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Economia Aziendale Lettere L-Z a.a. 2013/2014 Dottor Stefano Santucci

Economia Aziendale Lettere L-Z a.a. 2013/2014 Dottor Stefano Santucci. Lezione n. 1-2 I fondamenti della rilevazione contabile. Informazioni sul Corso. Orario delle lezioni: Lunedì 9-11 Aula E1 Martedì 11-13 Aula E1 Giovedì 9-11 Aula E1

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Economia Aziendale Lettere L-Z a.a. 2013/2014 Dottor Stefano Santucci

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Presentation Transcript


  1. Economia AziendaleLettere L-Za.a. 2013/2014Dottor Stefano Santucci Lezione n. 1-2 I fondamenti della rilevazione contabile

  2. Informazioni sul Corso • Orario delle lezioni: • Lunedì 9-11 Aula E1 • Martedì 11-13 Aula E1 • Giovedì 9-11 Aula E1 • Esercitazioni: Lunedì 11/11, h. 16-18, Aula A • Lunedì 25/11, h. 16-18, Aula A • Lunedì 15/12, h. 16-18, Aula A • Avviso agli Studenti: • Lunedì 17 novembre, lunedì 2 e 9 dicembre non ci sarà lezione • Docente: • Dottor Stefano Santucci • Orario di ricevimento: Martedì, Ore 13,30 • Testo: • Santucci, S. • Ragioneria, Teoria ed applicazioni, Egea 2013

  3. Programma di massima • La teoria di rilevazione e le operazioni istituzionali e Peculiarità della gestione caratteristica (IVA, operazioni con l’estero, regolamento degli acquisti e delle vendite) • Le rilevazioni dell’area finanziaria e patrimoniale • La chiusura dei conti e la determinazione del risultato di esercizio • Principi di redazione e tavole di sintesi del bilancio di esercizio disciplinato dagli articoli 2423 e seguenti c.c.. • Cenni sulle principali differenze rispetto ai principi IAS/IFRS

  4. RILEVAZIONE: • Osservazione sistematica delle quantità economiche conseguenti allo svolgersi del sistema degli accadimenti aziendali, composto da: • Operazioni e processi posti in essere scientemente dal soggetto operativo; • Fatti aziendali indipendenti dalla volontà del soggetto operativo; • Rilevazioni di fine esercizio. • Gli accadimenti dei tipi sub-1 e sub-2 configurano la gestione economica esterna (scambi monetari con terze economie), le rilevazioni sub-3 hanno come riferimento generico l’evoluzione dei processi produttivi aziendali in future operazioni di scambio. • CARATTERI DEGLI SCAMBI : • Natura monetaria • Esistenza di due prestazioni contemporanee (principio dualistico): • prestazione principale dello scambio • controprestazione di natura monetaria o corrispettivo;

  5. Lo scambio monetario Le operazioni di gestione esterna sono essenzialmente costituite da scambi monetari con soggetti terzi rispetto all’impresa L’operazione di scambio è contraddistinta da: 2 soggetti 2 oggetti 2 tempi Con riferimento ai soggetti, si distinguono: scambi con terze economie, posti in essere con soggetti non solo giuridicamente indipendenti, ma anche economicamente autonomi scambi intragruppo: posti in essere con soggetti giuridicamente indipendenti, ma appartenenti allo stesso gruppo aziendale

  6. Lo scambio monetario Con riferimento agli oggetti si distingue tra: ● prestazione principale: - risorse specifiche: materie prime, servizi di vario genere, lavoro, impianti e macchinari, strumenti finanziari, ecc. - risorsa generica: denaro ● controprestazione: - monetaria - non monetaria (baratto/permuta) Con riferimento ai tempi di esecuzione dello scambio: La controprestazione monetaria può essere effettuata in via: ● anticipata ● concomitante ● successiva ● attraverso una combinazione rispetto alla prestazione principale.

  7. I valori generati dallo scambio monetario

  8. 8

  9. Le classi di valori di bilancio • Esistono due classi di valori sempre osservabili nelle operazioni di scambio con terze economie. • Essi derivano dalla duplice funzione svolta dalla moneta nello scambio e cioè: • 1. Funzione numeraria o aspetto originario: • Enumerazione delle unità monetarie a corrispettivo dello scambio (valori numerari e finanziari); • 2. Funzione economica o aspetto derivato: • Termine di paragone dei valori dei fattori produttivi acquistati e delle produzioni ottenute (Valori economici o non numerari)

