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I.S.R. ISTITUTO DI STUDI E RICERCHE Azienda Speciale della CCIAA Massa-Carrara Partecipata da : Amministrazione Provinciale, Comunità Montana della Lunigiana, Comuni di Massa e Carrara. CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA MASSA - CARRARA.
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I.S.R. ISTITUTO DI STUDI E RICERCHE Azienda Speciale della CCIAA Massa-Carrara Partecipata da : Amministrazione Provinciale, Comunità Montana della Lunigiana, Comuni di Massa e Carrara CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA MASSA - CARRARA RAPPORTO ECONOMIA MASSA-CARRARAANNO 2004
LINEE GENERALI SULLA CONGIUNTURA • Congiuntura 2003 sicuramente negativa, anche se di non facile interpretazione • Dati contraddittori per un’interpretazione univoca • In attesa dei dati ufficiali sul Reddito Provinciale, Unioncamere stima una crescita media annua del PIL locale nel periodo 2001-2003 del +3,3%, nettamente superiore a quella della Toscana (+1,0%) e del Centro Italia (+1,2%) • Ma alcuni dati oggettivamente rilevati attenuano questa ottimistica previsione
LA CONGIUNTURA INDUSTRIALE • Diminuisce la produzione –0,3%; è la prima volta dal 2001 • La diminuzione in Toscana è stata ancora più pesante –3,4% • In calo anche il fatturato industriale –0,5%; in Toscana –3,3% • I ridotti volumi di attività non hanno avuto, per il momento, ripercussioni sull’utilizzo degli impianti
LA CONGIUNTURA DEI SETTORI INDUSTRIALI • Legno e Mobilio: è il settore locale che è andato meglio, contraddicendo le tendenze negative regionali - produzione +5,1%, fatturato +7,6% • Alimentare: ha tenuto nel fatturato (+0,4%); in leggero calo la produzione (-0,5%) e gli ordinativi interni (-0,6%) • Tessile e abbigliamento: buona ripresa della produzione (+3,6%), in controtendenza rispetto alla pesante crisi regionale (-5,4%); ma lieve riduzione del fatturato (-0,7%) • Altri prodotti non metalliferi, Elettronica e Metalli: discreta tenuta dei livelli produttivi • Difficoltà invece nella Meccanica(-2,7%) e nella Cantieristica(-2,3%) • Effetto crisi di alcune realtà aziendali, soprattutto dei Nuovi Cantieri Apuani
I NUMERI DELLA CRISI DEL LAPIDEO • Produzione annua –2,9% • Fatturato complessivo – 7,6% • Export –20,8% • Ordinativi interni –5,7% • Ordinativi esteri –6,1% • Spesa per investimenti –4,4% • Crisi strutturale e non solo congiunturale
MOVIMENTAZIONE DEL PORTO DI CARRARA • La crisi del lapideo si riflette sull’attività portuale • Movimentazione totale di lavorati –64,5% • Movimentazione totale di blocchi –4,6%, nonostante la crescita degli sbarchi dei graniti grezzi(+1,5%) • Movimentazione totale di granulati –13,3% • Movimentazione totale di cocciame e scaglie di marmo –28,4%
MOVIMENTAZIONE DEL PORTO DI CARRARA • Considerata l’incidenza del lapideo (78,7%) sul movimento del porto di Carrara, può considerarsi accettabile il calo complessivo del -3,8% • Diminuzione dovuta al calo complessivi degli imbarchi –18,4%, mentre per gli sbarchi +8,1% • Containers –24,4% • Significative le crescite di altre merci (prodotti siderurgici +9,0%, rinfuse solide +15,8%, merci in pallets +11,7%, merci varie +21,4%)
LE ESPORTAZIONI • Lieve battuta d’arresto delle esportazioni provinciali nel 2003, –0,6% • E’ andata peggio in Toscana –7,1% e in Italia –4,0% • Incidenza degli effetti del super euro e delle tensioni internazionali • Miglior tenuta del nostro sistema industriale nella competizione internazionale, malgrado un più elevato grado di apertura ai mercati mondiali rispetto alla media regionale e nazionale • Su 100 euro di Pil, l’export industriale incide a Massa-Carrara per 127,7 euro, in Toscana per 92,6 euro, in Italia per 81,6 euro
La tenuta delle esportazioni locali è ascrivibile al comparto della fabbricazione di macchine e apparecchi per la produzione e l’utilizzo dell’energia meccanica (che comprende la fabbricazione di motori di turbina, pompe, ecc) • Le esportazioni di queste merci sono state 351milioni di euro, 190milioni in più rispetto al 2002 (+142,3%) • Scalzata la leadership storica del lapideo lavorato • Rivoluzione nelle destinazione geografica di questi prodotti: perdono i mercati tradizionali (americano e australiano), incrementano in maniera esponenziale Corea del Sud, Algeria, Egitto, Brunei, Nigeria • Da nostre verifiche emerge un contributo decisivo del Nuovo Pignone
