350 likes | 1.23k Views
Gorgia. Chi era, cosa ha scritto. Nasce in Sicilia a Leontini nel 490 a. C. ca. muore verso il 400 a. C. viaggia molto, nel 427 è ad Atene dove stupisce per la sua retorica
E N D
Chi era, cosa ha scritto • Nasce in Sicilia a Leontini nel 490 a. C. ca. • muore verso il 400 a. C. • viaggia molto, nel 427 è ad Atene dove stupisce per la sua retorica • La sua opera più importante è Sul non essere o sulla natura, scrittain antitesi all'opera di Melisso Sull'essere o sulla natura • Ricordiamo inoltre due discorsi che la critica attribuisce a Gorgia: l’Encomio di Elena e l’Apologia di Palamede
Il pensiero di Gorgia si articola intorno a tre tesi tra loro concatenate • Nulla esiste • Se anche qualcosa esistesse non sarebbe pensabile e quindi conoscibile • Se qualcosa fosse infine conoscibile, non sarebbe comunicabile
NULLA ESISTE Con questa prima tesi Gorgia si scaglia contro gli Eleati, le tesi filosofiche si annullano reciprocamente rendendo impossibile affermare la realtà di una o dell'altra
L’essere non può essere eterno perché: se fosse eterno non avrebbe principio, se non avesse principio sarebbe illimitato, se fosse illimitato non potrebbe essere contenuto in nessun luogo, se una cosa non può essere contenuta in nessun luogo non esiste L’essere non può essere generato perché: non può essere nato dal non essere (dal nulla non può nascere nulla), non può essere generato dell’essere (ciò che è già non può nascere). Nulla esiste perché...
Se qualcosa esistesse sarebbe impensabile, e quindi inconoscibile contro la tesi di Parmenide secondo cui pensiero e realtà coincidono Se il pensato esistesse (come diceva Parmenide), dovrebbero esistere anche le cose fantastiche (come i carri che corrono sul mare o gli uomini che volano), ma l’esperienza ci dimostra il contrario, perciò: tutto ciò che non è può essere pensato, di conseguenza: ciò che è non può essere pensato.
Se le cose pensate non si può dire che siano esistenti, sarà vero anche l’inverso, che non si può dire che l’essere sia pensato. E’ giusta e conseguente deduzione che «se il pensato non esiste, l’essere non è pensato». E che le cose pensate non esistano è chiaro: infatti, se il pensato esiste, allora tutte le cose pensate esistono, comunque le si pensino; ciò è contrario all’esperienza [...]. Sicché non è vero che il pensato esista. Di più se il pensato esiste, il non-esistente non potrà esser pensato, perché ai contrari toccan contrari attributi. Ma ciò è assurdo, perché si pensa anche Scilla e la Chimera e molte altre cose irreali. Dunque l’essere non è pensato. Sesto Empirico, Contro i matematici, VII, 65 sgg.
Se anche qualcosa fosse conoscibile sarebbe incomunicabile Quando comunichiamo, ci illudiamo di rivelare agli altri le cose di cui parliamo, in realtà ciò che riveliamo sono solo le nostre parole
La potenza delle parole Il divorzio tra parola e verità, parola ed essere, svela l’assoluta libertà della parola. La parola è convinzione, suggestione, magia. Ne è l’esempio il discorso che Gorgia pronuncia in difesa di Elena
La parola poetica • benefica illusione dell'arte della parola • canone estetico • giustificazione morale • CATARSI
Le parole come farmaco • ricorda la funzione della retorica in Protagora • il termine greco phármacon ha due significati: • medicina • veleno • in questo consiste l’aspetto tragico della retorica • non è l'etica a decidere ciò che giusto e ciò che è ingiusto • ma il momento opportuno (kairós)
Scrive Gorgia a proposito dell’Encomiodi Elena: “Ho distrutto con la parola l’infamia di una donna, ho tenuto fede al principio postomi all’inizio del discorso, ho tentato di annientare l’ingiustizia di un’onta e l’infondatezza di un’opinione. [...] Ho voluto scrivere questo discorso, che fosse a Elena di encomio, a me gioco dialettico” Non dobbiamo tuttavia illuderci: Gorgia avrebbe potuto proporsi una diversa ed opposta finalità, e la parola si sarebbe ugualmente prestata a sostenere le opposte argomentazioni