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Il paesaggio montano

Il paesaggio montano. . Cos’è una montagna?. La montagna o rilievo è una parte della superficie terrestre che si eleva al di sopra di un fondovalle o di una pianura con un dislivello di almeno 500 metri rispetto al livello del mare.

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Il paesaggio montano

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Presentation Transcript


  1. Il paesaggio montano .

  2. Cos’è una montagna? • La montagna o rilievo è una parte della superficie terrestre che si eleva al di sopra di un fondovalle o di una pianura con un dislivello di almeno 500 metri rispetto al livello del mare. • Una serie di rilievi ravvicinati costituisce una catena montuosa (es. Alpi) • Un insieme di montagne costituente un gruppo isolato rispetto agli altri si chiama massiccio (es. M.te Bianco). • Un rilievo la cui parte più elevata si presenta largamente pianeggiante viene detto altopiano (es. Asiago).

  3. Elementi che costituiscono la montagna • Valico o passo: punto della montagna che permette di passare facilmente da un versante all’altro (simbolo ][). • Versante o fianco: ciascuno dei due pendii che si estendono dalla vetta alla base della montagna. • Vetta o cima: il punto più elevato di una montagna (simbolo ∆). • Crinale: linea immaginaria che passa tra i punti più alti del rilievo e separa i due versanti. • Valle: area racchiusa tra due versanti montuosi; la parte più bassa viene detta fondovalle.

  4. Crinale

  5. Orogenesi europea

  6. Montagne più antiche • Sono quelle formatesi durante l’orogenesi caledoniana ed ercinica; interessano la parte settentrionale e centrale dell’Europa. • Alpi Scandinave; Monti Grampiani, Pennini e Cambrici nelle Isole Britanniche (Orogenesi Caledoniana 600-250 milioni di anni fa) • Monti Cantabrici, Sistema Centrale, Sierra Morena (Penisola Iberica); Massiccio Centrale e Armoricano, Catena dei Vosgi e del Giura, Ardenne, Selva Nera, Massiccio Renano, Selva Boema, Sudeti, Monti Metalliferi(Regione Franco-Germanica); Urali (Orogenesi Ercinica 260-200 milioni di anni fa). • Queste montagne non superano quasi mai i 2.000 metri di altitudine le loro cime sono arrotondate a causa dell’erosione.

  7. Montagne più giovani • Sono quelle nate dall’Orogenesi Alpina (70-1,8 milioni di anni fa). Si concentrano nell’Europa meridionale e formano una sorta di semicerchio intorno al Mar Mediterraneo: Pirenei, Alpi, Carpazi, Balcani, Caucaso Appennini e Alpi Dinariche. • Sono montagne caratterizzate da cime elevate oltre i 2.000 metri e appuntite. • In queste Catene si trovano le vette più alte d’Europa: Monte Elbrus nel Caucaso (5642 mt) e Monte Bianco (4810 mt) nelle Alpi.

  8. Schema montagne europee

  9. Le montagne italiane • La Penisola Italiana è coperta per più di 2/3 da montagne e colline. Le montagne appartengono alle catene delle Alpi e degli Appennini. • Le Alpi chiudono a nord la penisola formando un arco di 1.200 km nel versante esterno e 750 km in quello interno. Le vette più elevate si trovano ad ovest. • Le Alpi vengono divise in tre settori: Occidentali, Centrali e Orientali • Tra le Alpi e la pianura si estendono rilievi di minore altitudine chiamati Prealpi (Lombarde, Venete, Carniche e Giulie). I Monti Lessini appartengono alle Prealpi Venete.

  10. Ma Con Gran Pena Le ReCaGiu

  11. Profilo altimetrico delle Alpi Ma Con Gran Pena Le Reca Giu

  12. Gli Appennini • Si estendono lungo tutta la penisola italiana fino alla Sicilia, per circa 1200 km. • Non costituiscono un’unica catena ma una successione di massicci, rilievi e piccole catene. • Hanno altitudini inferiori alle Alpi (max Gran Sasso). • Si suddividono in tre parti: Settentrionale (Ligure, Tosco-Emiliano), Centrale (Umbro-Marchigiano e Abruzzese), Meridionale (Campano, Lucano e Calabro e Siculo).

  13. Profilo altimetrico degli Appennini

  14. IL CARSISMO • E’ un fenomeno di erosione e di modellamento del paesaggio. • Prende il nome dal Carso, una regione al confine tra Italia e Slovenia in cui esso è particolarmente evidente, ma è presente in molte altre aree d’Italia (es. Lessinia, Appennino Umbro-Marchigiano, Puglia). • Questo fenomeno interessa zone dove sono presenti rocce calcaree, un tipo di roccia costituita da carbonato di calcio. • Il carbonato di calcio, a contatto con l’acqua, si trasforma, diventando solubile.

  15. L’ acqua quindi erode la roccia calcarea e modella il paesaggio: • In superficie si formano depressioni chiamate doline. Spesso sul fondo della dolina si forma un inghiottitoio attraverso il quale le acque della pioggia confluiscono all’interno della roccia. • Nel sottosuolo, l’acqua, penetrata attraverso inghiottitoi e fessure, forma grotte, gallerie e pozzi. • Nelle grotte, l’acqua, gocciolando, rilascia il calcare in essa contenuto formando stalattiti (crescono dall’alto verso il basso) e stalagmiti (dal basso verso l’alto). Esse, incontrandosi, formano colonne.

  16. Stalattiti e stalagmiti

  17. Postumija, ma anche Roverè 1.000

  18. .

