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ADOLESCENTI COSI’ A,B,C….D,E. Roma, 31 marzo 2012 A come Amicizia. L’amico/a del cuore Prof.ssa Emanuela Confalonieri emanuela.confalonieri@unicatt.it. Amici e amici del cuore. Amici e amici del cuore. I gruppi monogenere. Amici e amici del cuore. La compagnia: i gruppi misti.
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ADOLESCENTI COSI’ A,B,C….D,E. Roma, 31 marzo 2012 A come Amicizia. L’amico/a del cuore Prof.ssa Emanuela Confalonieri emanuela.confalonieri@unicatt.it
Amici e amici del cuore Amici e amici del cuore I gruppi monogenere Amici e amici del cuore La compagnia: i gruppi misti
Cos’è amicizia? Diversamente declinata e declinabile per ogni singolo periodo di vita Fenomeno complesso e dinamico, frutto di un processo relazionale che coinvolge almeno due persone Relazione volontaria, chiusa, basata sulla preferenza, sull’attrazione reciproca e sul piacere di stare insieme Rientra nelle relazioni ascritte e non prescritte, soggetta quindi a ripensamenti
Condizioni dell’amicizia • Reciprocità • Preferenza • Affetto • Divertimento • Stabilità • Legame di scambio, materiale e affettivo: regola dell’uguaglianza • Intimità • Fiducia nell’altro • Svelamento di sé
Amicizia e ciclo di vita • Incide sugli esiti dello sviluppo dalla prima infanzia alla vecchiaia • I cambiamenti legati allo sviluppo provocano cambiamenti anche nelle relazioni • Relazioni amicali come contesto cruciale di sviluppo in particolare in adolescenza
Funzioni dell’amicizia in adolescenza «Chi trova un amico trova un tesoro, fonte di felicità» Funzione adattiva e significativo indicatore del benessere psicologico della persona, fattore di protezione dal rischio psicosociale • Sostegno e supporto sociale • Apprendimento di norme e potenziamento di abilità e competenza • Sperimentazione di comportamenti relazionali • Costruzione della consapevolezza di sé e dell’identità personale …….i pari sono una necessità non un lusso…….meglio soli che male accompagnati
«Ci vorrebbe un amico…..»Quali determinanti nei processi di scelta Scegliersi fra «uguali»: l’ipotesi della similarità • Caratteristiche di status sociale (etnia, genere, età, religione, educazione) • Caratteristiche di valore (affinità di pensieri, atteggiamenti, valori) Indiretta conferma dei propri atteggiamenti e convinzioni E coinvolgimento in attività piacevoli o divertenti Scegliersi fra «diversi»: l’ipotesi della complementarietà Differenze come arricchimento vicendevole e attrattive E salvaguardia delle specificità individuali minacciate invece se si è troppo simili Ti scelgo perché simile o diventiamo simili perché amici?
Quali differenze di genere? Le amiche: esclusività e introspezione Il primato della parola Altro in cui riflettersi e scoprirsi anche differenti Educazione sentimentale Tradimento e abbandono: la fine delle prime grandi amicizie Invidia e rivalità: ambivalenza femminile che genera vittime e rotture anche conflittuali e dolorose Gli amici: compagni di strada, di lotta e sperimentazione Il primato dell’azione Esplorazione dell’esterno e spirito di avventura Conflittualità e scontro La ricerca del rischio condiviso
Amico a statuto speciale: l’amico del cuoreche non passa mai di moda Sempre più importante avere tanti amici, ma altrettanto necessario sentire che UNO di questi legami è privilegiato, fornisce e dona allo stesso tempo un ascolto e uno spazio unico e non intercambiabile L’amico del cuore è colui che sa tutto e con cui si condivide tutto, nei momenti difficili ma anche nelle sperimentazioni quotidiane Ci si coalizza e si diventa complici, anche nell’escogitare imbrogli e nel vivere trasgressioni Amici del cuore dello stesso genere ma anche di genere diverso
Amico a statuto speciale: l’amico del cuore Tommaso e Carolina sono sempre stati solo amici. Mai il pensiero della passione amorosa li ha sfiorati. Il loro legame è fondato su un desiderio molto forte di condivisione e di supporto, parlano di tutto e si danno consigli sui rispettivi problemi. Tanto tempo fa si erano fatti un giuramento che non hanno intenzione di tradire. Si erano promessi che prima o poi sarebbero andati insieme ad un importante appuntamento reggae. Tra poche settimane inizierà il raduno e sarà in Italia……Dei «no» risoluti sono stati gli esiti di lunghissime discussioni con i genitori, intraprese nel tentativo di convincerli che non faranno nulla di male. Ai due fedeli compagni di avventura non resta che cambiare strategia….per Carolina dire ai suoi che andrà nella casa al mare con Tommaso e altri amici potrebbe essere una buona copertura e insieme sapranno aggirare eventuali controlli…..
