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IL SURREALISMO. 1924. LO SCRITTORE ANDR É BRETON PUBBLIC Ó IL MANIFESTO DEL SURREALISMO.
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IL SURREALISMO 1924 LO SCRITTOREANDRÉ BRETONPUBBLICÓ ILMANIFESTO DEL SURREALISMO “Surrealismo è il dettato del pensiero con assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di là di ogni preoccupazione estetica e morale … Si basa sulla fede nell’onnipotenza del segno, nel gioco disinteressato del pensiero” (A. Breton) Andrè Breton • NEL MANIFESTO BRETON INVITA GLI ARTISTI A • ABBADONARE LE CONVENZIONI • LASCIARE IL LIBERO PENSIERO • SEGUIRE LE ASSOCIAZIONI SPONTANEE E IMMEDIATE DI IMMAGINI E IDEE IL CONTESTO STORICO E CULTURALE FAVORISCE IL DIFFONDERSI DI TALI IDEE INFLUENZATE DAGLI STUDI E DAGLI SCRITTI DI SIGMUND FREUD (1856-1939) SULL’INCONSCIO COMPRENSIBILE SOLO ATTRAVERSO L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI. BRETON INFATTI VENNE FORTEMENTE INFLUENZATO DALLA LETTURA DE “L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI” SCRITTO DA FREUD ED EDITO NEL 1899. FREUD SOSTENEVA CHE DURANTE IL SONNO L’UOMO NON RIESCE A CONTROLLARE LA PROPRIA COSCIENZA E PER QUESTO I PENSIERI INCONSCI EMERGONO SOTTOFORMA DI SIMBOLI. IL MOVIMENTO ARTISTICO RIVOLSE LA SUA ATTENZIONE PROPRIO ALLA DIMENSIONE ONIRICA, LA MENO CONOSCIUTA E CONTROLLATA, MA FONDAMENTALE PER LO SVILUPPO LIBERO DELLA CREATIVITÀ E DELL’ARTE. Sigmund Freud
COME MOVIMENTO ARTISTICO SI DIFFUSE IN TUTTA EUROPA PERDURANDO FINO ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE E FU CARATTERIZZATO DA UN ASPETTO UNICO E FONDAMENTALE LA VOLONTÀ DI RINNOVARE L’ARTE SENZA DISTRUGGERE LA FORMA O TRALASCIARE LA TECNICA TRADIZIONALE. I PRINCIPALI ESPONENTI FURONO MAX ERNST (1891-1976) JOAN MIRÒ (1893-1983) SALVADOR DALÌ (1904-1989) RENÈ MAGRITTE (1898-1967)
1 4 3 8 7 6 IL GRUPPO SURREALISTA. 1.Man Ray; 3. Tanguely; 4 Breton; 6 Dalì; 7. Duchamp; 8. Ernst
Tristan Tzara, Paul Éluard, André Breton, Hans Arp, Salvador Dalí, Yves Tanguy, Max Ernst, René Crevel e Man Ray. Parigi 1933.
SPERIMENTARONO NUOVE TECNICHE COME IL FROTTAGE: un foglio sovrapposto ad una superficie con rilievi viene strofinata con una matita creando effetti di impronta più o meno marcata a seconda delle superfici. Una variante di questa tecnica prevede che i pigmenti freschi applicati sulla tela vengono raschiati creando una superficie ruvida e irregolare e ottenendo segni disordinati e intricati di colore che si dispone in modo casuale FUMAGE: pittura realizzata su carta o tela con il fumo di lampade a kerosene o candele. Questa tecnica venne inventata da Wolfang Paalen e consiste nel dirigere sul supporto il fumo di una fiamma, attentamente controllata, delineando le immagini con i depositi di carbonio prodotti dalla combustione. DRIPPING: deriva dal verbo inglese to drip (sgocciolare) e consiste nello spruzzare o sgocciolare il colore sulla tela, in modo che le immagini che si formano sul supporto siano dovute prevalentemente al caso. È collegata al concetto di automatismo psichico e quindi all'idea di gestualità automatica: in questo modo sono le pulsioni inconsce a emergere, irrazionali e istintive, non sottoposte ai vincoli della ragione.
