedere nel seguente modo: -Raccolta e definizione dei dati: per esempio latitudine, irraggiamento, direzione prevalente dei venti, spazi disponibili, destinazione locali ed affollamento previsto, ecc… -Individuazione del tipo di impianto: puň essere centralizzato o autonomo, bisogna tener conto nella scelta oltre che dei costi, delle caratteristiche strutturali dell’edificio e delle dimensioni -Calcolo dei carichi termici -Scelta e dimensionamento delle attrezzature: in particolare vengono scelti in base ai valori dei carichi termici e dai volumi d’aria da trattare, si considerano comunque tutti i dati trovati nei .

    5. IL DIAGRAMMA PSICOMETRICO Deriva dal diagramma di Mollier e permette, note due grandezze caratteristiche dell’aria trattata, di ricavare tutte le altre per via grafica come l’entalpia, l’umiditŕ assoluta ed il volume specifico. Non impariamo ad utilizzarlo, lo citiamo solo per sapere che esiste.

    6. IL CARICO TERMICO Il carico termico rappresenta la quantitŕ di calore presente nell’ambiente che l’impianto di condizionamento deve neutralizzare. In particolare si definisce carico termico totale la somma dei carichi termici per trasmissione (calore attraverso le pareti o il pavimento), per irraggiamento (quello che entra dai serramenti esterni), di ventilazione (da raffreddamento e deumidificazione in estate e da raffreddamento ed umidificazione in inverno) ed interno (lampade, computer, elettrodomestici, persone…).

    7. ESERCIZIO

    8. IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO CENTRALIZZATI Un impianto di condizionamento centralizzato č composto essenzialmente di: -caldaia (riscalda i fluidi in inverno o post riscalda l’aria in estate) -gruppo frigorifero e refrigeratore (per il raffreddamento estivo, sempre piů spesso si ricorre alle pompe di calore, economiche ed in grado di fornire “caldo” o “freddo”) -batteria dell’aria (comprendente filtri, umidificatore e ventilatori per spingere ed aspirare l’aria) -batterie di scambio (batteria riscaldante e batteria refrigerante) -condotte (nei sistemi ad aria per convogliare l’aria fino ai terminali nei singoli ambienti) -ventilconvettori (per i sistemi ad acqua)

    9. SISTEMI A SOLA ARIA, A SOLA ACQUA E MISTI Negli impianti a sola aria (o aria-aria) il compito di riscaldare o rinfrescare gli ambienti č affidato all’aria che viene trasferita mediante una rete di canali ed immessa (o estratta) attraverso bocchette e diffusori. La T di immissione deve essere tra i 15-20 °C n estate, tra i 35 ed i 45 °C in inverno. La velocitŕ media dell’aria nei canali č 6-7 m/s, d’uscita dalle bocchette non deve superare i 2,5 m/s.

    10. Negli impianti a sola acqua (o acqua-acqua) il fluido termovettore č l’acqua e come elemento terminale del condizionamento si usano i ventilconvettori. Il loro funzionamento č il seguente, si fa passare l’aria esterna grazie ad un ventilatore attraverso una batteria nella quale scorre acqua (calda d’inverno e fredda d’estate) che funziona da scambiatore di calore. Infine l’aria viene immessa nell’ambiente attraverso alette regolabili disposte nella parte alta del mobiletto. Negli impianti a sola acqua non si riesce ad avere un buon controllo dell’umiditŕ, per avere anche questo meglio usare degli impianti misti acqua-aria. In sostanza si realizza una sorta di duplice impianto: uno ad aria, che assicura i ricambi necessari e regola l’umiditŕ dell’ambiente; e l’altro ad acqua, che invece assicura la temperatura necessaria, eliminando il carico termico in eccesso.

    11. CANALI DI DISTRIBUZIONE L’aria trattata dagli impianti viene trasferita agli ambienti mediante canalizzazioni realizzate nella maggior parte con lamiera di acciaio zincato. La silenziositŕ dipende da un buon dimensionamento dell’impianto dove bisogna considerare che la velocitŕ dell’aria non deve superare i 10 m/s. La forma della sezione dei canali č quella circolare o rettangolare in questo caso con rapporto dei lati che non deve essere superiore ad Ľ. Lo spessore della lamiera varia tra gli 8/10 ed i 12/10 di mm a seconda delle dimensioni del canale.

    12. LA DIFFUSIONE DELL’ARIA TRATTATA L’aria trattata con i canali viene immessa negli ambienti per mezzo di bocchette o diffusori. Le bocchette vengono installate sul lato verticale dei canali, mentre i diffusori sono installati a soffitto o a parete. Bisogna disporre per il dimensionamento: della portata d’aria, della velocitŕ d’uscita, della differenza di temperatura,ecc… Le bocchette possono essere a griglia, ad alette fisse o ad alette orientabili. I diffusori possono essere circolari, quadrati o lineari.

