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Calcolando derivate dentro una pompa

Università degli Studi di Verona. Dipartimento di Informatica. Seminari divulgativi di Matematica. 26 aprile 2006. Calcolando derivate dentro una pompa. Gianluca Argentini. Research & Development Dept. Riello Burners - Legnago (Verona). Introduzione. 1. Scopo di un bruciatore :

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Presentation Transcript


  1. Università degli Studi di Verona Dipartimento di Informatica Seminari divulgativi di Matematica 26 aprile 2006 Calcolando derivate dentro una pompa Gianluca Argentini Research & Development Dept. Riello Burners - Legnago (Verona)

  2. Introduzione • 1. Scopo di un bruciatore: • trasformare energia potenziale e meccanica in energia termica tramite il fenomeno fisico-chimico della combustione • 2. Metodi per raggiungere lo scopo: • prelievo del combustibile tramite opportuni strumenti • immissione forzata di comburente e combustibile in una apposita camera (testa di combustione) • mantenimento e controllo della combustione • ottimizzazione dei processi per efficienza e rispetto normative

  3. Il bruciatore come oggetto fisico

  4. Un bruciatore è (anche) un problema matematico • una pompa presenta problematiche di progettazione della geometria dei rotismi interni e aspetti fisici descrivibili con strumenti matematici avanzati • la testa di combustione può offrire drastiche variazioni di efficienza a seconda delle sue caratteristiche geometriche e strutturali • la fluidodinamica di comburente e combustibile all’interno dei singoli componenti è (al momento) affrontabile quasi esclusivamente con metodi numerici • ilcontrollo e regolazione di un bruciatore si basano su meccanismi di feedback descrivibili con strumenti matematici sofisticati

  5. Simulare la fiamma: un problema differenziale E’ il principale dei problemi: trovare i campi di temperatura, pressione, quantità e velocità dei singoli elementi chimici che partecipano al fenomeno della combustione Non esiste al momento una soluzione analitica (esprimibile mediante formule), si trovano solo soluzioni numeriche approssimate mediante l’uso di computers Una simulazione completa (caso metano-aria) richiederebbe l’uso di circa 250 specie chimiche, quindi più di 500 incognite: al momento, già una simulazione numerica con 3 specie chimiche (metano, ossigeno, anidride carbonica) risulta difficile

  6. Una collaborazione con l’Università di Verona • Simulazione numerica di una fiamma premixata metano-aria in dominio bidimensionale rettangolare: • trovare le isoterme e le velocità di flusso di metano e ossigeno • confronto coi dati sperimentali (figura accanto) • (accordo UniVR-Riello, prof. De Marchi e collaboratori, da marzo 2006)

  7. Battere in testa - 1 La testa di combustione determina qualità energetica e forma geometrica della fiamma Combustibile e comburente vengono incanalati in vie geometriche separate fino al loro incontro nella zona di sviluppo della fiamma (camera di combustione)

  8. Battere in testa - 2 Testa per gas con iniezione tramite canali convergenti su angolatura discretizzata

  9. Battere in testa - 3 Testa per combustibile liquido con iniezione tramite ugello centrale

  10. Battere in testa - 4 Testa con alette direzionali per un flusso d’aria a simmetria circolare

  11. Battere in testa - 5 Testa a geometria variabile, disco fiamma forato per l’apporto d’aria

  12. Un problema col disco fiamma La fiamma riscalda il disco-fiamma da cui si propaga, per cui sorgono (anche) problemi di deformazione da stress termico Lo studio di tale problematica comporta conoscenze di tipo tecnico-strutturale (resistenza dei materiali) e fisico (rapporto deformazione-temperatura), ma una comprensione completa del fenomeno richiede la soluzione di un problema matematico: l’analisi matematica è lo strumento strettamente necessario

  13. Disco fiamma - 1 Lo stress termico induce comparsa di cricche nel disco-fiamma Prima di uno studio analitico del problema, conviene sempre eseguire una simulazione (informatizzata) per ottenere i dati numerici da sottoporre all’analisi simbolica

  14. Disco fiamma - 2 La simulazione riproduce la formazione della cricca ed evidenzia i valori numerici critici che legano temperatura e caratteristiche fisiche del materiale usato Viene formulata una ipotesi costruttiva per favorire una dilatazione non vincolata del disco (ing. De Luca, 2006)

  15. Disco fiamma - 3 • Analisi matematica sulla bontà dell’ipotesi costruttiva: • scelta di un opportuno dominio in cui eseguire l’analisi • scelta dell’opportuno sistema di riferimento (spesso le coordinate cartesiane non sono le migliori) • uso di eventuali simmetrie (aiutano la formulazione delle condizioni al contorno) • semplificazione realistica ma senza alterazione dei dati sperimentali o conosciuti

  16. Disco fiamma - 4 • il dominio geometrico: considerazioni di simmetria inducono alla scelta di un settore circolare centrato nell’asse mediano dell’elemento progettuale sporgente dal bordo del disco • per lo stesso motivo, il sistema di riferimento opportuno è quello delle coordinate polari (r,j) con r distanza dal centro geometrico del disco e j sfasamento angolare rispetto all’asse mediano • Fisica del problema: • equazione di diffusione della temperatura • equazioni della deformazione termica

