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Prof. M. Belvedere Dr.ssa M. Ferlisi – Dr.ssa A. Lo Bue MODIFICAZIONI ANATOMICHE E FUNZIONALI NELL'INVECCHIAMENTO FISIOL

Prof. M. Belvedere Dr.ssa M. Ferlisi – Dr.ssa A. Lo Bue MODIFICAZIONI ANATOMICHE E FUNZIONALI NELL'INVECCHIAMENTO FISIOLOGICO Sistema nervoso. Geriatria.

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Presentation Transcript


  1. Prof. M. BelvedereDr.ssa M. Ferlisi – Dr.ssa A. Lo BueMODIFICAZIONI ANATOMICHE E FUNZIONALINELL'INVECCHIAMENTO FISIOLOGICOSistema nervoso

  2. Geriatria • E’ la disciplina che si occupa della prevenzione, diagnosi e terapia delle malattie dell’anziano. Si occupa in particolare del paziente complesso, spesso molto anziano, caratterizzato da ridotte riserve funzionali, con molteplici patologie coesistenti, decadimento cognitivo, perdita parziale o completa • dell’ autosufficienza.

  3. Gerontologia • E’ la disciplina che si occupa degli aspetti non clinici dell’invecchiamento. Essa abbraccia molteplici settori culturali (la biologia, la demografia, la sociologia,l’economia, la psicologia, ecc.).

  4. Geragogia L’origine del termine: risale al 1973, quando Angiolo Sordi, presso l'Istituto di Gerontologia e Geriatria dell'Università di Firenze, presentò per la prima volta tale neologismo, per indicare quella branca gerontologica interdisciplinare che, in analogia alla scienza pedagogica, presiede a quell' insieme d'insegnamenti, il cui apprendimento e la cui attuazione dovrebbe condurre al fine ultimo di una vecchiaia vitale e attiva.

  5. Aspetti demografici e sociali dell’invecchiamento • Per invecchiamento demografico si intende l’aumento percentuale delle persone appartenenti alle classi d’età più avanzata in una determinata popolazione. • L’invecchiamento demografico è un fenomeno che interessa tutto il pianeta: esso è presente in modo drammatico nei paesi più sviluppati, in misura minore (ma con una elevata velocità di progressione nei paesi in via di sviluppo che adottano modelli socio-economici di tipo occidentale (Cina, Brasile, Turchia, India, Russia).

  6. STUDIO ILSA

  7. Percentuale di anziani (>65a.) • Svezia 17.3 Canada 11.8 • Italia 16.0 Australia 11.6 • Grecia 15.9 Polonia 11.1 • Norvegia 15.9 Argentina 9.6 • Regno Unito 15.5 Brasile 5.2 • Germania 15.2 India 4.6 • Spagna 14.9 Messico 4.2 • Francia 14.9 Egitto 4.2 • Giappone 14.1 Venezuela 4.1 • Paesi Bassi 13.2 Iran 3.9 • Stati Uniti 12.6 Filippine 3.4 • Fed. Russa 12.1 Pakistan 3.0 • Romania 11.8 Etiopia 2.9 • (fonte: OMS, Ginevra 1996)

  8. Fattori demografici • I fattori demografici che maggiormente contribuiscono all’invecchiamento della popolazione sono: • la riduzione della natalità • la riduzione della mortalità. • Con il termine speranza di vita si intende il numero medio di anni che ancora rimangono da vivere per gli appartenenti ad una determinata classe di età.

  9. Speranza di vita • ETA’ UOMINI DONNE • 65-69 anni 13 19 • 70-74 anni 12 16 • 75-80 anni 10 13 • 80-84 anni 7 10 • > 80 anni 6 7 • I

  10. Fattori responsabili dell’aspettativa di vita • Fattori ritenuti responsabili della maggiore aspettativa di vita della donna sono rappresentati da probabili fattori genetici, dagli estrogeni e dalla minore esposizione a noxae ambientali. • La più precoce mortalità degli uomini è attribuibile, oltre che a fattori biologici, anche a fattori socio-economici.

  11. Indice di dipendenza • Si intende il rapporto percentuale tra la popolazione in età uguale o superiore a 60 anni con la quota di popolazione di età compresa tra 20 e 59 anni; • questo indice rappresenta il divario tra la popolazione che si trova in piena attività lavorativa rispetto alla quota dei pensionati e rappresenta il peso economico che una nazione con una elevata percentuale di popolazione anziana deve sostenere per la spesa previdenziale.