    13. IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO AUTONOMI I sistemi di condizionamento autonomi sono quelli che consentono di produrre energia frigorifera negli stessi ambienti da climatizzare o in prossimitŕ di essi mediante un frigorifero a motocompressore incorporato. A seconda del fluido utilizzato per il raffreddamento del condensatore possono essere ad acqua o ad aria. I primi devono essere collegati con l’impianto idraulico ed hanno l’inconveniente di consumi di acqua molto elevati. I secondi hanno l’aria di raffreddamento che viene presa dall’esterno venendo movimentata da uno o piů ventilatori ed hanno il vantaggio di non essere soggetti a pericolo di gelo.

    14. TIPI DI IMPIANTI AUTONOMI I condizionatori autonomi possono essere monoblocco, portatili o a sezioni separate (split). Nei condizionatori monoblocco il gruppo refrigerante (condensatore+compressore) e il sistema di diffusione dell’aria (batteria evaporante + condizionatore) sono contenuti in un solo involucro. Possono essere con condensatore raffreddato ad acqua (ormai poco usati) o ad aria. Questi ultimi sono usati nel campo di potenza da 6 a 190 kW e devono essere installati direttamente all’esterno per consentire lo smaltimento del calore di condensazione. I condizionatori portatili (o da finestra) sono condizionatori monoblocco con condensatore raffreddato ad aria di dimensioni limitate e di potenzialitŕ ridotte, di solito non superiore a 6 kW. Sono piccoli elettrodomestici e l’aria per il raffreddamento viene prelevata dall’esterno attraverso un foro praticato nel vetro di una finestra o nel muro.

    15. I sistemi monoblocco hanno l’inconveniente che all’interno dei locali producono rumore e calore indesiderato. A questi inconvenienti si ovvia con i sistemi a sezioni separate o split, apparecchi che hanno la sezione ventilata e la batteria di scambio all’interno del locale e collegate mediante una tubazione rigida o flessibile all’unitŕ motocondensate (compressore + condensatore) posta all’esterno. Gli apparecchi sono di potenza limitata, normalmente intorno ai 17 kW. Negli apparecchi piů moderni ogni unitŕ motocondensante puň servire fino a 16 unitŕ interne.

    16. RICHIAMI IMPORTANTI….. Quanto segue non č presente nel capitolo ma č rilevante considerato l’argomento trattato. Il primo condizionatore della storia č stato realizzato dall’ingegnere americano Willis Carrier ai primi del ‘900. I gas utilizzati come refrigeranti erano gli R12 ed R22 ma sono stati messi fuori legge per le norme contro l’inquinamento, adesso si usano gli R407c ed R410a. Il ciclo termodinamico di riferimento per il ciclo frigorifero č il seguente (pressione-entalpia): 1-2 compressore; 2-3 condensatore 3-4 valvola di espansione; 4-1 evaporatore (es: serpentina nel Freezer, la parte piů importante)

    17. La pompa di calore (pag.34-36 del libro) č una macchina in grado di trasferire calore da un corpo a temperatura piů bassa ad un corpo a temperatura piů alta, utilizzando energia elettrica. Il principio di funzionamento che sta alla base della pompa di calore č un ciclo termodinamico chiamato ciclo frigorifero, o ciclo motore inverso, ed č analogo a quello che sta alla base di un comune frigorifero. Nel caso in cui si abbia sia l'interesse a riscaldare (durante l'inverno) che a raffrescare (durante l'estate), la pompa si dice "reversibile", e realizza la duplice funzionalitŕ di riscaldamento e condizionamento.

    18. L'applicazione della pompa di calore in combinazione con prestazioni di raffreddamento (p. es. per climatizzazione o per raffreddamento di celle frigorifere, piste di pattinaggio, eccetera) permette, con una sola macchina, si svolgere due compiti, risparmiando sui costi d'investimento di una seconda macchina e anche su quelli dell'energia, rispetto alla soluzione tradizionale che prevede caldaia e raffreddatore separati. Con le pompe di calore si puň anche produrre acqua calda sanitaria, con un risparmio dell'ordine del 30% sull'arco dell'anno; quando il sistema poi funziona in modalitŕ rinfrescamento, si puň ottenere acqua calda quasi gratuitamente. La pompa di calore utilizzata per il riscaldamento dell'abitazione puň scaldare anche l'acqua di una piscina. L'efficienza di una pompa di calore č intesa come rapporto tra l'energia termica resa all'ambiente da riscaldare e l'energia consumata (parametro COP, di solito ha valore 3).

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