LE TENDENZE ALL’EXPORT DEL LAPIDEO • Persi dall’intero settore circa 90milioni di euro dal 2002 (-20,8%) • Lapidei grezzi–19,3%, persi quasi 14 milioni • Buona tenuta dei blocchi nei mercati di riferimento (USA +30,5%, Cina +22,8%), mentre cedono gli altri (UE –47,9% ed alcuni medio orientali) • Crisi ricavabile anche dalla tassa marmi: -25,1% la percentuale di diminuzione del materiale sceso dalle cave di Carrara nel 2003
LE TENDENZE ALL’EXPORT DEL LAPIDEO • Lapidei lavorati–21,1%, persi oltre 75 milioni • Per i lavorati, crisi del mercato principale, quello USA con –23 milioni di euro (-14,9%) • Crollano le vendite dei lavorati nel UK (-56,5%), in Germania (-45,5%), in generale nell’UE (-54,9%), ed in Giappone (-35,4%) • Emirati Arabi diventano il 2° mercato dei lavorati con 28 milioni di merci acquistate: sono in forte crescita dal 2002 (+62,0%)
LE TENDENZE ALL’EXPORT DEI SETTORI “MINORI” • Sono andati bene: • Articoli di abbigliamento +63,5% • Parti e accessori per autoveicoli +12,2% • Ceramica non refrattaria +6,5% • Altre macchine per impieghi speciali +4,5% • Macchine utensili +3,6% • Sono andati male: • Apparecchi trasmittenti –78,5% • Altre macchine di impiego generale –68,5% • Ghiaia, sabbia e argilla –32,4% • Strumenti di misurazione –23,2% • Prodotti chimici –18,4%
IMPORTAZIONI • Diminuiscono le importazioni locali del –18,1%; persi oltre 90 milioni di euro • Perdite più contenute in Toscana –6,9% e in Italia –1,6% • Le crescite si sono realizzate nei settori che sono andati bene all’export • L’import di lapidei grezzi (soprattutto graniti in blocchi) è diminuito del -24,7% (-27milioni di euro)
COMMERCIO INTERNAZIONALE DEI SERVIZI • Nuova rilevazione riferita alle transazioni economiche e finanziarie con il resto del mondo poste in essere dai residenti e la posizione patrimoniale del territorio verso l’estero • Al 31 agosto 2003 Massa-Carrara ha un saldo positivo verso l’estero di 93 mila euro • Nonostante la terziarizzazione dell’economia, le transazioni internazionali dei servizi sono ancora contenute rispetto a quelle delle merci • Tuttavia, l’esposizione del terziario di Massa-Carrara verso l’estero risulta relativamente più elevata di quella regionale e nazionale
COMPETITIVITA’ DEL SISTEMA • Basso contenuto tecnologico dell’export locale, ma superiore a quello regionale e nazionale • Il 48,5% dei nostri prodotti esportati è ad alto contenuto tecnologico, il 44,1% è un prodotto tradizionale e standard, il 7,3% è materia prima o prodotto agricolo • Scarsa capacità di innovare dell’intero sistema Paese: spese in R&S= 1% del Pil; media UE=2% • Domanda di tecnologie che non riesce ad essere soddisfatta all’interno :Bilancia dei pagamenti della Tecnologia in deficit di 17 milioni di euro
COMPETITIVITA’ DEL SISTEMA • Scarsa capacità di “ottimizzare” l’attività di ricerca, ossia tradurre in processi e prodotti economicamente valorizzabili le innovazioni • Scarso collegamento Imprese-Centri universitari e di ricerca e Imprese-Camere di Commercio ed Associazionismo • Massa-Carrara presenta un numero di brevetti “europei” (44,3 per milione di abitanti), nettamente inferiore alla Toscana ed all’Italia
ALCUNECONSIDERAZIONI • Qualità, immagine, originalità, flessibilità e orientamento al cliente sono i fattori competitivi su cui puntare • No a forme protezionistiche verso i nuovi agguerriti competitori come la Cina, ma reciproche aperture delle nostre economie e rispetto delle regole del commercio internazionale • Evitare, d’altronde sarebbe impossibile, di seguire i cinesi nella strada dei bassi salari e della frammentazione produttiva • Intraprendere al contrario con forza e decisione il percorso dell’innovazione e della riqualificazione tecnologica e spostare la produzione verso i punti più alti della filiera
