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Quotidiani e Riviste: i tecnicismi scientifici e medici. Maritati Martina Tesina di Linguistica A.A. 2013/2014. Introduzione.
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Quotidiani e Riviste: i tecnicismi scientifici e medici Maritati Martina Tesina di Linguistica A.A. 2013/2014
Introduzione • Il linguaggio giornalistico non sembra essere apparentemente molto complesso, quando invece bisognerebbe considerarlo un vero e proprio codice da analizzare in tutte le sue numerose sfaccettature. Può essere analizzato sotto vari punti di vista come quello grammaticale, morfologico, sintattico e lessicale. Inoltre si può notare che il linguaggio varia a seconda dell’argomento, della testata di riferimento e del pubblico al quale ci si intende rivolgere.
Ipotesi della ricerca • Si ipotizza che nelle riviste che si occupano esclusivamente di scienza e medicina(come “Focus” e “National Geographic”), l’uso dei tecnicismi sia ampio e articolato. Chi acquista una di queste riviste si presume sia un appassionato di scienza e che quindi voglia leggere articoli molto specifici. Nei quotidiani qui analizzati(“Il Corriere della Sera” e “La Stampa”), la rubrica dedicata alla salute e alla tecnologia si ipotizza essere più o meno esigua a seconda dei giorni e che i tecnicismi, pur essendo presenti in una certa quantità, siano comunque accompagnati da esemplificazioni in modo da rendere l’informazione più chiara e accessibile al maggior numero di lettori.
Definizione dei fenomeni analizzati: i tecnicismi • In linguistica ci si trova spesso ad analizzare articoli contenenti termini appartenenti ad un determinato LINGUAGGIO SETTORIALE, utilizzati dagli specialisti con lo scopo di rendere più specifica ed efficace la comunicazione di quell’argomento nell’ambito di loro competenza. Ogni tipo di linguaggio settoriale ha un suo lessico specifico, che può essere più o meno comprensibile da chi non è competente in quel settore. C’è un largo uso di TECNICISMI, che si possono dividere in specifici e collaterali. I primi rappresentano termini molto specifici, privi di qualsiasi ambiguità, mentre i secondi rappresentano termini già normalmente usati, ma che vengono sostituiti con delle espressioni più raffinate quando si passa dal linguaggio comune a quello settoriale.
Presentazione del corpus utilizzato Tratto da “Il Corriere della Sera” del 13/01/14 Tratto dalla rivista “Focus” del 15/01/14 “..Un nuovo studio statunitense pubblicato su Nature Neuroscience attribuisce un altro effetto benefico: un moderato consumo di caffeina potrebbe potenziare la memoria a lungo termine, aiutandoci in particolare nei compiti di discernimento visivo.” “..Al termine del test, ad alcuni è stata somministrata una compressa contenente 200 milligrammi di caffeina (un espresso ne contiene circa 150), ad altri un placebo.” “Se l'effetto fosse confermato, quello sulla memoria a lungo termine sarebbe l'ennesimo beneficio attribuito a un moderato consumo di caffè (già associato, in passato, a proprietà antitumorali, una migliore capacità di tolleranza, una certa longevità e una più alta resistenza contro malattie come l'Alzheimer). Ma si tratta di risultati da leggere con una certa cautela..” “Se fossero veri, però, gli effetti sulle nostre doti mnemoniche - dovuti forse a un aumento della norepinefrina, un ormone dello stress associato al consolidamento dei ricordi - sarebbero un tesoro da sfruttare al meglio.” • “..Prima a tutti sono state mostrate delle immagini, dopodiché i partecipanti - che non consumavano abitualmente alimenti con caffeina - hanno ricevuto un placebo o una pasticca con 200 milligrammi di caffeina (l’equivalente di due tazzine) cinque minuti dopo aver studiato le immagini..” • “..E qui si è vistol’«effetto espresso»: nelgruppo «caffeina» piùpersone hanno rispostocorrettamente, evitandopersino la trappola delle immagini simili, rispetto all’altrogruppo.” • “La capacità del cervello di riconoscere la differenza tra due oggetti simili ma non identici riflette un livello più profondo di conservazione della memoria, spiegano i ricercatori. E sembra proprio questo il bersaglio dell’azione della caffeina. Il centro della memoria nel cervello è l’ippocampo, una superficie a forma di cavalluccio marino che si trova nel lobo temporale mediale del cervello.” • “.. «Il miglioramento è legato alla memoria e a nient’altro», assicura Yassa. «Il prossimo passo per noi è quello di capire i meccanismi cerebrali alla base di questo miglioramento» prosegue il ricercatore.”
