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Fondi strutturali la programmazione 2014-2020 Giulia Tavernese

Fondi strutturali la programmazione 2014-2020 Giulia Tavernese. Dipartimento Lavoro Territorio Mezzogiorno. Calendario. Italia percorso per la definizione dell’Accordo di partenariato. Documento metodi ed obiettivi Audizioni – partenariato istituzionale e partenariato ONG e PS

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Fondi strutturali la programmazione 2014-2020 Giulia Tavernese

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Presentation Transcript


  1. Fondi strutturali la programmazione 2014-2020Giulia Tavernese Dipartimento Lavoro Territorio Mezzogiorno

  2. Calendario

  3. Italiapercorso per la definizione dell’Accordo di partenariato • Documento metodi ed obiettivi • Audizioni – partenariato istituzionale e partenariato ONG e PS • Parti del contratto – accordo di partenariato • Cambio Ministro coesione territoriale • (incontri PS con il ministro in generale sulla strategia) • Parziale cambio di strategia • Decisone accordo bilancio e inizio trattative con le regioni • -------------------------------- • Regioni avviati alcuni percorsi di audizione e consultazione

  4. Obiettivi dell’Unione europea Realizzare gli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva Concentrazione sui risultati Ottimizzare l'incidenza dei finanziamenti dell'UE

  5. Regolamento relativo a tutti gli strumenti di finanziamento della politica strutturale • La Commissione per aumentare la coerenza fra gli strumenti, favorire le sinergie e ottenere un impatto più forte ha proposto un regolamento che prevede in termini di strategia una comune proposta per tutti i fondi sia. • La prima parte e la seconda parte della proposta definiscono una serie di regole comuni per gestire: • il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), • il Fondo sociale europeo (FSE), • il Fondo di coesione, • il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e • il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). • La terza parte delinea regole comuni per la gestione dei tre principali fondi usati per realizzare gli obiettivi della politica di coesione:il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo e il Fondo di coesione. • parte quarta delinea regole per la gestione del FEAPM in coerenza con il QSC

  6. Quadro strategico comune Contratto dipartenariato UE Elementi di quadro Programmai operativi • Coerenza con i programmi nazionali di riforma • Coordinamento: politica di coesione, sviluppo rurale, fondi per gli affari marittimi e la pesca (programmazione fondi FESR-FSE-FEARS-FEAMP) • Obiettivi e indicatori per la misurazione dei progressi verso il conseguimento degli obiettivi di Europa 2020 • Efficacia: Introduzione di un quadro di riferimento dei risultati • Efficienza: consolidamento della capacità amministrativa, riduzione della burocrazia

  7. Obiettivi tematicicomuni a tutti i fondi art.9 reg. gen. • Ricerca e innovazione • Tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) • Competitività delle Piccole e Medie Imprese (PMI) • Transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio • Adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione e gestione dei rischi • Tutela dell'ambiente ed efficienza delle risorse • Trasporto sostenibile e rimozione delle strozzature nelle principali infrastrutture di rete • Occupazione e sostegno alla mobilità dei lavoratori • Inclusione sociale e lotta alla povertà • Istruzione, competenze e apprendimento permanente • Potenziamento della capacità istituzionale e amministrazioni pubbliche efficienti

  8. Ue Rafforzare efficacia ed efficienza • Concentrazione sui risultati • Quadro di riferimento dei risultati per tutti i programmi • Riserva di efficacia ed efficienza • Condizionalità ex-ante • Condizionalità macroeconomica

