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La violenza sulle donne e le strade per la prevenzione. 22/11/2013 Provincia di Torino

Uomini autori di violenza verso le donne: la prevenzione tramite interventi culturali, educativi e relazionali. La violenza sulle donne e le strade per la prevenzione. 22/11/2013 Provincia di Torino Cerchio degli uomini. Relazione a cura di Roberto Poggi. Lea melandri.

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La violenza sulle donne e le strade per la prevenzione. 22/11/2013 Provincia di Torino

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Presentation Transcript


  1. Uomini autori di violenza verso le donne: la prevenzione tramite interventi culturali, educativi e relazionali La violenza sulle donne e le strade per la prevenzione. 22/11/2013 Provincia di Torino Cerchio degli uomini Relazione a cura di Roberto Poggi

  2. Lea melandri • Lea Melandri (Silenzi, pag. 204)“Partire dalla memoria del corpo – dai sedimenti profondi della vita psichica – per interrogare il rapporto tra i sessi, vuol dire riconoscere che il dominio maschile non nasce da una volontà malvagia dell’uomo o da una sua naturale pulsione di morte, ma da passaggi inconsapevoli di necessità che riguardano lo sviluppo della specie umana, il passaggio dalla natura alla cultura.”i

  3. Storia del Cerchio degli Uomini Nato nel ‘99, per interrogarsi su tematiche di genere riguardanti il maschile: • logica del patriarcato • mettere in discussione i vecchi equilibri, dialogando con le donne. • desiderio di ricercare altri valori, come creatività, solidarietà, empatia, riconoscimento, parità, differenza. • bisogno di condividere vissuti ed emozioni, parlando in prima persona partendo dalle proprie esperienze ed emozioni, nel rispetto dell’altra/o. Ci interrogavamo su diversi temi: • potere, lavoro, famiglia, intimità, rapporto col femminile, sessualità, paternità ecc.. Ed infine… • emerse il tema della violenza e della prevaricazione nelle relazioni in generale e con le donne. Primi ingressi inerenti tali problematiche

  4. Prevaricazione e violenzaOrigini culturali – storie personali • Cultura millenaria che ha portato a stereotipi di genere. • Principio del vincente/perdente. Criticità conflittuale. • Maschile formato su uno scarso riconoscimento dell’emotività, delle fragilità, sessualità svincolata dall’affettività, comunicazione più sul fare che sull’essere. • Violenza assistita, subita, abuso. • Situazione sociale sfavorevole. • Scarsi strumenti comunicativi ed incapacità di gestione dei conflitti. • Scarsa empatia, non riconoscimento dell’altro. • Attaccamento ambiguo con le figure primarie.

  5. Le attività che svolgiamo Formazione: Organizzazione, coordinamento, partecipazione, conduzione Gruppi di condivisione uomini, donne e uomini, coppie. • spettacoli teatrali auto prodotti • rassegne cinematografiche • interventi nelle scuole (stereotipi, violenza, bullismo, violenza di genere) • interventi con i futuri padri (Consigliera di Parità Regionale) • Sportello d’ascolto del disagio maschile e prevenzione alla violenza: sportello telefonico, colloqui individuali e gruppi di criticità e violenza (Provincia di Torino, Comune di Torino).

  6. Sul tema del contrasto alla violenza • Partecipazione al Coordinamento Cittadino contro la Violenza alle Donne • Partecipazione a laboratori nazionali ad Agape sui diversi linguaggi maschili e di confronto fra generi ad Anghiari. • Partecipazione alla Rete Naz. MaschilePlurale. • Collaborazione con istituzioni e associazioni femminili sui temi della paternità, del contrasto alla violenza, delle pari opportunità, ecc..Partecipazione ai progetti Action e Lexop Asiir e al Tavolo Provinciale Prevenzione violenza sulle donne tramite interventi su uomini che hanno agito violenza.