  10. Valori numerari • Definizione: • Numero di unità monetarie necessarie allo svolgimento dello scambio • Valori numerari certi: • Unità di moneta fisicamente esistenti (denaro in cassa); • Valori numerari assimilati: • Valori assimilabili ai valori numerari certi perché sostituti temporanei di questi (crediti e debiti di regolamento); • Valori numerari presunti: • Approssimazioni di valori numerari certi e/o assimilati in attesa di verifica (ad es. crediti o debiti espressi in moneta non di conto). • Rispetto allo svolgimento dei cicli produttivi aziendali, i valori numerari sono cicli monetari non conclusi (debiti e crediti) o in attesa di conveniente investimento

  11. Valori economici o non numerari: • Definizione: • Valorizzazione monetaria dei fattori produttivi utilizzati nei processi produttivi aziendali (insiemi ordinati di operazioni di acquisto, trasformazione e vendita) • Tipologie di fattori produttivi • Fattori produttivi generici: capitale monetario • Fattori produttivi specifici, a loro volta suddivisi in • fattori produttivi a utilità immediata: esauriscono la loro utilità all’interno di un singolo processo produttivo • - fattori produttivi a utilità ripetuta: rilasciano gradualmente la propria utilità a più processi produttivi • Classificazione dei valori economici in relazione ai prezzi: • Valori certi: Valori formatisi sui mercati di acquisto e di vendita; • Valori stimati: Approssimazioni di valori certi in attesa di verifica; • Valori congetturati: Valori determinati in base a ipotesi di gestione derivanti dalla suddivisione dell’unitaria vita aziendale in sottoperiodi.

  12. Aspetti formali della rilevazione: • Utilizzo del conto come strumento di rilevazione • Utilizzo del metodo della partita doppia come metodo di rilevazione; • Utilizzo di registri formali di rilevazione • Il conto come strumento di rilevazione: • Prospetto a due o più sezioni (a seconda delle esigenze di rilevazione) intestato a un determinato oggetto di conto e finalizzato ad accogliere tutte le variazioni ad esso relative e correlate allo svolgimento del sistema degli accadimenti aziendali • Dare Oggetto di conto Avere

  13. Elementi di terminologia contabile • Dare ed avere: denominazioni della sezione sinistra e della sezione destra del conto, svincolate da qualsiasi riferimento al loro significato letterale. • Accendere un conto: Iscrivere un valore in una delle due sezioni • Addebitare un conto: iscrivere un valore nella sezione dare • Accreditare un conto: iscrivere un importo nella sezione avere • Variazione: mutamento dell’importo iscritto nel conto • Totale dare o totale avere: somma delle variazioni di conto iscritte nella sezione dare o nella sezione avere • Conto Unifase (Bifase): Conto funzionante solo in una delle due sezioni, cioè solo in dare o solo in avere(Conto funzionante in entrambe le sezioni)

  14. Elementi di terminologia contabile • Saldo di un conto: Somma algebrica fra il totale degli importi iscritti in dare ed il totale di quelli iscritti in avere • Saldo dare: Prevalenza degli importi iscritti in dare su quelli iscritti in avere • Saldo avere: Prevalenza degli importi iscritti in avere su quelli iscritti in dare; • Conto analitico: conto utilizzato per le rilevazioni di contabilità sistematica • Conto di gruppo: conto di sintesi composto dal saldo di più conti distinti • Giroconto: trasferimento parziale o totale del saldo di un conto ad un altro conto • Saldare (o chiudere) un conto: iscriverne il saldo nella sezione opposta e non utilizzare più il conto stesso

  15. Metodo della partita doppia: • Rilevazione simultanea ed antitetica dei due aspetti di osservazione dei fatti connessi allo svolgimento del sistema degli accadimenti (aspetto numerario ed economico). • Utilizzo di due distinte serie di conti (conti finanziari e conti economici o non numerari) con la seguente metodologia: • Ricerca dell’aspetto originario di osservazione (aspetto finanziario) e individuazione della sezione del conto da addebitare o accreditare in base a regole contabili convenzionali • Individuzione dell’aspetto derivato (aspetto economico) come valore economico e relativa rilevazione della variazione nella sezione di conto opposta a quella movimentata per il conto numerario. • Permutazioni economiche o numerarie: rilevazioni connesse a fatti di gestione non osservabili simultaneamente sotto l’aspetto economico e quello numerario, ma solo come trasformazioni di valori economici o di valori numerari in valori della stessa classe ma di specie diversa.

