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Il valore strategico dei dati, tra sicurezza economica, trasparenza e libertà Scuola Superiore Economia e Finanze 5 dicembre 2013. Federico FLAVIANO Direttore Direzione tutela dei consumatori AGCOM. Roma, 5 dicembre 2013. Il consumo di dati in Italia. TOT 274 min.
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Il valore strategico dei dati, tra sicurezza economica, trasparenza e libertà Scuola Superiore Economia e Finanze 5 dicembre 2013 Federico FLAVIANO Direttore Direzione tutela dei consumatori AGCOM Roma, 5 dicembre 2013
Il consumo di dati in Italia TOT 274 min 23 minuti passatisui social network 10 minuti di chiamate effettuate 276 byte di ebook letti 115 minuti di televisione visti 21 e-mail e lettere inviate 30 sms e instant message inviati TOT 36 GB Consumi giornalieri per persona in Italia nel 2012
Caratterizzazione del traffico su Internet (2012) 200.000.000 email inviate 2.000.000 di ricerche su Google 100.000 tweet inviati 47.000 app scaricate da iTunes Ogni minuto 70 ore di upload su YouTube 2.000 check-in su Foursquare Fonte: elaborazioni dell’Autorità su dati Domo
Definizione di Cyberspace (DoD) « A global domain within the information environment consisting of the interdependent network of information technology infrastructures and resident data, including the Internet, telecommunications networks, computer systems, and embedded processors and controllers »
I Dati nel Cyberspace Dati pubblici e privati su tutti gli aspetti della vita sociale e privata delle persone Valore commerciale dei dati = ENORME • Piattaforme social media • Reti di sensori (che rilevano, creano e comunicano dati) • Servizi Cloud creazione di «miniere di dati» nel Cyberspace
Social Media: esempio di elaborazione demografica Fonte: http://www.flowtown.com/
oltre il Web 2.0 BIG DATA CLOUD Computing
L’impetuosa crescita delle informazioni • Dal 1453 al 1503 furono stampati in Europa circa 8 milioni di libri • Un numero superiore a quelli prodotti dagli amanuensi, dalla fondazione di Costantinopoli (nei 1200 anni precedenti) Il patrimonio informativo (rappresentato dai libri) impiegava circa 50 anni per raddoppiare. Oggi sono sufficienti solo 3 anni per raddoppiare la quantità di dati disponibili su Internet
Big data L’enorme quantità di dati disponibili riduce il rischio di errori • Lo sfruttamento dei BIG Data prevede l’applicazione della matematica ad enormi quantità di dati per valutare delle probabilità: • nella correzione/traduzione di un testo • sulla diffusione di un epidemia influenzale Evoluzione verso sistemi di valutazione automatica
Big Data, social network e valore economico Esempio WhatsApp all’atto dell’installazione acquisisce la rubrica dell’utente (indicato nei Terms of service) ed è libera di trasformare (si parla di datizzazione) in metadati economicamente valorizzabili i rapporti inter-personali/inter-aziendali, i legami di amicizia ecc. • Il valore della società è legato esclusivamente al valore intriseco dei Big Data riferiti ad oltre 350 milioni di utenti attivi ogni mese.
