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DALLA VALUTAZIONE AL MIGLIORAMENTO IL RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO Dino Cristanini

DALLA VALUTAZIONE AL MIGLIORAMENTO IL RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO Dino Cristanini Formazione Dirigenti Scolastici neoassunti Palermo 06.05.2014. IL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE (art.6 DPR 80/2013). QUALITA’ E MIGLIORAMENTO. SENZA MIGLIORAMENTO LA VALUTAZIONE È STERILE

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DALLA VALUTAZIONE AL MIGLIORAMENTO IL RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO Dino Cristanini

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  1. DALLA VALUTAZIONE AL MIGLIORAMENTO IL RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO Dino Cristanini Formazione Dirigenti Scolastici neoassunti Palermo 06.05.2014

  2. IL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE(art.6 DPR 80/2013)

  3. QUALITA’ E MIGLIORAMENTO SENZA MIGLIORAMENTO LA VALUTAZIONE È STERILE IL PROCESSO È EFFICACE SE GENERA MIGLIORAMENTO MIGLIORAMENTO SIGNIFICA REALIZZAZIONE STABILE DI PERFORMANCE SUPERIORI A QUELLE PRECEDENTI (DIVERSO DALLA CORREZIONE DI UN PROBLEMA IMPROVVISO CHE CAUSA UNA DIFFICOLTA’ TEMPORANEA)

  4. VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTONELLE INDICAZIONI 2012 La valutazione … assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo … La promozione, insieme, di autovalutazione e valutazione costituisce la condizione decisiva per il miglioramento delle scuole e del sistema di istruzione … La scuola … persegue con ogni mezzo il miglioramento della qualità del sistema di istruzione …

  5. IL MIGLIORAMENTOAGIRE SUI PROCESSI PER MIGLIORARE I RISULTATI

  6. L’IMPORTANZA DI UNA BUONA DIAGNOSI I RISULTATI SONO L’EFFETTO DELL’AZIONE DEGLI ALTRI FATTORI PER MIGLIORARE NON BASTA DESCRIVERE, OCCORRE DIAGNOSTICARE LE CAUSE DEI RISULTATI INSODDISFACENTI

  7. IL QUADRO DELLE CRITICITÀ

  8. SU QUALI PROBLEMI INTERVENIRE? NON È REALISTICO PENSARE DI RISOLVERE TUTTI I PROBLEMI CONTEMPORANEAMENTE È OPPORTUNO INDIVIDUARE DELLE PRIORITÀ POSSIBILI CRITERI: importanza urgenza fattibilità rapporto costi/benefici probabilità di successo

  9. IL PROCESSO DI RISOLUZIONE IN SINTESI METTERE A FUOCO IL PROBLEMA E FORMULARLO IN TERMINI CONCRETI ANALIZZARE IL PROBLEMA E RICERCARE/INDIVIDUARE LE CAUSE RICERCARE/INDIVIDUARE LE SOLUZIONI

  10. METTERE A FUOCO IL PROBLEMAE FORMULARLO IN TERMINI CONCRETI “I nostri alunni vanno male in matematica” è diverso da “Negli ultimi quattro anni una percentuale di alunni delle classi terze compresa tra il 32 e il 35% ha ottenuto nelle prove INVALSI risultati che si collocano nei due livelli più bassi e che le maggiori difficoltà sono state riscontrate nell’ambito numeri, in particolare per quanto riguarda gli item a risposta aperta”

  11. LE AREE DI PROCESSO ANALIZZATE NEL PROGETTO VALES

  12. ULTERIORI LIVELLI DI ANALISI Per promuovere il miglioramento dei risultati di apprendimento è necessario analizzare soprattutto le pratiche d’aula: • come si promuove l’acquisizione di conoscenze e abilità nelle varie discipline? • come si promuove lo sviluppo dei processi cognitivi e metacognitivi? • come si promuove la formazione degli atteggiamenti? • come si favorisce la mobilitazione e l’orchestrazione delle risorse per lo sviluppo delle competenze?

