350 likes | 731 Views
Il processo a Socrate. Filosofia e potere. Talvolta i filosofi entrano in conflitto con il potere politico Chi detiene il potere e vuole conservarlo diffida dei liberi pensatori: Essi stimolano lo spirito critico Mettono in discussione le tradizioni per rinnovarle
E N D
Il processo a Socrate Filosofia e potere
Talvolta i filosofi entrano in conflitto con il potere politico • Chi detiene il potere e vuole conservarlo diffida dei liberi pensatori: • Essi stimolano lo spirito critico • Mettono in discussione le tradizioni per rinnovarle • Stimolano i cittadini al cambiamento e a nuove idee • I potenti non accusano i filosofi per le loro idee • Ma le prendono a pretesto per impedire loro di ostacolarli nel potere • Ciò accadde ad Anassagora, a Protagora e a Socrate Filosofia e potere
Trasferitosi ad Atene dalla Ionia, Anassagora divenne maestro e consigliere di Pericle • statista impegnato nel rinnovamento politico e culturale della città, • progressista che si circondava di filosofi e scienziati, non conservatore Il processo ad Anassagora
Intorno alla metà del V secolo i conservatori, avversari politici di Pericle, per meglio combattere lo statista ateniese, cercarono di fare il vuoto intorno a lui, eliminando i suoi collaboratori con accuse infamanti
Anassagora, per le sue opinioni riguardo il Sole e la Luna, ritenuti rispettivamente una massa incandescente e un globo roccioso, non divinità, • Fu accusato di empietà (asébeia) • Processato • Condannato a morte, ma per intercessione di Pericle, scelse l’esilio e tornò nella Ionia dove aprì una scuola.
Il Sofista Protagora fu anch’egli consigliere di Pericle • il suo scritto intitolato Sugli dei, in cui sosteneva che degli dei non si può dire con certezza né che esistano, né che non esistano (agnosticismo) suscitò scalpore • Era in corso la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) tra Atene e Sparta e i democratici conservatori erano in allarme Il processo a Protagora
Protagora fu accusato di empietà, processato e condannato a morte • Scelse, come allora si poteva, di commutare la condanna in esilio • Beffa del destino: la nave che lo conduceva in Magna Grecia naufragò e Protagora morì ugualmente (411 a. C.). Il processo a Protagora
La fine dell’età di Pericle aveva visto Atene sconfitta nella guerra del Peloponneso contro l’aristocratica Sparta. • Nel 404 ad Atene era salito al potere un governo oligarchico filo spartano: i Trenta tiranni, tra cui anche il Sofista Crizia. Il processo a Socrate
L’Acropoli (la città alta) di Atene con il Partenone, tempio di Atena, la dea della sapienza, della saggezza e delle arti, protettrice della città, Atene: il processo a Socrate
Il processo a Socrate fu intentato dopo la restaurazione democratica del 403 • Esso era incentrato su due accuse: • Corruzione dei giovani • Empietà e introduzione di nuovi dèi Il processo a Socrate
Prima accusa: corruzione dei giovani - motivazioni politiche apparenti del processo, si collegavano a • frequentazione da parte di Socrate dell’ambiente dei Sofisti e • un allievo prediletto del filosofo, Alcibiade, aveva tradito Atene per unirsi a Sparta. Il processo a Socrate
Seconda accusa: (già formulata a carico di Anassagora e Protagora) veniva abitualmente rivolta a tutti gli spiriti critici che infastidivano i potenti: • empietà, • ateismo, • introduzione di nuovi dèi.