  9. La proposta italiana “ Metodi ed obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020”

  10. Le 7 innovazioni di metodo Risultati attesi: essenziale esprimerli in maniera misurabile in medo da “rendere esplicito perché e per chi si fa un’azione”collegarli ad indicatori Azioni:fare discendere dal risultato gruppi di azioni definite e già adeguatamente dettagliata da attivare bandi o altro Tempi previsti e sorvegliati: quando comincia una certa azione quanto dura , quando finisce ( favorisce anche la programmazione finanziaria ed il flusso dei pagamenti anche in rapporto alla commissione ) Apertura: rafforzare open coesione e rendere ogni singola progetto oggetto di monitoraggio,rendere pubblica la documentazione Partenariato mobilitato:coinvolgimento sostanziale delle parti nella fase attuativa ( dicono discendente); per partenariato la definizione “di tutti coloro i cui interessi sono toccati dal programma” Valutazione d’impatto: valutazione degli effetti per la vita delle persone e le opportunità delle imprese

  11. la settima innovazioneForte presidio nazionale • Non contrattabilità delle regole e degli indirizzi • Agenzia per la coesione

  12. Agenzia per la coesione territoriale (Decreto Legge n.101/ 2013 – capo III articolo 10) • L’Agenzia, tenuto conto di quanto definito negli atti di programmazione e indirizzo dei Fondi strutturali e del Fondo per lo sviluppo e la coesione : • realizza il monitoraggio continuo, sempre in raccordo con le amministrazioni competenti, anche attraverso specifiche attività di verifica, degli interventi della politica di coesione. Ferme restando le competenze dell’ufficio della ragioneria dello stato responsabile dei rapporti con UE ( Igrue) • dà sostegno ed assistenza tecnica alle amministrazioni che gestiscono i programmi, attraverso, formazione del personale, misure di sostegno all’accelerazione e realizzazione, anche in riferimento alle procedure per la stesura e la gestione dei bandi • assume le funzioni di autorità di gestione • dà esecuzione alle decisioni relative alla attuazione dei poteri sostitutivi , qualora vengano assunte.

  13. La settima innovazioneCentro e regioni • Possibile maggior ruolo del centro nella gestione • Criteri di scelta per definire il livello di programmazione: • necessità di integrare con fondi nazionali ( risorse ordinarie) grandi progetti infrastrutturali • necessità di assicurare in tutto il territorio pratiche e metodi utili alle competenze internazionale oppure invece quella di adattare i progetti a contesti particolari • l’attenzione a tutelare e sostenere allo stesso modo tutti gli individui in aree in cui le amministrazioni locali hanno mostrato ripetutamente gravi deficit • Favorire soprattutto nel Mezzogiorno Programmi regionali plurifondo

  14. Risorse ed obiettivi tematicivincoli europei e prima ipotesi di allocazione delle risorsefondi comunitari 2014-2020”

  15. Missione ed obiettiviart-81 e 82 • I fondi contribuiscono a sviluppare e portare avanti le azioni dell’unione intese a rafforzare la politica di coesione economica, sociale e territoriale…art.174 del trattato • Le azioni sostenute dai fondi contribuiscono a realizzare la strategia dell’unione per una crescita intelligente , sostenibile e inclusiva • Perseguono i seguenti obiettivi • Investimenti a favore delle crescita e dell’occupazione negli stati membri e nelle regioni ,con il sostegno di tutti i fondi (Fesr,Fse,Fc) • “cooperazione territoriale europea “ con il sostegno del Fesr

  16. Tipi di regioneart .82 reg. gen. • Regioni meno sviluppate PIL pro capite è inferiore al 75% della media del PIL dell'UE a 27; • Regioni in transizione, il cui PIL pro capite è compreso tra il 75% e il 90% della media del PIL dell'UE a 27; • c) Regioni più sviluppate, il cui PIL pro capite è superiore al 90% della media del PIL dell'UE a 27.