Se sei un amico del cuore …. • raccontami tutto: totale confidenza • non raccontare a nessuno ciò che ti racconto: totale discrezione • racconta solo a me: esclusivismo • sentiamoci come una sola persona: forte empatia questi tratti sono esito di un PROCESSO che ha varie fasi, una sorta di apprendimento graduale
L’amico del cuore: fasi Ho conosciuto la mia amica a pallavolo e abbiamo iniziato a fare gli esercizi sempre insieme, provando una simpatia reciproca. Abbiamo iniziato a vederci anche al di fuori della palestra e passavamo il tempo a parlare del più e del meno, ma soprattutto di pallavolo. In questo primo periodo non abbiamo mai toccato argomenti troppo personali e intimi, ci limitavamo a rimanere in superficie, senza aprirci davvero….. Siamo giunte ad aprirci lentamente e la prima rivelazione che ci siamo fatte era riguardo all’amore. Io le confessai di essere innamorata di un ragazzo che giocava a pallavolo e lei mi disse di amare un suo coetaneo. Questo fu il primo passo per la nostra amicizia e da quel momento cominciammo a parlare spesso di questo argomento, ci consolavamo delle delusioni, ci davamo consigli, ci sfogavamo e così non tenevamo tutto dentro come eravamo abituate a fare. Ma il nostro rapporto era ancora un po’ egoistico, troppo impegnate a raggiungere ciascuna un proprio equilibrio, una propria felicità: ci sfogavamo a vicenda senza veramente interessarci una all’altra….. Ora darei tutto per vedere felice la mia amica, ora che vivo con lei i suoi problemi, che sento le sue gioie e le sue paura. Ma per arrivare qui c’è voluto tempo e fatica. Ho dovuto lottare con la mia timidezza, la mia paura ad aprirmi e iniziare a fidarmi di lei e a capirla davvero….
L’amico del cuore: quali qualità personali vado cercando in te… • Sincerità, capacità di ascolto, disponibilità nell’aiuto, generosità • Allegria, esuberanza, senso dell’umorismo, ottimismo, • Intelligenza, intuizione, creatività, fantasia e quali rifuggo…….. • Falsità, egoismo, invidia • Arroganza, litigiosità, gelosia, permalosità • Rigidità, presunzione, puntigliosità
L’amico del cuore: quali difficoltà • Crescendo si manifestano divergenze e dissonanze • Inizia a mancare solidarietà (in gruppo o in momenti di difficoltà) • Situazioni di doppia amicizia (che possono ricomporsi o meno)
L’amico del cuore: quali difficoltà • Una cosa che mi dava molto fastidio era il suo snobbarmi di fronte ad altre persone per il mio rendimento scolastico. A scuola andavo meglio di lei e a lei rodeva dentro e così capitava che davanti ad altre persona magari appena conosciute lei mi prendesse in giro…essendo io permalosa la cosa mi feriva molto • L’amicizia si è conclusa quando mi sono trovata il ragazzo: lei non ha accettato che io pensassi a qualcun altro che non fosse lei e che io non potessi più uscire con lei tutti i sabato sera….. • Dato il mio legarmi con una nuova amica del cuore, l’altra si è sentita indesiderata o comunque non gradiva che io dividessi il mio tempo fra lei e l’altra…pian piano se ne è andata facendomi sentire in colpa
Londra e la «politica dissuasiva» . Se le maestre bandiscono l' amico del cuore fra i banchi Nelle scuole inglesi sempre più maestre adoperano la politica del «no best friends» (nessun miglior amico): tendono cioè a scoraggiare le amicizie esclusive tra gli alunni, per tenere sempre aperta la compagnia di gruppo. Evitando le preferenze - secondo le scuole che adottano questa politica - si evitano ai piccoli sofferenze dovute alla rottura di un' amicizia o alla sua fine inevitabile, quando le strade degli amici vanno in direzioni diverse. Gaynor Sbuttoni, psicologa dell' educazione, ha raccontato al quotidiano britannico «Daily Mail» che molte maestre le hanno chiesto come applicare al meglio questa politica Ma questo tipo di atteggiamento non è apprezzato dagli psicologi. Molti di loro si dicono assolutamente contrari. Gli specialisti in processi formativi scolastici sostengono che in questo modo i piccoli diventeranno sì grandi, ma senza conoscere gli alti e bassi della vita vera. Così, quando si troveranno di fronte a uno stress emotivo, saranno impreparati ad affrontare il momento. E le reazioni conseguenti potrebbero essere non razionali Piccolo Francesco, 20 marzo 2012, Corriere della Sera
