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CAPITOLO 8 Dietro la Curva di Offerta: Fattori Produttivi e Costi. Che cosa impareremo in questo capitolo:. La relazione tra quantità di fattori produttivi (input) impiegati e quantità di output (funzione di produzione)
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CAPITOLO 8 Dietro la Curva di Offerta: Fattori Produttivi e Costi
Che cosa impareremo in questo capitolo: La relazione tra quantità di fattori produttivi (input) impiegati e quantità di output (funzione di produzione) La ragione per cui la produzione è spesso soggetta a rendimenti decrescenti dei fattori produttivi Le diverse forme che assumono i costi dell’impresa e il modo in cui danno origine alle curve di costomarginale e costo medio Perché i costi dell’impresa nel breve periodo possono differire da quelli nel lungo periodo In che modo la tecnologia di produzione dell’impresa può generare economie di scala
La Funzione di Produzione La funzione di produzione è la relazione tra la quantità di input che un’impresa usa e la quantità di output che produce. Un input fisso è un input impiegato in una quantità fissa che non può essere modificata. Un input variabile è un input la cui quantità può essere variata dall’impresa.
Input e Output Il lungo periodo è il periodo di tempo entro il quale tutti i fattori di produzione sono variabili. Il breve periodo è il periodo di tempo entro il quale almeno un fattore di produzione è fisso. La curva di prodotto totale mostra come la quantità di output dipende dalla quantità dell’input variabile, per una data quantità del fattore di produzione fisso.
Funzione di Produzione e Curva di PT della Fattoria di Giorgio e Marina Sebbene la curva di prodotto totale nella figura abbia sempre pendenza positiva, la pendenza non è costante: a mano a mano che ci si muove verso destra, essa diventa più piatta in seguito alla variazione del prodotto marginale del lavoro.
Prodotto Marginale del Lavoro Il prodotto marginale di un input è la quantità addizionale di output che è prodotto usando una unità in più di quell’input. Il prodotto marginale è eguale alla variazione del prodotto totale (ΔQ= Δy) diviso il corrispondente aumento dell’input variabile (ΔL= Δx). Esso è pertanto uguale a Δy/ Δx, cioè alla pendenza della curva di prodotto totale.
Rendimenti Decrescenti di un Fattore di Produzione Ci sono rendimenti decrescenti di un input quando un aumento nella quantità di quell’input, mantenendo invariati i livelli di tutti gli altri input, genera una riduzione nel prodotto marginale di quell’input. La seguente curva di prodotto marginale del lavoro illustra questo concetto in modo chiaro…
Curva di Prodotto Marginale del Lavoro Qui, il primo lavoratore impiegato genera un aumento dell’output di 19 quintali, il secondo lavoratore genera un aumento di 17 quintali, e così via…
Il grafico (a) mostra due curve di prodotto totale della fattoria. Con più terra, ogni lavoratore può produrre più grano. Quindi un aumento dell’input fisso sposta la curva di prodotto totale in alto da TP10 a TP20. Questo spostamento implica che il prodotto marginale di ogni lavoratore è più alto se la fattoria è più grande. Quindi un aumento degli ettari di terra sposta anche la curva di prodotto marginale da MPL10 a MPL20.
L’Economia in Azione: Caso:Il Mito del Mese-Uomo “Aggiungere un altro programmatore in un progetto potrebbe aumentare il tempo per scrivere il codice del programma” L’origine dei rendimenti decrescenti sta nella natura della funzione di produzione di un progetto software: Ogni programmatore deve coordinare il suo lavoro con quello di tutti gli altri programmatori nel progetto, il che porta ogni persona a spendere più e più tempo nel comunicare con altri al crescere del numero dei programmatori.
Dalla Funzione di Produzione alle Curve di Costo Il costo fisso è un costo che non dipende dalla quantità prodotta; corrisponde al costo del fattore di produzione fisso. Il costo variabile è un costo che dipende dalla quantità prodotta; corrisponde al costo del fattore di produzione variabile.
La Curva di Costo Totale Ilcosto totale per produrre una data quantità di output è la somma del costo fisso e del costo variabile per produrre quella quantità di output. CT = CF + CV Se misuriamo sull’asse orizzontale la quantità di frumento prodotta e sull’asse verticale il costo totale di quella quantità, la curva di costo totale diventa più ripida a mano a mano che si aumenta la quantità di output a seguito dei rendimenti decrescenti.
Un Concetto Chiave: Il Costo Marginale Il costo marginale è eguale alla variazione del costo totale (ΔTC= Δy) diviso il corrispondente aumento dell’output prodotto (ΔQ= Δx). Esso è pertanto uguale a Δy/ Δx, cioè alla pendenza della curva di costo totale.
Curve di Costo Totale e Costo Marginale per Produrre gli Stivali “La Scarpetta” Perché la curva di costo marginale ha pendenza positiva? Perché, in questo esempio, ci sono rendimenti decrescenti dei fattori produttivi. All’aumentare dell’output, il prodotto marginale dell’input variabile diminuisce. Ciò implica che quantità sempre maggiori dell’input variabile devono essere usate per produrre una unità addizionale di output al crescere dell’ammontare di output già prodotto. E siccome ogni unità dell’input variabile deve essere remunerata, sale anche il costo di una unità aggiuntiva di output.