  17. Risorse per l’Italia fondi strutturaliStima Dipartimento per lo sviluppo economico

  18. Confronto tra contributo comunitario fondi strutturali 14-20 e 07-13

  19. Ipotesi di allocazione delle risorse agli OT per fondi e tipo di regione

  20. Regolamenti e priorità attraverso i Vincoli di allocazione delle risorse- FESR • ambito FESR (art. 4 Reg. FESR) : • nelle regioni più sviluppate, almeno l'80% del totale delle risorse del FESR a livello nazionale deve essere destinato a due o più obiettivi tematici tra gli OT 1,2, 3 e 4, • - almeno il 20% del totale delle risorse del FESR destinate alle RPS a livello nazionale è destinato all’OT 4; • nelle regioni in transizione, almeno il 60% del totale delle risorse del FESR a livello nazionale deve essere destinato a due o più obiettivi tematici tra gli OT 1,2, 3 e 4. • -almeno il 15% del totale delle risorse del FESR allocato alle RT a livello nazionale è destinato all’OT 4; • nelle regioni meno sviluppate, almeno il 50% del totale delle risorse del FESR a livello nazionale deve essere destinato a due o più obiettivi tematici tra gli OT 1,2, 3 e 4. • -almeno il 12% del totale delle risorse del FESR a livello nazionale allocato alle RMS è destinato all’OT 4; • almeno il 5% delle risorse del FESR assegnate a livello nazionale sono destinate ad azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile delegate alle città per essere gestite per mezzo degli ITI di cui all’art. 99 del Reg. gen.

  21. Ripartizione delle risorse per obiettivi nel rispetto dei vincoli dei regolamenti Fesr ed Fse ** Nell'Obiettivo tematico 6 sono inclusi gli interventi di valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale e attrattività turistica *** Gli importi stimati includono le risorse necessarie per il completamento dei Grandi Progetti (prevalentemente ferroviari).

  22. Investimenti territoriali integratiart.99 Qualora una strategia di sviluppo urbano o altra strategia o patto territoriale richieda un approccio integrato che richieda un approccio integrato di più assi prioritari o programmi operativi l’azione è eseguita sotto forma di Investimento territoriale integrato (ITI) Lo stato membro o l’autorità di gestione può designare uno o più organismi intermedi compresi enti locali, organismi di sviluppo regionale o organizzazioni non governative cui delegare le gestione el’attuazione dell’ ITI Gli interventi che contribuiscono vengono individuati nel –nei programma operativi

  23. Sviluppo locale partecipativo • Focalizzare lo sviluppo sul territorio sub regionale • Coinvolgere gruppi di azione locale costituiti da rappresentanti degli interessi socioeconomici pubblico privati • Lavorare in rete • Attivare strategie integrate per rispondere ad esigenze locali • Sono promossi da gruppi di azione locale : società civile ong ps comunità locali • Strategie coerenti con QSC – uso di più fondi

  24. Regolamenti e priorità attraverso i Vincoli di allocazione delle risorse- FSE In ambito FSE i vincoli di ripartizione operano a livello di priorità di investimento: in ciascuno Stato membro, almeno il 20% delle risorse totali dell'FSE sono attribuite all'obiettivo tematico "promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà" (OT9). In deroga a quanto sopra stabilito, le risorse assegnate dal FESR a tale obiettivo tematico possono rientrare nel calcolo del 20%; per le regioni più sviluppate, gli Stati membri concentrano almeno l'80% del FSE destinata a ciascun programma operativo su un massimo di quattro delle priorità d'investimento enunciate (art. 3, paragrafo 1, del Reg. FSE), per le regioni in transizione, gli Stati membri concentrano almeno il 70% della dotazione FSE destinata a ciascun programma operativo su un massimo di quattro delle priorità d'investimento enunciate (art. 3, paragrafo 1, del Reg. FSE) per le regioni meno sviluppate, gli Stati membri concentrano almeno il 60% del FSE destinata a ciascun programma operativo su un massimo di quattro delle priorità d'investimento enunciate (art. 3, paragrafo 1, del Reg. FSE).