  12. Durata della vita • La durata della vita, presenta sensibili differenze in rapporto alla classe sociale ed alla attività professionale.Una bassa scolarità e condizioni economiche precarie sono positivamente correlati alla mortalità. Confrontando l’aspettativa di vita alla nascita in vari Paesi del mondo, si osserva che le Nazioni caratterizzate da un più basso sviluppo socio-economico e da un modesto tenore di vita (quali quelle del Terzo Mondo) hanno una aspettativa di vita media sensibilmente inferiore rispetto ai Paesi industrializzati.

  13. Indice di vecchiaia • Con il termine indice di vecchiaiasi intende il rapporto percentuale tra la popolazione in età uguale o superiore a 65 anni con quella di età inferiore a 15 anni; un indice di vecchiaia buono indica una elevata natalità ed una ridotta percentuale delle classi di età avanzate; al contrario un alto indice come quello italiano (106%) indica una maggiore percentuale di soggetti anziani rispetto alla quota giovanile della popolazione.

  14. Normalità e norma Esistono molte difficoltà nello stabilire quali modificazioni anatomiche e funzionali siano da attribuire all’invecchiamento "in sé" e quali siano invece la conseguenza degli insulti patogeni del genere più vario che hanno colpito , nel corso della vita, i vari organi ed apparati.

  15. Vera normalità • Si intendono le modificazioni anatomiche e funzionali dei vari organi e sistemi, legate specificamente al processo di invecchiamento, escludendo pertanto le alterazioni dovute a noxae patogene. La "vera normalità" è una condizione rara: ad esempio, conservare tutti i denti dalla età di 80 anni è "normale", ma questa evenienza si osserva solo in una piccola percentuale di soggetti.

  16. Norma Con il termine di "norma" si intende l’insieme di modificazioni che si riscontrano a carico dei vari organi nella maggior parte degli anziani, per il sommarsi dell’invecchiamento fisiologico agli insulti derivanti da processi morbosi. Questa è la eventualità più frequente.

  17. Variabilità intra ed interindividuale La velocità di invecchiamento è differente da un organo all’altro nello stesso individuo e molto variabile tra un individuo e l’altro. Pertanto la dispersione dei valori dei parametri biologici (ad esempio la clearance della creatinina o la portata cardiaca) rispetto alla media è molto più ampia rispetto a quella dei soggetti più giovani.

  18. IL NORMALE INVECCHIAMENTO DEL CERVELLO La perdita neuronale distribuita in modo diffuso è responsabile di molti deficit cognitivi associati all’invecchiamento normale. Oggi si focalizza maggiormente sulla densità neuronale, misurata sperimentalmente contando il numero dei neuroni in un volume di tessuto all’interno di una regione cerebrale di interesse.

  19. IL NORMALE INVECCHIAMENTO DEL CERVELLO In realtà la perdita dei neuroni è anatomicamente più selettiva e limitata di quanto si pensasse in precedenza. Molte regioni corticali coinvolte nella normale funzione cognitiva mostrano, durante l’invecchiamento, una perdita di neuroni modesta. Si verifica tuttavia una rilevante morte cellulare in molti sistemi sottocorticali neurochimicamente specifici: l’elaborazione dell’informazione nelle regioni corticali potrebbe risultare sostanzialmente compromessa.

  20. Cervello:Aspetti strutturali: neuroni • Riduzione del numero (forte riduzione nella corteccia frontale e temporale, nell’ippocampo, nel nucleo basale di Meynert, nella substantia nigra, locus ceruleus, striato). • Riduzione dei dendriti e delle sinapsi. • Riduzione della plasticità neuronale e della rigenerazione sinaptica (capacità di sviluppare nuove connessioni interneuronali) riduzione del numero e della funzionalità dei recettori.

  21. Manifestazioni morfologiche espressione della degenerazione neuronale ed extraneuronale • (lipofuscine, degenerazione granulo-vacuolare, gomitoli neurofibrillari, placche senili). •  Cellule gliali: • Aumento degli astrociti corticali (gliosi senile). • - Aumento di microglia.

  22. Microcircolo • - Angiopatia congofila: • (deposizione di sostanza amiloide nello spessore delle arteriole). • - Aumento degli spazi perivascolari.

  23. Flusso: Il giovane è in grado di mantenere invariato il flusso cerebrale entro un range molto ampio di valori pressori (da 70 a 180 mmHg di Pressione Arteriosa Media). Tale range si riduce nell’anziano, nel quale pertanto possono comparire segni di ipoperfusione o di iperperfusione cerebrale per valori di pressione rispettivamente più alti o più bassi di quelli sopra indicati.

