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GLI ANNI CINQUANTA. UN DECENNIO DI GRANDI TRASFORMAZIONI. Un decennio di grandi trasformazioni.
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GLI ANNI CINQUANTA UN DECENNIO DI GRANDI TRASFORMAZIONI
Un decennio di grandi trasformazioni • È un decennio di grandi trasformazioni per la società italiana, quello che si apre nel 1951: il periodo della vera e propria ricostruzione si esaurisce lentamente, lasciando il posto a nuovi e originali impulsi produttivi; un Paese che qualche anno prima era in ginocchio, si trova così proiettato in una dimensione di tale vivacità lavorativa da essere in grado di gettare le basi di quel processo che porterà al "Miracolo economico" dei primi anni Sessanta.
Un decennio di grandi trasformazioni • Le grandi svolte connesse con l'utilizzazione delle materie plastiche, con la nascita della grande distribuzione commerciale, con la diffusione degli elettrodomestici e di altri beni di consumo tipici del mondo occidentale industrializzato, fanno conoscere agli italiani una nuova concezione del "benessere". • Comincia un forte movimento di popolazione dal Sud al Nord, dalle campagne alle città e dall'agricoltura all'industria.
Un decennio di grandi trasformazioni • Nasce la televisione, che subito si identifica come strumento di sviluppo e di unificazione culturale, ma che ben presto diviene anche una "stanza dei giochi" senza eguali per gli utenti di ogni età, che si stringono attorno agli apparecchi televisivi per seguire entusiasti Lascia o raddoppia? Il Musichiere, Carosello. • Anche nella musica leggera il progresso avanza: dalle note languide e appassionate di Grazie dei fiori del primo Sanremo, il Festival passa a proporre, verso la fine del decennio, i terzinati di Domenico Modugno che trionfa con Volare e Ciao ciao bambina.
Un decennio di grandi trasformazioni • Sul fronte politico interno, dopo un periodo di compatta e aspra opposizione delle sinistre contro i partiti di governo, verso la metà del decennio la presa di distanza tra il PSI e PCI sui fatti di Ungheria crea le prime premesse di quel lento processo che (dopo un lungo travaglio dei socialisti, fatto anche di scissioni e ricomposizioni) sfocerà, nei primi anni del decennio successivo, nei governi di centro-sinistra.
Un decennio di grandi trasformazioni • Sul piano internazionale, l'ammissione all'ONU e il sostanziale apporto dato alla creazione della Mercato Comune Europeo sanciscono, dopo un buio che durava dalla metà degli anni Trenta, il rientro a pieno titolo dell'Italia sullo scenario politico mondiale.
1951 • All'inizio del decennio il totale della popolazione italiana ammonta a 47.516.000 abitanti, di cui 23.259.000 maschi e 24.257.000 femmine. L'incremento medio annuo è del 7,4%. • Rispetto al censimento del 1936 c'è stata una crescita complessiva di 5.117.000 unità e rispetto al censimento del 1931 di 6.473.000 unità. • La città più popolosa d'Italia è Milano, con 2.505.153 abitanti; segue Roma con 2.150.670 e Napoli con 2.081.119.
1951 • Dal censimento risulta che la tipologia familiare più diffusa è il nucleo composto da 3 elementi (20,7%); seguono i nuclei formati da 4 (19%) e da 2 componenti (17,4%). Sono comunque ancora largamente rappresentate tipologie più numerose: le famiglie composte da 5 elementi costituiscono il 13,3% del totale, mentre i nuclei che comprendono 7 o più persone ammontano all'11,7%. • Vengono celebrati 328.225 matrimoni, il 97,6% dei quali con rito religioso e il 2,4% con rito civile. Sono 5.196 le separazioni.
Matrimoni • A partire dai primi anni Settanta il numero di matrimoni celebrati in Italia ha visto una continua diminuzione: da circa 420.000 celebrati nel 1972 si è passati a meno di 218.000 celebrati nel 2010.
Divorzi e separazioni • Nel 2009 le separazioni sono state 85.945 e i divorzi 54.456, con un incremento rispettivamente del 2,1 e dello 0,2% rispetto all’anno precedente. Si tratta, soprattutto nel caso dei divorzi, di incrementi molto più contenuti rispetto a quelli registrati tra 2007 e 2008 (3,4% per le separazioni e 7,3% per i divorzi).