  16. Convenzioni di rilevazione • Variazioni numerarie positive: • Rilevazioni di valori nei conti accesi ai valori finanziari conseguenti a entrate di cassa, Formazione/incremento di crediti di regolamento/finanziamento Estinzione o diminuzione di debiti di regolamento/finanziamento. • Convenzione di rilevazione: Iscrizione variazioni nella sezione “dare” dei conti • Corollario: Rilevazione delle correlate variazioni non numerarie ad esse connesse nella sezione “avere” dei rispettivi conti • 2. Variazioni numerarie negative: • Uscite di cassa, formazione o incremento di debiti di regolamento/finanziamento, Diminuzione o estinzione di crediti di regolamento/finanziamento. • Convenzione di rilevazione: Iscrizione di tali variazioni nella sezione “avere” dei rispettivi conti • Corollario: Rilevazione delle correlate variazioni non numerarie nella sezione dare dei rispettivi conti

  17. Regole del metodo della partita doppia • Esecuzione delle rilevazioni in modo da realizzare l’uguaglianza fra le variazioni iscritte nella sezione dare e quelle iscritte nella sezione avere dei conti movimentati; • A seguito dell’annotazione nel sistema dei conti il totale dei totali daredeve sempre essere uguale altotale dei totali avere dei conti • Il totale di tutti dei conti a saldo daredeve coincidere con il totale di tutti i conti a saldo avere • Il girosaldo di tutti i conti ad un conto sintetico generale comporta la chiusura di tutti i conti analitici

  18. Caratteri della rilevazione • Sistematicità: • Utilizzo del conto come strumento per la annotazione di tutte le variazioni relative ad un determinato oggetto di conto. • Strumento: Libro mastro quale raggruppamento dei conti analitici secondo la modalità di organizzazione stabilita all’interno del piano dei conti • Ordine cronologico: • Rilevazione giorno per giorno delle operazioni nel registro denominato “libro giornale” • Conseguente necessità di collegamento fra le variazioni dei conti numerari ed economici indotte dallo svolgimento delle operazioni contabili. • Articolo contabile: • Scrittura operata all’interno del libro giornale in ordine cronologico

  19. Tipologie di articoli contabili • - Articolo semplice: Iscrizione di un conto in dare e di un conto in avere • D A • Clienti a Ricavi c/vendite 1.000 1.000 • - Articolo composto : iscrizione di un solo conto in una delle due sezioni e di una pluralità di conti nell’altra D A • Clienti a diversi 1.200 • a Ricavi c/vendite 1.000 • a Iva ns. debito 200 • ARTICOLO COMPLESSO: Iscrizione di pluralità di conti in dare e in avere • D A • Diversi a diversi • Clienti 800 • Cassa 400 • a Ricavi c/vendite 1.000 • a Iva ns. debito 200

  20. Ulteriori aspetti delle scritture a libro giornale • Numerazione progressiva articoli, con indicazione della data di rilevazione, dei codici dei conti movimentati nell’articolo e della denominazione dei conti addebitati e dei conti accreditati • Separazione dei conti addebitati da quelli accreditati tramite la lettera “a” (significato: passaggio dai conti movimentati in dare ai conti movimentati in avere nello stesso articolo contabile) • Descrizione dell’operazione e annotazione degli estremi del documento giustificativo • Collegamento fra libro giornale e libro mastro: • Indicazione a libro giornale dei codici dei conti del libro mastro in relazione ai conti movimentati dai singoli articoli contabili • Indicazione in ogni conto di mastro del numero progressivo dell’articolo contabile corrispondente a ogni singola variazione.

  21. Collegamenti fra libro giornale e libro mastro • CONTO 001 – CLIENTI • CONTO 002 – PDT FINITI C/VENDITE

  22. Momento di rilevazione dei valori in contabiità • Elementi rilevanti per decidere il momento di rilevazione: • Formazione dei valori: Momento dell’incontro della volontà delle parti • Rilevazione dei valori nel sistema secondario dei conti d’ordine in conti intestati al soggetto ed all’oggetto • Criterio generale di rilevazione dei valori: La competenza temporale • Momento di esecuzione dello scambio, cioè all’atto del passaggio della proprietà dei beni scambiati, solitamente coincidente con la consegna o la spedizione dei beni (passaggio di proprietà) o la prestazione/godimento dei servizi scambiati • Criterio operativo di rilevazione dei valori:Competenza contabile • rilevazione alla data di arrivo o emissione dei documenti giustificativi dell’operazione (fatture/ricevute) • N.B. Criterio valido solo per le operazioni in cui esecuzione dello scambio e disponibilità dei documenti cadono nello stesso periodo amministrativo

