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Lo scambio colombiano. Mais. Il mais fu portato in Spagna da Colombo sin dal suo primo viaggio. Dalla Spagna si diffuse in Europa, soprattutto negli strati sociali più bassi. Benché descritto negli erbari europei sin dal 1536, il mais venne adottato con una certa lentezza.
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Lo scambio colombiano
Mais • Il mais fu portato in Spagna da Colombo sin dal suo primo viaggio. • Dalla Spagna si diffuse in Europa, soprattutto negli strati sociali più bassi. Benché descritto negli erbari europei sin dal 1536, il mais venne adottato con una certa lentezza. • Giovan Battista Ramusio lo osservò a Venezia nel 1554.
Immediatamente assimilato al frumento e agli altri cereali minori, in Italia venne detto grano turco per la sua origine esotica: • “Tutto l’anno seminano il pànico e lo raccolgono”, C. Colombo, 16 ottobre 1492. • “Fanno il pane con un tipo di frumento (…), il pànico; (…) chiamano questa specie di frumento mais”, Pietro Martire, Prima Decade, 1516. • “Hanno gli indiani due sorte di pane, una di maiz che è grano”, G. Fernandez de Oviedo, Sumario, 1526. • “Il grano turco nutre molto meno del frumento, della segala, dell’orzo e dell’avena. Il pane che si fa con esso è tanto duro e secco come una galletta, causa indigestione violenta e rende poca o nessuna nutrizione al corpo (…). E’ un alimento più conveniente per i porci che per gli uomini”, J. Gerard, The Herball, 1597.
Prima raffigurazione del mais in erbario, Fuchs 1542 Ulisse Aldrovandi, seconda metà XVI sec
Giovanni da Udine, Loggia di Psiche, Villa Farnesina, Roma, 1517
Dopo una prima, limitata adozione come coltivazione ortiva in Spagna e Italia (Venezia, Napoli) nel ‘500, esso venne progressivamente adottato dai contadini dell’Europa meridionale nel corso dei secoli XVII-XVIII solo grazie alla sua grande produttività e alle insistenze dei proprietari. Si diffuse principalmente in una fascia che va dal Portogallo al Danubio: Spagna, Balcani, valle del Po, valle del Danubio. 1590
Arcimboldo, Estate, 1573
L’associazione tra il mais e i cereali europei fece sì che, data la sua scarsa attitudine alla panificazione, venisse associato piuttosto ai cereali “minori”. • “è buono per ingrassare i polli e i porci, e la sua farina fa il pane giallo e indigesto” I. Ronconi, 1767. • Proprio la sua associazione con i cereali minori fece sì che lo si utilizzasse piuttosto come ingrediente di base di polente, così come si soleva fare con il miglio o il sorgo.
Nei Balcani, nel corso del XVIII secolo, la possibilità di coltivare mais nelle valli montuose fece sì che esso venisse adottato da Greci e Serbi per star lontani dalle pianure infestate dalla malaria e dai Turchi, divenendo così il “combustibile alimentare” dell’indipendentismo greco e serbo. • In Romania è divenuto l’ingrediente di base della mamaliga, una polenta che è il vero e proprio piatto nazionale rumeno. • Il fatto che il mais non venisse nixtamalizzato e che fosse divenuto quasi il solo alimento di ampie fasce sociali, però, fece sì che alla diffusione del mais si affiancasse, soprattutto nel norditalia, quella della pellagra, ampiamente diffusa sino alla fine dell’800. • Sin dalla metà del ‘500 il mais si era diffuso anche in Cina e in Africa occidentale (Congo), importatovi dai Portoghesi. In India si è affermato massicciamente solo nel XIX secolo.
Nel corso del XIX e del XX secolo la coltivazione del mais si è ampiamente diffusa negli Stati Uniti, nell’area della Corn Belt.