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Il ruolo strategico del dirigente scolastico nel disegno di valutazione Damiano Previtali

Il ruolo strategico del dirigente scolastico nel disegno di valutazione Damiano Previtali Cremona/Mantova, 5 marzo 2010. “Per me la garanzia di una buona scuola è: un buon Direttore” (Francesco De Santis 1874). Quando abbiamo “un buon Direttore”?. PER UNA RISPOSTA

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Il ruolo strategico del dirigente scolastico nel disegno di valutazione Damiano Previtali

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Presentation Transcript


  1. Il ruolo strategico del dirigente scolastico nel disegno di valutazione Damiano Previtali Cremona/Mantova, 5 marzo 2010

  2. “Per me la garanzia di una buona scuola è: un buon Direttore” (Francesco De Santis 1874) Quando abbiamo “un buon Direttore”?

  3. PER UNA RISPOSTA • IL PARADIGMA DI RIFERIEMNTO • - 3 TESI • - 4 FASI PER LA VALUTAZIONE DEL DS

  4. IL PARADIGMA SMARRITO

  5. Veniamo da: “ … la frequenza di scuole comuni non implica il raggiungimento di mete culturali minime comuni. Lo stesso criterio di valutazione dell’esito scolastico deve, perciò, fare riferimento al grado di maturazione dell’alunno, sia globalmente sia a livello degli apprendimenti realizzati, superando la rigidità del voto …”. Relazione Falcucci 1975 Documento di indirizzo della legge 517/1977. “Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell'ordinamento scolastico”

  6. Andiamo verso: “Occorre dare piena e adeguata funzionalità agli strumenti e alle modalità in uso (voti, scrutini, prove oggettive, verifiche, …) e alle nuove opportunità (rilevazioni Invalsi) per accompagnare in modo trasparente e coerente il percorso di ogni singolo alunno … fissare le tappe e i traguardi da superare … responsabilizzare ogni scuola rispetto ai risultati”. Atto di indirizzo 2009

  7. Livelli della valutazione Livelli storici 1. La valutazione del docente (periodica) 2. La valutazione istituzionale (quadrimestrale e finale) 3. La valutazione di Stato (fine ciclo di istruzione) Metalivello 4. La valutazione esterna internazionale (IEA, OCSE) 5. La valutazione esternanazionale (INVALSI)

  8. Contesto Input Processo Prodotto OCSE INES Contesto Organiz. Partecip. Risorse Processi Risultati EUROSTAT EURYDICE Fattori abilitanti Risultati CAF Input Processo Outcome INVALSI INDICATORI DIFFUSI

  9. Risultatimiglioriepeggiori in scienze Questistudentisannosistematicamenteidentificare, spiegare e applicare le conoscenzescientifiche; colleganoinformazioniprovenientidadifferentifonti e usanoquestidati per giustificare le lorodecisioni; dimostranodisaperutilizzare un approccioscientificonell’analisidisituazioninuove e non familiari… Questistudenticonfondonospessoglielementichiavediun’investigazionescientifica, usanoinformazionisbagliate, mescolanofatti e opinionipersonali per supportare la loroposizione… Moltistudenti con risultatiinsufficienti Molti studenti con risultati elevati 20

  10. Voti e competenze. Percentuale quindicenni in base ai voti in matematica nell’ultima pagella e il punteggio medio in PISA-2003 Piemonte, Lombardia, Liguria, Valle d'Aosta Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino, A. Adige, Emilia Romagna Toscana, Lazio, Umbria, Marche Campania, Molise, Abruzzo e Puglia Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia Voti: blu = meno di 4; rosso = 4 e 5; giallo = 6 e 7; azzurro = 8 e oltre

  11. Indice medio di percezione e punteggio medio in matematica

  12. UN ASSIOMA e DUE COROLLARI Un assioma: gli apprendimenti degli studenti sono un indicatore ineludibile per leggere la qualità delle scuole. Primo corollario: nei risultati di apprendimento determinanti sono le dimensioni di contesto; le condizioni economico-sociali-culturali delle famiglie; le condizioni della comunità sociale di appartenenza. Secondo corollario: nei risultati determinanti sono le risorse professionali-economiche-strutturali della scuola. Dall’all’attivazione delle risorse dipende la differenza e il valore aggiunto della scuola.