Divorzi e separazioni • I due fenomeni sono tuttavia in costante crescita: se nel 1995,ogni 1.000 matrimoni si sono registrati 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2009 si arriva a 297 separazioni e 181 divorzi. • La durata media del matrimonio risulta pari a 15 anni per le separazioni e a 18 anni per i divorzi.
1951 • I laureati nel 1951 sono 20.606: il 20,4% ha conseguito una laurea in materie scientifiche, il 20% in materie letterarie, il 19,7% in medicina e il 17,6% in giurisprudenza. Seguono, più staccate le lauree in ingegneria (10,3%), in scienze economiche (6,2%) e in scienze agrarie (4,2%). • Il tasso di analfabetismo della popolazione italiana è del 12,9%.
1951 • I disoccupati sono stimati in 2.473.724 unità. • Il settore economico che impiega più lavoratori è ancora l'agricoltura (oltre 8 milioni di unità). • Uva e frumento sono i principali prodotti agricoli (rispettivamente 79.647.000 e 69.620.000 quintali). Le autostrade costituiscono ancora una parte limitata delle vie di comunicazione (479 km). • Le importazioni superano di circa 220 miliardi di lire le esportazioni.
Telefoni e telefonini • Gli apparecchi telefonici sono 1.382.000. • I telefonini sono sempre più diffusi nel nostro paese: nel 2008 circolano 155,77 sim card ogni cento persone, contro le 97,66 registrate nel 2003.
1952 • A partire da quest'anno comincia ad accentuarsi la capacità di esportazione dell'economia italiana. • Vi è un forte movimento di popolazione dal Sud al Nord, dalle campagne alle città e dal l'agricoltura all'industria.
1952 • Diminuisce leggermente il numero degli espatriati (277.535): la Francia e la Svizzera sono i Paesi verso cui maggiormente si dirigono gli emigrati. • Dalla Svizzera provengono anche il maggior numero dei rimpatriati, a testimonianza del fatto che il fenomeno dell'immigrazione verso quel Paese ha carattere periodico.
1953 • Il 29 marzo viene approvata quella che, dalle opposizioni, verrà chiamata la "legge truffa", che prevede, per le elezioni della Camera dei deputati, l'adozione di un sistema "misto" tra il proporzionale e il maggioritario. • Messa alla prova alle elezioni politiche del 7 giugno, la riforma elettorale rimarrà comunque inoperante, dal momento che DC, PSDI, PRI e PLI raggiungeranno soltanto il 49,85% dei voti, non ottenendo quindi il "premio di maggioranza". Notevoli le avanzate del PCI, del MSI e del Partito Monarchico.
1953 • Il 16 luglio il nuovo governo monocolore democristiano presieduto da De Gasperi non ottiene la fiducia del Parlamento • A un mese di distanza, il 16 agosto, Giuseppe Pella guida un governo monocolore (con alcuni tecnici e indipendenti), appoggiato da democristiani, repubblicani, liberali e monarchici, con l'opposizione di socialisti e comunisti e l'astensione di socialdemocratici e missini.
1954 • Il 10 febbraio Mario Scelba forma un governo con democristiani, liberali e socialdemocratici con l'appoggio esterno dei repubblicani; la stabilità del governo viene messa in forse, prima dalla morte per avvelenamento nel carcere di Palermo di Gaspare Pisciotta, ex luogotenente di Salvatore Giuliano, poi dallo scandalo Montesi che coinvolge il figlio del ministro degli Esteri Attilio Piccioni. • Il 3 gennaio la RAI inizia regolari trasmissioni televisive, in regime di monopolio.
1955 • Il 29 aprile l'esponente della sinistra democristiana Giovanni Gronchi, anche grazie ai voti favorevoli dei socialisti e dei comunisti, viene eletto Presidente della Repubblica. • Il 14 dicembre l'Italia viene ammessa all'ONU.
