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KARL MARX OPERE PRINCIPALI: Annali Franco-Tedeschi; Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione; Manoscritti economico-filosofici del 1844; Manifesto del partito comunista (con Engels); La Sacra famiglia; Tesi su Feuerbach; L’ideologia tedesca; Miseria della filosofia; Per la Critica dell’economia politica; Il Capitale. (Le opere in rosso le dovete ricordare) 1-LA CRITICA A HEGEL E ALLO STATO MODERNO Marx riconosce ad Hegel il merito della concezione dialettica della realtà, secondo cui la realtà si sviluppa attraverso tre momenti: Tesi, Antitesi e Sintesi; ma il modo in cui Marx considera la dialettica è diverso rispetto ad Hegel. PER MARX: -lo sviluppo della realtà non avviene con la SINTESI (sostenuta da Hegel) ma è con la CONTRAPPOSIZIONE TRA GLI ELEMENTI DELLA REALTÀ: LA LOTTA È LA VERA CAUSA DELLA STORIA E LA DIALETTICA È UNO STRUMENTO RIVOLUZIONARIO; -l'errore principale di HEGEL è quello di interpretare il“MONDO ALLA ROVESCIA”: invece di partire dagli uomini concreti, Hegel inizia dal pensiero astratto, facendo derivare dallo Spirito gli uomini reali, la famiglia, la società e lo Stato; si tratta di una MISTIFICAZIONE, OSSIA DI UN'INTERPRETAZIONE FALSA DELLA REALTÀ; -LO STATOÈ UN PRODOTTO DEGLI UOMINI CHE POSSONO SBAGLIARE, PER CUILO STATO PUÒ ESSERE ANCHE INGIUSTO. In sintesi, l'errore di Hegel, deriva dalla SEPARAZIONE fra TEORIA E PRASSI (l'azione concreta degli uomini); la teoria separata dalla prassi diventa vuota ideologia. 1.1-La concezione dello Stato in Hegel e in Marx. Per illustrare il rovesciamento del rapporto tra astratto e concreto e il passaggio dall’idealismo al materialismo che si compie con la filosofia di Marx,si può prendere in considerazione la concezione dello Stato in Hegel e Marx, mettendo i due filosofi a confronto: a)PER HEGEL: -le forme di organizzazione sociale e lo Statosono manifestazioni dello Spirito; -lo Stato è più importante degli individui concreti, perché il tutto è superiore alla parte. b)PER MARX: -le forme di organizzazione sociale e lo Statosono prodotti dell’uomo; -sono le forme materiali ad essere più importanti di quelle spirituali; infatti, gli uomini concreti, con i loro bisogni materiali, istituiscono lo Stato. 1
2-LA CRITICA ALLA SINISTRA HEGELIANA Marx giudica la Sinistra hegeliana incapace di comprendere le vere cause delle ingiustizie sociali. Riconosce che la Sinistra: -ha trasformato L'IDEALISMO IN MATERIALISMO; -ha saputo considerare LA RELIGIONE UN'INVENZIONE UMANA; ma MARX CONSIDERA TUTTO CIÒ INSUFFICIENTE. Infatti, sostiene Marx, la Sinistra hegeliana era convinta che: -le cause delle ingiustizie sociali consistessero nelle idee errate degli uomini, per cui pensava di poter migliorare il mondo trasformando le idee e le coscienze. NON È LA COSCIENZA (IL MODO DI PENSARE) CHE DETERMINA LA VITA, MA È LA VITA CHE DETERMINA LA COSCIENZA: È QUESTO UN ULTERIORE IMPORTANTE PRINCIPIO DELLA FILOSOFIA DI MARX. Soltanto attraverso una PRASSI RIVOLUZIONARIA si può mutare la realtà e il modo di pensare degli uomini (unione di teoria e prassi). 