Ognuno di noi, nel ripensare agli anni da bambino, ripercorre le immagini dei ricordi. Ci sono genitori e fratelli, case, spiagge, viali, alberi dove ci si è arrampicati, giochi e palloni. E più di tutto, appaiono nitidi dei primissimi piani di bambine e bambini che ci hanno fatto battere il cuore più forte all' improvviso, o che, al contrario, ci hanno aiutato a ritrovare i battiti costanti, con la sicurezza della complicità. Coetanei di cui ci siamo innamorati per la prima volta, e altri che sono stati il nostro primo amico. Che, appunto, si chiamava «l' amico del cuore». Adesso arriva la notizia che nelle scuole inglesi sempre più maestre adoperano la politica del «no best friends»: tendono cioè a scoraggiare le amicizie esclusive, per tenere sempre aperta la compagnia di gruppo. Evitando le preferenze. Insomma, se ricordate come siete stati con il vostro amico del cuore, vi stanno chiedendo di non dire più a bassa voce e con gli occhi a terra il vostro primo grande segreto a qualcuno di cui vi fidate ciecamente. Ma di scandirlo a voce alta a una comunità. Perché? È un metodo suggerito da psicologi; una nuova formula per crescere meglio: le grandi amicizie dell' infanzia sono destinate a finire. Le strade si dividono, le vite in comune vengono separate da vari eventi - la fine dei cicli scolastici prima di tutto.
. E si soffre, perché la separazione è traumatica. Non c' è che dire, hanno ragione gli psicologi inglesi: il trauma della separazione c' è. Solo, non si capisce bene perché debba essere aggirato. È come dire a un atleta della corsa a ostacoli: c' è un altro modo per gareggiare, quello di girare intorno a ogni singolo ostacolo, senza essere costretti a saltarlo (a imparare a farlo). L' atleta lo troverà più facile, si allenerà così, e il suo umore sarà migliore. Ma poi, il giorno della gara, quando gli ostacoli si presenteranno inevitabili, non li saprà saltare. In fondo, se esistono gli amici del cuore e i primi incomprensibili innamoramenti è perché hanno una funzione doppia, che riguarda il presente e riguarderà il futuro. La prima, serve a immettere nella vita organizzata, costante e scandita di un bambino, un accrescimento improvviso della felicità e della infelicità. Che poi sono i momenti o i periodi che non si dimenticano più per tutta la vita. La seconda, è quella di aver messo in cascina, per il futuro, le conseguenze di due sentimenti così opposti. Di aver imparato che le cose belle possono finire - ma anche che quelle terribili sono destinate a finire. Alla ragazzina che mi ha lasciato una mattina d' estate solo su una panchina del parco, a piangere, dopo avermi detto che non poteva fidanzarsi con me perché a lei piacevano i ragazzi più grandi, io sono grato per un gran numero di cose:
perché mi ha insegnato a soffrire per amore, ma anche perché mi ha insegnato che, nonostante pensassi che quel dolore e quel pianto non sarebbero finiti mai più, poi sono finiti. E adesso, quando soffro per una separazione, mi ci immergo nella sofferenza e so che, nonostante il dolore, ogni giorno che passa è un avvicinamento ulteriore alla salvezza. Senza quella ragazzina, oggi sarei più fragile e inconsapevole. Allo stesso modo, all' amico che si è seduto accanto a me su quella panchina per consolarmi, sarò grato per tutta la vita, anche se poi è sparito da un giorno all' altro Oltretutto, è come se gli studiosi avessero dimenticato il ricordo delle loro separazioni traumatiche: a ripensarle da qua, quando si è diventati adulti anche grazie a quei dolori, hanno una loro significativa dolcezza. Gadda la chiamava la «primavoltità». E non c' è un' altra età per sperimentarla. Quindi, evitare il trauma della separazione è come non crescere per davvero. E c' è ancora un altro elemento, tutto nuovo, trascurabile forse, ma non per questo meno consistente: rinunciando al «best friend», ci si priverebbe di quel piacere - o trauma, questo sì, definitivo! - di ritrovarlo, molti anni dopo, mentre ti chiede l' amicizia su Facebook. Quell' amicizia che non c' è bisogno di chiedere, perché era stata già concessa. Una volta, per sempre.
