1 / 70

mediazione familiare

Un’introduzione alla. mediazione familiare. Semplicità Organizzazione Intelligenza Modestia Empatia Comprensione. La mediazione familiare richiede :. Ogni seduta ha uno scopo e un obbiettivo ben preciso.

zalika
Download Presentation

mediazione familiare

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Un’introduzione alla mediazione familiare

  2. Semplicità Organizzazione Intelligenza Modestia Empatia Comprensione La mediazionefamiliarerichiede:

  3. materiale personale e riservato Ogni seduta ha uno scopo e un obbiettivo ben preciso • Lo scopo è determinato dal mediatore e si riferisce al tipo di intervento e al numero delle sedute a disposizione • L’obiettivo è determinato congiuntamente da mediatore e parti e si riferisce al problema congiunto definito dalle parti

  4. E’ un procedimento volontario, le parti possono interrompere la mediazione in qualsiasi momento e in qualsiasi caso. Il mediatore si impegna alla riservatezza, quanto detto nella stanza di mediazione non viene riportato in altre sedi. caratteristiche

  5. Si svolge attraverso una serie di incontri (10-12) con cadenza generalmente settimanale, di un’ora circa ciascuno. La mediazione non è una terapia e non deve creare dipendenza. Come si struttura la mediazione

  6. La mediazione familiare consta di interventi volti a risolvere problemi all’interno della famiglia e di quelli relativi alla separazione e divorzio; La mediazione sociale:riguarda le dispute e i conflitti che possono determinarsi nell’ambiente di lavoro e di convivenza in genere come la scuola, i rapporti con ospedali e altre strutture pubbliche Quanti tipi di mediazione

  7. La mediazione culturale:per vivere insieme con razze e culture diverse è necessario imparare le differenze e conoscere cosa determina i valori e le scelte di costumi e ruoli delle persone che vivono con noi. La mediazione culturale serve per avvicinarsi ad esperienze diverse in modo costruttivo e per aiutare la partecipazione dei nuovi cittadini ai servizi e alle regole della comunità Quanti tipi di mediazione

  8. La mediazione nell’ambiente di lavoro e scolastico:sono ambienti di convivenza segnati da un significato importante e da un tempo comune, ripetuto e ordinato da regole, luoghi dove la mediazione ha un notevole valore di intervento, perché permette di creare una forte capacità di risolvere i problemi e di rimettere in gioco un’energia connotata da valore positivo. Le esperienze anglosassoni dimostrato che questo modello permette di rispondere al disagio in tempi brevi. Quanti tipi di mediazione

  9. La mediazione è utilizzata per raggiungere un risultato concreto, un progetto di riorganizzazione delle relazioni e delle loro modalità. Si può attuare in varie forme: La mediazione integrata: prende in carico gli aspetti emotivi e affettivi determinati dalle problematiche relazionali. Il modello è flessibile, l’obiettivo è quello di capire la permanenza di una relazione, cosa e come condividere con l’altro, piuttosto che una demarcazione dei diritti. I modelli di mediazione

  10. La mediazione strutturata:privilegia le regole, pone la sua attenzione prevalente al compito, si serve delle modalità della negoziazione e cerca di tenere fuori gli elementi emotivi. Più adatta al mondo del lavoro che alle problematiche familiari. Mediazione terapeutica: si assume di curare le relazioni, dopo una separazione e nella mediazione di divorzio. Privilegia la ricostruzione della comunicazione tra gli ex coniugi e cerca di proteggere i figli dal protrarsi dei conflitti dopo la separazione. Accetta i figli nel processo e prevede il cambiamento di sentimenti di collera e ostilità come base della mediazione stessa. Modelli di mediazione

  11. Mediazione parziale: si occupa solo della situazione dei figli e definisce esclusivamente gli accordi educativi gli altri aspetti sono affidati a commercialisti e avvocati Mediazione globale: prevede che tutti gli aspetti siano messi in discussione e che su tutte le aree del negoziato sia stabilito l’accordo. Si pone come obiettivo di entrare in merito di tutti gli ambiti della negoziazione. Modelli di mediazione