  19. IL CARSISMO IN LESSINIA • Il paesaggio della Lessinia osservato dall'esterno si presenta con vistosi fenomeni carsici di superficie: doline, conche, inghiottitoi, monoliti, città di roccia come la Valle delle Sfingi. • Sotto questo paesaggio esiste un altro carsismo di profondità: grotte, cunicoli e caverne. • Alcuni siti sono famosi come il Ponte di Veja e la Spluga della Preta.

  20. I fenomeni superficiali più conosciuti sono le doline e le città di roccia: le prime sono delle depressioni a forma di imbuto o scodella, sempre in relazione a cunicoli, cavità o grotte. • I monoliti che danno origine alla città di roccia sono invece il risultato dell'erosione dell'acqua meteorica sullo strato superficiale di Biancone e di successiva penetrazione nelle fessure esistenti nel Rosso Ammonitico.

  21. Lessinia

  22. Esempi di carsismo in Lessinia I caratteristici “funghi” calcarei dei Monti Lessini, tipico esempio di carsismo nel Rosso ammonitico Esempio di dolina, piccola depressione circolare a forma di imbuto, con un diametro che può arrivare a 1 km

  23. Ponte di Veja (lato occidentale)

  24. Il Ponte di Veja • L'arco naturale del Ponte di Veja è situato a 600 metri di quota a Sant’Anna d’Alfaedo, nei monti Lessini. • Esso costituisce l'enorme architrave residuale di una grande caverna aperta sul versante destro del Vajo della Marciora la cui volta risulta parzialmente crollata.L'imponenza e la suggestività del ponte ne fanno uno dei più spettacolari esempi tra le morfologie carsiche di tutto il Veneto. • Le formazioni calcaree in cui risulta scavato risalgono a circa 150 milioni di anni fa e le dimensioni sono ragguardevoli: 25 metri di altezza e 50 di larghezza. Dalla grande depressione di crollo si sviluppano alcune grotte di notevole estensione e importanza: la Grotta dell'Orso, la Grotta dell'Acqua, la Grotta Superiore, la Grotta B e la Cava d'Ocra.

  25. Ponte di Veja (lato orientale)

  26. Ponte di Veja – Grotta dell’orso

  27. La Spluga della Preta • La Spluga della Preta è uno dei più famosi abissi carsici del mondo. E’ un vuoto profondissimo all’interno del Corno d’Aquilio, sotto i pascoli dei Monti Lessini veronesi, nel comune di Sant’Anna d’Alfaedo (1438 mt s.l.m.). Dal 1925, anno in cui sono iniziate le esplorazioni, fino al 1953 è stato considerato l’abisso il più profondo del mondo. • La profondità finora esplorata è di 877 metri.

  28. Spluga della Preta

  29. Quando a Bolca c’era il mare • Bolca è una località dei Monti Lessini(comune di Vestenanova, provincia di Verona) adagiata nell'alta Vald'Alpone, nota fin dalla metà del XVI secolo per gli straordinari fossili di pescie piante provenienti dalle località della Pesciara e del Monte Postale. • 50 milioni di anni fa, l’area di Bolca e della Lessinia era occupata da lagune tropicali, con un fondale basso di pochi metri. Più tardi (40 milioni di anni fa), l'area compresa tra la Valle dell'Alpone e del Chiampo fu interessata da un abbassamento del fondale marino e da una attività vulcanica che formò delle colate di lava sottomarine.

  30. I fossili di Bolca • Sono i più importanti al mondo per estensione, per quantità delle specie faunistiche ritrovate, ma soprattutto per il perfetto grado di conservazione delle specie animali e vegetali. Tra i vari fossili si possono ricordare alcuni crostacei, dei rettili, qualche piuma d'uccello, varie specie di insetti, ma soprattutto numerosi pesci, oltre 150 specie, tra cui anche squali, che conservano oltre al tessuto osseo anche parte dei tessuti organici, proprio per il particolarissimo processo di fossilizzazione verificatosi in questa zona costiera nel corso di circa 50 milioni di anni. La perfezione di questo processo di fossilizzazione è dimostrata dal rinvenimento di alcune meduse, il cui corpo, costituito principalmente da acqua, è estremamente difficile da conservare. Le specie vegetali ritrovate, oltre 270, comprendono piante tropicali, alghe e palme. • I fossili di Bolcafurono studiati già nel 1500 e sono presenti nei principali musei del mondo e in ricche collezioni private. La famiglia Cerato scava da quasi 200 anni nella Pesciara che è di sua proprietà.

  31. Bolca

  32. Altre scogliere coralline: le Dolomiti • Le Dolomiti sono un insieme di gruppi montuosi delle Alpi Orientali, comprese tra le province di Belluno, Bolzano, Trento, Udine e Pordenone. • Le Dolomiti prendono il nome dal naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750-1801) che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante nella regione, battezzata in suo onore dolomia, costituita da carbonato di calcio e magnesio. • La genesi di questo tipo di roccia carbonatica inizia attraverso accumuli di conchiglie, coralli e alghe calcaree in ambiente marino e tropicale (simile all'attuale barriera corallina delle Bahamas, e dell'Australia orientale), i quali ebbero luogo circa 250 milioni di anni fa. Sul fondo di questi mari si accumularono centinaia di metri di sedimento che, sotto il loro stesso peso e perdendo i fluidi interni, si trasformarono in roccia. Successivamente, lo scontro tra la placca europea e la placca africana (orogenesi alpina) fece emergere queste rocce innalzandole oltre 3000 m sopra il livello del mare. • L’origine marina di queste montagne è testimoniata dalle numerose conchiglie fossili conservate nelle rocce dolomitiche (ammoniti).

  33. Dolomiti La dolomia, pur essendo più resistente delle rocce calcaree, subisce ugualmente l’erosione delle forze esogene. La costante azione di queste forze ha modellato e continua a modellare le Dolomiti che hanno assunto le forme che noi ammiriamo.

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