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IDENTITÀ DI GENERE E SUE VARIANTI 2014 Mariateresa Molo e Damiana Massara

IDENTITÀ DI GENERE E SUE VARIANTI 2014 Mariateresa Molo e Damiana Massara. IDENTITA’. consapevolezza e persitenza di sè. IDENTITÀ DI GENERE. sentimento di appartenenza al genere maschile, al genere femminile o a nessuno dei due allora si parlerà di transgender. SESSO

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IDENTITÀ DI GENERE E SUE VARIANTI 2014 Mariateresa Molo e Damiana Massara

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Presentation Transcript


  1. IDENTITÀ DI GENERE E SUE VARIANTI 2014 Mariateresa Molo e Damiana Massara

  2. IDENTITA’ consapevolezza e persitenza di sè

  3. IDENTITÀ DI GENERE sentimento di appartenenza al genere maschile, al genere femminile o a nessuno dei due allora si parlerà di transgender

  4. SESSO conformazione cromosomica e ormonale DATO BIOLOGICO

  5. RUOLO DI GENERE tutto ciò che una persona fa o dice per indicare agli altri in che misura sente di appartenere ad un sesso o all'altro

  6. ORIENTAMENTO SESSUALE attrazione sessuale e/o affettiva verso le persone del proprio sesso, verso quelle del sesso opposto o verso entrambi

  7. IDENTITA’ E RUOLO femminile----------------maschile

  8. DISFORIA DI GENERE Termine che indica il disagio che provoca la discordanza tra l’identità e il ruolo di genere. Disagio che può essere più o meno intenso a seconda degli individui.

  9. TRANSESSUALE Persona che sente di appartenere al genere opposto a quello in cui è nato. Si parla di MtF per le persone assegnate al sesso maschile che sentono di appartenere al genere femminile e di FtM per le persone assegnate al sesso femminile che sentono di appartenere al genere maschile. Si dirà UNA transessuale per una MtF Si dirà UN transessuale per un FtM

  10. TRANSGENDER persona che non si riconosce nella logica binaria dell'identità e del ruolo di genere ritenendola restrittiva rispetto alla propria esperienza

  11. TRAVESTITO Persona che si sente a suo agio negli indumenti del genere opposto a quello a cui è stato assegnato

  12. Si cominciaa teorizzare sull'esistenza di individui transessuali e transgender alla fine del 1800 ( Krafft-Ebing ) pur se si sovrappone il concetto di omosessualità con quello di identità variante.Fino alla metà del '900 queste persone vengono classificate come affette da una psicopatologia ( Psychopathia Sexualis ).

  13. Magnus Hirschfeld nel 1923 ha distinto invece tra il desiderio di avere un partner dello stesso sesso e il desiderio di vivere come l'altro sesso. Anche se questa distinzione non è stata accettata se non diversi anni dopo.

  14. Sempre più psichiatri descrivono pazienti che riportano disagio a vivere la loro identità di genere, che chiedono una cura ormonale e chirurgica .Negli anni ' 80 l'APA inserisce il transessualismo nel DSM III.

  15. DSM III (1980 )-Gender Identity Disorder of Childhood GIDC-TranssexualismCapitolo dei disordini psicosessuali DSM III-R ( 1987 )-Gender Identity Disorder of Adolescence and Adulthood, non transsexual typeCapitolo disordini usualmente evidenti nell'infanzia , nell'adolescenza e nella fanciullezza DSM IV and DSM IV-R (1994 – 2000)-Gender Identity Disorders ( GID )Capitolo disordini dell'identità sessuale e di genere in connessione con le parafilie e le disfunzioni sessuali

  16. DSM V ( 2013 )Gender Dysphoria ( GD )-Gender Dysphoria in adolescents or adults- Gender Dysphoria in childrencapitolo separato e autonomo

  17. DSM- V mira ad evitare lo stigma e garantire le cure per le persone che si sentono di un genere diverso rispetto al genere alla nascita. Sostituisce il termine diagnostico “disturbo dell'identità di genere " con " disforia di genere " e inoltre fa chiarimenti importanti . È importante notare che la non conformità genere non è di per sé un disturbo mentale. L’elemento critico della disforia di genere è la presenza di un disagio clinicamente significativo associato con la condizione .

  18. La Disforia di Genere si manifesta in modi variegati, tra cui un forte desiderio di essere trattato come membro dell'altro genere o di liberarsi dei propri caratteri sessuali, o una forte convinzione che uno ha sentimenti e reazioni tipici dell'altro genere. Il DSM - V aggiunge una specificazione per la post- transizione per le persone che vivono a tempo pieno nel genere desiderato (con o senza attestazione giuridica del cambiamento di genere). Questo assicura l’accesso al trattamento per le persone che continuano ad assumere una terapia ormonale, si sottopongono alla chirurgia correlata, o a una psicoterapia o consulenza quale supporto per la transizione di genere.