  12. Luca e Anna hanno due figli grandi, Mario e Maria, 18 e 16 anni. Vivono lontani dalla FAO ma sono legati e se ne preoccupano, anche se non di frequente. Si ammala la madre di Luca:invalida e bisognosa di assistenza. Luca figlio unico sente la responsabilità di prendersi cura dei genitori ora che la madre è invalida. Senza chiedere a moglie e figli fa trasferire i genitori nella propria casa. Il caso della famiglia Fermi e le fasi della mediazione

  13. Da un discorso del nonno Maria capisce che si tratta di un trasferimento definitivo e va su tutte le furie. Anna apre il problema in modo aggressivo, Mario sostiene il padre per poi cambiare idea quando la madre prospetta che dovrà rinunciare alla sua stanza per darla ai nonni e che dovrà restare a casa per aiutarli.. Tutti sanno che la presenza della madre invalida sarà faticoso per la famiglia. Sul piano emotivo quella più in difficoltà è Anna, vede con preoccupazione la disparità rispetto ai suoi genitori. Un caso

  14. Nella fase immediata Luca resta solo nell’assistenza ai genitori, moglie e figli si rendono indisponibili per turni e servizi. Amici comuni suggeriscono a Luca di parlarne con un mediatore familiare che riceve la famiglia al completo per affrontare con loro le possibili soluzioni al problema. Il caso

  15. Prima fase della mediazione: in una prima fase, dopo il riconoscimento del problema, l’acquisizione delle informazioni più generali, viene chiesto di esplicitare il motivo del conflitto e vengono evidenziati i vari modi di leggere la situazione. Anna dice che Luca avrebbe dovuto consultarsi consultarsi con lei prima di prendere la decisione e che andrebbero considerate entrambe le famiglie di origine. Fasi della mediazione in generale

  16. Luca sostiene di essere stato spinto alla decisione dalla mancanza di partecipazione della famiglia all’assistenza necessaria ai suoi; i ragazzi chiedono si essere messi al corrente per decisioni che ricadranno sulla vita di tutti e avranno ripercussioni anche sui loro spazi e sulle loro libertà.

  17. Definizione congiunta del problema: si chiede a tutti i membri della famiglia di partire dalla riflessione se esiste la necessità di dare aiuto ai nonni si valuta se tutti sono d’accordo che non si possano abbandonare e che il problema consiste nel riorganizzare la vita di tutti i giorni. Maria propone una casa di riposo con calendario di visite, Mario cede la stanza ma dichiara di non potersi occupare di loro. Anna dice che si deve trovare una soluzione che permetta di aiutare un domani anche i suoi genitori.

  18. Brainstorming: si mettono in fila tante idee diverse e poi si valutano con le seguenti categorie: molto probabili, probabili, poco probabili, impossibili. Si decide di provare a immaginare delle soluzioni diverse da quelle che sono state pensate finora, lasciandosi andare alla creatività. Luca pensa che potrebbe trasferirsi dai suoi per l’assistenza notturna, Anna propone di vender entrambe le case e comprarne una grande dove costruire spazi separati e comuni, magari con l’aiuto di una badante. Maria propone la sua uscita di casa che permetterebbe di liberare un’altra stanza e di pensare ad una possibilità anche per i nonni materni.

  19. Stesura dell’accordo: dopo il brainstorming la famiglia si accorda per un progetto a stadi: Anna troverà la badante che supervisionerà, Maria cercherà una stanza da condividere con un’amica anche in vista dell’università, Mario chiede di poter ricavare un suo spazio nella mansarda. Luca nella fase organizzativa, dovrà passare qualche notte nella casa dei suoi e allo stesso tempo aiutare Anna a cercare soluzioni abitative, senza penalizzare i figli.

  20. Fase dell’urgenza e fase dell’organizzazione: l’accordo prevede che sia definita la prima fase degli impegni, Luca chiederò ai genitori se sono disponibili a vendere la casa dove stanno e a trasferirsi nella stanza di Mario in attesa della soluzione definitiva. Fase intermedia: Luca potrà disporre della libertà di aiutare i genitori, contando sulla collaborazione di tutti. Mario andrà in mansarda. Anna avrà un aiuto domestico finanziato dai suoceri. Verrà studiato un turno domenicale e per il w-e per permettere ai coniugi di mantenere una vista normale, ci vedere amici e svolgere varie attività.