  23. Obiettivi del processo di rilevazione • reddito di esercizio e correlato capitale di funzionamento • Capitale di funzionamento: sistema di valori attivi e passivi a disposizione e vincolo per lo svolgimento della gestione futura • Reddito: misura della modalità con cui l’azienda attua il processo di trasformazione economica nel tempo, pari alla variazione subita dal capitale in un determinato periodo per effetto della gestione • Determinazione analitica del reddito: somma algebrica fra valore della produzione (comp. pos. reddito) e costo dei fattori produttiviconsumati per ottenerla (comp. neg. reddito) • Periodo temporale di riferimento per determinare il reddito: • vita complessiva dell’impresa (reddito totale globale); • Periodi di durata inferiore (ipotesi finzione: suddividere la vita aziendale in sottoperiodi di osservazione per avere info significative).

  24. Economia Aziendale (II modulo) Le aree della gestione Area caratteristica acquisizione di fattori produttivi e loro regolamento trasformazione fisico-tecnica cessione delle produzioni e loro regolamento Area accessoria acquisizione e cessione (anche in godimento) di beni non strumentali e loro regolamento finanziamenti attivi finanziamenti a titolo di capitale di rischio • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 28 • 28

  25. Economia Aziendale (II modulo) Le aree della gestione Area finanziaria finanziamenti passivi Area dei tributi liquidazione e pagamento delle imposte dirette Area istituzionale apporti di capitale proprio rimborsi di capitale proprio distribuzione dell’utile di esercizio e/o di esercizi precedenti copertura della perdita di esercizio e/o di esercizi precedenti • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 29 • 29

  26. Economia Aziendale (II modulo) Struttura e attività operativa Le operazioni pertinenti ad alcune delle sopra citate aree possono essere: volte a costituire la struttura degli investimenti o dei finanziamenti aziendali; espressive dell’attivitàoperativa. Queste ulteriori nozioni trovano applicazione nelle aree della gestione per le quali è ipotizzabile cogliere una relazione tra uno stock di ricchezza e un flusso economico • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 30 • 30

  27. I profili della gestione

  28. Le funzioni aziendali L’attività caratteristica è svolta dalle seguenti funzioni organizzative: funzione produzione (compresa la gestione dei magazzini); funzione ricerca e sviluppo; funzione commerciale; funzione amministrativa (e finanziaria).

  29. Economia Aziendale (II modulo) La gestione e i suoi equilibri Perché l’azienda possa durare nel tempo in un ambiente mutevole (durabilità), senza il ricorso sistematico a interventi di sostegno e di copertura delle perdite da parte di altre economie (autonomia), essa deve perseguire simultaneamente: l’equilibrio reddituale l’equilibrio monetario • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 34 • 34

  30. Economia Aziendale (II modulo) Equilibrio reddituale Esprime l’attitudine dell’azienda a generare, nel medio - lungo termine, un flusso di ricavi che copra sistematicamente i costi di gestione. L’equilibrio reddituale deve essere qualificato da: efficienza di svolgimento dei processi produttivi (rendimenti fisico-tecnici) innovazione dei prodotti/processi flessibilità della struttura aziendale congruità dei prezzi-costo sostenuti e dei prezzi-ricavo conseguiti congruità delle remunerazioni del lavoro congruità delle remunerazioni dei conferenti capitale di pieno rischio • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 35 • 35

  31. Economia Aziendale (II modulo) Equilibrio monetario Esprime l’attitudine dell’azienda ad adeguare, in ogni momento, le disponibilità immediate alle uscite monetarie, per evitare, da un lato, la cessazione dei pagamenti e, dall’altro, la non economica esuberanza di mezzi liquidi. Non esiste mai perfetta sincronia tra le entrate monetarie connesse al conseguimento di ricavi e le uscite monetarie connesse al sostenimento di costi. L’equilibrio monetario deve essere perseguito ricorrendo alle operazioni dell’area finanziaria della gestione e alle operazioni dell’area accessoria (o patrimoniale), compatibilmente con l’equilibrio reddituale. • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 36 • 36

  32. La determinazione del reddito totale globale • Momento di determinazione • termine della vita dell’impresa, a conclusione di tutte le operazioni: • di carattere economico (finanziamento iniziale, acquisto dei fattori produttivi, vendita dei prodotti) • di carattere monetario (incassi legati ai ricavi ed agli apporti ricevuti e pagamenti connessi ai costi sostenuti ed agli apporti restituiti) • Tre Modalità di determinazione coincidenti del reddito totale globale: • Metodo finanziario: entrate totali gestione – uscite totali gestione - saldo fra entrate per conferimenti iniziali e uscite per rimborsi capitale proprio e dividendi • Metodo patrimoniale: capitale finale – capitale iniziale • Metodo reddituale: ricavi totali – costi totali • Nel lungo periodo costi e ricavi tendono a coincidere con entrate ed uscite (la dinamica monetaria e quella economica tendono a coincidere)