BIG DATA e CLOUD Computing • La gestione dei Big Data ha generato l’esigenza di conservare ed elaborare enormi quantità di dati… • Soluzione tecnologica di storage ed elaborazione distribuita denominata CLOUD Computing
Alcune opportunità del Cloud • Scalabilità, elasticità, flessibilità • Quantità “infinita” di risorse di computazione disponibile su richiesta • Accessibilità anytime e anywhere • Accesso ubiquo basato su Internet/Web • Semplicità di gestione • Economie di scala • Velocità di sviluppo e deployment • Innovazione di business più rapida • Maggiore produttività • Riduzione dell’impatto ambientale dell’ICT in ottica green
Alcune criticità della nuvola • Privacy e sicurezza • Chi accede ai dati nella nuvola? • Recupero, tracciamento ed integrità dei dati? • La nuvola è gestita davvero in modo sicuro? • Data leaks • Questioni politiche e legali • Di chi sono i dati? • Chi può usare i dati? • Dove sono localizzati i dati? • Rischi di vendor lock-in • Ad es. data lock-in: difficoltà di migrazione dei dati in caso di cambio del Cloud provider • Mancanza di standardizzazione nei servizi offerti
Vincoli all’introduzione del Web 3.0 Questo perché il Web 3.0 richiede una conoscenza approfondita delle informazioni per ricerche semantiche e mashup evoluti • Difficoltà a trovare soluzioni che rispettino • Privacy dei cittadini • Tutela segreti industriali • Tutela proprietà intellettuale
Le problematiche relative alla privacy • Rischio di profilazione di massa per i soggetti che partecipano attivamente al Web 2.0 • Suddivisione degli utenti in cluster aggregati • Molteplici ambiti applicativi della profilazione degli utenti spesso attuati ad insaputa di questi (ad es. pubblicità mirate, ma anche dossier, etc.) • Gli utenti si comporterebbero con la stessa spontaneità e naturalezza se sapessero che le informazioni che inseriscono in rete possono essere utilizzate da strumenti tesi alla creazione di profili? • Necessità di informare gli utenti in modo chiaro e preciso su cosa si vuole porre in essere con l’analisi dei dati
Le problematiche relative alla privacy • Crawling, caching e storicizzazione dei dati • Creazione di nuove banche dati a partire dai dati presenti in rete • Duplicazione incontrollata dei dati personali • Diritto all’oblio • Chi deve cancellare cosa? • Chi è il soggetto competente? • Web reputation • Nuova figura professionale: il web reputation manager Ad esempio: Cache di Google Internet Archive – www.archive.org
Le problematiche relative alla privacy • Applicazioni di Knowledge Discovery • Si possono scoprire informazioni sulla persona dalla correlazione di informazioni inserite in momenti diversi e in porzioni diverse della rete che non emergerebbero dalla normale conoscenza dei singoli contributi • L’utente ne è davvero consapevole? • Rischio di profilazione inesatta o falsata degli individui Chi è questa signora?
Un esempio eclatante Il 4 Agosto 2006, AOL rilasciò per scopi di ricerca ed “in forma anonima” un file di testo contenente 20 milioni di query effettuate da 650.000 utenti Analizzando le query e correlandole con dati pubblici il New York Times scoprì ben presto l’identità dell’utente 4417749 e di molti altri http://www.nytimes.com/2006/08/09/technology/09aol.html?pagewanted=all […] Ms. Arnold, who agreed to discuss her searches with a reporter, said she was shocked to hear that AOL had saved and published three months’ worth of them. “My goodness, it’s my whole personal life,” she said. “I had no idea somebody was looking over my shoulder.” […] At first glance, it might appear that Ms. Arnold fears she is suffering from a wide range of ailments. Her search history includes “hand tremors,” “nicotine effects on the body,” “dry mouth” and “bipolar.” But in an interview, Ms. Arnold said she routinely researched medical conditions for her friends to assuage their anxieties. Explaining her queries about nicotine, for example, she said: “I have a friend who needs to quit smoking and I want to help her do it.” Che affidabilità avrebbe, in questo caso, un’eventuale profilazione? Un giornalista del New York Times, semplicemente analizzando le ricerche fatte dall’utente contrassegnato dal n. 4417749, è riuscito a scoprirne l’identità:Thelma Arnold, 62 anni, residente a Lilburn.
La posizione della UE “Più si conta su Internet, più si tende a credere che essa sia sicura. La sicurezza su internet tutela le nostre libertà e i nostri diritti, come pure la nostra capacità di esercitare attività economiche. È giunto il momento di adottare iniziative coordinate, in quanto non farlo avrà un costo assai superiore” NeelieKroes «Affinché il ciberspazio resti aperto e libero, occorre che alle transazioni su internet si applichino regole, principi e valori promossi dall’UE al di fuori di tale ambito. È necessario che nel ciberspazio siano tutelati i diritti fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto. L’UE collabora con i suoi partner internazionali, con la società civile e con il settore privato per promuovere questi diritti a livello mondiale» Catherine Ashton, Alta rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione La Commissione UE ha presentato nel 2013 una strategia sulla sicurezza informatica contestualmente alla proposta di direttiva della Commissione in materia di sicurezza delle reti e dell’informazione La strategia esprime la visione che l’UE ha della sicurezza informatica, articolandola in cinque priorità.