  21. La famiglia ha attraversato il percorso della mediazione: ha preso contatto con le difficoltà e si è attivata per trovare una soluzione congiunta al problema. La mediazione è partita dalla condizione di necessità, ha attraversato le fasi delle alleanze e degli scontri familiari, ha messo in evidenza emozioni e motivazioni. Le alleanze contro Luca si ricompongono sulla base del riconoscimento delle necessità prioritarie: l’assistenza ai nonni. La soluzione comprende anche mettere in evidenza l’evoluzione delle relazioni su un piano trigenerazionale con figli e nonni. Un delicato equilibrio che potrebbe rompere, se mal gestito, l’intimità dei coniugi. commento

  22. Questi problemi vengono inseriti nel dibattito e servono alla stesura di un contratto di impegno reciproco, di definizioni di regole e fasi. La stesura dell’accordo, che fa passare dalla fase orale alla fase scritta, serve per una più attenta valutazione delle situazioni e per non ritrovarsi a un tradimento nell’accordo. La pazienza della definizione e della stesura dell’accordo permette di passare da una situazione emotiva ad una razionale.

  23. La separazione in senso generale può avere significati positivi, in adolescenza significa autonomia. La separazione coniugale come rottura della famiglia costituita viene considerata negativamente soprattutto in relazione alla presenza dei figli. Anche in casi in cui sia inevitabile (violenze e abuso ecc.) difficilmente viene considerata come un normale processo di cambiamento. Mediazione di separazione e divorzio

  24. Nonostante le battaglie per una legislazione che consetisse il divorzio, l’atteggiamento generale nel nostro paese rispetto alla separazione è di poco cambiato, tali stili di negazione hanno impedito la nascita di servizi rivolti alla consulenza alle famiglie in via di separazione. Il vissuto generale è quello di giudizio e solitudine. In generale in tutte le separazioni non aggressive o distruttive, si attraversa una fase di fatica e la necessità di tutelare i figli.

  25. Spesso il processo di separazione viene reso più difficile e distruttivo dalle intromissioni delle FAO, e dagli avvocati. È assai raro che la coppia decida di separarsi di comune accordo perciò parliamo di soggetto attivo, che ha pensato per primo alla separazione e ha elaborato la decisione senza iniziare una discussione con l’altro, o quello che decide la separazione dopo aver consolidato e reso stabile un altro rapporto che diviene sostitutivo. Le difficoltà della separazione

  26. Il soggetto passivo: della separazione, anche se può essere stato un protagonista importante nel definire la crisi del matrimonio, in genere non ha elaborato il processo di fine del rapporto: non ha scisso in modo vero il NOI ella coppia dalla sua dimensione di persona e tende a reagire in modi che oscillano dall’ira alla depressione.

  27. La gestione di questa fase del divorzio, detta “a caldo”, il momento in cui irrompono le parti inconsce e istintive, può permettere una forte riduzione del danno. È decisivo il modo in cui si articola questa fase a caldo, fondamentale il ruolo del mediatore nel sottolineare l’importanza del rispetto dei sentimenti reciproci, consapevolezza dei torti e presa di responsabilità ma anche la presenza nei coniugi delle risorse per superare la crisi.

  28. Il divorzio è un processo evolutivo dinamico ricco di grandi cambiamenti. Caratteristiche sono la sua accettazione o il suo rifiuto, entrambi i partner soffrono proprio perché il cambiamento è crisi. Compito del mediatore è considerare questi fattori per rendere il più agevole possibile la mediazione. Inoltre il mediatore deve utilizzare come strumento la ridefinizione in positivo Fasi della separazione e del divorzio

  29. Si tende a considerare la separazione e il divorzio come una sconfitta, un fallimento. Il mediatore deve aiutare la coppia a considerarlo come l’inizio di un nuovo processo evolutivo che avrà le sue tappe nel ciclo vitale della famiglia separata: la crescita dei figli, i cambiamenti rispetto alla FAO, i cambiamenti della famiglia allargata, ci potranno essere altre famiglie con altri figli. Il compito dei coniugi e di tutta la famiglia è di elaborare la fine del matrimonio. In genere nella mediazione come nella terapia di coppia di tende a considerare corresponsabili i partner della fine del rapporto. Sta ai coniugi nel tempo sciogliere nelle maniera più costruttiva possibile ciò che hanno creato.

