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L’ECONOMIA DEL SIMBOLICO o meglio DELL’IMMAGINARIO. Un tentativo di definizione “positiva” del post-fordismo . L’ambiente della fabbrica dell’immateriale. Ciò che ha valore in economia è per definizione un bene scarso sul quale si orienta una domanda sociale
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L’ECONOMIA DEL SIMBOLICO o meglio DELL’IMMAGINARIO Un tentativo di definizione “positiva” del post-fordismo
L’ambiente della fabbrica dell’immateriale • Ciò che ha valore in economia è per definizione un bene scarso sul quale si orienta una domanda sociale • Oggi nelle società dell’opulenza e del tramonto delle grandi narrazioni (post-moderno) i beni sono beni relazionali e identitari • I simboli per diventare parte del processo di valorizzazione devono diventare icone dell’immaginario mediale, significanti sganciati dal loro primitivo vincolo sociale e culturale (dal simbolo come segno e rappresentazione all’immaginario come evocazione: vincolo/libertà fittizia impressa nel brand) • Ciò che collega il simbolico al registro dell’immaginario è il brand (dispositivo che evoca un’appartenenza ma che al contempo la lascia libero il desiderio soggettivo di personalizzare il rapporto con il prodotto) • Individualizzazione/totalizzazione: governamentalità(Michel Foucault) • La popolazione è un insieme di soggetti “dotati di libera volontà” ma che se osservati in termini di aggregato statistico manifestano regolarità negli atteggiamenti sociali e biologici
La fiction economy È l’indefinibilità del referente a trasformare il bene simbolico in bene immaginario
Globalizzazione dei processi produttivi Flessibilità e outsourcing CAPITALISMO MOLECOLARE Lavoro pervasivo e nuova organizzazione i Riappropriazione delle culture locali e dell’innovazione sociale CAPITALISMO CULTURALE Consumo come forza produttiva (prosumer) Cultualizzazione dei prodotti: branding e coolness ECONOMIA DEL SIMBOLICO CAPITALISMOMEDIALE Tecnologie interattive
“Si tratta dunque di un sistema dove l’economico e il simbolico si riproducono a vicenda, dove l’immaginario della merce deriva dall’immaginario dei costumi, e dove le innovazioni di costume si valorizzano passando nel sistema produttivo. La diffusione mediale degli stili di vita e dei linguaggi ricostituisce continuamente nuovi tratti della catena del valore, diventa produzione passando attraverso la figurazione e la narrativizzazione. L’evoluzione dell’economia del segno in economia finzionale si presenta così come un reticolo multipolare dove la tradizionale ricerca industriale dell’efficienza è complementare alla capacità di riproduzione immaginaria. In tutto questo i media a sua volta sono ben più che un semplice meccanismo di diffusione e di trasmissione di immagini, e finiscono per diventare una delle forme dell’intelligenza sociale e produttiva dispiegata”. Fulvio Carmagnola, La triste Scienza P.140. L’economia finzionale