  7. Sul tema del contrasto alla violenza bis • Adesione alla campagna internazionale del Fiocco Bianco. • Interventi in diverse scuole superiori su temi come le pari opportunità, la violenza maschile alle donne e bullismo • Formazione sulla violenza domestica: con Vires, con Artemisia, IReS Barcellona, 3 Formazioni Fiocco Bianco, diversi incontri auto gestiti di attività psico-corporee (su stereotipi, fiducia, uso della forza, relazioni, ecc.).Convegni come partecipanti, relatori, formatori.

  8. Sportello d’ascolto per il disagio maschile • 2009 Apertura di un servizio con il supporto della Provincia di Torino, per la prevenzione e il contrasto alla violenza maschile alle donne e in famiglia, in tutta quell’ampia fascia di disagio relazionale, prima che si manifesti come reato. 011 247.81.85 • Gruppo di 4 counselor per la gestione dello sportello. • Formazione e supervisione sulla gestione di una linea telefonica. • Formaz. e superv. per i colloqui individuali e gruppo di criticità • Formulazione scheda rilevamento dati per chiamate e incontri. • Campagna pubblicitaria a basso regime, per iniziare il rodaggio. • Orario: primo anno 2 ore/settimana. Dopo 1 ora/die Lu-Ve • Individuazione di una sede per i colloqui individuali e gruppo. • Consolidamento di una rete di servizi per il maltrattante e la vittima, affinché si faccia sistema.

  9. Obiettivi • Intercettare il disagio, senza connivenza, alleanza o freddezza e cercando di agire sul potenziale positivo dell’appellante. • Offrire una serie di colloqui orientativi, valutare fattori di rischio ed eventualmente: • inserimento nei nostri gruppi ordinari, • inserimento gruppi specifici (sul tema del disagio e della violenza), • indirizzare alla rete di specialisti per problematiche specifiche (dipendenze, psichiatria, psicoterapia, sostentamento, problematiche legate ai minori, ecc). • contatti con le forze dell’ordine • contatti centri accoglienza per le vittime.

  10. Colloqui individuali: uscita dall’anonimato, primo confronto sul problema, verifica disponibilità ad entrare in gruppo, eventuali invii altri servizi, possibilità di continuare in individuale (7/8 incontri).Lavoro in gruppo: parlare in prima persona, condivisione emozioni, uno per volta.Dalle condivisioni si prende spunto per focus su: segnali collera, sistemi di primo controllo / minimizzazione, negazione, proiezione / riconoscimento di paure e timori / riconoscimento dell’altra, immedesimazione, empatia / riconoscimento della svalutazione / riconoscimento del danno / gestione dei conflitti / cura della comunicazione / riesame sistemi valoriali / contatto con le emozioni / proposta di cambiamento / ridecisione su sistema di vita. Obiettivi specifici

  11. TIPOLOGIE DEL MALTRATTANTEOrigini culturali. Storie individuali. Violenza assistita, subita, attaccamento.Uomini di un solo delitto. Non posso vivere senza di te.Morti annunciate. Cose da matti. (Merzagora)DINAMICHEControllore: timore di perdere dominio. Difensore: teme l’autonomia. Ricerca di approvazione: problemi di autostima. Fusione: l’altro è parte di sè, narcisismo. Dipendenza: angoscia di abbandono. Difficoltà contatto emozioni: sia espresse che di riconoscimento.Deficit comunicazionale. (Merzagora).Stratificazione a piramide/Spirale della violenza

  12. Sistema culturale che accoglie prevaricazione, discriminazione, violenza • Forza come valore fondamentale per la sopravvivenza. • Società matrilineari che lasciano il posto a sistemi gerarchici. • Cultura basata sul valore della forza come strumento di controllo che apre al progresso tecnologico, ma che richiede al maschio un allontanamento dal contatto emotivo. • Invidia del potere procreativo. Controllo a salvaguardia della paternità. • Separazione dei ruoli tra i sessi e gerarchizzazione della relazione. • Machismo che si afferma declinandosi nelle diverse culture. • No fragilità, no empatia, disprezzo, misoginia. • Costruzione di un maschile che “deve” apparire forte. • Il prezzo: perdita di contatto emotivo, empatico, riduzione attaccamento alla vita, relazioni meno profonde, comunicazione sul fare e possedere, meno sull’essere, esasperazione della competitività, predisposizione a prevaricazione e violenza, sessualità vissuta come consumo e reificazione della donna, scissione sessualità e relazione.