PREVISIONI MACROECONOMICHE • Ripresa nazionale lenta e graduale • La crescita del Pil nazionale è data per il 2004 al +1,7% • Sembrano tornare più ottimistiche le aspettative degli operatori • Secondo Unioncamere, i consumi delle famiglie italiane dovrebbero ripartire già nel 2004 e consolidarsi nel 2005
PREVISIONI MACROECONOMICHE • Per Massa-Carrara le prospettive stimate per il biennio 2004-2006 (media d’anno) sono: - Pil +1,7%, contro +2,4% della Toscana - Export +6,3%, contro +5,2% della Toscana - Occupazione +1,2%, contro +0,2% regionale • Domanda interna (consumi e investimenti) locale più contenuta rispetto a quella regionale • Maggior traino della domanda estera alla crescita del PIL rispetto alla Toscana
DINAMICA DELLE IMPRESE • Persiste nel 2003 la voglia di fare impresa: tasso di sviluppo locale all’2,3% contro l’1,3% regionale e nazionale. Si tratta, peraltro, di piccole Aziende • 1.672 iscrizioni a fronte di 1.205 cancellazioni di attività, per un saldo positivo di imprese di + 467 unità • Si prolungano le tendenze di crescita degli ultimi 5 anni, malgrado il momento interlocutorio della congiuntura economica provinciale
Si consolida la struttura organizzativa del nostro sistema produttivo: le sedi legali di imprese registrate risultano 20.740 • Sempre più complesse le forme societarie. Le società di capitali sono passate dalle 2.939 unità di fine 1998 alle 4.035 di fine 2003 con un incremento percentuale del 37% • Tale aumento è risultato dal ridimensionamento soprattutto delle ditte individuali che pure rappresentano ancora il 55% del totale delle imprese • Crescita positiva anche delle società cooperative • Il saldo positivo generato nell’ultimo anno di 467 unità corrisponde a 268 società di capitali, 68 società di persone, 106 ditte individuali e 25 altre forme giuridiche
Lievissima crescita per le imprese Manifatturiere, rispetto alla stagnazione nazionale e alla forte contrazione regionale: dato positivo determinato sostanzialmente dal settore della Nautica (+10 unità, +8%) e dal comparto della Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici (+8 unità, +4,1%) • Confermata anche nel 2003 la crescita delle Costruzioni: +97unità, +3,3%. Migliore saldo positivo in valori assoluti tra tutti i settori economici; fenomeno della “frammentazione organizzativa” • Un discreto incremento si apprezza per le Attività di intermediazione finanziaria e monetaria +6,9% • Aumentano nel complesso le imprese appartenenti alla categoria delle Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca e sviluppo (+0,2%). Frena sensibilmente il settore della Net Economy (-1%) • Un aumento sensibile si registra invece nei Servizi pubblici, sociali e personali (+19 unità, +1,9%)
GRUPPI D’IMPRESE • In Provincia di Massa-Carrara il peso delle società in gruppo è debole: sono presenti 207 gruppi d’impresa sui complessivi 4.823 della regione Toscana (il 4,3%) • Fa riferimento ai gruppi d’impresa l’11,4% del totale degli occupati provinciali (5.023 addetti), per un valore aggiunto che raggiunge il 7,6% del totale: esclusa la provincia di Grosseto, Massa-Carrara occupa l’ultimo posto tra le province della Toscana • Il termini di imprese controllate si superano le 400 unità
ATTRAZIONE E DELOCALIZZAZIONE • La Provincia di Massa-Carrara registra un grado di attrazione (21,3%), con 5.712 dipendenti in loco di imprese con sede legale fuori dal territorio, superiore alla media toscana (15,9%) • Valore superiore alla media regionale (6,8%) anche per il fenomeno della delocalizzazione; il numero di dipendenti in unità locali ubicate fuori dal territorio di imprese con sede in provincia è pari a 2.238 unità (9,6%)
IMPRENDITORIEXTRACOMUNITARI • Gli imprenditori extracomunitari a Massa-Carrara sono 1.249, in aumento rispetto all’anno 2000 di 324 unità, corrispondenti a 35 punti percentuali • Una quota di incidenza sul totale delle attività imprenditoriali ancora poco consistente, pari al 6% circa • Circa 7 imprenditori ogni 10 hanno un’età compresa tra i 30 ed i 49 anni. • Il 26% degli imprenditori extracomunitari proviene dall’Africa Settentrionale, principalmente Marocco. • La metà sono collocati nel settore commerciale, segue l’edilizia 15%, gli alberghi e ristoranti 6%, etc.
