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Canto: Io sarò con te

L’esame di coscienza aiuta a fare verità dentro di sé. La persona può scoprire davvero l’orientamento del proprio cuore e le persone, le cose e gli avvenimenti a cui dà vera­mente importanza, al di là di quanto pubblicamente può affermare.

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Canto: Io sarò con te

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Presentation Transcript


  1. L’esame di coscienza aiuta a fare verità dentro di sé. La persona può scoprire davvero l’orientamento del proprio cuore e le persone, le cose e gli avvenimenti a cui dà vera­mente importanza, al di là di quanto pubblicamente può affermare.

  2. È il momento di una maggiore coscienza. La pratica dell’esame porta ad un confronto sistematico con se stessi, ma anche con le proprie persone di riferimento.

  3. Canto: Io sarò con te Io sarò con te sulle strade della vita, Io sarò con te anche quando non lo sai. Io sarò con te custodendoti per sempre nella fedeltà è il mio Amore. Tu sarai con me sulle strade della vita, tu sarai con me anche quando non lo so. Tu sarai con me custodendomi per sempre nella fedeltà è il Tuo amore. Se forte e coraggioso tu sarai scegliendo la via della vita, ascoltando la mia Parola custodendola nel tuo cuore... RIT. Se forte e coraggioso tu sarai annunciando ad ogni uomo la salvezza cantando la speranza che non muore camminerò con te dovunque andrai... RIT.

  4. 2 parte

  5. Alcuni aspetti per un discernimento Vi suggerisco tre aspetti, per me fondamentali, per un sano e fecondo discernimento.

  6. 1. La gradualità La capacità di provarsi nella concretezza dell’ordinario e degli impegni, nel portare a termine le responsabilità pic­cole o grandi, giocandosi in prima persona vivendo anche la fatica della gestione degli impulsi e della ricerca della grati­ficazione porta all’accettazione delle possibilità intermedie.

  7. Talvolta “o tutto o niente” diventa poi la condizione di una non accettazione di sé e dei propri limiti.

  8. La gradualità nel conseguimento degli obiettivi è la reale possibilità di ar­rivare con le proprie risorse, che mano mano si spiegano, all’integrazione comunitaria.

  9. La comunità (cristiana, reli­giosa) è il luogo reale della verifica, dove gli altri rimandano una parte dell’immagine di sé, come si presenta all’esterno.

  10. È il luogo privilegiato che rimanda un utile feedback per la conoscenza di sé: come ci conoscono gli altri.

  11. Per questo si diventa capaci di accettare la critica costruttiva, in cui si coglie la possibilità di correggersi, di conoscersi, di rivedersi senza percepirsi “sbagliati”.

  12. Questo avviene nel tempo, nella rivelazione di sé reale e serena, nel percepirsi capaci del dono del sé, nell’attesa paziente e graduale delle rivelazioni e degli eventi di Dio.

  13. Nella serenità, in un’ottica di riconciliazione con se stessi, ci si può dare la possibilità di provarsi anche in aspetti diversi. È essenziale, in questo contesto, la capacità di perdonarsi e di perdonare, di accettare anche la correzione nella prospet­tiva dei valori e dell’amore.

  14. 2. La memoria Facoltà umana di acquisire, immagazzinare, organizzare e recuperare informazioni; la memoria è una funzione essen­ziale per l’apprendimento e il pensiero.

  15. S’intende per memoria la capacità di conservare (ricor­dare) le precedenti esperienze.

  16. È la memoria che permette la continuità della vita interiore, facendo sopravvivere il passato: senza memoria avremmo solo la percezione del presente.

  17. Come potrebbe, ad esempio, un telegramma che ci comunica la morte di una persona cara avere di per sé la forza sufficiente per commuoverci?

  18. La memoria quindi non è solo una funzione specifica da educare con l’esercizio, ma anche una condizione generale di tutta la struttura psichica dell’essere umano.

  19. La memoria, che è quel dono che permette di ricordare i fatti lontani e vicini che costituiscono la storia e la nostra storia, assume un particolare volto, nella crescita, in quella che si chiama “memoria del cuore”.

  20. Nella memoria del cuore è possibile sintetizzare armo­nicamente il proprio cammino con il cammino di Dio nella vita di ciascuno.

