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LA GIOVANE SCUOLA ITALIANA ( M ascagni , Leoncavallo , Cilea e Giordano) e GIACOMO PUCCINI (versione sintetica) seguito tesi n°22. Dal naturalismo al verismo. In Italia la eco della musica francese era emersa in diversi modi:
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LA GIOVANE SCUOLA ITALIANA (Mascagni, Leoncavallo, Cilea e Giordano) eGIACOMO PUCCINI (versione sintetica)seguito tesi n°22
Dal naturalismo al verismo In Italia la eco della musica francese era emersa in diversi modi: Grand opera di Meyerbeer: AIDA di Verdi e Mefistofele di Boito (modello Opera-Ballo) Carmen di Bizet aveva affascinato il pubblico ed era diventata l’opera con la quale ci si opponeva allo stile wagneriano
CARMEN di Bizet Opera comique (con i dialoghi parlati) nella quale si mescolano le atmosfere del Grand Opera Opera che fece scandalo nella Parigi del 1875, dove venne rappresentata all’Opera comique Definita “opera maleducata” per la trama sconveniente. Pubblico scontento per le novità. Critica scontenta perché lontana dal modello wagneriano La Carmen si afferma solo dopo il 1883
Carmen Trama: la storia di gelosie e tradimenti che sfocia in un omicidio passionale. Siviglia. Il brigadiere dei dragoni spagnoli (tenore Don Jose) si innamora della zingara Carmen (mezzosoprano). Inizia così per lui un processo di degrado morale: tradisce la fidanzata Micaela (soprano), non arresta Carmen, vive “alla macchia” con lei, divenendo contrabbandiere, ladro. Dramma finale: la uccide perché non sopporta di essere tradito dal torero Escamillo (baritono)
Lo stile Uso di parti recitate in prosa (poi musicate da altro compositore) Rinnova l’opera – la rende più fluida e leggera - pur mantenendo la divisione in arie, duetti, cori, marce, danze e parate militari Non ci sono leitmotiven, ma le melodie di Carmen sono caratterizzate dalla presenza di una cellula comune Melodie dalla vaga ascendenza iberica Leggerezza orchestrazione di grande fattura Grande vivacità ritmica
Carmen: femminilità e corporeità Atto I L’amour est un oiseaurebelle: (internet 5’40’’) Habanera con la quale Carmen si presenta e – pur accorgendosi dell’indifferenza di Don José – lo intriga lanciandogli alla fine una rosa Fine Atto I “Presdesremparts de Seville”: (internet 5’30’’) Seguedilla. Carmen seduce Don Jose e lo convince a non arrestarla, ma a fuggire con lui
ITALIA - Gli editori e il pubblico Verso la fine del secolo un ruolo importante per conferire nuova linfa vitale al melodramma italiano verrà svolto dalle case editrici milanesi: SONZOGNO e RICORDI Mascagni – Leoncavallo - Giordano - Cilea PUCCINI
Il divismo- direttori - teatri Oltre al DIVISMO dei cantanti: ENRICO CARUSO E dei direttori d’orchestra: Arturo Toscanini Si usano i teatri per imporre il proprio repertorio: Teatro Lirico (Sonzogno) – Teatro alla Scala (Ricordi) Sonzogno rappresentante per l’Italia di Carmen
Il teatro verista Rompe con gli argomenti storico-romantici Si sceglie la contemporaneità (Sicilia rurale di Cavalleria rusticana; un fatto realmente accaduto ne «I Pagliacci») In Cavalleria non esiste un vero protagonista, ma emergono le scene d’assieme (cori paesani per le feste, brindisi) Psicologia dei personaggi secondo logiche “primitive”: donna-appassionata; uomo violento; uomo geloso BREVITA’ e concentrazione drammatica (un’ORA di MUSICA)
Lo stile “popolare” ma non solo Linguaggio con uso di sostantivi concreti, estrema schiettezza della parola (antiretorica) Passaggio continuo tra parlato e cantato (Mamma quel vino è generoso); l’opera si chiude con un grido “hanno ammazzato compare Turiddu” Uso di melodie che richiamano il mondo popolare (recupero della forma strofica); dello STORNELLO paesano; della SERENATA della SICILIANA; ambientazioni sonore con scampanii e echi di musica da banda Uso della vocalità d’impeto, piuttosto che il virtuosismo