O MODIFICANO TECNICHE GIÀ NOTE IN ALTRI AMBITI, COME LA DECALCOMANIA QUESTA TECNICA VENNE INVENTATA IN INGHILTERRA DALL’INCISORE FRANCESE SIMON FRANCOIS RAVENET, A METÀ DEL XVIII SECOLO) COME PROCEDIMENTO DI STAMPA E DECORAZIONE DIFFERENTI MATERIALI COME CARTA O CERAMICA. CONSISTE NEL TRASFERIMENTO A PRESSIONE DI DISEGNI E DECORI STAMPATI SU PELLICOLE COLORATE, SUL SUPPORTO. NEL 1936 VENNE USATA PER LA PRIMA VOLTA CON FINALITÀ PRETTAMENTE CREATIVE DAL SURREALISTA OSCAR DOMÍNGUEZ (artista surrealista) E DOPO DI LUI DAGLI ARTISTI SURREALISTI CERCARONO IL MODO DI RENDERE PIÙ ‘CASUALE’ IL RISULTATO DURANTE L’OPERAZIONE DI TRASFERIMENTO DELLA MATRICE, PERTANTO ESEGUONO UN MOVIMENTO DISORDINATO, GRAZIE AL QUALE L’IMMAGINE IMPRESSA DIVIENE MENO CHIARA E “SFUOCATA” APPARENDO COME UN’ALTRA IMMAGINE IMPREVEDIBILE E NON CONTROLLABILE. È STRETTAMENTE ADERENTE AL CONCETTO DI AUTOMATISMO PSICHICO, CHE È IL CARDINE DELLA CREATIVITÀ SURREALISTA IN TUTTE QUESTE TECNICHE È FONDAMENTALE L’IDEA DI PITTURA AUTOMATICA DISEGNARE O DIPNGERE SENZA ALCUN PROGETTO, LASCIANDO LA MANO LIBERA DAL CONTROLLO DELLA MENTE
IL 7 GENNAIO 1938 8 A PARIGI VENNE INAUGURATA L’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DEL SURREALISMO NEL CORRIDOIO D'INGRESSO DELL'ESPOSIZIONE ERANO POSTI 15 MANICHINI, CIASCUNO REALIZZATO DA UN ARTISTA DIVERSO SULLA BASE DI UN MANICHINO DA SARTORIA, CHE DIVENTA UNA TELA BIANCA DA TRASFORMARE. TRA QUESTI ARTISTI TROVIAMO SALVADOR DALÍ, ÓSCAR DOMINGUEZ, MARCEL DUCHAMP, LEO MALET, ANDRÉ MASSON, JOAN MIRÓ, WOLFGANG PAALEN, KURT SELIGMANN, YVES TANGUY, MARCEL JEAN, MAX ERNST, ESPINOZA, MAURICE HENRY, SONIA MOSSE, E MAN RAY. DUCHAMP RICREÒ UNA GROTTA DELLE MERABIGLIE APPENDENDO AL SOFFITTO 1200 SACCHI DI CARBONE. MAN RAY CURERÀ ANCHE L'ILLUMINAZIONE DELLA MOSTRA OCCUPANDOSI DI UN REPORTAGE FOTOGRAFAFICO. TUTT ELE MOSTRE DEI SURREALISTI CREARONO SCALPORE E AMMIRAZIONE VENNERO ALLESTITI E ORGANIZZATI COME SPETTACOLI
GLI ARTISTI SURREALISTI CERCARONO DI DARE VITA, ATTRAVERSO LA PITTURA, AD UN MONDO FANTASTICO CHE DESTASSE COSTANTE MERAVIGLIA. LO FANNO SOVVERTENDO IL NORMALE RAPPORTO TRA LE COSE O SUGGERENDO ATMOSFERE DA SOGNO MISTERIOSE E FORTEMENTE EVOCATIVE. L'ARTE DIVENTA STRUMENTO PER INDAGARE, CONOSCERE ED ESPRIMERE CIÒ CHE COMUNEMENTE GLI ESSERI UMANI CONSERVANO NASCOSTO NELLE PARTI PIÙ SEGRETE DI LORO STESSI.. VOGLIONO DARE FORMA A CIÒ CHE SFUGGE ALLE LEGGI DELLA RAGIONE PER POTER ESPRIMERE STATI D'ANIMO ED EMOZIONI FINO A QUEL MOMENTO ESCLUSI DAL MONDO DELL’ARTE. REALIZZANO LIBERE ASSOCIAZIONI DI PAESAGGI E OGGETTI RECUPERANO LE IMMAGINI E I TEMI INFANTILI E FANTASTICI SALVADOR DALÌ La tentazione di Sant’Antonio 1946 RENÈ MAGRITTE La firma in bianco 1965