3-LA CRITICA AGLI ECONOMISTI CLASSICI Marx riconosce che gli economisti classici borghesi, in particolare, ADAM SMITH E DAVID RICARDO, hanno correttamente elaborato la teoria secondo cui il valore di ogni merce è determinato dalla quantità di lavoro necessario per produrla;ma, prosegue Marx, vedevano nell'economia solo rapporti tra oggetti, ossia lo scambio di una merce con l'altra tramite la moneta, invece L'ECONOMIA È COSTITUITA SOPRATTUTTO DI RAPPORTI TRA UOMINI (PADRONI E LAVORATORI). L'ECONOMIA CLASSICA: -considera come permanenti le proprie leggi economiche, giustificando in questo modo il sistema economico esistente anche se ingiusto; -considera la PROPRIETÀ PRIVATA come un fatto naturale, ma non spiega come nasce. Per MARX, la PROPRIETÀ PRIVATA: -non è una legge assoluta, un fatto naturale e immodificabile; -è la conseguenza di una certa evoluzione storica e come tale può essere cambiata; -è quella sui PRODOTTI DEL LAVORO ALTRUI, cioè dei lavoratori: il capitalista espropria (deruba)il lavoratore del suo prodotto e da ciò consegue la condizione di alienazione del lavoro umano. 4-LA CRITICA ALLA RELIGIONE E A FEUERBACH Marx: -condivide la tesi di Feuerbach dell'invenzione puramente umana della religione; ma non ha spiegato adeguatamente perché l'uomo “crea” la religione. La RELIGIONE, per Marx: -È L'OPPIO DEI POPOLI; persuperare l'alienazione religiosa bisogna 2
cambiare le condizioni materiali di vita e di sfruttamento che provocano l'infelicità dell'uomo e lo costringono a crearsi l'illusione di un Dio che premierà le sofferenze in una vita ultraterrena; -è un prodotto di natura socio-economica; -È UN FATTO STORICO DETERMINATO DOMINANTE al fine di ottenere l'obbedienza della classe dominata. In una nuova società più umana, realizzata attraverso la rivoluzione, LA RELIGIONE È DESTINATA A SCOMPARIRE NATURALMENTE. Secondo Marx, l’alienazione religiosa: -deriva dall’ALIENAZIONE ECONOMICA, cioè da quelle situazioni in cui l’uomoè costretto a lavorare e produrre in modi disumani, che rendono l’uomo stesso alienato, disumano; -lo stato di alienazionecaratterizza in particolare la sua condizione nella società industriale capitalistica. 5-L'ALIENAZIONE DEL LAVORO DALLA CLASSE L’ALIENAZIONE è l’estraniarsi da sé, diventare estraneo e straniero di sé stesso. Per ALIENAZIONE DEL LAVORO, Marx intende la perdita del possesso dei prodotti del proprio lavoro subita dal lavoratore poiché di tali prodotti si impossessa il capitalista. Per MARX: -l'alienazione è causata dal sistema capitalistico di produzione e dalle relative condizioni di lavoro; -il lavoro è l'essenza dell'uomo: attraverso il lavoro l'uomo dovrebbe poter realizzare pienamente se stesso, dimostrare la propria capacità e creatività; -il sistema capitalistico di produzione e la proprietà privatanon rendono libero il lavoro bensì costrittivo (il lavoratore è costretto a lavorare secondo il modo di organizzazione del lavoro stabilito dal capitalista e a lui deve cedere ciò che produce); -il lavoratore lavora per la pura sussistenza: l'operaio è costretto a vendere il proprio lavoro in cambio del salario; -il LAVORO È MERCE, in cambio del salario l'operaio viene espropriato, privato degli stessi prodotti del suo lavoro, che finiscono nelle mani del capitalista. 3
Nel lavoro salariato, l'operaio è costretto: -ad alienarsi, ad estraniarsi dai prodotti del suo lavoro che non appartengono a lui; -ad un lavoro ripetitivo, organizzato e imposto dal capitalista a suo proprio vantaggio, che non consente creatività e libertà: è questa L'ALIENAZIONE DEL LAVORO CHE CARATTERIZZA IL SISTEMA CAPITALISTICO DI PRODUZIONE e d a c u i derivano tutte le altre forme di alienazione: religiosa, politicae sociale. Il superamento di questa situazione può avvenire solo attraverso la LOTTA DI CLASSE E LA RIVOLUZIONE, che eliminerà la proprietà privata e quindi anche il lavoro alienato. Per capire l’alienazione economica, occorre