  13. TECNICHE PER L’ANALISI DELLE CAUSEIL DIAGRAMMA DI ISHIKAWA causa 3 causa 1 sub causa 1.1. causa 4 causa 2 PROBLEMA

  14. ALTRE TECNICHE PER L’ANALISI DELLE CAUSE MAPPE MENTALI DIAGRAMMI DI AFFINITÀ CINQUE PERCHÉ ……

  15. SU QUALI CAUSE INTERVENIRE? LE PIÙ PROBABILI QUELLE SU CUI SI PUÒ REALMENTE INTERVENIRE QUELLE CHE POSSONO ESSERE ALL’ORIGINE DI PIÙ PROBLEMI

  16. SU QUALI CAUSE INTERVENIRE?

  17. LA RICERCA DELLE SOLUZIONI ESPERIENZA? BRAINSTORMING? RIFLESSIONE GUIDATA? RICERCA TEORIE ED ESPERIENZE ESTERNE? CONSULENZA ESPERTI?

  18. LA PROGETTAZIONEPER L’ATTUAZIONE DELLE SOLUZIONI UN PROGETTO È UN INSIEME COERENTE DI ATTIVITÀ PER RAGGIUNGERE DETERMINATI OBIETTIVI CON RISORSE DEFINITE IN UN TEMPO STABILITO

  19. LA PROGETTAZIONEPER L’ATTUAZIONE DELLE SOLUZIONI DEFINIRE CON ESATTEZZA E IN MODO CONCRETO I RISULTATI DA RAGGIUNGERE DEFINIRE LE AZIONI E PER OGNI AZIONE LE OPERAZIONI STABILIRE CHI FA CHE COSA ENTRO QUANDO CALCOLARE LE RISORSE OCCORRENTI E VERIFICARE LA LORO EFFETTIVA DISPONIBILITÀ MONITORARE L’ANDAMENTO IN ITINERE ED EFFETTUARE GLI EVENTUALI INTERVENTI REGOLATIVI IN ITINERE VERIFICARE I RISULTATI FINALI RAGGIUNTI

  20. PROBLEMI DEL CAMBIAMENTO T E COMPORTAMENTO DI GRUPPO M COMPORTAMENTO INDIVIDUALE P ATTEGGIAMENTI O CONOSCENZE D I F F I C O L T À

  21. PROBLEMI DEL CAMBIAMENTO LE PERSONE CAMBIANO SE: • SONO CONVINTE CHE CI SIANO BUONE RAGIONI PER CAMBIARE VOLER FARE • SANNO COME FARE SAPER FARE • CI SONO LE CONDIZIONI PER FARLO POTER FARE

  22. IL MIGLIORAMENTO COME SFIDA CULTURALE TECNICA ORGANIZZATIVA

  23. IL DIRIGENTE SCOLASTICO E IL MIGLIORAMENTO DELL’ AZIONE DIDATTICA

  24. IL DIRIGENTE SCOLASTICOnell’art. 25 del D.L.gs 30 marzo 2001, n.165 • RISPONDE IN ORDINE AI RISULTATI, TENUTO CONTO DELLA SPECIFICITÀ DELLE FUNZIONI • ASSICURA LA GESTIONE UNITARIA DELL’ISTITUZIONE • HA LA LEGALE RAPPRESENTANZA DELL’ISTITUZIONE • È RESPONSABILE DELLA GESTIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE E STRUMENTALI • HA AUTONOMI POTERI DI DIREZIONE, COORDINAMENTO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEL RISPETTO DELLE COMPETENZE DEGLI ORGANI COLLEGIALI • ORGANIZZA L’ ATTIVITÀ SCOLASTICA SECONDO CRITERI DI EFFICIENZA E DI EFFICACIA FORMATIVE • È TITOLARE DELLE RELAZIONI SINDACALI • ADOTTA I PROVVEDIMENTI DI GESTIONE DELLE RISORSE E DEL PERSONALE