MAX ERNST I SUOI STUDI DI FILOSOFIA E PSICHIATRIA DETERMINANO LE SUE SCELTE ARTISTICHE: DIPINGE LE SUE VISIONI SENZA PERÒ RINUNCIARE TOTALMENTE ALLA REALTÀ, CHE RESTA UN PUNTO DI RIFERIMENTO IMPORTANTE. ANCHE LA SCELTA DI SPERIMENTARE TECNICHE PITTORICHE E SCULTOREE DIFFERENTI INDICA LA VOLONTÀ DI RICERCARE EFFETTI SEMPRE PIÙ SUGGESTIVI. I DIPINTI SONO TRASPOSIZIONI, ATTRAVERSO LA PITTURA AUTOMATICA, DI INCUBI. Giardino acchiappa aeroplani 1935–36Olio su tela, 54 x 64,7 cmVenezia, Collezione Peggy Guggenheim Coppia zoomorfica 1933 olio su tela, 89x70 cm Venezia, Collezione Peggy Guggenheim
COMPARE UNA FORESTA PIETRIFICATA, CARATTERIZZATA DA UNA VEGETAZIONE IRREALE FORMATA DI PIANTE ESOTICHE, STATUE, TORRI, VOLTI E ANIMALI, CONCHIGLIE E PIETRE PREZIOSE INCASTONATE. NELLA FORESTA VIVONO CREATURE FANTASTICHE E MISTERIOSE. VIENE ANNULLATA LA DIFFERENZA TRA REGNO ANIMALE E VEGETALE L’OPERA NEL SUO COMPLESSO UNISCE LA FANTASIA E IL DISAGIO CHE SCATURISCE DALLE PAURE ANCESTRALI CHE ANIMANO OGNI UOMO SOPRATTUTTO IN PERIODI DI GUERRA. IL DIPINTO, INFATTI, VENNE REALIZZATO IN PIENO CONFLITTO MONDIALE. L’occhio del silenzio 1943-44 olio su tela, Saint Louis, Washington University
PARTICOLARE È LA PRESENZA DI UN QUADRO NE QUADRO CHE RITRAE LA STESSA FIGURA FEMMINILE IN UN CONTESTO DIFFERENTE, NATURALE, ROCCIOSO E FANTASTICO, IN CUI ANCHE IL MANTELLO DELLA SPOSA SEMBRA DIVENTARE PIETRA PER REALIZZARE QUESTO DIPIINTO OLTRE ALLA TRADIZIONALE TECNICA AD OLIO, ERNST UTILIZZA ANCHE LA DECALCOMANIA PER OTTENERE EFFETTI UNICI E INCONTROLLATI. IL SOGGETTO RISULTA INCONGRUO E CARATTERIZZATO DA FIGURE MOSTRUOSE, METÀ ANIMALI E METÀ ESSERI UMANI. LA SPOSA, RAFFIGURATA CON TESTA DI GUFO, VESTE UN SONTUOSO MANTELLO ROSSO DI PIUME ED È RAFFIGURATO CON UN VOLTO DI GUFO. LO SPAZIO PROSPETTICO È EVIDENZIATO DALLE MATTONELLE BICROME -BIANCHE E NERE- DEL PAVIMENTO. ERNST NEL 1929 INVENTÒ UN ALTER EGO: LOPLOP L’ESSERE SUPERIORE DEGLI UCCELLI. LA CRITICA PER QUESTO HA INTERPRETO L’UOMO-UCCELLO SULLA SINISTRA COME LA RAFFIGURAZIONE DELL’ARTISTA STESSO AI PIEDI DELLA SPOSA COMPARE UNA CREATURA MOSTRUOSA CHE PIANGE, RIEVOCA I BESTIARI MEDIEVALI La vestizione della sposa 1940Olio su tela, 129,6 x 96,3 cmVenezia, Collezione Peggy Guggenheim
FA PARTE DI UNA SERIE DI CINQUANTA LAVORI EFFETTUATI NEL 1919–20. QUESTO È PROBABILMENTE IL PIÙ FAMOSO ESEMPIO DEI LAVORI DI ERNST BASATO SU DIAGRAMMI DI STRUMENTI SCIENTIFICI. I DIAGRAMMI VENIVANO PRIMA DISEGNATI E QUINDI COLORATI CON DIVERSE TECNICHE: GUAZZO, ACQUERELLI E FROTTAGE. L'OPERA MOSTRA ANCHE L'INTERESSE CHE L'AUTORE AVEVA NEI CONFRONTI DELLA TIPOGRAFIA: MOLTRE PARTI DELLA MACCHINA POSSONO ESSERE VISTE COME LETTERE DELL'ALFABETO COME AD ESEMPIO LA “Y” E LA “J” ROSSE IN ALTO A SINISTRA, LA“L” E LA “P” GIALLE IN BASSO A DESTRA LA “I” BLU IN BASSO A SINISTRA. Piccola macchina costruita da minimax dadamax in persona1919–20matita e frottage a inchiostro, acquerello e guazzo su carta, 49,4 x 31,5 cmCollezione Peggy Guggenheim, Venezia 76