  25. Priorità d’investimento interne agli OT finanziati dal FSE Campo d'applicazione del sostegno l'FSE sostiene le seguenti prioritàd'investimento: (a) Promozione dell'occupazione e sostegno alla mobilità professionale attraverso: i) l'accesso all'occupazione per le persone alla ricerca di un impiego e le persone inattive, comprese le iniziative locali per l'occupazione, e il sostegno alla mobilità professionale; ii) l'integrazione sostenibile nel mercato del lavoro dei giovani che non svolgono attività lavorative, non seguono studi né formazioni; iii) l'attività autonoma, lo spirito imprenditoriale e la creazione di imprese; iv) l'uguaglianza tra uomini e donne e la conciliazione tra vita professionale e vita privata; v) l'adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai cambiamenti; vi) l'invecchiamento attivo e in buona salute; vii) la modernizzazione e il rafforzamento delle istituzioni del mercato del lavoro, comprese azioni volte a migliorare la mobilità professionale transnazionale. (b) Investimento nell'istruzione, nelle competenze e nella formazione permanente: i) riducendo l'abbandono scolastico precoce e promuovendo l'uguaglianza di accesso all'istruzione prescolare, primaria e secondaria di buona qualità; ii) migliorando la qualità, l'efficacia e l'apertura dell'istruzione superiore e di livello equivalente al fine di aumentare la partecipazione e i tassi di riuscita; iii) aumentando le possibilità di accesso alla formazione permanente, aggiornando le abilità e le competenze della manodopera e migliorando l'utilità dei sistemi d'insegnamento e di formazione per il mercato del lavoro.

  26. Priorità d’investimento interne agli OT finanziati dal FSE (c) Promozione dell'inclusione sociale e lotta contro la povertà attraverso: i) l'inclusione attiva; ii) l'integrazione delle comunità emarginate quali i rom; iii) la lotta contro la discriminazione basata sul sesso, l'origine razziale o etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età ol‘ orientamento sessuale; iv) un migliore accesso a servizi abbordabili, sostenibili e di qualità, compresi i servizi sociali e cure sanitarie d'interesse generale; v) la promozione dell'economia sociale e delle imprese sociali; vi) le strategie di sviluppo locale realizzate dalla collettività. (d) Rafforzamento della capacità istituzionale e di un'amministrazione pubblica efficace: i) Investimento nella capacità istituzionale e nell'efficacia delle amministrazioni pubbliche e dei servizi pubblici nell'ottica delle riforme, di una migliore regolamentazione e di una buona governance. ii) Rafforzamento delle capacità delle parti interessate che operano nei settori dell'occupazione, dell'istruzione e delle politiche sociali; patti settoriali e territoriali di mobilitazione per una riforma a livello nazionale, regionale e locale.

  27. Ipotesi di allocazione delle risorse FSE per obiettivo tematico

  28. Percentuale di risorse per fondo

  29. Prima bozza parziale di accordo di partenariatoItalia

  30. Cittàstrategie per le città funzionali: • Il regolamento FESR prevede una riserva finanziaria del 5% • La necessità di sviluppare una politica nazionale per le città - ruolo del CIPU • Si propone • il ridisegno servizi urbani • Infrastrutture della rete pubblica , e tecnologie per PA per assicurare migliore accesso ai servizi • la progettazione per l’ inclusione per popolazione fragile e i quartieri disagiati • Di rilievo la possibilità di coinvolgimento delle ONG , cooperative sociali,associazioni…. • il rafforzamento ed attrazione delle filiere produttive locali, promozione di servizi avanzati per le imprese

  31. Aree interne • Inizialmente strategia proposta , attualmente si è molto indebolita • Individuate sulla base della distanza dai servizi essenziali • Allo scopo anche di progettare assieme l’utilizzo del FESR , FSE e FEARS • promuovere la tutela del territorio e sicurezza delle aree interne; • la diversità naturale del territorio e del paesaggio e il policentrismo aprendo all’esterno; • l’opportunità di stimolare sviluppo nelle aree interne valorizzando quanto offrono e favorendo attrattività di tali territori per la popolazione, anche attraverso una qualificazione dei servizi • Occorre vedere l’evoluzione dell’accordo di partenariato in corso di definizione, molte resistenze da parte delle regioni. Non più così forte il rapporto tra fesr e fears