  25. CENTRALITA’ DELL’APPRENDIMENTO PER LA COSTRUZIONE DEL FUTURO • Rapporto UNESCO 1996: Learning: the treasurewithin • Libro bianco Commissione UE 1996: Teaching and learning: towards the learning society • EQF (EuropeanQualification Framework) 2008: per ogni livello indicatori di learningoutcomes • STRATEGIA EUROPA 2020 Europa 2020 presenta tre priorità che si rafforzano a vicenda: – crescita intelligente: sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione; – crescita sostenibile: promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva; – crescita inclusiva: promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. LA SCUOLA COME ORGANIZZAZIONE PER L’APPRENDIMENTO

  26. L’APPRENDIMENTO E’ UNA CONDIZIONE ESSENZIALE PER LO SVILUPPO DELLA PERSONA (autonomia, identità, strumenti culturali per realizzare le proprie potenzialità) DELLA SOCIETA’ (vivere attivamente la cittadinanza, realizzare la convivenza civile e democratica) DELL’ECONOMIA (il capitale umano e sociale, l’innovazione e la crescita)

  27. CONCETTUALIZZARE CORRETTAMENTE LA RELAZIONE TRA FINI E MEZZI

  28. Numerose ricerche dimostrano che esiste una relazione significativa, positiva, tra il lavoro del dirigente scolastico e gli apprendimenti degli studenti La variabile “school leadership” è seconda soltanto al fattore classe in merito ai fattori scolastici che contribuiscono al miglioramento degli apprendimenti AngeloPaletta (2012), Leadership forlearning, seminari interregionali per dirigenti scolastici neo-assunti

  29. L’impatto sugli apprendimenti è quantificabile in 2.2 punti percentuali in più per tutti gli studenti al test Invalsi per ogni punto in più di abilità manageriali del dirigente scolastico e qualità organizzativa della scuola Adriana Di Liberto, Marco Sideri, Giovanni Sulis (Università di Cagliari), Fabiano Schivardi (LUISS), (2013), Managerial Practices and Students’ Performance, Fondazione Giovanni Agnelli , WorkingPaper n.49

  30. IL DIRIGENTE PUÒ PRODURRE IL DIRIGENTE SCOLASTICO PUÒ PRODURRE EFFETTI SUGLI APPRENDIMENTI ATTRAVERSO: LA COSTRUZIONE DELLA CULTURA ORGANIZZATIVA L’ ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DELLA SCUOLA L’ AZIONE DIDATTICA DEI DOCENTI L’ ALLEANZA CON LE FAMIGLIE E I SOGGETTI ESTERNI CHE POSSONO CREARE CONDIZIONI FAVOREVOLI ALL’ APPRENDIMENTO

  31. COSTRUIRE LA CULTURA DELLA SCUOLA CULTURA: COMPLESSO DI ASSUNTI DI BASE (VALORI, NORME ESPLICITE E IMPLICITE, TRADIZIONI, MITI, RITI, SIMBOLI, LEGGENDE, CREDENZE, CONVINZIONI) CHE UNA COMUNITÀ HA SVILUPPATO E CHE ORIENTA I COMPORTAMENTI LE ORGANIZZAZIONI DI SUCCESSO SONO CARATTERIZZATE DA UN COMPLESSO DI VALORI CHIAVE RISPETTO AI QUALI TUTTI SI RESPONSABILIZZANO (v. ad es. modello Mc Kinsey delle 7 S in PetersT.J.-WatermanR.H.Jr. , 1984, Alla ricerca dell’eccellenza, Sperling & Kupfer, Milano)

  32. ASPETTI DELLA “FILOSOFIA AZIENDALE” FAVOREVOLI ALL’APPRENDIMENTO FOCALIZZAZIONE SULL’ APPRENDIMENTO COME COMPITO ISTITUZIONALE E PRIORITARIO DELLA SCUOLA ATTENZIONE ALLA PERSONA/ALUNNO accoglienza, ascolto, supporto, orientamento ADEGUAMENTO DELL’AZIONE DIDATTICA ALLE CARATTERISTICHE DEGLI ALUNNI ricerca continua delle soluzioni didattiche migliori perché ogni alunno possa imparare USO FORMATIVO DELLA VALUTAZIONE

