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TORQUATO TASSO. VITA. Nacque a Sorrento l’11 marzo del 1544 Il padre e’ segretario del principe di Salerno, Ferrante Sanseverino. Viene mandato in esilio col principe. Studia a Napoli presso i Gesuiti va a Roma nel 1554, a Urbino nel ‘57.
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VITA • Nacque a Sorrento l’11 marzo del 1544 • Il padre e’ segretario del principe di Salerno, Ferrante Sanseverino. Viene mandato in esilio col principe. • Studia a Napoli presso i Gesuiti va a Roma nel 1554, a Urbino nel ‘57. • Nel ’59 a Venezia dove infuriava la guerra vs i Turchi. Inizia un poema epico il Gerusalemme, interrotto.
VITAA Padova • 1560 A Padova, frequenta la prestigiosa universita’. E’ il centro principale dell’aristotelismo in Italia, conoscenza di Sperone Speroni. • 1562 Scrive un poema epico di argomento cavalleresco, sull’esempio del padre, il Rinaldo. • Compone inoltre rime d’amore.
VITALa corte e l’accademia • Giovanissimo ha gia’ una grande esperienza delle corti italiane e della vita di corte. • Nel secondo 500 l’accademia diventa il centro per eccellenza dell’attivita’ intellettuale. • A padova: accademia degli Infiammati e poi ammesso in quella degli Eterei.
VITAA Ferrara • 1565- assunto al servizio del cardinale Luigi d’Este • Anni piu’ sereni e fecondi dal punto di vista creativo. • Si inserisce agevolmente nei rituali cortigiani e anche negli ambienti culturali dove stringe rapporti con I piu’ grandi intellettuali del luogo.
VITAA Ferrara • 1577 – assunto direttamente al servizio del duca come gentiluomo stipediato, puo’ dedicarsi interamente alla poesia. • Il pubblico ferrarese e’ particolarmente devoto alla letteratura cavalleresca e per questo probabilmente si dedica alla stesura di un poema epico sulla crociata. • Dal ’70 al ’75 compone la Gerusalemme liberata • Nel 73 per per gli ozi festosi della corte, compone un dramma pastorale: l’Aminta.
Scrupoli letterari e religiosi • Guardava con inquietudine alla Gerusalemme e vuole renderla perfettamente aderente ai canoni letterarie religiosi vigenti. • ‘75 a Roma la sottopone al giudizio di autorevoli letterati • ’76 compone un Allegoria, per giustificare gli episodi amorosi. • ’77 si sottopone all’inquisizione di Ferrara, mosso da dubbi maniacali sulla propria ortodossia.
Sintomi disquilibrio • Manie di persecuzioni, gesti inconsulti, il duca lo fa rinchiudere nel convento di S. Francesco, ma egli fugge a Sorrento. • Poi di nuovo brevemente a Ferrara, nel 78 a Mantova, poi a Urbino e poi a Torino, alla ricerca di una sistemazione. • 1579 a Ferrara, da in escandescenza. Il duca lo fa rinchiudere come pazzo furioso nell’ospedale di S. Anna. Ci resta per sette anni!
S. Anna • Gode di relativa liberta’. Puo’ ricevere visite, studiare e scrivere. • Scrive numerose rime, tante lettere e buona parte dei Dialoghi. • Subisce gravi sofferenze fisiche e psichiche. Oscillava tra manie di persecuzione e tendenze autopunitive. • Il duca non gli concede liberta’ perche’ e’ in difficili rapporti con la Chiesa e teme che Tasso poss metterlo in difficolta’.
Pubblicazione del Poema • Durante la sua reclusione la Gerusalemme viene pubblicata senza suo consenso in un’edizione incompleta e scorretta e questo lo turba profondamente. • Violenta polemica che divide la critica. • Scrive un’Apologia della Gerusalemme liberata.
Ultimi anni • 1586- Il duca Vincenzo Gonzaga ottenne la sua custodia. • Alterna soggiorni a Roma e a Napoli. • Rivede il suo poema radicalmente per renderlo piu’ conforme ai precetti retorici e moralistici. • 1593- Gerusalemme conquistata. • 1594 – Papa Clemente VIII gli propone l’incoronazione poetica a Roma • 1595 muore senza essere incoronato.