  13. Da una cultura generalizzata alle storie • Statistiche: 20-25%, prevale la violenza domestica. • Violenza assistita. Violenza fisica e psicologica. • Violenza subita. • Processi di violentizzazione. • Ambiguità nell’attaccamento, doppio legame. Relazioni ambivalenti (Bowlby) • Rischi nelle separazioni. • Dipendenze affettive, bisogno dell’altra, gelosia, ansia abbandonica, necessità di controllo. Tratti clinici: Narcisismo, asocialità ed isolamento, borderline, tratti paranoici. Alternanza atteggiamenti affettuosi e aggressivi.

  14. Condivisione, partendo da sé e dalle emozioni. Attivazione, emersione nel qui e ora. Drammatizzazione dei racconti, scambi di ruolo Contatto e riconoscimento emotività. Metodi attivi Empatia verso l’altra/o. Riconoscimento negazione e minimizzazione Adesione a modelli positivi di relazione. Attivazione desiderio positività. Ridecisione di piani esistenziali Passaggio progressivo alla condivisione Gruppi su disagio relazionale e violenza

  15. Negazione e riconoscimento TECNICHE DI NEUTRALIZZAZIONE Negazione, minimizzazione, non riconoscimento dell’altra, del danno, giustificazione morale, etichettamento eufemistico, confronto vantaggioso, dislocamento della responsabilità, attribuzione di colpa. RICONOSCIMENTO DELLA VIOLENZA Riconoscimento del danno, Riconoscimento dell’altra, contatto emotivo delle proprie emozioni. Consapevolezza emotiva dei sentimenti negativi e positivi e loro riconoscimento, riconoscimento della paura di abbandono, riconoscimento delle fragilità, violenza come effetto volto alla negazione delle proprie fragilità, sistema valoriale, proposta di cambiamento, ridecisione.

  16. STRATEGIE DI CONTROLLO • Riconoscimento del danno. Esame di realtà su cause scatenanti, segnali della collera e della violenza, segnali fisici, diario. Strategie di dislocazione e di controllo. Comunicazione nella conflittualità. Ascolto. • Le strategie di controllo sono poco efficaci nel lungo periodo se non sono accompagnate da un profondo cambiamento. E’ necessario continuare a sostenere la persona anche dopo il percorso.

  17. Risultati • 160 (15 donne/120 uomini) chiamate telefoniche, più 15 contatti attraverso il sito ed alcuni invii diretti. • 200 chiamate in segreteria fuori orario. • 140 colloqui individuali con 50 uomini • 80 incontri di gruppo • 17 inserimenti in un gruppo di criticità. • 5 Invii ai gruppi ordinari • 40 invii ai servizi su territorio. • Nessun uomo durante la frequentazione dei colloqui individuali e dei gruppi ha reiterato violenza fisica. Si presume inoltre un calo ed un ridimensionamento della violenza psicologica

  18. Interpretazione delle schede • Età degli appellanti: 60% da 40 a 60 anni 30% da 20 a 40 anni • Ha conosciuto il servizio: 40% passaparola, 40% stampa e volantini, internet, media • Problematiche: 50% per informazioni 70% bisogno sostegno 60% difficoltà ad esprimere emozioni 90% problemi con la partner. 40% sui figli (separazioni e violenza) • Violenza fisica o psicologica agita: 40% (dichiarata) • Violenza psicologica subita: 40% (dichiarata)