Capricorno 1948 Bronzo Berlino, Nuova Galleria di Stato Il re gioca con la regina 1954 bronzo New York, MoMA
RENÈ MAGRITTE • MAGRITTE NON ABBANDÒ MAI LA PITTURA FIGURATIVA NÉ MAI ABBANDONO I SOGGETTI NATURALISTICO IN CUI GLI ELEMENTI FOSSERO TUTTI BEN RICONOSCIBILI. • ATTUÒ PERÒ PROCEDIMENTI PITTORICI E ILLUSINISTICI TALI DA STIMOLARE LA FANTASIA E CREARE UN MONDO FANTASTICO AL DI FUORI DI OGNI LOGICA. • QUESTI PROCEDIMENTI AIUTANO A IMMAGINARE UN MONDO ALLA ROVESCIA ATTRAVERSO: • LA SOSTITUZIONE E IL CAMBIAMENTO DI MATERIALI, LO STRAVOLFGIMENTO DELLE DIMENSIONI DEGLI OGGETTI • LA SOSTITUZIONE E IL CAMBIAMENTO DEL CONTENSTO IN CUI È NORMALMENTE INSERITO L’OGGETTO • LA FUSIONE IMPOSSIBILE DI ELEMENTI
“Le immagini vanno viste quali sono, amo le immagini il cui significato è sconosciuto poiché il significato della mente stessa è sconosciuto “ (R. Magritte) MAGRITTE DÀ VITA AI PARADOSSI VISIVI “I sogni non vogliono farvi dormire, al contrario, vogliono svegliare” (R. Magritte) Falso specchio 1928 olio su tela New York, MoMA
IN MOLTE OPERE STRAVOLGE LE DIMENSIONI DEGLI OGGETTI E GIOCA SUL SIGNIFICATO DELLE PAROLE CHE SCEGLIE PER I TITOLI I valori personali 1952 olio su tela, 100x80 cm New York, Collezione Torczyner
MAGRITTE REALIZZÒ UNA SERIE DI TELE IL CUI SOGGETTO PRINCIPALE È IL QUADRO NEL QUADRO E PONE COME CENTRALE IL RAPPORTO TRA REALTÀ E LA SUA RAPPRESENTAZIONE. IL QUADRO AL CENTRO DELL’IMMAGINE è RICONOSCIBILE SOLO DA PICCOLI INDIZI COME IL BORDO DELLA TELA E IL CAVALLETTO. SULLA TELA COMPARE IL PAESAGGIO VISIBILE DALLA FINESTRA, MA LA FINESTRA STESSA, I VETRI, LE PARETI, LE TENDE, IL PAVIMENTO SONO A LORO VOLTA DIPINTI. È UN GIOCO VISIVO, UN’ILLUSIONE CHE VUOLE RENDERE CHIARO IL CONCETTO ALLA BASE DEL LAVORO DI MAGRITTE: IL LINGUAGGIO ARTISTICO È CONVENZIONALE ED AMBIGUO LA RAPPRESENTZIONE DELLA REALTÀ NON È LA REALTÀ La condizione umana 1935 olio su tela, 100x81 cm Washington DC, National Gallery of Art
IN UN SOGGETTO APPARENTEMENTE NORMALE IRROMPE L’ASSURDO: IL VETRO ROTTO DELLA FINESTRA NON È TRASPARENTE MA PEZZI DEL PAESAGGIO CHE SI VEDE SULLO SFONDO LA COMPOSIZIONE È SEMPLICE E RIGOROSA. SIMMETRICA E TRADIZIONALE, PRFETTAMENTE SADERENTE ALLA REALTÀ, MA NELLA TELA DOMINA LA DIMENSIONE FANTASTICA. PROTAGONISTA DEL DIPINTO È IL LEGAME TRA REALTÀ E APPARENZA. QUAL È IL PAESAGGIO REALE? MAGRITTE METTE IN DUBBIO LA CAPACITÀ DEGLI UOMINI DI VEDERE