IMPRENDITORIA FEMMINILE • Le imprese femminili attive a Massa-Carrara sono 4.612, per un’incidenza sul totale delle imprese del 27%: valori superiori sia alla media regionale sia alla media nazionale, entrambe al 24% circa • Più della metà delle imprese femminili (51,4%) è concentrata nel commercio e pubblici servizi, trend superiore di ben 13 punti alla media toscana (38,8%) • Il complesso delle cariche femminili (titolari, amministratrici, socie, e altre cariche) è pari a 20.741 unità • Incidenza % delle cariche femminili sul totale delle cariche d’impresa pari al 30,1%, superiore sia alla media regionale (27,9%) sia a quella nazionale (26,4%)
ARTIGIANATO • Cresce il numero delle imprese +1,9% (Toscana +0,4%) per un totale pari a 5.552 unità, che rappresentano il 26,7% del complesso delle imprese • Bene soprattutto le aziende edili: +103 nuove attività unità per un totale di 2.164 imprese • Cresce l’occupazione del settore +4,3% (Toscana +0,6%) • L’occupazione aumenta in tutti e tre i macro settori: manifatturiero +4,9%; edilizia +2,9%, e servizi +5,6% • Fatturato di settore +0,7% (Toscana –4,2%). • Andamenti del fatturato: manifatturiero –1,1%; edilizia +3,3%, e servizi +0,4%
NAUTICA • Il comparto nautico è passato dalle 48 unità locali attive nel 1998 alle 135 del 2003, con tassi di crescita superiori rispetto a quelli medi della regione Toscana • Massa-Carrara è seconda, in ambito toscano, unicamente alle consistenze dei poli nautici di Livorno (214) e Lucca (368), e supera, proprio nell’anno 2003, la provincia di Grosseto (134), divenendo in valori assoluti il terzo polo nautico della regione • La costruzione e riparazione di imbarcazioni da diporto e sportive (57% del totale del settore) dal 1998 ad oggi ha incrementato la propria incidenza sull’intero comparto del 15%
AGRICOLTURA • Il numero delle aziende ancora in diminuzione (–1,9%), salvo alcune eccezioni come la silvicoltura e l’utilizzazione di aree forestali (+1,4%) • Nel 2003 vi è stato un peggioramento delle produzioni agricole; i cereali –30%, risultato determinato soprattutto dalla produzione di mais, scesa dai 91.000 quintali del 2002 ai 64.500 quintali del 2003 • In controtendenza la produzione di frutta fresca (+5%), stabile la vite in calo le coltivazioni di olivo (-11,3%) • Nel settore dell’allevamento del bestiame i risultati sono sostanzialmente in linea con quelli dell’anno precedente • Continua il percorso verso la specializzazione e la valorizzazione delle tipicità locali
COMMERCIO • Una situazione nel complesso stabile ( -23 unità, • -0,3%), mentre si osserva una leggera crescita (+0,9%) a livello nazionale e una diminuzione (-0,7%) a livello regionale • Aumentano invece gli esercizi al dettaglio (+1,5%) pari a 4.230 punti vendita. • La rete distributiva alimentare risulta a fine 2003 di 622 unità, in diminuzione di 14 unità nel raffronto con l’anno precedente (-2,2%) • Situazione decisamente migliore per quanto riguarda i punti vendita del dettaglio extra-alimentare: 3.608 unità, con tasso di crescita del +2,1%