  32. Mezzogiornocittadinanza e industria • Due principali criticità • Deficit di requisiti di cittadinanza • Deficit di attività produttiva privata e quindi di lavoro • strategia • le risorse ordinarie siano orientate verso le strategie di sviluppo; • che le azioni rivolte all’inclusione sociale, all’equità siano distinte da quelle rivolte alla crescita; • Forte concentrazione per potenziare i servizi carenti per rendere pienamente esercitabili i diritti di cittadinanza(sicurezza , legalità giustizia, istruzione,trasporto pubblico, cura infanzia…)più debole • che si operi per mantenere e sviluppare la base industriale intesa in senso lato. ( smart cities, aree industriali in crisi, turismo con selez. interventi…) più forte turismo e industria agroalimentare

  33. Le 4 Missioni • Lavoro e competitività dei sistemi produttivi • Valorizzazione gestione e tutela dell’ambiente • Qualità della vita e inclusione sociale • Istruzione formazione e competenze • Aree della consultazione

  34. Aree tematiche /esempio di struttura4.3 Competitività dei sistemi produttivi Promuovere la competitività delle piccole e medieimprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell’acquacoltura. L’obiettivo della politica regionale in questo ambito tematico è di promuovere la vitalità imprenditoriale, la diversificazione produttiva, e la capacità di adattamento al cambiamento dei sistemi produttivi in aree territoriali selezionate maggiormente vulnerabili ovvero di presentare addensamenti produttivi o potenzialità di rafforzamento della competitività.

  35. Aree tematiche -esempio struttura 4.3 Competitività dei sistemi produttivi • Aumento della competitività del sistema economico ed imprenditoriale (Possibili indicatori:dinamica dell’export per settore/regione o area territoriale, dinamica Valore Aggiunto per addetto per settore/regione o per area territoriale) • Aumento della quota di risorse umane qualificate nelle imprese. (Possibili indicatori: Tasso di occupazione giovanile con dettaglio per livello di istruzione secondario e terziario,; Densità della presenza di laureati tra gli occupati delle PMI). • Incremento del numero di imprese start-up innovative e crescita dimensionale delle PMI. (Possibili indicatori: Investimenti in capitale di rischio o early-stage in percentuale del Pil, e valore di dette operazioni nel Mezzogiorno; Differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle imprese; Numero di imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto e/o di processo sul totale delle imprese(%). •Risposta al fabbisogno formativo espresso dalle filiere produttive territoriali. Questa è una misura di risultato specifica per linee di intervento territoriali incentrate sul rafforzamento dell’istruzione tecnica. • Diversificazione dei sistemi produttivi territoriali mono-specializzati. Misura di risultato da sviluppare con riferimento a specifici territori per linee di intervento finalizzate alla diversificazione produttiva ed al rafforzamento della capacità di adattamento dei sistemi produttivi. • Aumento dell’offerta di servizi di qualità e innovativi per le imprese (di difficile misurazone: richiede stima costi delle imprese per attività quali comunicazione, raccolta ed elaborazione informazioni, consulenze avanzate nella sfera tecnologica e di sviluppo progettuale, informatica. Più realistico sarebbe sviluppare stime per costi più tradizionali di trasporto e logistica, energetici, amministrativi).

