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Prima Lettera ai Corinzi. La carità non avrà mai fine. perché Paolo afferma la necessità della carità?. l’essere umano è stato fatto da Dio, che è Amore è stato fatto simile a Dio
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Prima Lettera ai Corinzi La carità non avrà mai fine
perché Paolo afferma la necessità della carità? l’essere umano è stato fatto da Dio, che è Amore è stato fatto simile a Dio “L'uomo è per natura e per vocazione un essere religioso. Poiché viene da Dio e va a Dio, l'uomo non vive una vita pienamente umana, se non vive liberamente il suo rapporto con Dio” (CCC n.44) quando l’uomo si crede libero da Dio, inventa altri déi che portano con loro perdite di vita Paolo ci dice che la carità non è un opzionale, una cosa accidentale
Premesse amare da cristiani è difficile, quasi impossibile (ma Dio chiede l’impossibile?) oggi: carità = elemosina amore = relazione forte in greco: philìa= amicizia eros = attrazione sessuale agàpe = donazione totale di sé amore di Dio = agàpe
La lettera ai Corinti le lettere di Paolo sono sempre risposte a domande concrete o a situazioni problematiche Corinto, città di affari, del vizio e della lussuria evangelizzata da Paolo nel suo 2° viaggio missionario la comunità cristiana aveva delle difficoltà, quali gli abusi morali, soprattutto sessuali, fino all’incesto ci si avvaleva della libertà cristiana di fronte alla Legge per dire che tutto è lecito c’era poca carità tra i cristiani, anche nella celebrazione dell’Eucaristia i cristiani portavano davanti ai tribunali pagani i loro litigi
Il capitolo 13 nel capitolo precedente tratta dei carismi (parlare altre lingue, interpretarle, fare miracoli, saper parlare bene di Dio, il dono della fede, ecc.) ogni carisma è concesso per il bene comune di tutta la chiesa i carismi devono dare impulso alla solidarietà e alla distinzione dei compiti nella chiesa il carisma migliore di tutti è la carità struttura capitolo 13 (inno): la necessità assoluta della carità le caratteristiche della carità la durata e il valore della carità
1 Corinzi 13, 1-13 Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte (12,31) l'amore non è un “dono” o un “carisma”, ma una “via” porta all'edificazione della comunità è giusto aspirare ai “carismi” non per trovare qualcosa che lusinga il proprio egoismo o il proprio orgoglio non una contrapposizione tra “carismi” e “carità” la “carità” è l’unico e necessario contesto nel quale i carismi possono fiorire in maniera corretta e sicura
se... non avessi la carità, niente mi giova Paolo inizia la sua riflessione con 3 proposizioni condizionali la carità è una condizione essenziale della vita cristiana non si tratta di dover scegliere tra queste cose e la carità una persona che non ha scelto la carità come opzione fondamentale della sua vita, davanti a Dio non è niente a Corinto c’era una comunità divisa in gruppi: quelli che facevano parte dell’èlite si esaltavano perché si sentivano più dotati di doni straordinari senza la carità, tutto quello che un cristiano possiede o fa è insignificante
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna a Corinto c’era chi, sotto l’effetto dello Spirito, si metteva a parlare in lingue (a volte incomprensibili) i Corinzi, essendo molto orgogliosi, desideravano ardentemente parlare in lingue, essendo un qualcosa di molto vistoso Paolo dichiara che anche i doni migliori non valgono nulla se uno non ha amore senza la carità, quel tale è equiparabile a un tamburo che fa solo baccano, e basta i cembali e il suono del bronzo fanno riferimento al culto pagano
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla il dono della profezia, tutti i misteri e tutta la scienza, la fede: si tratta di 3 carismi già considerati positivamente nel capitolo precedente anche la dottrina e la fede in sé non valgono nulla, se uno non ha l'amore colui che non vive nella carità è come non vivesse affatto, tutta la sua esistenza è di nessun valore davanti a Dio
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova anche le grandi opere buone non hanno valore se uno non ha amore per quanto un uomo possa cercare di vivere secondo l'insegnamento del Signore, se egli non vive nella carità ciò che egli realizza ha valore per gli altri, ma non per se stesso la stessa generosità eroica e il distacco dai beni, se non animati dall’amore, sono solo atti di autoglorificazione o gesti spettacolari