  30. L’evento separativo viene ancora vissuto e percepito in termini negativi. La separazione è una perdita in tutti i sensi, una perdita di una persona che per poco o molto tempo ha fatto parte integrante della nostra vita. Ma mentre la nostra società “accompagna” attraverso la ritualizzazione tutti i lutti che costellano una vita, così non è per la separazione. Chi vive questo momento doloroso, si trova da solo. La solitudine e il dolore per la perdita portano all’infantilizzazione, che spinge a cercare giustizia, delegando qualcun’altro a prendere decisioni per noi, sperando di riscattarci… da cosa??

  31. Il mediatore, per potere meglio gestire le fasi di sofferenza e conflitto dei coniugi e giungere alla realizzazione dell’obiettivo comune deve valutare la fase del divorzio in cui si trova la coppia. Divorzio emotivo: fase che inizia prima della scelta di separazione vera e propria, caratterizzate da situazioni emotive di distanza alternate a stress ed esplosioni di pianti ed ira. Questa fase può permanere per anni creando ostacoli alla definizione degli accordi. Fasi della separazione

  32. Divorzio legale: rappresenta la fase della concretizzazione, si verifica all’uscita di casa di uno dei due partner, in questa fase possiamo avere situazioni depressive e di aggressività Divorzio economico: avviene come fase antecedente al divorzio legale, dipende dallo stile che la coppia ha avuto di gestire la questione economica, divisione o comunione dei beni, conti separati o congiunti. Un buon patto economico è fondamentale per diminuire livelli di scontro ed aggressività.

  33. Divorzio all’interno delle famiglie di origine: generi e nuore spesso possono essere molto legati alle famiglie di origine del partner, cognati e nipoti con cui abitualmente si aveva un rapporto positivo possono entrare in risonanza negativa. Si possono verificare dispetti e recriminazioni. È una fase difficile che deve trovare un suo equilibrio scegliendo i rapporti che si vogliono portare avanti.

  34. Questo è uno degli aspetti che maggiormente crea ostilità e contrasto tra i partner. Nella fase della separazione e successivamente alla sentenza di divorzio le relazioni con i figli sono regolate da una fase si accordo informale seguite da un accordo formale che può essere conflittuale o consensuale. Per i figli la soluzione migliore è un clima di armonia caratterizzato dall’affetto di tutti i membri della famiglia. Problemi legati all’affidamento dei figli

  35. Il divorzio psicologico: è la fase più difficile e più importante da raggiungere, mette in moto la possibilità di pensare alla propria vita in termini soggettivi raggiungendo una nuova maturità. Il div. Psi si realizza quando una persona riesce a risolvere l’attaccamento alla vecchia coppia e alla sua precedente immagine a quella collegata. Si tratta di un vero e proprio percorso evolutivo che la mediazione può rendere più semplice e proficuo.

  36. Costruire nuove trame relazionali e psicologiche per garantire la possibilità evolutiva e il futuro dei figli, come: raggiungere un rapporto funzionale con l’ex partner; raggiungere un ragionevole adattamento emotivo; capire quanto abbiamo contribuito alla disfunzione del rapporto; trovare fonti di appoggio emotivo; aiutare i figli ad adattarsi alla perdita. Scopo della mediazione

  37. Con la mediazione è possibile stabilire intese ed accordi duraturi e sostenibili nel tempo che consentano ai figli un po’ di serenità e ai genitori la possibilità di esercitare insieme il loro compito di genitori. Tutto questo affinché i figli di separati siano come tutti gli altri bambini “un po’ tristi e un po’ felici”… Vie possibili

  38. materiale personale e riservato Sedute classicamente strutturate per una mediazione di separazione/divorzio • Seduta di orientamento iniziale • Seduta a tema sui bisogni dei figli • Seduta a tema sui turni di cura e responsabilità • Seduta a tema sui beni e le proprietà • Seduta a tema sul budget • Seduta sull’accordo • Firma dell’accordo e congedo dalla coppia