  36. Area tematica esempio 4.8 Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori • Esempio singolo ambito • Risultati attesi : rafforzare l’apprendistato ed altri canali d’ingresso a favore dei giovani • Indicatore: incidenza dei nuovi rapporti di lavoro in apprendistato e trasformazioni a tempo indeterminato • Indicatore: transizione scuola/università/ lavoro • Indicatore :quota e caratteristiche delle imprese che utilizzano l’apprendistato e percentuali di utilizzo degli incentivi

  37. Esempio di azioniarea tematica 4.8Rafforzare l’apprendistato e altri canali d’ingresso

  38. Fondi strutturali 2014-2020Il ruolo delle Parti sociali nella nuova programmazioneGiulia Tavernese Dipartimento Lavoro Territorio Mezzogiorno

  39. Ruolo delle parti sociali Il ruolo delle parti viene regolato da più fonti Il regolamento generale dei fondi Il regolamento del FSE Il documento propedeutico alla creazione di codice di condotta per il partenariato le prassi nazionali

  40. Articolo 5Regolamento generale sulle disposizioni comuni • Gli Stati membri organizzano, rispettivamente per il contratto di partenariato e • per ciascun programma operativo, • un partenariato con i seguenti partner: • autorità regionali, locali, cittadine e altre autorità pubbliche competenti; • (b) parti economiche e sociali; • (c) organismi che rappresentano la società civile, compresi i partner ambientali, le organizzazioni non governative e gli organismi di promozione della parità e della non discriminazione.

  41. Articolo 5Regolamento generale sulle disposizioni comuni • Conformemente al sistema della governance a più livelli, gli Stati membri associano i partner alle attività di preparazione dei contratti di partenariato e delle relazioni sullo stato di attuazione, nonché alle attività di preparazione, attuazione, sorveglianza e valutazione dei programmi. I partner partecipano ai comitati di sorveglianza dei programmi. • È conferito alla Commissione il potere di adottare atti delegati ai sensi dell'articolo 142 per stabilire un codice europeo di condotta che definisca gli obiettivi e i criteri per sostenere l'attuazione del partenariato e agevolare lo scambio di informazioni, esperienze, risultati e buone pratiche fra gli Stati membri. • 4. Per ciascun Fondo del QSC la Commissione consulta, almeno una volta l'anno, le organizzazioni che rappresentano i partner a livello di Unione in merito all'esecuzione dell'intervento dei Fondi del QSC.

  42. Regolamento generale articolo 42Composizione del comitato di sorveglianza • Il Comitato di sorveglianza è composto da rappresentanti dell’autorità di gestione e degli organismi intermedi e da rappresentanti dei partner. Ciascun membro del comitato di sorveglianza ha diritto di voto. • ….

  43. Art 6 Regolamento del FSE 1)Per il coinvolgimento delle parti interessate , non governative, il programma individua la parte di programma e utilizza lo strumento della sovvenzione globale 2)Al fine d incoraggiare un adeguato coinvolgimento delle parti sociali alle attività sostenute dal FSE, l’autorità di gestione di un programma operativo di una regione … garantiscono che un adeguato volume delle risorse FSE sia destinato alla capacità di sviluppo delle capacità e quali la formazione e le azioni di collegamento in rete nonché al rafforzamento del dialogo sociale e delle attività intraprese congiuntamente dalle parti sociali 3) Al fine di garantire un’adeguata partecipazione delle organizzazioni non governative le adg ….. garantiscono che un adeguato volume delle risorse FSE sia destinato ad attività di sviluppo delle capacità delle ONG Non è ancora del tutto varato- discussione in corso

  44. Il Codice di Europeo di condotta per il partenariato • La Commissione ha presentato una sintesi dei principi che dovrebbero guidare i paesi dell'UE quando organizzano la partecipazione dei partner più rappresentativi • in un documento preparatorio per la definizione del Codice europeo di condotta per il partenariato (ECCP) che stabilirà i requisiti minimi per le autorità nazionali.

  45. Il Codice di condotta europeo per il partenariato • Il documento considera 3 tipologie di partner : • Amministrazioni pubbliche • • parti economiche e sociali: gruppi o associazioni che rappresentano l'interesse generale di interi • settori di attività o industriali, dei datori di lavoro e • dei lavoratori • •ONG e la società civile, in particolare quelle attive • in settori come l'ambiente, l'inclusione sociale, la • parità di genere e le pari opportunità.