1955 • CINEMA: • Boom dell'affluenza di pubblico nelle sale cinematografiche: vengono venduti 819 milioni di biglietti, contro i 661 di cinque anni prima. • L'afflusso di pubblico, ancora sostenuto nel 1960 (744 milioni di biglietti venduti), comincerà a ridursi progressivamente a partire dagli anni Settanta. • Nel 2011 sono stati circa 120.000.000 i biglietti venduti, nel 2013 sono stati venduti 97.380.572 biglietti.
1956 • In seguito alle rivelazioni di Krusciov al XX congresso del PCUS sui crimini di Stalin e all'invasione dell'Ungheria da parte delle truppe sovietiche il PCI attraversa un periodo di grave crisi, che si ripercuote sia nei suoi rapporti con la CGIL, sia a livello di iscritti, con l'uscita dal partito di molti intellettuali. • Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista, sollecita quindi un ripensamento critico sullo stalinismo e auspica una "via italiana al socialismo".
1956 • Il numero delle autovetture circolanti in Italia supera il milione, con 21 veicoli ogni 1.000 abitanti. • In Italia nel 2013 circolano 37 milioni di automobili ovvero 1 auto ogni 1,65 abitanti, considerato che l’Italia ha una popolazione di circa 61 milioni di persone, inclusi i minorenni che non possono ancora guidare un auto. Escludendo i circa 2,8 milioni di minorenni il tasso di possesso di un’auto sale a 1 ogni 1,57 abitanti. • Sale anche il numero degli incidenti stradali, che passano dai 139.754 dell'anno precedente ai 167.574 di quest'anno; 6.163 di essi sono mortali.
Gli abbonati al telefono sfiorano quest' anno i 2 milioni, cioè il doppio rispetto al 1950 e quasi il quadruplo rispetto al periodo della guerra. Italia 2012: l’’81,4% possiede almeno un cellulare, ma solamente il 35,4% si limita a un modello (il 25,7% ne ha due, mentre l’11,5% e l’8,8% rispettivamente tre o quattro).
1957 • In febbraio, al congresso di Venezia, il PSI prende le distanze dal PCI in seguito agli avvenimenti ungheresi del 1956. • Il 25 marzo vengono firmati i trattati di Roma istitutivi della Comunità Economica europea (CEE) e dalla Comunità europea nell'energia atomica (EURATOM), con l'adesione di Francia, Repubblica Federale Tedesca, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo.
1958 • Il 1° luglio il segretario della Democrazia Cristiana, Amintore Fanfani, forma un governo di coalizione DC-PSDI con cauti propositi di apertura verso i socialisti. • Il 9 ottobre muore papa Pio XII e gli succede il 28 il cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, con il nome di Giovanni XXIII. • Il numero dei passeggeri delle società di navigazione aeree italiane supera abbondantemente il mezzo milione, dimostrando che ormai il trasporto aereo è una realtà anche in Italia.
1959 • Il 25 gennaio papa Giovanni XXIII annuncia la convocazione del Concilio Ecumenico Vaticano II. • In ottobre il nuovo segretario della DC, Aldo Moro, durante il congresso del partito, pone le premesse per la costituzione di un governo di centro-sinistra.
Speranze • Gli anni Cinquanta sono anche gli anni della Vespa e della Lambretta, di Coppi e di Bartali, Togliatti e De Gasperi; gli anni di Pasolini, Gadda, Bassani, Moravia; l’Italia di Carosello e delle utopie industriali.
Anni sì di scommesse e di incertezze, ma soprattutto anni di speranze: il baratro della guerra e dell’occupazione nazista ce lo eravamo lasciato alle spalle e si guardava avanti ad un paese da ricostruire, a bisogni da inventare e da soddisfare, ponendo le basi dell’esplosione economica e culturale del decennio successivo.
La Mafia • Rapporti tra politica e criminalità organizzata
L’Italia diventa “grande” • Sono gli anni nei quali l’Italia povera ma bella scommette sulla propria creatività e diventa “grande”. • Negli anni Cinquanta l’arte e l’industria si fondono dando vita ad un connubio magico: nell’urgenza della ricostruzione postbellica è vivo il bisogno di una rigenerazione dei costumi e delle forme e si crea allora uno spazio dove l’utopia e la ricerca sperimentale sposano le rinnovate esigenze della produzione industriale.