Ubi consistam? • Se celebra la corte e si propone verso di essa come se fosse un polo di gravitazione, allo stesso tempo esprime atteggiamenti di rivolta violenta. • Fughe continue, continuo vagabondare. • Momento di crisi storica: entra in crisi l’intellettuale rinacimentale, ma non vi sono ancora alternative.
L’EPISTOLARIO • Circa 1700 lettere pervenuteci, in parte gia’ pubblicate quando l’autore era ancora vivo. • Esperienza vissuta filtrata sempre da sottili moduli letterari e retorici. • Luogo fisico e spirituale di queste lettere: la corte. • Grande sofferenza umana:1. condizione di perpetuo bisogno e richiesta; 2. abbandono religiso come bisogno di certezze personali
IL RINALDO • 1562 pubblica il Rinaldo di materia cavalleresca. • L’autore dichiara nel prologo di voler imitare gli antichi (Omero, Virgilio), in parte I moderni (Ariosto). • Rifiuta la molteplicita’ di personaggi e eventi che caratterizzano il Furioso. Esigenze di unita’. • Manca l’ironia e tutto appare elevato. • Forte carattere autobiografico
Anticipi del capolavoro • Motivo delle armi che da vita ad un gusto grandiosamente spettacolare. • Contemplazione dolente della morte. • Rappresentaziona ardente e languida insieme della passione amorosa. • Contemplazione di sereni paesaggi idilliaci e scenari tempestosi e notturni.
LE RIME • 1567 – Rime degli Accademici Eterei • 1581 – Rime e prose • Durante la prigionia: • Prima parte delle Rime, Mantova 1591, comprende le rime d’amore; • Seconda Parte, Brescia 1593, produzione encomiastica; • Terza Parte, rime religiose, e Quarta Parte, rime per musica: incompiute.
Rime Amorose • Ricapitlazione dell’esperienza che fa capo al Petrarca, apre la strada alla lirica barocca. • Fondo linguistico petrarchesco, pulito e levigato, ma su cui si costruiscono articolate e contorte metafore. • Intensa sensualita’. Temi convenzionali, pretesti per il virtuosismo. • Grande descrizione sentimentale e psicologica.
Lirica encomiastica • Il poeta si rifa’ alla lirica classica del poeta Pindaro e di Orazio, tono piu’ elevato sostenuto e maestoso. • Sente fortemente il fascino del potere regale (sintomo della sua epoca e della Controriforma) e ama rappresentarlo. • Emerge pero’ anche uno spirito sofferente. I potenti sono color che possono offrire rifugio e sicurezza al poeta errante, es. Canzone del Metauro
Lirica sacra • Accenti meno profondi. • Visione drammatica che si divide tra un’esteriorita’ etica e formale e una grande fragilita’ interiore. • E’ una religiosita’ davvero sofferta, frutto di una grande incertezza nell’esperienza personale.
La produzione drammaticaL’AMINTA • Genere: favola pastorale. Si afferma particolarmente a Ferrara nella meta’ del secolo, vicende del mondo dei pastori. Fabula in latino significa testo drammatico. • Riprende una lunga tradizione di poesia pastorale, come Teocrito e Virgilio, che ha ampi sviluppi nella letteratura cortigiana del 400 e del 500, Poliziano, Lorenzo de’Medici, Sannazzaro. • Scritta nel 1573 fu rappresentata l’estate stessa e pubblicata molto dopo.
Particolarita’ di genere • Diversa dalla commedia: non presenta situazioni comiche collocate in un contesto cittadino contemporaneo, ma temi seri, patetici e sentimentali, ambientati in un mondo favoloso. • Non raggiunge il livello sublime della tragedia e soprattutto si conclude con un lieto fine.
Particolarita’ dell’opera • Si svolge in dialoghi, ma tutto viene raccontato da vari personaggi, non viene rappresentato direttamente, si tratta quindi di una drammaticita’ affidata alla parola piu’ che all’azione. Testo con dimensione piu’ narrativa e lirica. • Ambivalenza e ambiguita’ nei confronti del mondo della corte. • Evasione fantastica, modo di vita libero e sogno di una mitica eta’ dove l’amore era libero da costrizioni e sensi di colpa. • Componente edonistica e voluttuosa, naturalistica e paganeggiante. • Continuita’ e rottura con il rinascimento
Stile • Stile volutamente semplice, come da genere pastorale, • Melodia semplice, ma che nasconde una sapiente architettura del verso, nel ritmo degli accenti, nell’uso delle immagini.