In effetti convivono vari STILI Recitativo-arioso del Verdi maturo, che supera la distinzione in numeri chiusi Tradizione belcantistica, ma arie brevi con “attacchi d’impeto” Orecchiabilità dei motivi d’operetta; Canzonetta alla Tosti (su testi di D’annunzio) Leitmotiven wagneriani come richiami all’interno dell’opera, non come tessuto compositivo preponderante Presenza e autonomia dell’orchestra con un ruolo di co-protagonista o per dare il “colore all’ambiente” (esempio, Intermezzo di Cavalleria Rusticana)
Cavalleria rusticana – Teatro Costanzi di Roma, 1890 Trama: la storia – tratta da una Novella del Verga (“tradotta” in versi) - di un tradimento che si conclude tragicamente in un duello. Compare Turiddu tradisce la fidanzata Santuzza per la moglie di compare Alfio, Lola. La gelosia scatena la violenta reazione di Alfio che sfida a duello Turiddu e lo uccide
Lo stile “popolare” e la bellezza melodica “Siciliana” di Turiddu a sipario chiuso con arpa che sembra una chitarra e voce (dialetto) che viene da lontano (internet: 6’ 55’’) Compare Alfio si presenta: “Il cavallo scalpita” Vivacità dell’orchestrazione e senso di realismo con l’uso della frusta. Commenti del coro. (internet: 4’o1’’) INTERMEZZO: brano dalla straordinaria bellezza melodica che diede grandissima popolarità a Mascagni (internet: 2’ 55’’)
Gli altri autori Ruggero Leoncavallo (1857- 1919) con PAGLIACCI (opera tratta da un fatto realmente accaduto ad una compagnia di attori; il padre di Leoncavallo era giudice a Montalto Uffugo) Umberto Giordano (1867 – 1948) con ANDREA CHENIER Francesco Cilea (1866 – 1950) con L’ARLESIANA
GIACOMO PUCCINI (1858-1924) Diverse generazioni di Puccini a Lucca, tutti musicisti, o quasi Si forma al Conservatorio di Milano e diventa autore RICORDI (solo LaRondine per Sonzogno) Una vita tranquilla trascorsa nella sua Toscana (dal 1891 Torre del Lago; nella Bassa Maremma ad Orbetello dal 1919 al 1922; morirà a Bruxelles), ma con alcuni episodi traumatici, il secondo addirittura tragico:
Lo scandalo, le difficoltà familiari e la morte di Giulio Ricordi Nel 1903 un incidente di auto Nel 1909 fu la volta di una tragedia e uno scandalo che colpirono profondamente il musicista: a ventitré anni la domestica, perseguitata dalla gelosia ossessiva di Elvira (la moglie di Puccini) si suicidò avvelenandosi. Il dramma aggravò ulteriormente i rapporti con la moglie ed ebbe pesanti strascichi giudiziari. Nel 1912 morì anche Giulio Ricordi, l'editore al quale Puccini era profondamente legato e che considerava un secondo padre.
Boheme (1896) e il verismo Puccini è uno degli autori più eseguiti, nonostante i commenti di Toscanini e della critica durante i primi anni RICCHISSIMO, anche gli avi stanno vivendo dei suoi successi (aneddoto Simonetta Puccini) Dopo i successi de Le Villi, Edgar (ambientate nel Nord Europa in cui “strizza” l’occhiolino a Carmen perché aderisce al modello di opera-ballo), e soprattutto di Manon Lescaut della fine degli anni ‘80-90, BOHEME (1896) è il suo tributo al verismo
BOHEME e le ascendenze veriste Ambiente dimesso del quartiere latino (Parigi contemporanea) dove in una soffitta vivono poeti e musicisti spiantati. Si consuma l’impossibile storia d’amore tra Rodolfo e Mimì condannata a morire per la tisi. Drammaturgia concisa e rapida (quattro atti di un’ora e tre quarti complessivi) ASCOLTO: Atto I “Ma che gelida manina” (4’ 39’’) “Sì, mi chiamano Mimi” l’incontro tra Rodolfo e Mimì (5’ o8’’)
MADAMA BUTTERFLY (1903): insuccesso! Dopo il successo del dramma storico TOSCA (1900) MADAMA BUTTERFLY (1903): USO canti GIAPPONESI CHE recupera personalmente, armonizzati con l’impiego della MODALITA’ (che rende il tessuto compositivo leggero) e anche della SCALA PENTAFONICA Fu un grande insuccesso soprattutto per la lunghezza, poco apprezzata dai milanesi, ma poi -dopo alcune modifiche peraltro marginali - diventò una delle opere di maggiore successo di quegli anni.