Nell’area di Costa la crescita è stata di 40 unità, mentre in Lunigiana l’aumento è stato di 35 esercizi extra-alimentari. • Dal punto di vista congiunturale la crescita in Toscana delle vendite del commercio al dettaglio, valori medi annuali, è stata del +1,3% rispetto al 2002 • Le vendite sono state trainate soprattutto dalla grande distribuzione (+3,6%), mentre la piccola distribuzione risulta sostanzialmente stabile (+0,5%) • Per quanto riguarda il settore merceologico, bene l’alimentare (+2,4%), meno bene il non alimentare (+0,7%)
TURISMO • Osservatorio turistico provinciale • Le presenze turistiche ufficiali nell’anno 2003 sono state pari a circa 1.599.000: un calo rispetto al 2002 di oltre 84.000 presenze che ha significato un diminuzione percentuale del 5% • La congiuntura in contrazione registrata dalle presenze ufficiali è stimata in diminuzione, ma di un tasso notevolmente inferiore (-3%), se si includono le presenze comprensive del sommerso turistico stanziale (pari a 781.000 circa) • La domanda turistica nelle case per vacanza è stata pari a 6,6 milioni di presenze, che sommate alle presenze ufficiali e a quelle stimate determinano una domanda turistica complessiva di oltre 9 milioni di pernottamenti, in calo dell’1,7% rispetto all’anno 2002. • Se si considera inoltre la forte crescita del flusso escursionista, superiore ai 21 milioni di passaggi, l’aggregato provinciale tende a registrare la stessa performance dell’anno 2002
Valore aggiunto attivato in provincia nell’anno 2003 è stato di 228,1 milioni di Euro • L’incidenza del turismo nella produzione del valore aggiunto provinciale è pari al 7,1% • In Lunigiana è l’8,9% • Nella zona di Costa è il 6,6% • L’occupazione attivata dalla spesa turistica è pari a 8.500 unità di lavoro (6.000 unità nella zona di Costa e 2.500 in Lunigiana)
LE DINAMICHE DEL MERCATO DEL LAVORO • Cresce il tasso di disoccupazione provinciale (7,7%), diminuisce il tasso di occupazione (52,3%). Diminuiscono in valore assoluto sia gli occupati sia i disoccupati. • Un andamento opposto rispetto alla Toscana e all’Italia, pertanto aumentano le distanze con il resto della regione dove il tasso di disoccupazione è al 4,7% e il tasso di occupazione al 62,3%. • Il tasso di disoccupazione femminile (11,1%) è doppio rispetto al maschile (5,5%), rivelando la vera debolezza, anche strutturale, del mercato del lavoro locale.
LE DINAMICHE DEL MERCATO DEL LAVORO • Alcune perplessità sui dati ISTAT che segnalano, nell’anno, un incremento dell’occupazione industriale ed una marcata flessione di quella terziaria. • Nonostante la battuta di arresto, considerando il periodo 1995/2003, il saldo occupazionale generale resta positivo (+5.170 unità), determinato soprattutto dalla crescita del terziario, che ha compensato il calo industriale, mentre il tasso di disoccupazione provinciale resta comunque al di sotto di quello nazionale (8,7%). • Quello che le statistiche non dicono: il grande numero di aziende, soprattutto metalmeccaniche, in crisi (NCA, ecc.).
LA QUALITA’ DEL LAVORO • L’indagine Excelsior misura prevalentemente la “qualità” del lavoro. Le domande di personale da parte delle imprese provinciali, provengono per il 64,7% dal terziario e per il 35,3% dall’industria, comprendendo anche l’edilizia. • Nell’industria prevale l’offerta di contratti a tempo indeterminato (62%), scendono invece al 47% nei servizi, dove è maggiormente diffuso il lavoro flessibile (tempo determinato 33%, apprendistato 10%, formazione lavoro 10%). Poco diffuso il lavoro interinale.