  39. materiale personale e riservato Scopi della seduta di orientamento • Informare le parti sulla mediazione e accertarsi di ottenere una partecipazione informata, consapevole e volontaria • Rendere espliciti gli obiettivi delle parti • Strutturare il processo di mediazione

  40. materiale personale e riservato Tecnichedi base • Re-framing(riformulazione, riassunto, parafrasi, perifrasi, ) • Domande • Relativizzazione ed eliminazione dell’egorelativismo, vivere la reciprocità • Pensare al futuro • Identificazione e classificazione esplicita dei conflitti • Identificazione e considerazione esplicita delle strategie conflittuali (che cosa/come) • Specchio emozionale, favorire empatia, mettersi nei panni di. • Uso di metafore

  41. materiale personale e riservato Linguaggio • Chiaro • Semplice • Comprensibile ed adatto alle parti • Tipico del contesto familiare (non di contesti antagonistici, legali, militari, ecc.)

  42. Parlare senza interrompere Non litigare ma discutere Non accusare l’altro, non è corretto dal punto di vista dell’ascolto e della comunicazione e nasconde una mancanza di assunzione di responsabilità Saper raccontare i fatti e non le opinioni, lo sforzo di oggettivare è indispensabile, il mediatore deve aiutare i coniugi a confrontarsi con la realtà delle cose. Regole della comunicazione per il mediatore ( e non solo…)

  43. Ognuno deve parlare a titolo personale senza esprimere giudizi sull’altro Aiutare le persone in gioco a riconoscere i propri sentimenti e quelli altrui, in una parola empatia per i sentimenti nostri e per quelli espressi dall’altro, non valutare solo secondo il nostro metro di giudizio ma anche pensando al codice dell’altro. Rendere meno significativa la rabbia e la negatività, smorzare le emozioni distruttive, è importante normalizzare i comportamenti anche forti relativizzando con situazioni simili. Normalizzare permette di accettare quello che sta succedendo, che proviamo per poi muovere verso il cambiamento. Regole della comunicazione in mediazione

  44. materiale personale e riservato Atteggiamento non verbale • Attento • Educato • Accogliente • Rispettoso • Non giudicante • Equo • Sorridente/sereno • Modesto

  45. Compito del mediatore Il mediatore lavora come una persona non coercitiva e neutrale per aiutare le parti a negoziare un accordo che serva loro meglio di ogni loro altra alternativa.

  46. I limiti della mediazione I limiti della mediazione sono rappresentati dai suoi presupposti, ovvero da alcuni prerequisiti necessari per la sua corretta applicazione, nonché per la riuscita della stessa. Possono essere sia interni, sia esterni.

  47. Nei casi di separazione particolarmente conflittuale, la fase iniziale della mediazione serve per valutare la mediabilità in quella determinata coppia. Ovvero se esiste il terreno per poter attuare una vera mediazione. Al di là della presenza di condizioni di patologia, si può verificare il caso in cui uno o entrambi in partner non siano disponibili alla negoziazione, ovvero di attribuire all’altro quelle qualità di riconoscimento e rispetto indispensabili ad un dialogo. La valutazione della mediabilità

  48. È quindi possibile che nella fase preliminare nell’ascolto di una richiesta risulti difficile per l’operatore individuare la presenza di una capacità negoziale, intesa come atteggiamento di accettazione delle premesse dell’altro come premesse funzionali rispetto alla percezione dei propri bisogni, e che promuova un clima di riconoscimento e rispetto.

  49. I requisiti interni • volontarietà • intenzionalità • abilità • responsabilità • assenza di giudizio • sincerità e trasparenza • autonomia • assenza di patologie • capacità del mediatore • riservatezza

  50. I requisiti esterni • presenza di terze parti collaborative • assenza di procedure giudiziarie connesse • risorse a disposizione • possibilità di superare la scarsità di risorse • il diritto non è esaustivo o chiaro a riguardo • non è possibile interrompere la relazione tra le parti

More Related