  33. COSTRUIRE UNA VISIONE CONDIVISA CONOSCERE LE MACRO TENDENZE SOCIO-ECONOMICO-CULTURALI IN ATTO INTERPRETARLE IN TERMINI DI BISOGNI E RISPOSTE DI TIPO FORMATIVO PENSARE IN TERMINI STRATEGICI PROPORRE OBIETTIVI AMBIZIOSI COMUNICARE LA VISION E PORTARE GLI ALTRI A CONDIVIDERLA (strategie di comunicazione, influenzamento, coinvolgimento)

  34. L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA PROGETTAZIONE FORMAZIONE DELLE CLASSI ASSEGNAZIONE DEI DOCENTI ALLE CLASSI COMMISSIONI, GRUPPI DI LAVORO, PROGETTI, INCARICHI COMUNICAZIONE E COORDINAMENTO VALUTAZIONE E REVISIONE SVILUPPO PROFESSIONALE DEI DOCENTI ELABORAZIONE/ACQUISIZIONE PRATICHE EFFICACI

  35. LA PROGETTAZIONE IL POF: IL LUOGO DELL’IDENTITÀ Fare in modo che sia realmente il riferimento per l’azione didattica LA PROGETTAZIONE DEI DIPARTIMENTI E DEI CONSIGLI DI CLASSE Fornire schemi comuni, verificare che le scelte fondamentali dichiarate nel POF trovino coerente attuazione nella progettazione curricolare e didattica PRESIDIARE LE RIUNIONI STRATEGICHE

  36. LA FORMAZIONE DELLE CLASSI Fondazione Giovanni Agnelli, rapporto sulla scuola in italia 2011 RAGGRUPPARE TUTTI GLI STUDENTI BRAVI IN UNA CLASSE SIGNIFICA RINUNCIARE ALL’EFFETTO BENEFICO CHE QUESTI POTREBBERO AVERE SUI COMPAGNI CON RITARDI DIVERSE RICERCHE DIMOSTRANO CHE IN CONTESTI TROPPO SELEZIONATI GLI ATTEGGIAMENTI COMPETITIVI PRENDONO IL SOPRAVVENTO SUGLI ATTEGGIAMENTI COOPERATIVI, FINENDO CON LO SVANTAGGIARE GLI STUDENTI MENO BRAVI CONFINARE GLI STUDENTI SVANTAGGIATI IN GRUPPI-CLASSE OMOGENEI INOLTRE PUÒ INDURRE GLI INSEGNANTI AD AVERE SCARSE ASPETTATIVE DI SUCCESSO E A RIVEDERE AL RIBASSO GLI OBIETTIVI CURRICULARI, LIMITANDO ULTERIORMENTE LE OPPORTUNITÀ EDUCATIVE DEGLI STUDENTI SVANTAGGIATI

  37. LA FORMAZIONE DELLE CLASSI Rapporto INVALSI Rilevazioni nazionali sugli apprendimenti 2012-2013, p.135-136 LO STATUS SOCIO-ECONOMICO-CULTURALE (ESCS) ESERCITA IL PROPRIO EFFETTO PRINCIPALMENTE QUANDO LO SI CONSIDERA A LIVELLO AGGREGATO DI CLASSE INFATTI, UN INCREMENTO DI UN PUNTO DELL’INDICATORE DI STATUS MEDIO DELLA CLASSE SI ASSOCIA A VARIAZIONI POSITIVE DEL PUNTEGGIO DI ITALIANO E MATEMATICA, DI OLTRE 13 PUNTI NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO E DI OLTRE 15 NELLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO NELLA SCUOLA PRIMARIA, INVECE, SI RISCONTRA UN INCREMENTO DI OLTRE 10 PUNTI IN ITALIANO E DI OLTRE 7 IN MATEMATICA IL BACKGROUND FAMILIARE CONTA NON SOLO A LIVELLO INDIVIDUALE, MA ANCHE QUANDO CONSIDERATO COME MEDIA DI CLASSE (E QUEST’ULTIMO CONTA, ANZI, ANCHE MAGGIORMENTE)