Amicizia e social network Il parchetto virtuale: connessioni soprattutto con gli amici “reali” con cui si hanno scambi quotidiani e concreti. Il fine è comunicare, stare in contatto, sentire che si è pensati e far sentire all’altro che è pensato E se l’amicizia è nata in rete? Attività che fa parte della fisiologia della crescita: il tasso di conversazione in rete sembra essere direttamente proporzionale al livello di socializzaione nella vita reale E se si hanno solo o quasi contatti virtuali? Mondo reale e virtuale non sono alternative inconciliabili: modalità entrambe di socializzazione che possono convivere. Risposta alle esigenze di una comunicazione rapida e continua tipica dell’intera società
LA SCREEN-NET GENERATION - Essere in linea con gli altri - Dalla Displacement Hypothesis alla Compensation Hypothesis Spazio di riflessione Luogo protetto INTERNET Rifugio a prova di adulto Garanzia di relazionalità Memoria di momenti
Il gruppo dei pari Il mondo adolescente può essere considerato come una vera e propria struttura sociale all’interno di una data società, i cui membri oscillano tra l’instabilità che deriva dai cambiamenti psicologici e da quelli dell’ambiente sociale, ambiente che non offre più la sicurezza che garantiva quello familiare E la ricerca di un contenitore stabile – il gruppo - che dia la garanzia di un certo riconoscimento di sé.
Il gruppo dei pari espressione in riferimento quasi esclusivo a questa fascia di età aggregazioni giovanili spontanee costruite sulla base dell’amicizia e della libera scelta comune gruppo quindi come oggetto SOSTITUTIVO ma anche come oggetto dotato di NUOVE CAPACITA’ (valori, regole, ideali, cultura) gruppo come supporto per lo sviluppo di abilità sociali e affettivo-cognitive
Il gruppo dei pari: fasi 11 anni, amici dello stesso sesso per giocare e divertirsi 12-13 anni, si iniziano a privilegiare alcuni amici con cui si chiacchiera e si fanno le prime uscite Conseguenza di un’educazione sempre più congiunta tra maschi e femmine (oltre alla riduzione del “doppio standard” educativo) è l’anticipazione anche nella prima parte dell’adolescenza di forme di aggregazione miste Il gruppo monosessuale che si prolunga al di là della prima adolescenza può essere segnale di relazioni di gruppo critiche e maladattive Mano a mano che cresce l’importanza del gruppo possono sorgere incomprensioni con i genitori Gruppi formali, più tipicamente preadolescenziali, tendono a scomparire o a modificarsi con l’adolescenza piena
Il gruppo dei pari: laboratorio sociale • I gruppi formali • Emanazione più o meno diretta, di istituzioni e movimenti o di organizzazioni culturali e politiche • Frequentati per acquisire nuove competenze, trascorrere il tempo libero: sentimenti di sicurezza e di appartenenza • Si appartiene di solito a più gruppi formali contemporaneamente • Sono trampolino di lancio, base sicura per l’inserimento successivo in gruppi informali e spontanei • I gruppi informali • Funzionano al di fuori dei contesti istituzionali, non intrattengono rapporti strutturati con figure adulte e non perseguono intenzionalmente attività specifiche • Vera struttura aggregativa nell’adolescenza piena • I gruppi formali sopravvivono in adolescenza solo se perdono i caratteri istituzionali: regole, luoghi, orari stabiliti non sono più sopportati……
Il gruppo dei pari eterosessuale: la compagnia • Sorgono spontaneamente, sono stabili e relativamente chiuse ai nuovi ingressi • Funzioni: riorganizzazione del sistema di sé; conoscenza di sé e degli altri; apprendimento di comportamenti e atteggiamenti (assunzione di ruoli, presa di decisioni, disponibilità alla discussione, capacità di negoziazione); costruzione di legami sentimentali
Albiero P. (a cura di, 2011), Il benessere psicosociale in adolescenza, Roma: Carocci • Palmonari A. (2011), Psicologia dell’adolescenza, Bologna: Il Mulino • Petter G. (2007), Amicizia e innamoramento nell’adolescenza, Firenze: Giunti