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ORTICOLTURA a.a. 2005-2006

ORTICOLTURA a.a. 2005-2006. Docente: Livia Martinetti Di.Pro.Ve. - sez. Agronomia e-mail: livia.martinetti@unimi.it Tel.: 02/50316589.

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ORTICOLTURA a.a. 2005-2006

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  1. ORTICOLTURA a.a. 2005-2006 Docente: Livia Martinetti Di.Pro.Ve. - sez. Agronomia e-mail: livia.martinetti@unimi.it Tel.: 02/50316589

  2. ORTAGGI: piante erbacee destinate a fornire un prodotto utilizzabile nell’alimentazione umana (crudo, cotto, fresco o variamente conservato) e raccolte prima che abbiano completato il loro ciclo biologico.

  3. GAMME DI PRODOTTO I GAMMA : ortaggi freschi II GAMMA : conserve e trasformati III GAMMA : surgelati IV GAMMA : ortaggi freschi pronti V GAMMA : ortaggi precotti

  4. In Italia le specie importanti dal punto di vista alimentare ed economico sono circa 50. Produzioni tipiche: radicchio in Veneto, carciofi in Liguria e Lazio, cavolfiore di Iesi, fragola in Emilia-Romagna, basilico in Liguria, cipolla ‘Rossa di Tropea’ in Calabria...

  5. PANORAMA DELL’ORTICOLTURA ITALIANA L’orticoltura interessa circa 480.000 ha (3,6% della SAU), con una PLVdi 5 miliardi di euro, pari al14,4% di quella agricola totale. Le colture ortive in serra si estendono su 27400 ha; le colture complessivamente protette, comprendendo anche le protezioni più semplici, si estendono su circa 50000 ha. L’Italia concorre per il 27% alla produzione di ortaggi nella CE, seguita da Spagna (21,5%), Francia (14,6%) e Grecia (7,7%). I consumi interni sono tra i più alti al mondo, con 248 kg di ortaggi all’anno per famiglia.

  6. La maggior parte della produzione (63%) è destinata al consumo interno. Alla trasformazione viene destinato il 5-6% della produzione (il 90% per il pomodoro).

  7. Orti familiari ed amatoriali: caratterizzati da piccole dimensioni (100-1000 m2), consociazioni ed avvicendamenti molto articolati, assenza di meccanizzazione, consumo diretto TIPI DI ORTICOLTURA Aziende orticole: presentano superfici maggiori, produzione per il mercato o per l’industria di trasformazione, specializzazione delle colture, meccanizzazione delle operazioni colturali La superficie media aziendale è di 1,7 ha

  8. Orti urbani e periurbani (orti organizzati): ubicati alla periferia delle grandi città, spesso in condizioni di elevato inquinamento ambientale e in assenza di acqua irrigua. Horticulture therapy: svolge un’importante funzione psicologica nel recupero e nell’integrazione sociale di soggetti portatori di handicap

  9. Si distinguono: • Colture forzate: si svolgono interamente in serra e consentono di produrre fuori stagione • Colture semiforzate: si avvalgono della serra o dei tunnel per periodi limitati del loro ciclo e consentono produzioni anticipate e/o ritardate • Colture difese: si avvalgono di semplici protezioni, che migliorano la produzione

  10. MEZZI DI FORZATURA Serre

  11. SERRA Mezzo di protezione praticabile dall’operatore atto a creare condizioni climatiche favorevoli alla produzione ed alla propagazione delle colture. Si parla di serra a partire da volumi minimi di 1,8-2 m3 per m2 di superficie coperta.

  12. Dimensioni della serra: Larghezza minima: 8-10 m Lunghezza massima: 80-100 m Altezza di gronda: 2,5-3,5 m Altezza di colmo: 4-6 m Con l’aumento del volume della serra si realizza un più elevato volano termico. Aumentando l’altezza, bisogna predisporre degli schermi termici mobili per ridurre le necessità di riscaldamento notturno.

  13. MATERIALI DI STRUTTURA • LEGNO(basso coefficiente di conducibilità termica, poco costoso, ma di durata limitata, ombreggiante, ingombrante) • CEMENTO(di minore deperibilità del legno, ma ugualmente ombreggiante ed ingombrante) • FERRO ZINCATO(alta conducibilità termica, ma consente una migliore coibentazione, serre di maggiori dimensioni) • ACCIAIO(analogo al ferro, più duraturo, più costoso) • ALLUMINIO(molto costoso, usato eventualmente per i profili portavetro)

  14. CARATTERISTICHE DEL MATERIALE DI COPERTURA I) Fisico-meccaniche • densità • spessore • elasticità • resistenza alla trazione • proprietà termiche (coefficienti di dilatazione lineare e di conducibilità termica, resistenza alle alte e basse T°) • resistenza all’invecchiamento (durata)

  15. II) Ottiche • massima trasmittanza alle radiazioni del visibile (PAR tra 400 e 700 nm) • minima trasparenza alle radiazioni IR lontano

  16. L’”effetto serra” dipende dal bilancio del calore acquisito durante il giorno attraverso l’irraggiamento solare alle lunghezze d’onda di 300-2500 nm (massimo a 500 nm) e quello perso di notte con l’irraggiamento del suolo e delle piante alle lunghezze d’onda di 2500-35000 nm (massimo a 9000-10000 nm).

  17. Percentuale di trasmissione della radiazione visibile e di quella infrarossa in vari materiali di copertura. Materiali380-760 nm2500-35000 nm Film PE 91 79 PVC 92 6 EVA 92 39 Lastre Vetro 91 1 PMMA 90 1 Policarbonato (alv.) 78 3 Poliestere 75-81 4 PVC (ondulato) 79 5

  18. Serra tedesca standard a grande navata Serra tipo Venlo

  19. Serra con avvolgibili di arieggiamento sul tetto Serra con arieggiamento sul colmo

  20. Serra in profilato d’acciaio ad arco acuto ed arieggiamento mediante avvolgibili laterali

  21. TENDENZE INNOVATIVE NELL’AMBITO STRUTTURALE • Struttura in acciaio e profili porta lastre in alluminio • Guarnizioni di fissaggio delle lastre in materiale plastico (maggiore ermeticità e minore dispersione termica) • Doppia copertura pneumatica (> resistenza termica, risparmio energetico, eliminazione della condensa, protezione dalla neve, ma riduzione della luminosità) • Motorizzazione delle aperture di ventilazione • Falde apribili al colmo verticalmente (> aerazione, possibilità di lasciare il terreno completamente scoperto) • Falde traslanti lateralmente sopra i canali di gronda • Coperture a più falde sulla singola campata

  22. Serre con apertura del tetto a falde traslanti

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