  24. Aspetti metabolici • Metabolismo energetico • - Riduzione solo in età molto avanzata. • Barriera ematoencefalica: • - Non modificazioni significative. • Neurotrasmettitori: • - Forte diminuzione di acetilcolina (specie nel nucleo di Meynert). • - Forte riduzione di dopamina (substantia nigra, locus coeruleus, striato) • - Diminuzione della serotonina (pallido, caudato). • - Diminuzione del GABA.

  25. Modificazioni funzionali: memoria • La riduzione della memoria costituisce uno degli elementi cardinali del processo di senescenza cerebrale. • A fronte di una stabilità del ricordo degli eventi passati nella loro globalità e successione cronologica, si osserva infatti una progressiva incapacità a memorizzare nuove situazioni, parole, nomi, etc. Episodi di "amnesia" per i nomi di persone familiari, per gli indirizzi, numeri di telefono, per i dettagli di eventi passati cominciano a manifestarsi già dai 40-50 anni.

  26. Memoria a breve termine e Amnesia Senile Benigna • Generalmente, anche in età più avanzata, esse non interferiscono con le normali attività quotidiane, potendo essere facilmente aggirate da strategie procedurali che il soggetto mette in atto più o meno inconsciamente (uso di taccuini, appunti scritti, associazioni mentali). • La memoria a breve termine è quella più gravemente colpita, in relazione a deficit sia di immagazzinamento che di rievocazione.

  27. Amnesia maligna (s.demenziali) • A) incapacità a ricordare le parole giuste al momento opportuno. (fenomeno "della punta della lingua"); • B) difficoltà marcata ad apprendere nomi propri nuovi; • C) occasionale comparsa nel linguaggio spontaneo di piccoli errori grammaticali o di parafrasie D) frequenti dimenticanze di dettagli marginali di eventi passati o errori nella loro successione cronologica, mentre il ricordo complessivo è globalmente conservato.

  28. Velocità di apprendimento e tempi di reazione • Progressiva diminuzione delle capacità di apprendimento (ad es.: imparare una nuova lingua). legata probabilmente al decadimento delle funzioni di controllo dei processi di elaborazione dell’informazione, che sono centrati in particolare sulle capacità attentive. I deficit dell’attenzione sono più evidenti quando sono attive due o più fonti diinformazione (effetto "cocktail party"): in questi casi, infatti, l’anziano mostra una incapacità a separare gli stimoli o ad ignorarne alcuni.

  29. Riflessi - Movimento e coordinazione – Sensibilità • Riflessi:l’assenza dei riflessi achillei ed addominali è di frequente riscontro in età geriatrica. I riflessi plantari possono essere indifferenti o addirittura in estensione nel 5% degli anziani, senza che tale rilievo rivesta necessariamente carattere patologico.

  30. Tono, forza e trofismo muscolare • Gli anziani presentano un aumento del tono muscolare a riposo ed un’accresciuta resistenza allo stiramento passivo. Concomita una certa ipotrofia muscolare con associato deficit di forza. • Movimento e coordinazione: in età senile si assiste ad una progressiva diminuzione della destrezza e della coordinazione. • Sensibilità: dopo i 75 anni si verifica una netta riduzione della sensibilità agli arti inferiori. La soglia di percezione degli stimoli tattili e dolorifici subisce un significativo aumento.

  31. Personalità Cambiamenti di personalità sono di frequente riscontro nel corso della senescenza. Molti anziani diventano egocentrici e rigidi e manifestano una evidente suscettibilità quando vengono contraddetti. • Spesso in questi cambiamenti si può riconoscere l’esagerazione di alcuni tratti di personalità già presenti prima della vecchiaia, o possono essere ravvisabili difese legate alla perdita dell’autostima ed alla paura di sbagliare.

  32. SISTEMA NERVOSO AUTONOMICO • Fenomeni degenerativi a livello gangliare. • Diminuzione dei recettori post-sinaptici. • Ridotta sensibilità dei barocettori • Alterazioni della neurotrasmissione • Manifestazioni del normale invecchiamento • Maggiore riduzione della pressione arteriosa nel passaggio dal clino all’ortostatismo • Alterata risposta alla manovra di Valsalva. • Alterata motilità viscerale.

  33. Implicazioni cliniche • Ipotensione posturale sintomatica. • Alterata autoregolazione della circolazione cerebrale.

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