  17. Disco fiamma - 5 Temperatura: dipende dalle due coordinate polari e dal tempo, nell’equazione si considerano derivate parziali per cui l’equazione è dove il secondo membro è l’operatore di Laplace o laplaciano

  18. Disco fiamma - 6 Deformazione: è un vettore (u,y) con le due componenti radiale e angolare • il legame tra deformazione e temperatura è fornito dallo stress termico, dato dalla differenza tra valore corrente e valore iniziale di riferimento per T: DT = T - Ti • si applica la Legge di Hooke, per cui le equazioni per le deformazioni sono

  19. Disco fiamma - 7 • la risoluzione analitica esatta di un problema differenziale è (con gli strumenti matematici attuali) possibile solo in pochi casi • il problema del disco-fiamma può essere risolto in modo esatto col metodo (classico) della separazione delle variabili • che disaccoppia le variabili nella soluzione e trasforma l’equazione a derivate parziali in tre equazioni differenziali ordinarie • che si risolvono con metodi analitici classici, imponendo le condizioni al contorno

  20. Disco fiamma - 8 • si perviene a soluzioni esprimibili in forma analitica: • con successiva facile visualizzazione grafica di particolari aspetti fisici: vettore deformazione lungo il bordo del disco-fiamma deformazione fisica del bordo

  21. Disco fiamma - 9 Poi c’è la ricaduta applicativa: • l’elemento aggiuntivo sul bordo si deforma praticamente solo in senso radiale • la presenza di deformazione angolare a destra e a sinistra dell’elemento consiglia di spostare verso il basso i due fori per le sonde fiamma

  22. Disco fiamma - 10 • Insegnamentiricavati dallo studio del modello: • possibilità di conoscere come una grandezza di interesse applicativo (es. u) dipenda analiticamente dai parametri fisico-geometrici (es. t, r,j) (cosa non facile da ottenere con software simulativo) • l’impostazione del modello matematico di un problema fisico-ingegneristico si basa in modo essenziale sulla conoscenza di concetti fisici e tecnici • la sua eventuale risoluzione è competenza quasi esclusiva del matematico (applicativo), che si avvale di concetti e metodi propri della Matematica pura (es. un aspetto particolarmente delicato è la questione dell’unicità di soluzione)

  23. Derivate dentro una pompa • Pompa a lobi (tipo gerotor) per gasolio: • determinare la pressione del liquido nei vani tra corona esterna e pignone interno Alcuni software di fluidodinamica computazionale (CFD) riescono a simularne il comportamento, ma in base a quali equazioni funziona una pompa?

  24. Pompa - 1 • E’ un problema di stretta correlazione tra • geometria delle curve piane parametrizzabili: un punto cartesiano del pignone o della corona è dato da • algebra delle matrici: la rotazione indotta dal pignone sulla corona viene espressa da una matrice di rotazione di angolo a

  25. Pompa - 2 • analisi in serie di Taylor : i punti di contatto geometrico virtuale tra corona e pignone possono essere trovati tramite espansione locale dell’equazione di intersezione tra le due curve • elaborato un metodo che tramite espansioni fino al 6° grado permette di ottenere risultati molto accurati circa le coordinate del punto di contatto • usuali software matematici si sono rivelati meno precisi nel calcolo dei contatti e presentano il rumore di fondo dato dalle soluzione complesse

  26. P1 D P0 Pompa - 3 • analisi di Gauss-Green: il calcolo del volume di un vano viene ricondotto da un integrale di superficie ad uno di linea, molto più facile da calcolare per via numerica Le quantità del tipo x’dt possono essere discretizzate come xk+1 -xk = x(tk+dt) - x(tk) che è una espressione del Teorema di Lagrange e fornisce la derivata come differenza finita (in avanti)

  27. Pompa - 4 • fisica dei fluidi reali: l’olio in pompa viene compresso nella zona intermedia tra quella di aspirazione e quella di mandata, per cui la sua pressione aumenta in modo notevole (ing.i De Luca, Lovato, 2005) w = velocità angolare pignone Q = portata istantanea nel vano K = coefficiente di comprimibilità olio Ma in certe situazioni, per una migliore modellazione, si usa la Legge di Van der Waals dei fluidi reali

  28. Pompa - 5 • Simulazione computazionale: • calcolo dei volumi istantanei dei vani con passo angolare di 1°, quindi calcolo della pressione istantanea • su CPU Xeon 3.2 GHz: 360 configurazioni calcolate in circa 20 minuti con 1.5 GB di allocazione RAM (Mathematica 5.2) • i risultati ottenuti concordano con quelli ottenuti con software fluidodinamico o con metodi sperimentali (Politecnico TORINO)