  46. Codice di condotta- Riconoscimento del ruolo di regolazione sociale delle parti sociali “Il dialogo con le parti sociali costituisce uno dei pilastri del modello sociale europeo e trova un riconoscimento nell’articolo 152 sul trattato di funzionamento dell’unione TFUE. La natura delle parti sociali è effettivamente diversa da quella delle altre organizzazioni quali ad esempio i gruppi di interesse o pressione, in quanto le prime possono partecipare alla contrattazione collettiva e quindi influenzare le norme sociali dello stato membro in cui operano.” “Le parti sociali rappresentano gli interessi di interi settori di attività industriale “

  47. Codice Europeo di condotta per il partenariato • Preparazione del contratto di partenariato e dei programmi • Definizione iniziale di norme chiare e di un calendario dei lavori del partenariato, • la comunicazione tempestiva delle informazioni nei dibattiti sui documenti strategici, • tempo sufficiente perché le parti possano procedere alle analisi, consultare i propri associati e i cittadini e fornire un feedback sui documenti, • canali di comunicazione in modo che le parti interessate possano • porre domande o formulare suggerimenti e osservazioni, • •trasparenza su come le proposte delle parti interessate vengono • prese in considerazione; • •la diffusione dei risultati delle consultazioni.

  48. Codice di condotta verifica del coinvolgimento del partenariato Informazioni sulle modalità di attuazione del partenariato nei documenti di programmazione • l'elenco dei partner coinvolti, le responsabilità e la portata della partecipazione, • le modalità di individuazione dei partner e di applicazione dei principi di trasparenza e accessibilità, •le azioni intraprese per agevolare un ampio coinvolgimento e una partecipazione attiva dei partner, •le strutture e le procedure di coordinamento all'interno del programma, • le modalità di utilizzo dell'assistenza tecnica per promuovere il partenariato (ad es: servizi previsti, livello delle risorse a disposizione e modalità di gestione ) • il punto di vista dei partner sull'attuazione del principio di partenariato, da documentare in modo chiaro e trasparente

  49. Codice di condotta per il partenariato comitati di sorveglianza Partecipazione ai comitati di sorveglianza • la scelta dei membri dei comitati di sorveglianza tenga conto dei partner che hanno partecipato alla preparazione del programma per garantire il senso di appropriazione e una continuità sufficiente tra la fase di programmazione e quella di attuazione, • la rappresentanza dei vari partner si basi sulle rispettive responsabilità nell'attuazione dei programmi, • i partner scelgano e nominino i loro componenti nei comitati di sorveglianza, in altri organi consultivi e nei gruppi di lavoro istituiti nel quadro dei fondi del QSC, • presenza equilibrata di entrambi i sessi, • l'elenco dei componenti dei comitati di sorveglianza e di altri gruppi di lavoro sia reso pubblico, • ogni partner prescelto prenda coscienza dei propri obblighi in materia di riservatezza e conflitto di interessi

  50. Codice di condotta Europeo sul partenariatoPartecipazione alla selezione dei progetti • coinvolgere, se del caso, i partner nella definizione degli inviti a presentare • proposte e nella valutazione delle proposte; • evitare, attraverso procedure chiare e prestabilite, il coinvolgimento nel processo di elaborazione degli inviti a presentare proposte e nella valutazione delle conseguenti proposte di persone che rappresentino le organizzazioni partner e siano portatrici di un interesse diretto o indiretto in un organismo che partecipa agli inviti a presentare proposte, • organizzare un regolare avvicendamento delle persone che si occupano degli inviti a presentare proposte in modo da prevenire e affrontare eventuali conflitti di interesse • garantire che ogni partner prescelto prenda coscienza dei propri obblighi in materia di riservatezza e conflitto di interessi mediante una formazione specifica e la formalizzazione di tale obbligo con la firma di una dichiarazione.

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