Un Concetto Chiave: Il Costo Medio Ilcosto medio totale, spesso chiamato semplicemente costo medio, è uguale al costo totale diviso la quantità di output prodotta. CMT = CT/Q Il costo medio fisso è il costo fisso per unità di output. CMF = CF/Q Il costo medio variabile è il costo variabile per unità di output. CMV = CV/Q
La Curva di Costo Medio Totale Aumentare l’output ha due effetti sul costo medio totale—l’ “effetto di ripartizione del costo fisso” e l’ “effetto dei rendimenti decrescenti”: • L’effetto di ripartizione del costo fisso: quanto maggiore è l’output, tanto maggiore è la produzione su cui si ripartisce il costo fisso, e tanto minore è il costo medio fisso. • L’effetto dei rendimenti decrescenti: quanto maggiore è la quantità prodotta, tanto maggiore è il fattore di produzione variabile necessario a produrre unità addizionali, e tanto maggiore è il costo medio variabile.
Curva di Costo Medio Totale degli Stivali “La Scarpetta” La curva di costo medio totale degli stivali “La Scarpetta” ha forma di U. Per bassi livelli di output, il CMT diminuisce perché “l’effetto di ripartizione del costo fisso” domina l’ “effetto dei rendimenti decrescenti”. Per alti livelli di output, vale l’opposto ed il costo medio totale sale.
Riunire Insieme le Quattro Curve di Costo Notate che: 1. Il costo marginale (CM) è crescente. 2. Il costo variabile medio (CVM) è crescente. 3. Il costo fisso medio (CFM) è decrescente. 4. La curva di costo marginale interseca la curva di costo medio totale dal di sotto, attraversandola nel suo minimo. Analizziamo tale ultima caratteristica.
Costo Marginale e Curve di Costo Medio Il punto minimo della curva di costo medio totale (ATC, in Inglese) è in corrispondenza del livello di output (=3) in cui la curva di costo marginale interseca la curva di costo medio totale da sotto. E’ un caso? No! Attenzione: E’ invece un caso che AFC e AVC si intersecano quando l’output è uguale a 3!
Principi generali sempre veri riguardo alle curve di costo marginale e di costo medio totale di una impresa: • In corrispondenza dell’output che minimizza il costo medio totale, il costo medio totale è uguale al costo marginale. • Per livelli di output minori di quelli che minimizzano il costo medio totale, il costo marginale èinferioreal costo medio totale ed il costo medio totale è decrescente. • Per livelli di output maggiori di quelli che minimizzano il costo medio totale, il costo marginale èsuperiore al costo medio totale ed il costo medio totale è crescente.
La Relazione Tra le Curve di Costo Medio Totale e Costo Marginale Quando il costo marginale eguaglia il costo medio totale, siamo nel punto di minimo M di ATC. Esempio: come il voto di un esame influenza la media dei voti?
La curva di costo marginale ha sempre pendenza positiva? Spesso le curve di costo marginale hanno pendenza negativa quando un’impresa aumenta la sua produzione da zero fino ad un certo (basso) livello, ed hanno pendenza positiva per livelli di produzione più elevati. Per bassi livelli di produzione, la pendenza è negativa perché un’impresa che impiega solo pochi lavoratori può sfruttare i benefici della specializzazione del lavoro. La specializzazione può portare inizialmente arendimenti crescenti e quindi ad una curva di costo marginale negativamente inclinata a mano a mano che aumenta il numero di lavoratori impiegati e dunque l’output. I rendimenti decrescenti subentrano quando il numero di lavoratori è tale da esaurire il beneficio della specializzazione.
Curve di Costo Più Realistiche La curva di costo marginale non sempre ha pendenza positiva. I benefici della specializzazione del lavoro possono portare all’inizio a rendimenti crescenti, rappresentati da una curva di costo marginale con pendenza negativa. Però, una volta che la specializzazione è completa, subentrano i rendimenti decrescenti.
I Costi di Lungo e di Breve Periodo Nel breve periodo, l’impresa non ha alcun controllo sul costo fisso. Ma tutti gli input sono variabili nel lungo periodo: Nel lungo periodo anche i costi fissi possono variare. In altri termini, nel lungo periodo i costi fissi di un’impresa diventano anch’essi una variabile di scelta. Nel lungo periodo l’impresa sceglierà il suo livello di costi fissi (cioè di investimenti) in funzione del livello di output che si aspetta di produrre.
La scelta del livello di costi fissi de “La Scarpetta” C’è un trade-off tra un costo fisso più alto ed un costo variabile più basso per qualsiasi livello di output (e viceversa). Al crescere dell’output, il costo medio totale è più basso se i costi fissi sono più alti.
La Curva di Costo Medio Totale di Lungo Periodo La curva di costo medio totale di lungo periodo mostra la relazione tra livello di produzione e costo medio totale, quando il costo fisso è stato scelto per minimizzare il costo medio totale per ogni livello di output.
Curve di Costo Totale Medio di Breve Periodo (ATC) e Lungo Periodo (LRATC)
Economie e Diseconomie di Scala • Ci sono economie di scala quando il costo totale medio di lungo periodo scende all’aumentare dell’output. • Ci sono diseconomie di scala quando il costo totale medio di lungo periodo cresce all’aumentare dell’output. • Ci sono rendimenti costanti di scala quando il costo totale medio di lungo periodo è costante all’aumentare dell’output.