studiare le dinamiche della Storia dell’uomo: 1)Marx identifica anzitutto gli elementi chiave che spiegano i cambiamenti storici, ovvero: -la SOPRAVVIVENZA. Il primo grande problema che gli uomini devono affrontare e risolvere è quello della sopravvivenza; per poter «fare storia» gli uomini devono essere in grado di vivere. Ma il vivere implica prima di tutto il mangiare e il bere, l'abitazione, il vestire e altro ancora. La prima azione storica è dunque la creazione dei mezzi per soddisfare questi bisogni(Marx) -il LAVORO, LE FORZE E I RAPPORTI DI PRODUZIONE. Per procurarsi i mezzi per soddisfare i bisogni primari, l’uomo deve lavorare e mediante il lavoro, entra in relazione: a)con la natura, che lavora e trasforma per ottenere le risorse necessarie alla sua sopravvivenza; b)con i suoi simili, con i quali si organizza per sfruttare la natura, ne deriva la divisione dei compiti e una società ripartita in classi sociali. I rapporti tra gli uomini e tra le classi sociali sono definiti RAPPORTI DI PRODUZIONE (es. feudalesimo e servitù della gleba); l’insieme delle risorse e delle tecniche produttive di cui l’uomo dispone ad un dato momento storico, sono le FORZE DI PRODUZIONE (es. terra, aratro, buoi) 2) Corrispondenza tra forze e rapporti di produzione. La storia è scandita da questi due elementi (rapporti di produzione e forze di produzione), secondo due princìpi: a)ad un certo grado di sviluppo delle forze produttive corrisponde un certo tipo di rapporti di produzione (es. se la tecnologia è limitata, si ricorre al lavoro umano e alla schiavitù). b)i rapporti di produzione si conservano finché sono funzionali alle forze produttive; quando entrano in conflitto con esse, scompaiono (es. la società industriale tende a liberarsi dei vincoli feudali che non sono più funzionali al proprio sviluppo). LA STORIA DI OGNI SOCIETÀ FINORA ESISTITA È STORIA DI LOTTE DI CLASSI. (Marx, Manifesto del partito comunista, 1848). Marx ha una visione 4
dialettica della Storia perché è fondata sui conflitti tra le classi sociali La filosofia di Marx è definita, da ENGELS, MATERIALISMO STORICO perché l’essenza dell’umanità, la storia delle sue attività e lo sviluppo della società, sono determinati dalle condizioni materiali della vita. 6-IL MATERIALISMO STORICO La teoria dell'alienazione del lavoro conduce Marx a formulare la TEORIA DEL "MATERIALISMO STORICO" (cioè, la prevalenza dell'economia, che è materiale, sulle idee, che sono spirituali). La teoria dell'alienazione segna il passaggio dal cosiddetto UMANESIMO di Marx, cioè dalla sua filosofia ispirata a valori umanistici al suo MATERIALISMO STORICO, cioè alla sua filosofia ispirata all'analisi storico-economica della società. Marx specifica il rapporto che esiste tra STRUTTURA ECONOMICA della società e quella che Marx definisce la "SOVRASTRUTTURA IDEOLOGICA" della società stessa: a)per STRUTTURA ECONOMICA, intende l'insieme delle forze produttive, dei rapporti di produzione e dei modi di produzione sussistenti; b)per SOVRASTRUTTURA IDEOLOGICA, intende l'insieme delle idee, delle concezioni di vita, delle dottrine, della morale, della mentalità, della politica e della cultura di una società. Il materialismo storico è la teoria secondo cui le idee morali, filosofiche, religiose, politiche, ecc. sono condizionate dalla struttura economica sussistente. Non sono le idee che determinano le condizioni materiali di vita, ma è l'attività pratica, la base economica sussistente e la classe dominante al potere che condizionano o