  33. Il reddito totale globale consuntivo(relativo all’intera vita dell’azienda) • R(t0 - tn) = Σrt- Σct • R(t0- tn) = Σet- Σut • R(t0- tn) = Ctn- Ct0 • 38 • 38

  34. Economia Aziendale (II modulo) Il reddito totale globale consuntivo(relativo all’intera vita dell’azienda) R(t0- tn) è un valore certo, oggettivamente determinato, ma presenta scarso valore conoscitivo in quanto deriva dalla Σ algebrica di costi e ricavi che si sono formati in epoche anche molto lontane, caratterizzate da profonde divergenze nelle: condizioni di mercato e di svolgimento della combinazione produttiva aziendale; potere di acquisto della moneta. • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 39 • 39

  35. Determinazione del reddito globale

  36. Determinazione del reddito globale Reddito (T1-T3) = Cap. finale – Cap. iniziale = 6.000 – 3.000 = 3.000 oppure Reddito (T1-T3) = Ricavi – Costi = 15.000 – 12.000 = 3.000 Oppure Reddito (T1-T3) = Entrate di moneta – Uscite di moneta = 15.000 – 12.000

  37. La suddivisione dell’unitaria vita aziendale in sottoperiodi • Obiettivo: • Analizzare e valutare i risultati aziendali durante lo svolgimento della gestione • Stabilire l’entità del risultato economico prelevabile per remunerare i conferenti di capitale di rischio • Ipotesi di base: Suddivisione della unitaria vita aziendale in sottoperiodi di osservazione (periodi amministrativi) di durata inferiore alla vita complessiva dell’impresa • Problematiche: • Separazione, alla fine del periodo, fra gestione già svolta (ricavi realizzati e costi sostenuti per ottenerli) e gestione in corso di svolgimento; • Individuazione della durata ottimale (12 mesi) e della data di inizio del periodo amministrativo (momento di conclusione/inizio della maggior parte delle operazioni aziendali).

  38. Economia Aziendale (II modulo) Determinazione del reddito di periodo • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 43 • 43

  39. Economia Aziendale (II modulo) Reddito (T1) Capitale netto iniziale = Disponibilità monetaria iniziale = 3.000 Capitale netto finale = Disponibilità Monetaria finale – Debiti + Crediti = 2.000 – 1.000 + 2.500 = 3.500 Reddito (T1) = Capitale netto finale – Capitale netto iniziale = 3.500 – 3.000 = 500 oppure Reddito (T1) = Ricavi – Costi = 4.500 – 4.000 = 500 • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 44 • 44

  40. Economia Aziendale (II modulo) Flusso monetario (T1) Flusso monetario (T1) = Entrate di moneta – Uscite di moneta = 2.000 – 3.000 = – 1.000 oppure Flusso monetario (T1) = Disponibilità monetaria finale – Disponibilità monetaria iniziale = 2.000 – 3.000 = – 1.000 • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 45 • 45

  41. Economia Aziendale (II modulo) Reddito (T2) • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 46 • 46

  42. Economia Aziendale (II modulo) Reddito (T2) Capitale netto iniziale (T2) = Capitale netto finale (T1) = 3.500 Capitale netto finale (T2) = Disponibilità Monetaria finale – Debiti + Crediti = 3.500 – 2.000 + 3.000 = 4.500 Reddito (T2) = Capitale netto finale (T2) – Capitale netto iniziale (T2) = 4.500 – 3.500 =1.000 oppure Reddito (T2) = Ricavi – Costi = 5.000 – 4.000 = 1.000 • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 47 • 47

  43. Economia Aziendale (II modulo) Flusso monetario (T2) Flusso monetario (T2) = Entrate di moneta – Uscite di moneta = 4.500 – 3.000 = 1.500 oppure Flusso monetario (T2) = Disponibilità monetaria finale – Disponibilità monetaria iniziale = 3.500 – 2.000 = – 1.500 • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 48 • 48

  44. Economia Aziendale (II modulo) Determinazione del reddito (T3) • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 49 • 49

  45. Economia Aziendale (II modulo) Determinazione del reddito (T3) • Economia Aziendale (II modulo) • Economia Aziendale (II modulo) • 50 • 50

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