Presentazione del corpus utilizzato Tratto dalla rivista “National Geographic” del 16/01/14 • .”.La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience, mostra che la caffeina intensifica la nostra memoria fino a 24 ore dopo l'assunzione..” • “..Abbiamo somministrato a delle persone-che non assumono caffeina regolarmente- un placebo oppure una tavoletta di 200 milligrammi di caffeina, cinque minuti dopo aver fatto loro osservare delle immagini.” • “La caffeina è stata isolata dal chicco di caffè nel 1800 da un chimico tedesco. Sappiamo con precisione come funziona? "Ci sono svariati meccanismi in atto. Agisce sui recettori dell'adenosina e aumenta il battito cardiaco, l'attenzione, la pressione sanguigna e le reazioni tipo combatti-o-fuggi di fronte a un orso che vi sta attaccando. È quello che succede quando qualcuno dice 'Ho un picco di adrenalina', e l'effetto comprende una piccola regione dell'ippocampo, che svolge un ruolo fondamentale nella memoria sia a lungo che a breve termine.“ • “Se ne si assume troppa si diventa molto agitati, iniziano le emicranie: si può decisamente arrivare all'overdose, essendo una sostanza stimolante..” • “La caffeina potrebbe essere un rimedio per l'Alzheimer o la demenza?Non penso servirebbe a fermare il decorso delle malattie, ma se qualcuno è a rischio, la caffeina potrebbe aiutare. Il prossimo passaggio è usare tecniche di brain imaging per approfondire la ricerca sui meccanismi del cervello."
Presentazione del corpus utilizzato Tratto da “Il Corriere della Sera” del 17/01/14 Tratto da “La Stampa” del 17/01/14 “Da Google le lenti a contatto che tengono sotto controllo il glucosio” “..Ecco arrivare le lenti a contatto che offrono un servizio utile a chi soffre di diabete. Pensate che sono in grado di misurare i livelli di glucosio presenti nelle lacrime – anziché nel sangue – e poi trasmettere i dati rilevati per mezzo di un collegamento wireless.” “Il prototipo di questo nuovo dispositivo interattivo è stato presentato ieri, e si pone come un valido aiuto per i milioni di pazienti diabetici che hanno la necessità di tenere a bada la glicemia. Dotato di un microchip interno, la lente a contatto diviene di fatto un sostituto meno invasivo dei diffusi test per il glucosio, che necessitano di bucare le dita, anche più volte al giorno.” “A prima vista le lenti non sono diverse da quelle normali, tuttavia a un più attento esame si potranno notare due glitter che contengono decine di migliaia di micro-transistor e un’antenna, anch’essa miniaturizzata.” “A ogni modo, l’ultima parola spetterà come sempre alla FDA americana a seguito dei test clinici condotti su volontari. Ora non resta che aspettare il verdetto.” • “Venerdì il colosso di Mountain View(Google) ha presentato un progetto per la realizzazione di lenti a contatto wireless che effettuano la misurazione dei livelli di glicemia dei diabetici. I dati verranno poi registrati su una app scaricabile sul proprio smartphone..” • “Il prototipo di lenti a contatto, riferisce il Telegraph, è dotato di microscopici chip e di un’antenna per comunicare i risultati del test a un computer.” • “Le lenti saranno integrate, nelle intenzioni di Google, da minuscoli diodi elettroluminescenti che avvertiranno i portatori ogni volta che il loro tasso glicemico si avvicinerà a un livello a rischio.”
Analisi dei risultati • Nel primo articolo analizzato, confrontando il diverso uso dei tecnicismi nelle due riviste e nel quotidiano “Il Corriere della Sera”, si può notare che la quantità delle informazioni è generalmente la stessa, ma nelle riviste scientifiche c’è un ulteriore approfondimento della ricerca in questione e di conseguenza l’uso dei tecnicismi è più ampio e preciso. • Il secondo articolo, invece, è stato tratto da due quotidiani: “Il Corriere della Sera” e “La Stampa”. Confrontandoli si può notare che in entrambi c’è un moderato uso di tecnicismi(che si rivelano però necessari nell’esposizione di uno strumento scientifico)e ci sono alcune differenze nella qualità delle informazioni. Spesso accade che l’argomento centrale rimane lo stesso, ma un quotidiano evidenzia più un aspetto rispetto a un altro e viceversa.
Commenti e Conclusioni • L’analisi dei corpora presi in esame conferma per lo più le ipotesi iniziali: infatti è evidente la maggior quantità di tecnicismi presenti nelle riviste scientifiche rispetto a un quotidiano che si rivolge a un pubblico di lettori più ampio e popolare. • L’uso dei tecnicismi arricchisce molto un qualsiasi tipo di articolo, perché l’uso di un linguaggio specifico permette di comprendere più a fondo le varie tematiche. Certamente alcune discipline(come appunto la scienza e la medicina)necessitano che si usi più spesso un linguaggio specifico rispetto ad altre.