LA QUALITA’ DEL LAVORO • In Italia su 100 assunzioni, i laureati sono il 6,5%, i privi di titolo di studio il 47%. A Massa-Carrara la situazione è peggiore: solo l’1,6% di laureati e ben il 52% di personale privo di titolo di studio tranne l’obbligo scolastico. • Poche le richieste provenienti dalle imprese per le professionalità elevate, quelle ad alta specializzazione e solo un 5% di assunzioni per professionalità tecniche. Piccole imprese e molti ruoli ricoperti dell’imprenditore. Meno accentuato, rispetto al dato nazionale, anche il ricorso a manodopera extracomunitaria.
LAVORO ATIPICO · Il numero dei parasubordinati in provincia può essere stimato attorno alle 4.500 unità. Sono in crescita: +18% rispetto al 2002 (Toscana +17%, Italia +19%). Il peso del lavoro atipico non è superiore a quello presente negli altri sistemi di lavoro regionali. · Il 50% dei collaboratori ha più di 40 anni, i giovani fino a 29 anni sono il 19%. · Soltanto per una minoranza di lavoratori, le collaborazioni rappresentano un canale di ingresso nel mercato del lavoro e un ponte per l’occupazione stabile. · La crescita del lavoro atipico e delle collaborazioni ha aggravato, anche sul piano qualitativo, nel 2003, il mercato del lavoro locale. Infatti, diminuisce l’occupazione totale, aumenta il numero dei collaboratori.
IL LAVORO E OCCUPAZIONE NEL CENSIMENTO • Rispetto al lavoro, i dati del Censimento ISTAT 2001, recentemente pubblicati, confermano la terziarizzazione del lavoro e dell’economia provinciale e la crescita imprenditoriale. • Nel periodo 1991/2001: industria +16,6% unità locali, -7,3% addetti; commercio–1,3% unità locali, -3,5% addetti; servizi+34,5% unità locali, +22,1% addetti. In totale+15,6% unità locali, +2,6% addetti.
IL LAVORO E OCCUPAZIONE NEL CENSIMENTO • Aumenta il numero delle imprese, ma sono più piccole. Diminuisce l’indice di specializzazione industriale ed il numero di addetti per cento abitanti è inferiore al dato medio nazionale nell’industria, nei servizi ed è solo superiore nel commercio. • La crescita del terziario non è stata sufficiente a colmare i divari occupazionali con la Toscana. • Sempre dal Censimento apprendiamo che a Massa-Carrara il volontariato coinvolge 14.000 persone, di queste circa 2.000 sono dipendenti, una percentuale quasi doppia rispetto a quella regionale.
IL VALORE AGGIUNTO E IL COSTO DEL LAVORO • Le dinamiche occupazionali devono essere inserite in quelle demografiche del decennio: cala la popolazione provinciale, diminuiscono le classi di età più giovani e da questo dipende anche la ridotta crescita occupazionale. • Un ulteriore elemento di riflessione è dato dalle dinamiche produttive. Il valore aggiunto per addetto nelle società di capitali è a Massa-Carrara inferiore sia al dato medio regionale, sia a quello italiano. Nell’ultimo anno di riferimento (2001) è aumentato del 4% (Toscana +8,7%, Italia +5,0%). L’intero sistema locale, nel suo complesso, ha una minor capacità di creare ricchezza.
IL VALORE AGGIUNTO E IL COSTO DEL LAVORO • Nell’industria il valore aggiunto per addetto è diminuito del 2% (Toscana –0,6%, Italia +3,2%), evidenziando le difficoltà del comparto industriale provinciale. Nel terziario invece risultati migliori rispetto alla Toscana ed al Paese. • Il costo del lavoro per addetto è, in cifra assoluta, inferiore a Massa-Carrara rispetto alle altre realtà, ma questo divario tende ad attenuarsi. • In particolare, nell’industria il costo del lavoro per addetto è 27.800 euro ormai molto simile a quello della Toscana (28.500euro).