  13. I DATILa varianza dei risultati tra le scuole (SNV scuola primaria 2009)

  14. L’orientamento del dibattito internazionale, 4 punti di riferimento: • Il capitale umano è determinante nello sviluppo di un sistema fondato sulla conoscenza … • La qualità di un sistema educativo sta nello sviluppo dei livelli di apprendimento, nella costruzione di competenze … • Allo Stato spetta un quadro chiaro di orientamento e di riferimento: missione, traguardi … • Potente strumento è una politica intelligente sulla responsabilità e sulla valutazione … per promuovere il cambiamento.

  15. SISTEMA APPREND. PERSONALE SCUOLE Aree di valutazione nel sistema nazionale PROMUOVERE UNA CULTURA DELLA VALUTAZIONE

  16. SNV dati singola classe – Tipo di restituzione globale

  17. Fornire a insegnanti e dirigenti scolastici standard di riferimento rispetto ai quali collocare la propria azione Fornire (tramite le scuole) informazioni alle famiglie, agli studenti, al territorio che consentano di conoscere i fondamentali del proprio servizio Fornire un sistema di lettura dei progressi degli studenti adeguatamente rapportato ai fattori di sfondo, che permetta la valutazione del valore aggiunto delle singole scuole In prospettiva

  18. Gli studenti

  19. Regolamento sulla valutazione 2009 Articolo 1. Oggetto del regolamento - finalità e caratteri della valutazione Il presente regolamento … provvede al coordinamento delle disposizioni concernenti la valutazione degli alunni, tenendo conto anche dei disturbi specifici di apprendimento …(DSA) Articolo 10. Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento (DSA)

  20. i docenti

  21. Età degli insegnanti italiani rispetto alla media TALIS

  22. Obiettivi (OCSE 2005) • Fare dell’insegnamento una carriera attrattiva • Sviluppare le conoscenze e le competenze degli insegnanti • Rivedere il reclutamento,la selezione e l’assunzione degli insegnanti • Trattenere gli insegnanti efficaci nella scuola • Elaborare e attuare politiche educative

  23. Gli insegnanti che non hanno ricevuto nessun feedback e gli insegnanti nelle scuole mai valutate negli ultimi 5 anni (2007-08)

  24. I genitori

  25. Soddisfazione dei genitori

  26. … gli altri … stakeholder

  27. Il ciclo delle performance nella P.A. • Definizione e assegnazione degli obiettivi, dei valori attesi e dei rispettivi indicatori • Collegamento fra obiettivi e allocazione delle risorse • Monitoraggio in corso di esercizio e correttivi • Misurazione delle performance, organizzativa e individuale • Utilizzo dei sistemi premianti e valorizzazione del merito • Rendicontazione dei risultati • (D.Lgs 150/2009 art. 4 c. 2)

  28. I saperi

  29. Un progetto educativo per la scuola del ventunesimo secolo è fatto di “quattro pilastri: imparare a essere, imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme” (Jacques Delors: Nell'educazione un tesoro,1999)

  30. “COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA” PROGETTARE COMUNICARE 3 2 COLLABORARE E PARTECIPARE IMPARARE AD IMPARARE 4 1 il pieno sviluppo della persona 5 AGIRE IN MODO AUTONOMO E RESPONSABILE 8 ACQUISIRE E INTERPRETARE L’INFORMAZIONE 6 7 INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E RELAZIONI RISOLVERE PROBLEMI

  31. TRE TESI per tracciare il profilo del dirigente scolastico

  32. PRIMA TESI Nella dirigenza scolastica abbiamo un’autonomia per sedimentazione … Nei cambiamenti persistono in memoria maggiori elementi del vecchio che perdiamo rispetto ai minori elementi del nuovo che troviamo …

  33. Legge Gabrio Casati (13 novembre1859 n. 3725) Dirigente scolastico: “Delle autorità preposte alla direzione …” “Presidio della scuola alla periferia dello Stato”… “Garante del buon andamento dell’Istituto”. Relazione al Ministro su: “Andamento generale dell’Istituto” “Lettere circolari” introdotte nel 1864

  34. Decreto Presidente Repubblica 31 maggio 1974, n. 417 Il personale direttivo assolve alla funzione di promozione e di coordinamento …, presiede alla gestione unitaria …, assicura l'esecuzione delle deliberazioni …. rappresenta …. presiede … adotta …. propone …. cura l'attività di esecuzione delle norme ….