  38. L’ ASSEGNAZIONE DEI DOCENTI ALLE CLASSI VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE IN RAPPORTO ALLE ESIGENZE DELLE CLASSI COMPOSIZIONE OTTIMALE DEL GRUPPO DOCENTE/CONSIGLIO DI CLASSE CONOSCERE LE COMPETENZE POSSEDUTE DAL PERSONALE E UTILIZZZARLE OPPORTUNAMENTE IL RUOLO DEL COORDINATORE DI CLASSE facilitatore di relazioni tra alunni/docenti/genitori/dirigente

  39. COMMISSIONI, GRUPPI DI LAVORO, PROGETTI, INCARICHI PROGRESSIVA DIMINUZIONE FIS/MOF FARE FUND RAISING SELEZIONARE I CAMPI D’ INTERVENTO UTILIZZARE IN MODO OTTIMALE IL TEMPO/DOCENTI DISPONIBILE SECONDO IL CCNL (orario insegnamento, ev. ore contemporaneità, orario attività funzionali all’insegnamento/riunioni collegiali) LAVORARE SUGLI ASPETTI MOTIVAZIONALI

  40. COMUNICAZIONE E COORDINAMENTO COMUNICARE IN MODO CHIARO E PRECISO ACCERTARSI CHE LA COMUNICAZIONE RAGGIUNGA TUTTI I DESTINATARI, IN MODO CHE VI SIA CHIAREZZA DI OBIETTIVI E PROCEDURE EFFETTUARE PERIODICHE RIUNIONI DI COORDINAMENTO PER VERIFICARE L’ ANDAMENTO DELLE ATTIVITÀ E TENERE ALLINEATI I COMPORTAMENTI INDIVIDUALI CON GLI OBIETTIVI E LE PROCEDURE

  41. L’ORGANIZZAZIONE DIDATTICA TEMPI E RITMI SPAZI E ATTREZZATURE MODALITÀ DI RAGGRUPPAMENTO DEGLI ALUNNI L’ORGANIZZAZIONE DIDATTICA COSTITUISCE UN VERO E PROPRIO CURRICOLO IMPLICITO, PERCHÉ PUÒ RENDERE POSSIBILI O IMPOSSIBILI, FACILITARE OPPURE OSTACOLARE DETERMINATE ESPERIENZE DI APPRENDIMENTO Fare in modo che l’organizzazione didattica sia il più possibile favorevole all’apprendimento

  42. LO SCENARIO DELLA DIDATTICA SCOPI FORMATIVI motivazioni obiettivi personali conoscenze spontanee, informali modalità personali di apprendimento validato scientificamente SAPERE STUDENTE (OGGETTO CULTURALE) (SOGGETTO IN APPRENDIMENTO) modelli didattici metodologie-strategie procedure, pratiche, tecniche strumenti organizzzazione dei contesti AZIONE DIDATTICA

  43. L’AZIONE DIDATTICA azioni azioni dei docenti degli allievi su determinati contenuti con determinati strumenti in determinati tempi con determinati ritmi in determinati spazi con determinati gruppi in un determinato clima relazionale

  44. L’ AZIONE DIDATTICAI MEDIATORI DIDATTICI(Classificazione di Elio Damiano - 1989)

  45. L’ AZIONE DIDATTICA I RAGGRUPPAMENTI DEGLI ALUNNI(fonte Damiano E., a cura di, Guida alla didattica per concetti, Juvenilia, 1995)

  46. L’ AZIONE DIDATTICA - I METODI(fonte Damiano E., a cura di, Guida alla didattica per concetti, Juvenilia, 1995)

  47. L’ AZIONE DIDATTICA - I METODI(Le strategie di insegnamento/apprendimento nella ricerca IARD sulle condizioni di vita e di lavoro nella scuola italiana - 2010)

  48. L’ AZIONE DIDATTICA – I METODI(Massimo Baldacci, 2012, Pedagogia, didattica e curricolo scolastico, in L’insegnamento nella scuola secondaria, Tecnodid, Napoli)

  49. L’ AZIONE DIDATTICATEORIE PSICOPEDAGICHE, METODOLOGIE-STRATEGIE E PRATICHE DIDATTICHE(LeridaCisotto, 2005, Psicopedagogia e didattica, Carocci, Roma)

  50. IL PROBLEMA DEL DOCENTE

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