  19. Sintesi del lavoro con gli autori di violenza domestica Il lavoro sugli uomini autori di violenza tende ad un cambiamento profondo della cultura, dei valori e del sistema relazionale. Inizia con interventi di contenimento, per passare a strategie per evitare episodi violenti. E’ necessario lavorare sulla negazione e la minimizzazione, quindi sul contatto con l’emotività, l’empatia ed il riconoscimento dell’altra e del danno. Si passa alla gestione dei conflitti ed al miglioramento della comunicazione. Si arriva ad un processo di ridecisione sul sistema valoriale. Passaggio progressivo alla modalità della condivisione Può essere necessario un lavoro a medio termine di tutoring. Si valuta la possibilità di percorsi specifici integrati con diverse tecniche che prendono in considerazione il coinvolgimento corporeo e la creatività. Si interviene dai primi segnali per accesso spontaneo per arrivare ai casi più gravi. Intervenire ad un provvedimento di allontanamento dall’abitazione (che eviterebbe il trauma alle vittime di uno spostamento in una casa segreta con una serie di problemi legati ad una sorta di sradicamento)

  20. Interventi culturali,relazionali, educativi ed interventi terapeutici • Il fenomeno della violenza domestica è così diffuso che diventa necessario evitare il rischio di patologizzare e stigmatizzare alcuni casi rendendo invisibili i milioni di casi non emersi. • Solo in alcuni casi si fa riferimento alla patologia (Merzagora Betsos). • Sui tratti clinici si può beneficiare di interventi psichiatrici e psicoterapeutici. • Il lavoro in sinergia tra operatori che lavorano sugli aspetti culturali, relazionali, educativi, il controllo e la consapevolezza delle emozioni, la negazione, il riconoscimento ed i professionisti psichiatri e psicoterapeutici diventa indispensabile soprattutto nei casi gravi. • Riteniamo comunque imprescindibile per chiunque si occupi del problema della violenza di genere un approfondito lavoro su se stessi, sulla costruzione del proprio maschile e sulle tematiche personali inerenti a questi argomenti tramite una pratica di confronto tra uomini e tra uomini e donne. Si tratta di portare a piena consapevolezza ciò che la cultura generalizzata di prevaricazione nelle relazioni tra donne e uomini ed in generale tende a nascondere o a rimuovere.

  21. Progetti per il futuro Proseguimento della formazione e della supervisione. • Implementare campagna pubblicitaria. • Coinvolgere le ASL e i comuni della provincia. • Organizzazione del servizio in due filoni diversi: il disagio e la violenza. • Riformulazione del percorso. Più colloqui individuali. Segmentazione dei gruppi • Coordinamento con le altre realtà nazionali con cui siamo in contatto (CAM, Modena, Milano, Roma, Bolzano, maschile plurale….). • Riformulazione schede di rilevazione. • Follow up e sistema di tutoring come prevenzione alle recidive. • Coinvolgimento F. O., Procure, Ordini Professionali • Continuazione del lavoro con Provincia, Comune e Regione, il cui supporto è indispensabile.

  22. Conclusioni • Il lavoro di contrasto alla violenza alle donne assume quindi un significato di cambiamento epocale nelle relazioni. • Da relazioni basate su rapporti di potere si passa al riconoscimento dell’altra/o. • E’ necessario acquisire una diversa cultura della gestione dei conflitti. • Un cambiamento nelle relazioni tra donne e uomini diventa paradigma di costruzioni sociali di maggior benessere collettivo.

  23. ... Infine … • La differenza sessuale è il paradigma universale e basilare della relazione nella differenza. Deve dunque diventare il modello mondiale di dialogo democratico. • La differenza comincia con la differenza di identità fra uomo e donna. (Luce Irigaray. In tutto il mondo siamo sempre in due. Baldini Castoldi)

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