La crisi L’insuccesso di Butterfly lasciò un segno indelebile in Puccini perché dovette aspettare 7 anni prima di scrivere una nuova opera che fu La fanciulla del West (1910) Uso leitmotiven wagneriani Temi derivati dalla tradizione del canto popolare americano e messicano Armonie che richiamano Debussy e Strauss La Rondine (1917): mondo dell’operetta
Dal Trittico (1918) a TURANDOT (1926) TABARRO, SUOR ANGELICA, GIANNI SCHICCHI rappresentano il frutto maturo della drammaturgia pucciniana: efficacia del gesto scenico, orchestrazione abilissima, bravura armonica TURANDOT: opera monumentale e incompiuta (verrà completata da Alfano). Opera ricchissima di cori, di strumenti di ogni tipo, di situazioni sceniche di grande effetto. Novità stilistiche: dissonanze angolose; straniamento voce di Liù; cori monumentali ad imitazione del BORIS di Mussorgskij
Il trittico (1918) Tabarroè una rievocazione degli atti unici violenti e popolari di cui era iniziata la moda con Pagliacci con uno stile scopertamente verista Suor Angelica è invece un’opera di intenso lirismo in cui la protagonista, tormentata di peccati trascorsi, non trova pace nel convento se non quando, ormai prossima alla morte, le appare una visione paradisiaca. Gianni Schicchi – che recupera il linguaggio verdiano di Falstaff, filtrato da un taglio drammatico rapidissimo e da un concertato pressoché continuo di tutti gli undici personaggi – è opera comica ispirata alle immagini infernali di Dante e allo spirito boccaccesco medievale.
La varietà pucciniana: Puccini affronta nella sua parabola artistica molti generi e varie dimensioni teatrali RONDINE Operetta MADAMA BUTTERFLY e SUOR ANGELICA soggetti delicati e intimistici FANCIULLA DEL WEST nuove ambientazioni legate agli Usa TOSCA dramma a forti tinte in un’ambientazione storica GIANNI SCHICCHI personaggio medievale citato da Dante nell’Inferno (Canto XXX, vv.32-35) e tratto da una novella del Boccaccio TABARRO dramma passionale come “Pagliacci” di Leoncavallo TURANDOT opera monumentale
LO STILE MUSICALE- una modernità non ostentata MELODIA: passaggio da declamazione rapida e chiarissima a momenti ampiamente cantabili, ma mai di ampio respiro: USO DI BREVI INCISI, che sviluppano un fraseggio irregolare e frammentato (versificazione sempre molto varia) Melodia del cantante raddoppiata in ORCHESTRA (Massenet) per diventare – come diceva Toscanini – musica zuccherosa o come sosteneva Torrefranca musica lacrimevole Impiego melodie straniere: giapponesi (Butterfly); americane (Fanciulla del West); cinesi (Turandot); stornello romano (Tosca)
Lo stile musicale – una modernità non ostentata TONALITA’ ALLARGATA (da Manon e da Boheme): ancor prima del Debussy dei Nocturnes, impiega QUINTE AUMENTATE, NONE PARALLELE SENZA RISOLUZIONE, accordi perfetti presi da tutta la scala cromatica e giustapposti senza mediazioni (che indeboliscono i CENTRI TONALI) USO DISSONANZA che non URTA, ma crea “Nuvole di melodia” (Puccini)