  35. D.lgs. n. 59, 6 marzo 1998 Disciplina della qualifica dirigenziale dei capi di istituto delle istituzioni scolastiche autonome Art. 1 comma 2 “Il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell'istituzione, ne ha la legale rappresentanza, è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione …”

  36. Sviluppo di una “burocrazia normativa” diffusa Sviluppo di un “garantismo sindacale” diffuso Sviluppo di una “esposizione amministrativa e penale” diffusa

  37. “La storia della scuola italiana è sempre storia contemporanea” Benedetto Croce

  38. SECONDA TESI Oggi la dirigenza è sorretta dal dirigente e non viceversa. Molto dipende dal dirigente (persona, personalità, disponibilità …) e non dalla dirigenza (figura, ruolo, sistema …)

  39. “… questo lavoro vivente non sarà mai pagato … perché non può essere pagato, perché forse sarà sempre incalcolabile. È quello che gli economisti utilitaristi, con tutta probabilità, non possono comprendere”. (Marcel Hénaff “Il prezzo della verità” 2006 p. 37)

  40. Angelo Paletta

  41. TERZA TESI Oggi al dirigente scolastico si chiede responsabilità e risultati: la responsabilità dei risultati

  42. “… I Dirigenti scolastici … rispondono in ordine ai risultati … sono valutati tenuto conto della specificità delle funzioni e sulla base delle verifiche effettuate da un nucleo di valutazione istituito presso l'Amministrazione scolastica regionale ….” Art. 25 comma 1 Decreto Legislativo 30 marzo 2001 n. 165: “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”

  43. “ Gli obiettivi: rilevanti e pertinenti rispetto ai bisogni della collettività, alla missione istituzionale, alle priorità politiche ed alle strategie dell’amministrazione; specifici e misurabili in termini concreti e chiari; tali da determinare un significativo miglioramento della qualità dei servizi; commisurati a valori di riferimento derivanti da standard definiti a livello nazionale e internazionale …”. (D. Lgs 150/2009 art. 5 c.2 )

  44. Ridurre il tasso di abbandono scolastico/formativo (<10%) • Aumentare le competenza in lettura e in matematica (insuf. <15,5%) • Incrementare laureati in matematica, scienza e tecnologia (>15%) • Raggiungere un diploma di istruzione secondaria superiore (>85%) • Favorire la partecipazione alle opportunità di apprendimento permanente(>12,5%) • Aumentare in maniera sostanziale gli investimenti pro-capite in risorse umane

  45. 1. La fase negoziale Il Dirigente Scolastico negozia con il Direttore USR gli obiettivi quantitativi da raggiungere nel percorso pluriennale di valutazione. Gli obiettivi sono definiti prioritariamente in termini di miglioramento dei tassi di apprendimento e di riduzione dei tassi di abbandono degli studenti; a questi si possono aggiungere altri obiettivi definiti in ambito regionale e obiettivi riferiti al Piano dell’Offerta Formativa della scuola.

  46. 2. La fase di lavoro per il perseguimento degli obiettivi Per raggiungere gli obiettivi negoziati il D.S. redige un piano finalizzato ad individuare le azioni più appropriate da mettere in campo durante il periodo di valutazione. La qualità del piano di lavoro, la sua congruenza con gli obiettivi finali, la sua fattibilità e la sua concreta realizzazione sono l’oggetto della valutazione del D.S.

  47. 3. La fase di valutazione del Team Il Team di valutazione segue il D.S. per l’intero periodo oggetto di valutazione, esprimendo nel primo anno di lavoro le proprie osservazioni sulla qualità del percorso definito dal D.S. e suggerendo possibili miglioramenti. Negli anni successivi il Team monitora la concreta realizzazione del percorso di miglioramento.

  48. 4. La fase di definizione del giudizio Il Direttore dell’USR sulla base delle relazioni del Team esprime il giudizio di valutazione finale che ha conseguenze per la retribuzione di risultato e per i futuri incarichi di lavoro da assegnare al D.S..

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