UE update/2 Le cinque priorità della strategia UE : • conseguire la resilienza informatica; • ridurre drasticamente la criminalità informatica; • sviluppare la politica di difesa e le capacità informatiche connesse alla politica di sicurezza e di difesa comune; • sviluppare le risorse industriali e tecnologiche per la sicurezza informatica; • istituire una coerente politica internazionale del ciberspazio per l’Unione europea e sostenere i valori fondamentali dell’UE. La politica internazionale dell’UE per il ciberspazio intende promuovere il rispetto dei valori fondamentali dell’Unione europea, definire regole di comportamento responsabile, favorire l’applicazione nel ciberspazio delle leggi internazionali
UE update/3 La proposta di direttiva stabilisce misure che prevedono: a) l’elaborazione da parte degli Stati membri di una strategia per la sicurezza delle reti e dell’informazione e la designazione di un’autorità nazionale competente in materia, dotata delle risorse finanziarie e umane necessarie per prevenire, far fronte e rispondere ai rischi e agli incidenti che si verificano in tale ambito; b) l’istituzione di un meccanismo di cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione, al fine di mettere in comune mediante un’infrastruttura sicura i sistemi di preallarme riguardo a rischi e incidenti, collaborare e organizzare regolarmente valutazioni inter pares; c) l’adozione da parte degli operatori di infrastrutture critiche in alcuni settori (servizi finanziari, trasporti, energia, sanità), degli operatori di servizi della società d’informazione (in particolare: app stores, piattaforme di commercio elettronico, pagamenti su internet, “cloud computing”, motori di ricerca, reti sociali) e degli amministratori pubblici di prassi in materia di gestione dei rischi e di notifica degli incidenti gravi a livello di sicurezza nei rispettivi servizi fondamentali.
DPCM del 24/01/2013 – «Direttiva recante indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale» • In Italia l’esigenza di una adeguata tutela della sicurezza istituzionale, oltre che economico-finanziaria più in generale, è all’origine del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 gennaio 2013 (G.U. n. 66 del 19 marzo 2013) -. • Obiettivo: • Riorganizzare l’architettura istituzionale nel settore della sicurezza cibernetica; • Framework organizzativo con a capo il Presidente del Consiglio ed i ministri che compongono unitamente il Comitato per la sicurezza della Repubblica (CISR) a cui sono demandati i compiti di indirizzo politico-strategico. • Strumenti: • Definizione di • quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico • Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionali • emanazione delle conseguenti direttive d’indirizzo.
AGCOM: le competenze in materia Legge n. 249/1997 «istituzione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni» art. 1, comma 6, lett. a) riferito alle competenze della Commissione Infrastrutture e Reti (CIR): 3) definisce, fermo restando quanto previsto dall'articolo 15 della legge 31 dicembre 1996, n. 675 , le misure di sicurezza delle comunicazioni (…); Art. 1, c. 13: L'Autorità si avvale degli organi del Ministero delle comunicazioni e degli organi del Ministero dell'interno per la sicurezza e la regolarità dei servizi di telecomunicazioni (…)
Le tutele messe in campo da Agcom • L’affidabilità e prestazioni delle connessioni di rete diventano aspetti cruciali per l’utilizzo dei servizi cloud • Qualità del servizio • Business continuity • Accesso da reti mobili • Alcune tutele sono già disponibili
Problemi aperti • Le tutele offerte da Agcom coprono, essenzialmente, i servizi di connettività offerti dai cloud carriers • Quali tutele per i fruitori dei servizi degli altri attori? • Cloud providers spesso internazionali, ad es. Amazon • Nessuna possibilità di ADR? • Di chi la competenza? • I tempi sono maturi per una regolamentazione della nuvola? • SLA e QoS • Tutela ex-post
QoS Broadband Map Tutela degli utenti Trasparenza QoS Trasparenza Tutela degli utenti Sicurezza QoS
Grazieper l’attenzione Ing. Federico Flaviano Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Direzione Tutela dei Consumatori f.flaviano@agcom.it