E RICONOSCERE LA REALTÀ. IRONIZZA SULLA TENDENZA DEGLI ESSERI UMANI DI DARE PER SCONTATO COME CERTEZZA CIÒ CHE CONOSCE O VEDE. MAGRITTE VUOLE FAR RIFLETTERE SU COME SIA FRAGILE IL CONFINE TRA REALTÀ E FINZIONE. LA CONDIZIONE UMANA È QUELLA DI NON POTER DISTINGUERE CHIARAMENTE LA REALTÀ, PERCHÉ SI CONOSCE SOLO ATTRAVERSO GLI OCCHI DI ALTRI O ATTRAVERSO SPECCHI ANCHE DEFORMANTI, CHE CONFONDONO CHI PROVA A CAPIRE. La chiave dei campi 1936 olio su tela, 80x60 cm Bruxelles, Museo d’Ixelles
Il tradimento delle immagini 1928 olio su tela, 54,5x72,5 cm New York, MoMA “QUESTA NON È UNA PIPA” INFATTI È LA RAPPRESENTAZIONE DI UNA PIPA, NON UNA PIPA AD OGNI DISEGNO CORRISPONDE UNA SCRITTA DIFFERENTE DA QUELLA CHE RIPRODUC IL SUO NOME, PERCHÉ CIÒ CHE APPARE NON È LA REALTÀ. La chiave dei sogni 1930 olio su tela Collezione privata
MAGRITTE RENDE OMAGGIO, IN CHIAVE SURREALSTA, AD UN GRANDE PITTORE …
JOAN MIRÒ • ARTISTA CATALANO DAL 1919 SITRASFERISCE A PARIGI (TORNÒ IN SPAGNA QUANDO LA FRANCIA SUBÌ L’INVASIONE TEDESCA) E STUDIA SOPRATTUTTO LE OPERE DEI FAUVES E DEI CUBISTI, MA AD AFFASCINARLO DI PIÙ RESTA IL LINGUAGGIO INFANTILE CHE LO PORTÒ A REALIZZARE IMMAGINI FANTASTICHE E UMORISTICHE CON: • SEGNI CONTORTI • SIGNIFICATI STRAVOLTI • COLORI FORTI E DI GRANDE IMPATTO “il più surrealista di tutti noi…” (A.Breton) MIRÒ TORVA ISPIRAZIONE NELL’ARTE PRIMITIVA E NEI DISEGNI DEI BAMBINI, PERCHÉ SOLO QUESTI ERANO CONSIDERATI DA LUI, COME CAPACI DI ESPRIMERE L’AUTENTICA CREATIVITÀ Il cacciatore 1923-1924 olio su tela, 65x100 cm New York, MoMA
Mirò compose questo quadro prima che Breton scrivesse il manifesto surrealista, ma in esso applica già la tecnica surrealista dell'automatismo psichico e della rappresentazione di visioni e sogni. NEL DIPINTO SI RICONOSCONO ALCUNI ELEMENTI REALI COME UN GATTO, UN TAVOLO, UN PESCE E UNA SCALA. A PIOLI (CHE RICORRE SPESSO NELLE SUE OPERE, COME EMBLEMA DEL TRAMPOLINO CHE CONSENTE DI ANDARE OLTRE LA REALTÀ). DALLA FINESTRA UN TRIANGOLO NERO CHE EMERGE SIMBOLEGGIA LA TOUR EIFFEL; IL CERCHIO VERDE TRAFITTO DA UNA FRECCIA SOTTILE, POSTO SU UN TAVOLO, RAPPRESENTA UN MAPPAMONDO. TUTTO PERÒ SI TRASFORMA DANDO ORIGINE ALLA VISIONE. I COLORI SONO VIVACI E IL SENTIMENTO CHE MIRÒ, CONE LE SUE OPERE, VUOLE SUSCITARE È QUELLO DELLA GIOIOSA ALLEGRIA Il carnevale di Arlecchino 1924-1925 olio su tela, 66×90.5 cm Buffalom Albright-Knox Art Gallery
LE SUE OPERE. APPARENTEMENTE CASUALI E IMPROVVISATE, NASCONDONO UN CONTROLLO ASSOLUTO, FINALIZZATO ALLA RAPPRESENTAZIONE DELLE SUE PERCEZIONI, DELLA MEMORIA E DELL’INCONSCIO. LO SPAZIO TRA CIELO E TERRA È DIVISO DA UNA LINEA ORIZZONTALE. A POPOLARE LA TELA CI SONO SEGNI, LINEE, CREATURE BIZZARRE. SI RICONOSCONO ALCUNI ELEMENTI COME LA FATTORIA, UN ORECCHIO, UN OCCHIO, BANDIERE CHE SVENTOLANO E ANIMALI DI VARIE SPECIE. ANCHE GLI OGGETTI O GLI ANIMALI REALI VENGONO DA LUI TRASFORMATI. La terra arata 1924 olio su tela, 66x92,7 cm New York, Gugenheim Museum