Vere motivazioni del processo: • L’ironia di Socrate per i politici (molto fastidiosa per i potenti). • Restaurazione democratica aveva carattere decisamente conservatore, per evitare nuove crisi. • Socrate = simbolo di un insegnamento critico e anticonformista. • Socrate sollevava la questione morale: • criticava l’assenza di moralità che troppo spesso infettava la politica democratica. • richiamava ad una virtù più alta di quella semplicemente politica Il processo a Socrate
Socrate nella cesta, stampa del XVI secolo: il filosofo è rappresentato così nella commedia Le nuvole di Aristofane Il processo a Socrate
Difesa dalla prima accusa: • Socrate non è un Sofista • Comunque non ci sarebbe nulla di male nell’esser un Sofista e istruire persone come fanno, per esempio, Gorgia e Ippia La difesa di Socrate
Socrate racconta dell’oracolo di Delfi che lo ha designato come il più sapiente degli ateniesi e • Spiega le vere ragioni che lo hanno reso invidiato e odiato da certi uomini di potere della città, con la sua ironia, il suo anticonformismo, la sua continua ricerca di una vera conoscenza dei problemi sociali e morali. La difesa di Socrate
I restio dell’agorà (la piazza civile) di Atene, dove si svolgevano le discussioni in cui erano coinvolti i Sofisti e Socrate Atene: Socrate e i Sofisti
Difesa dalla seconda accusa • Socrate dimostra di essere: • intimamente legato all’oracolo delfico e alla tradizione ateniese • rispettoso dei culti e dei riti della città, non introduce nuove divinità • Vero motivo dell’accusa: aver smascherato l’incompetenza e l’inconsistenza morale della classe dirigente della città La difesa di Socrate
I resti del Tempio di Apollo a Delfi Socrate e l’oracolo di Apollo
Socrate dichiara di meritare un premio, non una pena, per aver insegnato la ricerca della virtù • Spiega le ragioni per cui rifiuta le diverse possibilità di sfuggire alla morte: • Non si sa se la morte sia bene o male • Il carcere non sarebbe certo un bene • Una pena in denaro? Ma non ha denaro a sufficienza per pagarla • L’esilio? ma dovunque andasse, i giovani accorrerebbero ad ascoltarlo come ad Atene, e ci si ritroverebbe nella stessa situazione La requisitoria finale di Socrate
Inoltre: • Le alternative sarebbero un tradimento della propria missione: «ragionare ogni giorno della virtù e degli altri argomenti» («una vita che non faccia tali ricerche non è degna d’esser vissuta») • È più facile sfuggire alla morte che alla malvagità: • chi «in guerra buttasse le armi o si volgesse supplichevole ai suoi inseguitori» eviterebbe di morire • così, anche in tribunale, se si è disposti a fare e dire qualunque cosa, senza scrupoli. La requisitoria finale di Socrate
Socrate si rivolge a chi ha votato per la sua condanna: • liberandosi di lui non si libereranno mai dal dover rendere conto della loro disonestà
Infine si rivolge a chi lo voleva assolvere e dice loro che il suo daimon, che di solito gli impedisce di fare cose ingiuste, mai si è fatto sentire durante la sua difesa. Il daimon socratico
Il daimon nella mitologia greca era creduto una sorta di intermediario tra gli dèi e gli uomini. • Socrate parlava di una voce interiore che • non gli suggeriva mai cosa fare, pensare o dire, • ma interveniva soltanto per convincerlo • a non mettere in atto un certo comportamento, • a non commettere ingiustizia • o altri errori di natura morale. • Riferimento di Socrate alle concezioni orfico-pitagoriche, che attribuivano all’anima (o psyché) la natura di un daimon. Il daimon socratico
Socrate riflette sul tema della vita e della morte • Comincia a delineare una sorta di escatologia, o concezione dei tempi ultimi (dei destini ultraterreni dell’anima) • Da ragionatore maieutico sviluppa due ipotesi: morire può essere una di queste due cose: • O «un non esser più nulla, e chi è morto non ha più nessun sentimento di nulla»; in tal caso, la morte è come un sonno; • O, «come dicono alcuni, una specie di mutamento e di migrazione dell’anima da questo luogo quaggiù a un altro luogo». In questo secondo caso, se è vero quel che raccontano, che in codesto luogo si ritrovano poi tutti i morti, questo sarà sicuramente il bene più grande che si possa immaginare: incontrare Orfeo e Musèo, Omero e Esiodo, Palamede e Aiace Telamonio sarebbe un grande piacere e la massima felicità consisterebbe nel «ragionare laggiù con costoro e viverci insieme e interrogarli». La religione e l’aldilà
Socrate viene invitato a fuggire dai suoi amici • Ma rifiuta, narrando un immaginario dialogo con le leggi della città che potrebbero rimproverarlo • Socrate sostiene la tesi fondamentale secondo cui • si deve sempre obbedire alle leggi • non soltanto quando ci fa comodo • È giusto darsi da fare per cambiare le leggi se le si ritiene ingiuste (problema del rapporto tra legge e giustizia) • ma finché sono in vigore vanno rispettate Socrate di fronte alle Leggi
Jacques-Louis David, La morte di Socrate, 1787, New York, Metropolitan Museum La condanna