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Percorsi integrati Provincia di Torino anno scolastico 2006-07. 24 gennaio 2007. Contesto. Alcuni nodi critici del biennio superiore nella provincia di Torino:. forte dispersione negli istituti tecnici e professionali
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Percorsi integratiProvincia di Torinoanno scolastico 2006-07 24 gennaio 2007
Contesto Alcuni nodi critici del biennio superiore nella provincia di Torino: • forte dispersione negli istituti tecnici e professionali • basso livello medio degli apprendimenti (es. OCSE PISA) in particolare negli istituti professionali • fascia di eccellenza ristretta (in tutti gli indirizzi)
Il punto di partenza Ricerca di risposte concrete ad alcune domande cruciali: • come innalzare la scolarizzazione? come contenere la dispersione? • come contrastare l’insuccesso scolastico? come valorizzare l’eccellenza? • come orientare senza canalizzare precocemente?
Gli obiettivi fondamentali dei percorsi integrati • Ridurre la dispersione scolastica nei primi anni dell’istruzione professionale e tecnica • Favorire una didattica fondata su situazioni problematiche e su attività di laboratorio sfruttando la risorsa della compresenza tra docenti dei due sistemi • Sviluppare una valutazione formativa e orientativa accanto alla tradizionale valutazione accertativa
Le scelte di fondo A partire dal 2004/05 sperimentazione Biennio integrato sul Bando Mercato del lavoro: • sperimentazione che non parte da un modello predefinito • integrazione istruzione e formazione professionale (risorsa aggiuntiva per compresenze, laboratori, più flessibilità, e attenzione all’allievo) • innovazione didattica (contestualizzazione, problematizzazione, apprendimento) • valutazione formativa e orientativa accanto a quella accertativa
Dalla sperimentazione alla costruzione del modello Non il modello, ma unpossibile modello • ipotesi teoriche iniziali • indicazioni emerse dalla sperimentazione • riflessioni critiche che l’accompagnano ripensamento didattica disaffezione e rimotivazione costruzione del progetto personale sostegno al “successo formativo” del giovane
Le linee guida: cosa non sono … cosa sono Non sono • precostituite • definitive • rigidamente prescrittive Sono • costruite “dentro” la sperimentazione • in evoluzione • orientative
Bando Diritto Dovere 2006/07 Passaggio dalla direttiva MDL a quella del Diritto-dovere. Non più biennio, ma modelli distinti negli istituti tecnici - licei e negli istituti professionali: • per i tecnici si procede, come negli anni passati, per due anni con il doppio sbocco (istruzione o formazione professionale) e si prevedono “curvature” per l’uscita pilotata verso la FP in un terzo anno con qualifica su profilo coerente • per i professionali l’integrazione si sviluppa per tre anni ed è funzionale al raggiungimento del diploma di qualifica professionale
Bando Diritto Dovere 2006/07 La sperimentazione viene estesa a tutte le province della regione Manuale di valutazione: • viene data la priorità a progetti con 2-3 classi (per ogni anno) e su bacini territoriali differenziati • per ogni progetto viene riconosciuta economicamente l’attività di progettazione
Percorsi integrati 2006-07 • Sono coinvolte 20 scuole e 12 agenzie formative • Classi: • 60 prime • 37 seconde • 2 esperienze di terzo anno dai tecnici alla FP • 2.425 Allievi
Iniziative di supporto per il passaggio alla FP degli studenti • Sono previsti sostegni individuali, di gruppo e LaRSA per la mobilità verticale e orizzontale degli studenti tra i percorsi di istruzione e di formazione per un massimo di 150 ore (da maggio a settembre)
Le iniziative di supporto2006/07 • Spazio dedicato ai percorsi integrati sul sito della Provincia (raccolta documentazione buone pratiche didattiche, informazioni, ecc) • Corso di formazione per gli insegnanti coinvolti sugli aspetti didattici e valutativi • Coordinamento provinciale come struttura che raccoglie i referenti dei progetti per gli aspetti progettuali, organizzativi e gestionali • Materiali per studenti e famiglie • Incontri con Direttori FP e Dirigenti scolastici • Accordo con ASAPI • Organizzazione di un seminario conclusivo
Ipotesi di insegnamento contestualizzato e problematico: le situazioni problematiche (SIPRO)
La gestione della SIPRO • La SIPRO è un “problema” aperto, contestualizzato • La SIPRO deve essere consegnata come tale agli allievi senza ulteriori mediazioni da parte dell’insegnante • L’insegnante si limita a leggere il testo all’intera classe e a rispondere alle richieste mirate alla pura comprensione linguistica del testo
La gestione della SIPRO • La classe viene suddivisa in piccoli gruppi di 4-5 allievi • Ogni gruppo affronta la SIPRO con gli strumenti che ritiene necessari • L’insegnante si limita ad osservare il lavoro dei gruppi (griglie di osservazione, videoregistrazione) senza interferire col lavoro • Ogni gruppo al termine del lavoro elabora una breve relazione scritta
La gestione della SIPRO • L’insegnante raccoglie relazioni e materiali prodotti dai gruppi e analizza le strategie risolutive utilizzate • Individua errori • Prepara il canovaccio della discussione plenaria e realizza uno schema (cartellone) che schematizzi le diverse strategie utilizzate
La gestione della SIPRO • Sulla base del canovaccio l’insegnante orchestra la discussione in classe favorendo il confronto e pilotandolo verso la condivisione delle strategie corrette • A conclusione della discussione decontestualizza le nuove conoscenze per farle diventare sapere formalizzato
La discussione plenaria • E’ un punto critico perché: • gli studenti possono considerarla ridondante e sottovalutare il momento di formalizzazione • l’insegnante può trasformarla in una lezione frontale • i due aspetti possono interagire rafforzandosi reciprocamente
Presentazione di alcune SIPRO sperimentate in classidi percorsi integrati2006/07