“Mi servo di cose trovate per provvidenzadivina, di pezzi di ferro, pietre,come mi servo di un sogno abbozzato sulla cartao di un incidente capitato per casoè soltanto questa scintilla magicache conta nell’arte” (Joan Mirò) Le Coq 1940
MIRÒ FU ANCHE SCULTORE Luna-uccello 1966 Donna 1970 Donna e uccello 1981
SALVADOR DALÌ COME MIRò DALLA CATALOGNA SI TRASFERÍ A PARIGI E ADERÍ APPIENO AL MOVIMENTO SURREALISTA A PARTIRE DAL 1929, DOPO AVER SUBITO L’INFLUENZA DEL FUTURISMO E DEL CUBISMO. PARLANDO DELLA SUA PITTURA DALÌ LA DEFINIVA “CRITICO-PARANOICA … Nel guardare un oggetto ne vedo e quindi ne dipingo un altro” “Le mie sono fotografie di sogni” REALIZZA OPERE INQUIETANTI IN CUI ROCCE DIVENTANO UMANE, STAUTE E OGGETTI VENGONO INVECE DEFORMATI…
IN UN PAESAGGO COSTIERO DESOLATO CARATTERIZZATO DALLA SCOGLIERA SULLO SFONDO E UN ULIVO SECCO POGGIATO SU UN RIPIANO, SPICCANO ALCUNI OROLOGI, TRE DEI QUALI MOLLI, PRIVI DI QUALSIASI CONSISTENZA E UN QUARTO CHIUSO MA RICOPERTO DI FORMICHE (FREQUENTI NEI DIPINTI DI DALì, COME SIMBOLO DI DECADENZA). LA LIQUEFAZIONE DELL’OROLOGIO RICHIEDE ALLO SPETTATORE DI RIFLETTERE SUL CONCETTO DI TEMPO, CHE HA CAMBIATO CONSISTENZA E SENSO, NON È PIÚ LEGATO A REGOLE RAZIONALI MA ALLA NOSTRA PERCEZIONE SOGGETTIVA. L’ULIVO SECCO RIEVOCA L’IDEA CHE IL TRASCORRERE DEL TEMPO PORTA CON SÈ DISTRUZIONE E DECADENZA. AL CENTRO DEL PAESAGGIO COMPARE ANCHE UNA TESTA MOSTUROSA IN CUI SI RICONOSCERE L’AUTORITRATTO DEFORMATO DELL’ARTISTA La persistenza della memoria 1931 olio su tela, 23,5x32,5 cm New York, MoMA
DALÌ RAPPRESENTA L’IMMAGINE PRODOTTA DA UN SOGNO DISTURBATO, PERÒ, DAL RONZIO DI UN’APE, FATTO DALLA MOGLIE. TUTTE LE IMMAGINI HANNO CARATTERISTICHE INUSULI. DALÌ CREA UNA CATENA DI ELEMENTI CHE ESCONO DA UNO PRECEDENTE: DA UN MELOGRANO SOSPESO NELL’ARIA FUORIESCE UN ENORME PESCE DALLA CUI BOCCA ESCE UNA TIGRE A SUA VOLTA CON LA BOCCA APERTA DA CUI EMERGE UN’ALTRA TIGRE CHE HA RILASCIATO UN FUCILE CON LA BAIONETTA CHE COLPISCE UNA DONNA ADDORMENTATA CHE LEVITA NELL’ARIA. SULLO SFONDO UN ELEFANTE CHE SOSTIENE UN OBELISCO, POGGIA SU ZAMPE SOTTILI TIPICHE DEGLI INSETTI E CAMMINA SULL’ACQUA IMMOBILE. IL LINGUAGGIO È IPEREALISTA CON FORME PERFETTAMENTE RICONOSCIBILI E CON DETTAGLI RESI CON GRANDE PRECISIONE. Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio 1944 olio su tela, 51x41 cm Madrid, Collezione Thyssen-Bornemisza
Fotografia intitolata Dalì atomico Fotografia che ritrae Dalì al lavoro