IL CREDITO • Nel 2003 crescono gliImpieghidel 9,9% contro una media del 9% della Toscana • In significativa crescita anche iDepositi,+ 8,8%, a fronte del 2% in ambito regionale • Il rapporto Sofferenze / Impieghi è sceso dal 5,2% del 2002 al 4,9%, mentre nel territorio regionale è salito dal 3,2% al 3.4% • Il tasso medio d’interesse su finanziamenti per cassa a breve ( 18 mesi) è stimato al 7,05% e risulta, dopo Grosseto, il più elevato in Toscana e, soprattutto, notevolmente superiore alla media Italia ( 5,84%)
L’erogazione degli Impieghi per sportello bancario èben inferiore alla media regionale ( 23 milioni contro 30milioni di €uro) • Il rapporto Impieghi / Depositi fa registrare un valore nettamente piùbasso a confronto dell’analogo dato nazionale e della regione • Il rapporto Sofferenze / Impieghi, pur essendo costantemente diminuito nel corso degli anni, continua, tuttavia, ad essere tra i più alti, sia nel raffronto regionale che rispetto alla media nazionale • L’ammontare sia dei Depositi che degli Impieghi per unità di Impresa è il penultimo in Toscana
IL REDDITO • Dal 1995 al 2002 si è ridotto il gap tra la nostra Provincia ed il resto del Paese • La variazione è stata del 45,9% a fronte del 33,8% dell’Italia e del 35,4% della Toscana • In virtù di tale andamento il divario è passato da -17,3% a -9,9% • A livello Toscana, le Province che evidenziano valori notevolmente superiori rispetto alla media Italia sono quelle di Firenze, che si colloca quasi 30 punti oltre e Prato che, tuttavia, ha subito un arretramento estremamente significativo nel periodo osservato • Al pari di Massa – Carrara, solo Grosseto continua a registrare uno scostamento negativo sulla media nazionale
Il maggior dinamismo di crescita del Reddito provinciale rispetto a molte aree del Paese ha permesso un recupero di 7 posti nella graduatorianazionale: attualmente Massa – Carrara è posizionata al 64° posto contro il 71° del 1995. • In provincia di Massa – Carrara il Reddito pro –capite nel 2002 è risultato di 17.735 €uro contro la media Toscana di 21.716 €uro e quella Italia di 19.677 €uro. • A livello di aree è il Nord Ovest che fa riscontrare il valore più elevato con ben 24.004 €uro pro capite; seguono il Nord Est con 23.717 €uro; il Centro che si attesta a 21.631 €uro ed, infine, il Mezzogiorno con solo 13.372 €uro.
Dall’esame dei dati, si coglie una costante ben precisa: l’ipertrofia del settore dei Servizi rispetto agli altri comparti in quelle aree oggettivamente più “arretrate” del Paese. Non a caso, la nostra Provincia, assieme a Grosseto, si colloca su valori che non si discostano molto da quelli del Mezzogiorno.
LA DEMOGRAFIA • Tra il 2002 ed il 2003 la Popolazione della Provincia di Massa – Carrara è aumentata di 1.089 unità. • Il dato positivo è da ascrivere totalmente alla componente Migratoria con un surplus di ben 2.157 unità, cifra ben superiore al calo naturale ( - 1.068 unità). • La Lunigiana ha uno sbilancio naturale di ben 552 • ( 51,7%!) unità contro le 516 dell’Area Costiera, nonostante il suo peso demografico nel contesto provinciale sia di poco superiore al 28% • Diametralmente opposto, a livello di zone, ciò che scaturisce dall’analisi dell’andamento migratorio: in questo caso l’Area Interna concorre all’incremento complessivo con un apporto di oltre il 36%, valore ben più elevato rispetto alla sua incidenza demografica
La più elevata dinamica immigratoria che da anni caratterizza la Lunigiana, per lo più con l’apporto di persone in età giovane, a medio lungo termine può favorire un riequilibrio dell’età media tra le due entità territoriali • Massa rafforza la sua leadership e supera Carrara ormai di quasi 2.000 unità. • Tra gli altri 15 Comuni solo Aulla si attesta oltre i 10.000 abitanti, mentre Montignoso, che al censimento del 2001 si collocava oltre questa cifra, rimane al di sotto per 2 sole unità • In Lunigiana continuano a crescere in maniera significativa alcuni comuni, tra i quali spiccano quelli di Fosdinovo e Licciana Nardi