La carità è paziente, è benigna la carità paziente e benigna: queste due qualità rappresentano le due facce dell'agire divino verso l'umanità la carità è un riflesso del modo di agire stesso di Dio nei confronti degli uomini l'amore è paziente: non si stanca, si impegna per il bene dell'altro giorno dopo giorno, anno dopo anno (descrive uno che subisce molto, ma continua ad amare colui dal quale subisce la sofferenza) perdonare “settanta volte sette” (cf. Mt 18,22) l'amore è benigno: è gentile, tenero, non fa il male, nonostante come l'altra persona si possa comportare è frutto del cuore buono: “perché guardi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello mentre non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?” (Mt 7,3 )
non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia la carità non è gelosa, non è fanfarona, non si dà arie per Paolo l'umiltà è la prima condizione della vera carità: chi intende amare il prossimo deve per prima cosa «non sopravvalutare se stesso» (Rom 12,3), deve «ritenere gli altri superiori a lui» (Fil 2,3) l'amore non invidia: unisce, facilita le relazioni, non separa, non asseconda le gelosie e le rivalità l'amore non si vanta: non si mette in mostra, non fa fare le cose per essere notati dagli altri (questo non significa che uno non deve mai parlare di sé) l'amore non si gonfia: non concentra i pensieri su se stesso, sui propri diritti, su quanto merita “Guardatevi dall'ostentare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro” (Mt 6, 1)
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse la carità non manca di rispetto: ricambia il male con il bene, è attento a come si comporta, ha un comportamento corretto, non disprezza in nessun modo il fratello la carità non cerca il suo interesse: è caratteristica dell’amore l’essere oblativo “Nessuno cerchi il proprio interesse, ma quello degli altri” (1Cor 10, 24); “Io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse, ma quello di molti” (1Cor 10,33)
non si adira, non tiene conto del male ricevuto la carità non si adira: non si irrita, non agisce mai sotto l'impulso di sentimenti irriflessi, insegna a tenere a freno parole e gesti inconsulti non permette che «il sole tramonti sulla nostra ira» (Ef 4,26) l'ira non contenuta è fonte di parole e atti inconsulti, che turbano fortemente i rapporti fraterni “Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malizia” (Ef 4, 31 ) la carità non tiene conto del male ricevuto: non contenta di perdonare, arriva perfino a dimenticare “Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore” (Mt 11, 29)
non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità il vero amore non si rallegra dell'ingiustizia: non trova alcun piacere quando gli altri sbagliano o peccano, perché vuole il bene di tutti la carità soffre dell’ingiustizia e fa tutto il possibile per difendere e promuovere la giustizia perciò la Chiesa insegna “che gli uomini hanno l'obbligo di aiutare i poveri e non soltanto con il loro superfluo” (GS 69) la carità si compiace della verità: la giustizia suppone la verità, mentre dove c'è l'ingiustizia c'è l'inganno “Deponendo la menzogna, dite ciascuno la verità al prossimo; perché siete membra gli uni degli altri” (Ef 4, 25) la menzogna è peccato non solo contro la giustizia, ma anche contro la carità: non favorisce l'unione fraterna “La carità non abbia finzioni: fuggite il male, aderite al bene ” (Rm 12, 9)
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta la carità scusa tutto: non rimane cieca sui difetti del prossimo, ma sa che tali difetti sono sovente il prezzo di buone qualità ancora più grandi il vero amore crede ogni cosa: non crede ciecamente a qualsiasi cosa, ma crede il bene, finché lo può fare l'amore spera ogni cosa: quando vede del peccato in qualcuno, comunque spera che ci sarà qualche spiegazione per chiarire la cosa il vero amore sopporta ogni cosa: per quanto possa dover subire dagli altri, non si lascia spostare dalla fede e dalla bontà; quando viene ferito e trattato male, continua ad amare, a fare del bene “Portate i pesi gli uni degli altri, e adempirete così la legge di Cristo” (Gl 6, 2) “Godete con chi è nella gioia, piangete con chi è nel pianto” (Rm 12, 15) la carità porta a farsi “tutto a tutti ” (1Cr 9, 22)