  19. Necessità di un termine diagnostico che assicuri l’accesso altrattamento per la condizione transgender ma non sia utilizzato “contro” in aree sociali, professionali o giuridiche (consulenza, ormoni cross-sex, riassegnazione chirurgica del sesso e transizione sociale e legale al genere desiderato). Il Gruppo di Lavoro Disturbi Identità Sessuale e di Genere che ha lavorato al DSM 5 si è preoccupato del fatto che la rimozione della condizione di diagnosi psichiatrica mettesse a repentaglio l'accesso alle cure. Hanno cercato una mediazione e hanno dichiarato che il loro sforzo nella direzione della rimozione dello stigma era lo sforzo di cercare e “imporre” le parole giuste. Sostituire "disturbo" con “disforia " nell’etichetta diagnostica non solo è più appropriato e coerente con la terminologia usuale in sessuologia clinica, ma rimuove anche la connotazione che il paziente sia "disturbato". Le modifiche in materia di disforia di genere nel DSM- V rispettano le persone, offrendo un termine diagnostico più appropriato per i sintomi e i comportamenti che sperimentano senza mettere a repentaglio l’accesso ad opzioni di trattamento efficaci .

  20. DSM- V mira ad evitare lo stigma e garantire le cure per le persone che si sentono di un genere diverso rispetto al genere alla nascita. Sostituisce il termine diagnostico “disturbo dell'identità di genere " con " disforia di genere " e inoltre fa chiarimenti importanti . È importante notare che la non conformità genere non è di per sé un disturbo mentale. L’elemento critico della disforia di genere è la presenza di un disagio clinicamente significativo associato con la condizione .

  21. ICD 10 ( 1990 )Disordini della identità di genere :transessulismo, travestitismo, disordini della identità di genere in infanzia etc.. Nella sezione dei disturbi mentaliICD 11 ( ? ) proposte : Incongruenza di genererimuovere dalla sezione dei disturbi mentali

  22. Controversie-la diagnosi è stigmatizzante-la presenza delle diagnosi nei manuali statistici permette che le assicurazioni in diversi stati esteri paghino le cure -la esistenza di una diagnosi permette finanziamenti per la ricerca -la definizione di una diagnosi permette di fare ricerca riferendosi a criteri condivisi

  23. Standar of Care HBIGDA ( 1979) Linee guida cliniche, stabiliscono i requisiti minimi di lavoro Mezzo per capire l’orientamento degli esperti da parte di interessati, famiglie, istituzioni sociali Adattamento all’identificazione/Psicoterapia per arrivare a stato di benessere, non requisito assoluto Terapia a tre livelli: T.O., R.L.E., R.C.S. Eligibilità ed esser pronti Lavoro in gruppo; importanza del chirurgo

  24. 7° Revisione SOC WPATH25 settembre 2011 Atlanta SOC 2011 sono considerati il documento normativo di riferimento sulla cura per il transessuale, il transgender e le persone di genere non conforme. Aiutano gli operatori sanitari a capire come poter offrire loro la cura più efficace. Si concentrano sulle cure primarie, ormonali, ginecologiche e urologiche, le opzioni riproduttive, la terapia logopedica, i servizi di salute mentale e il trattamento chirurgico.

  25. Le versioni precedenti del SOC sono stati percepite come l'elenco delle caratteristiche che una persona trans doveva soddisfare perchè i medici la riconoscessero come tale, questa versione è molto chiara su ogni aspetto di ciò che i medici dovrebbero fare per servire adeguatamente i loro clienti. Questo è un rovesciamento davvero radicale. La non conformità di genere in sé non è una malattia e molte persone vivono una vita confortevole senza dover ricorrere a una terapia o a interventi medici per la loro confusione sul genere o l’infelicità. Questa versione fornisce linee guida cliniche più dettagliate per rispondere alle esigenze di assistenza sanitaria dei bambini, adolescenti e adulti con disforia di genere che hanno bisogno di assistenza psicologica, ormonale, o terapia chirurgica. .

  26. Il documento del 2011 include una chiamata ad advocacy per i professionisti affinché si promuovano politiche pubbliche e riforme giuridiche che promuovano la tolleranza e l'equità di genere e della diversità sessuale. Questo documento riconosce che il benessere non si ottiene attraverso la sola assistenza sanitaria di qualità, ma con un clima sociale che elimini pregiudizio, discriminazione e stigmatizzazione e promuova una società positiva e tollerante che abbraccia la diversità sessuale e di genere. .

  27. IN ITALIA • Legge n° 164 - 14 aprile 1982 • Standard sui percorsi di riattribuzione nel disturbo dell’identità di genere (DIG): 1997 • Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere (O.N.I.G.): 1998

  28. LEGGE 14 APRILE 1982, N. 164 modificata dall'art. 34 co 39 del D.lgs 150 del 1/9/2011 NORME IN MATERIA DI RETTIFICAZIONE DI ATTRIBUZIONE DI SESSO.

  29. Art 1 La rettificazione si fa in forza di sentenza del tribunale passata in giudicato che attribuisca ad una persona sesso diverso da quello enunciato nell'atto di nascita a seguito di intervenute modificazioni dei suoi caratteri sessuali Le controversie di cui al primo comma sono disciplinate dall'articolo 31 del decreto legislativo 1° settembre 2011, n. 150 .

  30. Art 4 La sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso non ha effetto retroattivo. Essa provoca lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili conseguenti alla trascrizione del matrimonio celebrato con rito religioso.

  31. Art 5 Le attestazioni di stato civile riferite a persona della quale sia stata giudizialmente rettificata l'attribuzione di sesso sono rilasciate con la sola indicazione del nuovo sesso e nome.

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