  29. Pompa - 6 • Conclusioni dallo studio eseguito: • la convergenza di conoscenze da più discipline permette la costruzione di un modello simbolico e computazionale che descrive in modo soddisfacente un complesso processo reale • anche in questo caso l’aspetto computazionale si basa in modo essenziale nell’applicazione di strumenti e metodi della Matematica pura (Algebra, Analisi, Geometria) • (software commerciali di fluidodinamica danno gli stessi risultati di software matematici molto meno costosi)

  30. Un problema di bolle Cavitazione: uno dei principali problemi nel funzionamento di macchine a fluido • bolle d’aria possono formarsi all’interno dei vani di una pompa per problemi di tenuta, per anomalie di aspirazione, per geometria non ottimizzata • tre principali conseguenze negative: • minore efficienza • danni fisici su superfici • aumento rumorosità

  31. Collasso di una bolla - 1 • Si vuole costruire un modello matematico che • possa calcolare il tempo di collasso impiegato da una bolla di gas per implodere dentro un vano di una pompa • possa stimare il massimo numero di giri del rotore interno per evitare che la bolla impedisca la lubrificazione tra corona e pignone, con loro contatto fisico Per avere attinenza col caso ingegneristico reale, si usa la geometria effettiva a 8 lobi (ia - fm = 2p/9) con liquido a viscosità non nulla

  32. Collasso di una bolla - 2 • tempo massimo di permanenza in pompa per una bolla: • tempo teorico di collasso per una bolla: • se ttc= 0 sec, la bolla collassa subito • se ttc= t0 sec, la bolla collassa all’ultimo istante utile • in prima approssimazione, si può usare come tempo teorico di collasso una media pesata dei due precedenti: • (da confrontare con quello effettivo calcolato col modello, in modo da avere una stima massima per w)

  33. Collasso di una bolla - 3 La bolla viene modellata come una sfera, con raggio R = R(t) variabile nel tempo con velocità radiale v = v(R, t) Usando le equazioni di Navier-Stokes della fluidodinamica, trattando il problema con coordinate polari si perviene all’equazione differenziale ordinaria r = densità del fluido in pompa m = viscosità del fluido a = coefficiente dipendente dalla pressione del fluido

  34. Collasso di una bolla - 4 • la precedente equazione è non lineare e non esiste una soluzione esprimibile in forma simbolica • la sua risoluzione numerica, usando differenze finite all’indietro (backward differentiation, Mathematica 5.2), dà il seguente risultato per il tempo di collasso: • ma si vuole ottenere una soluzione simbolica per vederne la dipendenza dai parametri fisico-geometrici: si usa il Teorema della Funzione Implicita di Dini (1883) (è un caso generale del metodo della linearizzazione) e l’equazione diventa

  35. Collasso di una bolla - 5 • la soluzione al problema può essere così calcolata con metodi analitici: • il tempo di collasso calcolato mediante la formula R(tc) = 0 è • che quindi differisce da quello numerico per un termine dell’ordine del decimo di millisecondo

  36. Collasso di una bolla - 6 • Considerazioni : • il modello matematico permette di ottenere la dipendenza analitica del tempo di collasso dalla densità e dalla pressione del fluido in pompa • il tempo effettivo di collasso, calcolato col metodo analitico da una equazione approssimata, è in ottimo accordo con quello calcolato col metodo numerico dall’equazione originale • il modello si basa solo sull’applicazione di metodi strettamente matematici e non dipende da metodi computazionali • un classico teorema di Analisi matematica pura risulta fondamentale nel risolvere un problema concreto di Ingegneria strutturale

  37. Per finire: Monsieur Rolle (1652-1679) ... • Data l’equazione (non polinomiale) • esiste una sua soluzione nell’intervallo (-1,1) ? • il primo membro è la derivata f ’(x) di • f è continua in [-1,1] e derivabile in (-1,1), inoltre f(-1) = f(1) • per il Teorema di Rolle, esiste un valorex0 in (-1,1) tale chef ’(x0) = 0, per cui l’equazione di partenza ha soluzione

  38. … e Monsieur Fréchet (1878-1973) Data l’equazione (non lineare) esiste una sua soluzione non nulla nello spazio C2([0,ttc], R) delle funzioni con derivata seconda continua? • In analogia con Rolle, il primo membro potrebbe essere la derivata (differenziale di Fréchet) di un funzionaleF definito su C2([0,ttc], R) • esiste una funzione u0 in C2([0,ttc], R) tale che F’(u0) = 0? (è un esempio, in generale molto difficile da risolvere, di un problema di esistenza in Matematica pura)

  39. Applicando la Matematica • la Matematica applicata, quando usata in problemi concreti, è Matematica di cui si applicano metodi e concetti (v. studio e risoluzione di equazioni differenziali) • l’applicazione deve prevedere in generale l’uso di metodi e concetti provenienti da altre discipline (v. in questo caso Fisica, Chimica, Ingegneria), per cui il matematico è tenuto a interagire con altre risorse e competenze • spesso questioni apparentemente astratte (v. esistenza) hanno ricadute applicative molto significative (vale anche il viceversa, come ha insegnato Newton) Grazie per l’attenzione gianluca.argentini@rielloburners.com

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