determinano le idee. SOLTANTO IL CAMBIAMENTO DELLA STRUTTURA ECONOMICA, ATTRAVERSO UNA RIVOLUZIONE SOCIALE, PUÒ COMPORTARE IL CAMBIAMENTO IDEOLOGICADELLA SOCIETÀ. Il materialismo è definito "storico" perché nei vari periodi storici la sovrastruttura ideologica di una società è determinata dalla struttura economica sussistente in ciascuno di tali periodi. Quando muta la struttura economica si ha un corrispondente cambiamento del sistema di idee, cioè della sovrastruttura ideologica. A grandi linee, le diverse epoche storiche che si sono succedute, caratterizzate ciascuna da una propria struttura economica materiale che ha determinato una corrispondente sovrastruttura ideologica, sono: Società primitiva (comunismo) 1.Società asiatica in cui il modo di produzione ècaratterizzato da una società di tipo tribale (formata da un insieme di tribù) nella quale non esistevano ancora distinzioni di classe sociale, ma soltanto un sistema di divisione del lavoro secondo il sesso (alcuni lavori erano maschili ed altri femminili); 2.Società antica (schiavistica): il modo di produzione antico, caratterizzato dalla distinzione e lotta di classe fra uomini liberi e schiavi; 3.Società feudale (agricoltura): il modo di produzione feudale, caratterizzato dalla distinzione e lotta di classe fra padroni (nobili) e servi della gleba DELLA SOVRASTRUTTURA 5
(contadini); 4.Società borghese-capitalistica (accumulazione del capitale), quella in cui vive Marx: il modo di produzione borghese-capitalistico, caratterizzato dalla lotta di classe tra borghesi-capitalisti e proletari (operai). 5.Società socialistache si instaurerà dopo la rivoluzione comunista 7-IL MATERIALISMO DIALETTICO Il materialismo di Marx, oltre che storico, è anche dialettico; la dialettica è il continuo cambiamento della realtàsociale e storica, a causa del succedersi nella storia di differenti strutture economiche e sociali. Ogni struttura economico-sociale, teorizza Marx, lungo la sua storia, produce dei conflitti, destinati prima o poi a provocarne il mutamentocon l’inizio di una nuova struttura economico-sociale. In ogni struttura economico-sociale c'è una classe sociale dominante e un certo tipo di produzione economica, le quali costituiscono la TESI. Ad esse si contrappone la classe sociale dominata, che costituisce L'ANTITESI. LA VITTORIA DELLA CLASSE SOCIALE DOMINATA COMPORTA UNA NUOVA STRUTTURA ECONOMICO-SOCIALE E UN NUOVO MODO DI PRODUZIONE ECONOMICA, CHE COSTITUISCONO LA SINTESI. Sono proprio le contraddizioni che si generano in ogni epoca storica e in ogni struttura socio-economica le cause dello sviluppo storico che danno luogo a nuove forme sociali. Nella società capitalistica, la classe dei proletari (gli operai) è destinata a contrapporsi e a superare la classe borghese. Il materialismo dialettico è quindi la teoria secondo cui il divenire storico, la storia si svolge in base ad un processo dialettico, cioè in base a contrapposizioni e conflitti tra classi sociali, per effetto delle contraddizioni interne alla struttura materiale economico-sociale di volta in volta dominante. LA DIALETTICA È, per Marx, LA LEGGE DELLO SVILUPPO DELLA REALTÀ STORICA. TALE LEGGE MOSTRA L'INEVITABILE PASSAGGIO DALLA SOCIETÀ CAPITALISTICA AL COMUNISMO. 