  21. Ripercorrere questi avvenimenti fa sì che affetti, desideri, passioni possano confluire in un’unica direzione, per quanto talvolta ci sia la fatica di mantenere fedeli il cuore e gli obiettivi.

  22. L’atteggiamento di Maria che «meditava e custodiva nel cuore» gli avvenimenti del suo Figlio ne costituisce una effi­cace immagine.

  23. Maria, ricordando e custodendo nel cuore, nella dimensione della fede raccolta, compie, attraverso il dono dello Spirito, quell’operazione interiore della unifica­zione, in cui coglie in un unico sguardo di unità i diversi avvenimenti mossi dalla volontà e dall’amore di Dio.

  24. E il canto del Magnificat ne è un esempio (Lc 1, 39-45). Così come il popolo di Israele che, come pregano i Salmi pasquali (Sal 117, Sal 135), ripercorre la propria storia come una storia di sal­vezza, una storia sacra, dove protagonista è la potente mano di Dio e la sua profonda misericordia.

  25. 3. L’amicizia spirituale La vera amicizia nello Spirito deve rispon­dere ad alcuni requisiti essenziali.

  26. Essa è innanzitutto povera, non esigente, non preten­ziosa: l’amico/a accoglie, riceve con gratitudine e nello stesso tempo sa rispettare i tempi e il cammino dell’altro/a.

  27. Essa inoltre è discreta, non ha bisogno di troppe parole, di chiacchiere inutili, di scambi continui e, anche se li desidera, è tuttavia capace di rinunciarvi.

  28. La vera amicizia, inoltre, è fedele, disposta ad accogliere l’altro/a anche nei tempi bui, nelle stagioni difficili, quando ha bisogno di es­sere sostenuta, difesa oppure fa difficoltà a vivere un legame di reciprocità.

  29. Essa è sincera: non blandisce l’altro/a, non lo/la manipola per i propri scopi; al contrario, il suo desiderio di bene per lui/lei esige la purezza di cuore e la capacità di dire la verità, anche quando questa può essere sgradevole e dunque non facile da manifestare.

  30. È anche misericordiosa, perché non giudica, non esprime valutazioni, ma accetta sempre in modo incondizionato.

  31. Amico/a, infatti, è colui, o colei, che comprende e accoglie in profondità tutti i moti del cuore dell’altro/a: proprio in questo sta la dolcezza che procede dall’amicizia, quella felicità, quella sicurezza e gioia che provengono dall’avere uno/a con cui parlare come a te stesso;

  32. uno a cui non temi di confidarti se sei caduto/a; cui non arrossisci di rivelare i progressi nelle cose spirituali, uno/a al quale puoi affidare tutti i segreti del cuore e sco­prirne i progetti.

  33. Come ogni forma di amore, anche l’amicizia conosce i momenti difficili. Per quanto gradevole possa essere la com­pagnia dell’altro/a e profonda l’affinità, anche questa rela­zione incontrerà alla fine i suoi momenti di fatica e d’incom­prensione.

  34. Le differenze nel sentire, di temperamento, di vedute, proprio quelle diversità che rendono più attraenti le relazioni potranno provocare dei piccoli o grandi conflitti.

  35. Ciò significa che, come ogni altro legame, anche l’amicizia non può essere lasciata alla spontaneità, ma richiede un im­pegno, una volontà specifica di crescere e approfondire il legame.

  36. Vero amico/a, infatti, è colui o colei, che sa mettersi da parte, sa lasciare spazio alla differenza, rispettare l’unicità, e nello stesso tempo è in grado di mettere in questione, porre interrogativi, quando il pensiero o l’agire dell’altro/a non ri­sponde agli ideali da entrambi condivisi.

  37. Lasciare spazio e vigilare sono quindi due atteggiamenti fondanti l’amicizia spirituale, quando essa è veramente tale: desiderosa di veder crescere Gesù nell’altro/a, secondo le parole di colui che il Vangelo definisce amico dello Sposo e sulla cui bocca pone queste parole così ricche di sapienza:

  38. «Egli deve crescere e io invece diminuire...» (cfr. Gv 3,30).

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