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà i carismi sono una realtà parziale, limitata e imperfetta, mentre la carità è la perfezione cristiana la maturità cristiana consiste nell'amare con amore di agàpe, non in altre prestazioni o esibizioni perfino la fede e la speranza non reggono di fronte all’agàpe, alla carità, che non avrà mai fine la carità ha un carattere duraturo, eterno, non scade i carismi cesseranno, ma sopravviverà la carità
La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà non è perfetto = positivo imperfetto = negativo imperfetto = incompleto, perché predisposto solo per il tempo presente perfetto = completo, perché destinato a rimanere anche nel tempo definitivo
Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato i doni sono come l'infanzia paragonata all'età adulta i doni sono appropriati per la fase attuale della vita della Chiesa, ma non lo saranno più quando si realizzerà il Regno i doni sono come guardare indirettamente attraverso uno specchio piuttosto che direttamente la persona
Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia la conoscenza è un vederedella mente, ma nello stato attuale quella vista è indiretta e non ben chiara e distinta la paragona a quella che si può avere delle cose per mezzo dell'immagine che se ne riflette in uno specchio i doni dello Spirito, dunque, non sono tanto imperfetti, ma sono soprattutto relativi
Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto ogni conoscenza possibile durante il nostro tempo, per quanto possa essere anche di origine divina, non può che essere limitata e destinata ad essere superata conosciamo Dio, al presente, per mezzo delle sue opere e per mezzo della rivelazione; ma questa è una conoscenza imperfetta, da non mettersi a paragone con quella che avremo di Lui quando saremo alla sua presenza immediata, e lo vedremo a faccia a faccia la conoscenza che possiede Dio è diretta, non condizionata dai limiti umani e naturali: la nostra conoscenza sarà come la sua, quella conoscenza che egli esercita con interesse amoroso fin da adesso su tutta la nostra vita
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità posto che i doni cesseranno, ci sono però degli elementi della vita cristiana che hanno una durata superiore, delle virtù che perdurano fino nella eternità, quali la fede, la speranza e la carità questa triade era ben nota non solo a Paolo, ma anche ad altri autori del Nuovo Testamento indicano 3 atteggiamenti fondamentali del credente nella sua relazione con Dio, con gli altri, con il mondo: affidandosi a Dio e riconoscendo la sua opera in Cristo, il credente si apre alla certezza che Dio manterrà le sue promesse nel suo Regno, divenendo così capace di amare gli altri così come egli è amato dal Signore
ma di tutte più grande è la carità! la carità non è come gli altri doni, è per adesso e per sempre non è che i doni sono per il presente, la carità per il futuro la carità ha valore eterno, passato, presente e futuro è superiore a tutto, proprio perché non finirà mai la carità non è affatto un carisma alla pari degli altri non è neppure una virtù, sia pure la più grande di tutte
Cos’è la carità? è l’orizzonte che si staglia tutti i giorni sulla vita cristiana e dà senso e luce a tutto ciò che un cristiano vive e fa non si tratta di un ideale che nasce nella persona non è un sentimento diffuso di simpatia, un generico umanitarismo l’agape (la carità) è l’espressione più perfetta e definitiva della salvezza portata da Gesù Cristo nella nostra storia la carità è il dono divino per eccellenza è una forza divina donata a noi per grazia che crea persone nuove, capaci di agire in modo nuovo
“La carità non abbia finzioni: amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Rm 12,9.10) “Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di una carità vicendevole … Pieno compimento della legge è la carità”(Rm 13,8.10) “Ricercate la carità... tutto si faccia tra voi nella carità” (1Cor 14,1;16,14) “La fede ci salva, non le opere della Legge: la fede che opera per mezzo della carità … quindi mettetevi a servizio gli uni degli altri mediante la carità” (Gal 5,6.13)