8-IL CAPITALISMO E LA SOCIETÀ BORGHESE La società borgheseinizia, secondo Marx, dallo sfruttamento e dall’alienazione economica degli operai, mediante l’ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE da parte dei capitalisti, che possiedono i mezzi di produzione e riducono quasi in schiavitù gli operai, abbrutiti e alienati, cioè estraniati rispetto alla propria essenza ovvero costretti solo a lavorare per sopravvivere, senza poter dispiegare tutte le possibilità che l’essere uomo comporta. (Il capitale) Per accumulare il capitale, infatti,il padrone non dà all’operaio tutta la ricompensa che gli sarebbe dovuta per il suo lavoro, ma solo un salario minimo che basti a tenerlo in vita, e tiene per sé tutto il resto del salario che invece toccherebbe all’operaio(la parte del salario, che l’imprenditore tiene per sé invece di darla all’operaio, è il cosiddetto PLUSVALORE). 6
Per Marx IL CAPITALISMO È UN SISTEMA PRODUTTIVO CHE SI REGGE SUL “FURTO” DEL PLUSVALORE AGLI OPERAI DA PARTE DEGLI IMPRENDITORI. VALORE COMPLESSIVO – SALARIO = PLUSVALORE VALORE COMPLESSIVO DELPRODOTTO DEL LAVORO DELL’OPERAIO SALARIO PLUSVALORE Remunerazione sufficiente al mantenimento dell’operaio. deriva l’accumulazione del capitale 9-IL CAPITALE Il capitalismo si distingue dai precedenti sistemi produttivi in quanto finalizzato al profitto e non al consumo: a)mentre il ciclo produttivo precapitalistico può essere espresso dalla formula: M-D-M b)quello capitalistico assume la forma: D-M-D', dove: D' > D Il Capitaleinizia con l'analisi della merce che ha un duplice valore: 1.UN VALORE D'USO, ossia l'utilità della merce, del prodotto, vale a dire quanto è utile ed è richiesta; 2.UN VALORE DI SCAMBIO, ossia la capacità di ogni merce di essere scambiata con un'altra merce, salvo che, per maggior comodità, lo scambio non è diretto, non è in forma di baratto, ma è indiretto ed avviene tramite la moneta. Il valore di scambio di una merce (quanto essa vale) dipende dalla quantità di lavoro necessario per produrla, cioè dal tempo medio di lavoro impiegato nella produzione della merce. Marx critica il capitalismo perchè considera ogni merce come avente valore di per se, ma dimentica che è il frutto del lavoro umano. Lo scambio delle merci, pertanto, non è un semplice rapporto tra cose, ossia tra le merci (feticismo delle merci), ma è soprattutto un rapporto tra uomini (i produttori e consumatori). Lo stesso lavoro del proletario (operaio o contadino che sia), che Marx definisce FORZA-LAVORO, è considerato anch'esso una semplice MERCE dall'economia capitalista: il lavoro del proletario è cioè considerato come una merce che egli vende al capitalista in cambio del salario ma la forza-lavoro (il lavoro del proletario) è una merce particolare, afferma Marx, perché il suo valore è superiore al valore di scambio, cioè il lavoro del proletario produce di più e vale di più di quanto riceve come salario, stabilito in quantità appena sufficiente per il suo mantenimento. Ad esempio, se l'operaio è obbligato a lavorare dieci ore al giorno e se il salario percepito vale invece sei ore di lavoro, l'operaio produce nelle quattro Differenza tra il valore complessivo e il salario. Differenza di cui si appropria l’imprenditore-capitalista per accumulare il capitale che serve al mantenimento della sua impresa, da ciò 7