L’Italia diventa “grande” • Grazie alla lungimiranza di una classe di capitani d’industria “illuminati” e personalità artistiche capaci di intercettare i cambiamenti epocali della società, come Giacosa e la sua Cinquecento, come Castiglioni, Ponti, Sottsass, il ludico Munari, Albe Steiner, Zanusso, bellezza, praticità, funzionalità diventano le parole d’ordine.
L’Italia diventa “grande” • E anche “portatile”: la radio portatile, la macchina da scrivere davvero portatile, la Olivetti “lettera 22”, davvero leggera e anche bella con le sue linee tese e pulite - in un mondo in trasformazione, dove dall’osteria si passa al bar sport e ci si muove a bordo di un sogno comprato a rate, l’utilitaria, con cui magari cento all’ora non li fai, ma ottanta sì: il disegno industriale perde la maschera dell’anonimato e diventa design, vera e propria arte al servizio della società; arte e industria non sono più due mondi separati.
L’Italia diventa “grande” • Come in un nuovo Rinascimento, l’uomo e gli spazi dove vive e si muove e lavora sono al centro della ricerca e della sperimentazione tanto tecnologica quanto artistica. Lo spazio lavorativo, per l’architettura e lo spazio abitativo, catalizzatore dei consumi, per il design diventano i luoghi dove dare vita a una sofisticata ricerca progettuale, una ricerca proiettata in avanti, verso il moderno inteso come superamento del passato
L’Italia diventa “grande” • Sono gli anni della sperimentazione sui materiali, gli anni della plastica e della morbidezza delle forme futuribili e un giradischi da salotto è più vicino a un’astronave da fumetto che non al vecchio imponente massiccio mobile radio di prima della guerra, ma allo stesso tempo una ricerca responsabile verso la tradizione, alla quale si guarda cercandone una rilettura critica.
L’Italia diventa “grande” • Euforia creativa, spazi e mondi da ricostruire dal nulla, grandi convergenze e grandi divisioni, su tutti i fronti, in politica come nell’arte, quest’ultima con i suoi nuovi realismi, i suoi concetti spaziali, i nuovi fronti, gli in-formalismi: Fontana, Burri, Capogrossi, Manzù, Guttuso, Pomodoro, Manzoni, Rotella per nominare solo i maggiori esponenti delle arti plastiche e visive di questo decennio.
L’Italia diventa “grande” • Un nuovo rinascimento, si diceva, dove l’uomo torna al centro: l’uomo e i suoi bisogni, reali o indotti, l’uomo e i suoi consumi. La donna e i suoi bisogni e consumi: arrivano in quegli anni in Italia i primi elettrodomestici con il loro sapore d’oltreoceano, la lavatrice, il frigorifero, la televisione. Televisione per pochi, almeno all’inizio, la trovi nei bar e se sei fortunato c’è qualcuno nel palazzo che ce l’ha già e allora ci si riunisce la sera, tutto il condominio, a guardare Lascia o Raddoppia? e Il Musichiere.
L’Italia diventa “grande” • Altrimenti si va al cinema: nel 1955 si toccano cifre mai raggiunte – e purtroppo mai più ripetute – con più di 10.500 sale cinematografiche sparse per la penisola per un totale di 819 milioni di biglietti staccati. Si va al cinema e si cerca uno specchio dove rivedere se stessi, tanto nella produzione di genere quanto in quella d’autore, nelle commedie di Totò e Fabrizi come nei grandi melodrammi, tanto nei sogni di Fellini.
L’Italia diventa “grande” • Consumo, commercio, pubblicità: gli anni Cinquanta sono gli anni di Carosello in tv; gli anni dell’esplosione della grafica, della pubblicità come scienza, la pubblicità come arte. E anche questa nuova arte ha i suoi autori e si muovono anch’essi in un terreno tra sperimentazione autonoma e confronto con la tradizione.
L’Italia diventa “grande” • C’è Franco Grignani con i suoi dinamismi di sapore futurista, e i suoi retini (marchio Pura Lana Vergine); c’è Armando Testa, elegante affabulatore, capace di sintesi iconografiche ormai entrate a far parte dell’immaginario collettivo proprio non solo di chi quegli anni li ha vissuti (Caffè Lavazza, digestivo Antonetto, olio Sasso, Pirelli, Simmenthal, Martini & Rossi).