ore rimanenti un prodotto aggiuntivo che il capitalista non paga, ma di cui si appropria e che intasca. La produzione aggiuntiva non pagata all'operaio e che il capitalista fa propria è chiamata da Marx PLUS-VALORE. Il plus-valore: -rende possibile l'accumulazione, cioè l'accrescimento del capitale; -viene solitamente consumato dal capitalista solo in parte per i suoi bisogni e i suoi capricci. La maggior parte viene invece reinvestita ed utilizzata per aumentare il capitale (le dimensioni dell'impresa, la quantità dei macchinari ed attrezzature, il numero degli operai) allo scopo di vincere la concorrenza. In tal modo l'impresa capitalistica diventa sempre più grande a danno di quelle più deboli che falliscono. I capitalisti che falliscono diventano proletari e così la proprietà dei capitali e delle imprese, e quindi la ricchezza, si concentra nelle mani di un numero sempre minore di capitalisti. Ma più l'impresa diventa grande, tanto più facili sono le crisi di sovrapproduzione: molte merci rimangono invendute ed il profitto diminuisce. Per evitare o limitare la diminuzione del profitto, il capitalista allora da un lato diminuisce i salari e, dall'altro, al posto dei salariati, aumenta l'uso dei macchinari, che sono meno costosi degli operai, parte dei quali viene perciò licenziata. Cresce in tal modo la massa dei miserabili. Prima o poiquesti contrasti provocheranno la RIVOLUZIONE DEI PROLETARI CONTRO I CAPITALISTI, che farà crollare il capitalismo e porterà ad una nuova società senza più classi sociali, cioè al COMUNISMO. In mancanza di classi sociali non ci sarà più lotta di classe, quindi lo sviluppo dialettico-conflittuale della società si arresterà, non seguiranno più nuove strutture economico-sociali e il comunismo diverrà la forma permanente della società. 10-L'AVVENTO DEL COMUNISMO LA RIVOLUZIONE a)RIVOLUZIONE E DITTATURA DEL PROLETARIATO Il superamento del capitalismo avviene attraverso un evento rivoluzionario in cui il proletariato, conquistando il potere politico, porterà ad una trasformazione globale della società. Non si tratta necessariamente di un fenomeno violento, per quanto Marx tenda a ritenere improbabile la via pacifica e incruenta. Ad ogni modo non si tratta di riformare lo stato borghese, bensì di abbatterlo. b)DITTATURA DEL PROLETARIATO - è lo strumento necessario per realizzare la transizione dal capitalismo al comunismo; - ha lo scopo di impedire le tendenze controrivoluzionarie della borghesia e di smantellare il sistema borghese. IL COMUNISMO Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti. (Marx, L’Ideologia tedesca) 8
Sulla base di questo “movimento reale” Marx può prevedere che nella società comunista si realizzerà il superamento: -della proprietà di privata e della divisione del lavoro che ne è all’origine; -delle classi sociali e del rapporto antagonistico tra gli uomini e degli strumenti necessari al dominio di classe quali lo Stato. Per Marx, nel vero comunismo, l’uomosupera l’orizzonte sociale e antropologico dellaproprietà e cessa di intrattenere con il mondo rapporti di puro possesso e consumo. Alla dittatura del proletariato seguirà il superamento dello Stato che, in quanto strumento per il dominio di classe, verrà meno con le classi stesse. Con la società comunista si realizzerà quindi un vero e proprio mutamento antropologico: -nella società comunista gli uomini non sono obbligati al lavoro, ma possono realizzarsi secondo le proprie capacità; -il godimento dei beni non è soggetto alle restrizioni privatistiche, ma avviene per ciascuno secondo le proprie differenti esigenze. In sintesi, il comunismo, spiega Marx, non si realizzerà subito, in un colpo solo: 1)prima vi sarà il periodo della "dittatura del proletariato", che abolirà la proprietà privata e trasferirà la proprietà di tutti i mezzi di produzione (di tutti i capitali) allo Stato. 2)successivamente, quando la dittatura del proletariato avrà terminato il suo compito si realizzerà allora il comunismo vero e proprio. 9