GLI ANNI SESSANTA IL “MIRACOLO ECONOMICO”
1960 • Il 24 febbraio si dimette il governo Segni, sostituito il 25 marzo da un monocolore democristiano guidato da Tambroni. • In luglio si svolgono violente manifestazioni di piazza per impedire il congresso del MSI a Genova; negli scontri con le forze dell'ordine muoiono 6 persone a Reggio Emilia e in Sicilia. • Il 19 luglio Tambroni si dimette; lo sostituisce il 26 Fanfani, a capo di un governo monocolore democristiano appoggiato da socialdemocratici, repubblicani e liberali.
1960 • Gli abbonati al telefono sono oltre 3 milioni, contro i 2 milioni del 1956 e il milione del 1951. • La mortalità infantile per 1.000 nati vivi è di 52,7 (decennio '51-'60), inferiore di circa la metà rispetto al decennio precedente. • Negli ultimi 10 anni il reddito nazionale è aumentato del 47%. • Il totale degli occupati nel settore industriale supera per la prima volta quello del settore agricolo.
1960 • Nel decennio '51 '60 il consumo medio annuo di tutti i generi alimentari (cereali, prodotti ortofrutticoli, carni e altri) aumenta costantemente. • Il prodotto lordo delle attività industriali (estrattive, manifatturiere, elettriche, acqua e gas, costruzioni) è circa il doppio rispetto al 1951. • La rete autostradale subisce un'impennata passando dai 747 km dell'anno precedente a 1.169 km, grazie all'inaugurazione dell'Autostrada che collega ininterrottamente Milano con Napoli.
1960 • Nei primi anni degli anni sessanta l'economia italiana giunge al suo massimo livello di espansione, dando luogo al fenomeno noto come il "miracolo economico". • L'imponente ripresa espansiva italiana, che a partire dal 1956 aveva avuto come principale elemento propulsore le esportazioni, si caratterizza attraverso una sostanziale stabilità dei prezzi e una quasi totale assenza di squilibri nella bilancia dei pagamenti.
1960 • Naturalmente non si tratta di un fenomeno esclusivamente italiano, ma di una congiuntura internazionale particolarmente favorevole che si manifesta proprio nel momento in cui l'apparato produttivo italiano sta entrando in piena efficienza. • Rispetto ad altri Paesi, tuttavia, la situazione italiana si distingue per un grado di accelerazione nell'incremento del prodotto interno lordo assolutamente fuori del comune. • Il reddito nazionale netto, a valori costanti, tra il 1959 e il 1964, avrà un incremento del 32,3%.
1960 • Sul piano sociale, verso la fine del decennio si manifestano i sintomi di un profondo cambiamento che giungerà alla sua piena maturazione nei primi anni del decennio successivo. • Non si tratta di una semplice evoluzione verso forme di vita più moderne, ma di una rapida irruzione di nuovi elementi culturali e ideologici, che invadono il tessuto sociale trovando la loro più vigorosa espressione nelle scelte e negli atteggiamenti dell'universo giovanile.
1960 • Oltre ad accedere a una progressiva "presa di coscienza" della propria appartenenza a un contesto sociale e politico e della possibilità di interagire concretamente con esso, i giovani sintetizzano gli elementi pacifisti della cultura hippy con i più acuti accenti politici mutuati dal mondo comunista, tanto sovietico quanto cinese.
1960 • Attuano un movimento di contestazione del "Sistema" di portata molto ampia e influendo notevolmente, oltre che sul sostrato politico della società, anche sul linguaggio, sulla musica, sulla letteratura, sull'arte, sull'atteggiamento nei confronti dei costumi sessuali e del ruolo della donna nella società.
1960 • Trattandosi di fenomeni scaturiti principalmente nelle scuole e nelle università, non c'è dubbio che su di essi abbiano notevolmente influito l'aumento del livello medio di istruzione della popolazione e il conseguente aumento della lettura. • Il sempre più accentuato consumismo (attestato, per esempio, dalla larghissima diffusione di elettrodomestici di ogni genere e applicazione e dall'enorme aumento della produzione di rifiuti urbani) sottolinea la tendenza della nostra società a uniformarsi a un modello di vita tipico del capitalismo occidentale, e in particolare americano.