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ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Prof. A. La Bella. TESTO CONSIGLIATO : P. MILGROM , J. ROBERTS ECONOMIA, ORGANIZZAZIONE E MANAGEMENT IL MULINO-PRENTICE HALL INTERNATIONAL (1994). Organizzazione :
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ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE AZIENDALEProf. A. La Bella TESTO CONSIGLIATO: P. MILGROM , J. ROBERTS ECONOMIA, ORGANIZZAZIONE E MANAGEMENT IL MULINO-PRENTICE HALL INTERNATIONAL (1994)
Organizzazione: è l’insieme dei modi in cui un grande numero di persone, impegnate in una complessità di compiti, interagisce (anche attraverso l’uso di risorse e/o mezzi tecnici) per la consapevole e sistematica determinazione e realizzazione di obiettivi riconosciuti.
Parole chiave: • obiettivi • interazione • grande numero • complessità • risorse/mezzi tecnici
FORD (modello T): 55% Henry Ford: “..ci vogliono circa 6 settimane perché un messaggio dell’uomo che vive nell’ultimo angolo in basso a sinistra dell’albero raggiunga il presidente...” 1927-37: -200M$ Nel 1940: 16% GM (Cadillac, Buick, Oakland, Olds, Chevrolet): 11% Alfred Sloan CEO Riprogettazione dell’organizzazione interna 1927-37: +2G$ Nel 1940: 45% FORD-GENERAL MOTORS~1921-1940
PROBLEMI Mancanza di capitali Piccola scala Qualità scadente Incapacità di sfruttare il basso costo del lavoro RISPOSTA (Toyoda-Ohno) Nuovo modello di produzione: JIT Affidabilità Manutenzione integrata con la produzione Relazioni con i fornitori Flessibilità Brevi cicli di produzione Remunerazione sulle capacità TOYOTA
LE ORIGINI Charles Babbage (1835): “On the economics of machinery and manufacturing” Henry H. Towne (1886): “The engineer as an economist”
I filoni delle teorie organizzative • La razionalizzazione delle organizzazioni (Taylor, Weber) • La valorizzazione del fattore umano (relazioni umane e motivazioni; Mayo, Argyris) • Il governo delle contingenze (teorie delle contingenze e teorie dei processi decisionali; Simon, Doherty) • L’intervento proattivo verso l’interno e l’esterno (teoria della dipendenza dalle risorse esterne, teoria dell’istituzionalizzazione, teoria della cultura amministrativa; Selznick, Meyer e Rowan) • Le reti organizzative (Burns e Stalker, Dioguardi)
La razionalizzazione delle organizzazioni • L’organizzazione è un meccanismo il cui funzionamento richiede regole chiare, precise, rigide (one best way). • L’efficienza si raggiunge perché l’amministrazione non è lasciata all’arbitrio del singolo funzionario ma è basata su precisi principi di equità, imparzialità, professionalità e impersonalità (“burocrazia meccanica”). • Principio dell’eccezione. • Modello funzionale con dirigenti intermedi con compiti e attribuzioni molto precise e specializzzate (moltiplicazione dei dirigenti). • Adatta in presenza di ambienti stabili, con compiti ripetitivi, in realtà sociali non conflittuali. • Genera sistemi che tendono all’inazione e a rimandare la soluzione dei problemi verso i vertici; comunicazioni inadeguate tra le diverse parti dell’organizzazione, ove ciascuno si focalizza in una sua prospettiva parziale; scarsa responsabilizzazione e poca motivazione; limita la crescita professionale.
LE FUNZIONI MANAGERIALI • PIANIFICAZIONE • ORGANIZZAZIONE • COMANDO • COORDINAMENTO • CONTROLLO
DIVISIONE DEL LAVORO AUTORITA’ DISCIPLINA UNITA’ DI COMANDO UNITA’ DI DIREZIONE SUBORDINAZIONE DELL’INDIVIDUO REMUNERAZIONE CENTRALIZZAZIONE GERARCHIA ORDINE EQUITA’ STABILITA’ DEL PERSONALE INIZIATIVA SPIRITO DI CORPO I PRINCIPI DEL MANAGEMENT
La valorizzazione del fattore umano • L’efficienza va ricercata attraverso la soddisfazione del personale. • Centralità del fattore umano, la cui motivazione fa riferimento ad una ampia scala di elementi. • Importanza dell’organizzazione informale. • Creatività ed apprendimento organizzativo. • Introduzione dei concetti legati alla “leadership”: i dirigenti sono responsabili del “clima” di lavoro. • Enfasi sulla partecipazione e quindi sulla comunicazione aziendale.
Il governo delle contingenze • Nascono dal paradigma della teoria dei sistemi. • Non esistono principi organizzativi universalmente validi; è possibili però individuare principi validi in ogni circostanza. • Importanza dei “sottosistemi” e delle loro relazioni. • Differenziazione dei sottosistemi. • Sofisticazione e complessità dei meccanismi di integrazione. • Importanza della definizione precisa di obiettivi. • Razionalità limitata. • Comunicazione aziendale in senso moderno.
L’intervento proattivo verso l’interno e l’esterno • Le organizzazioni sono in competizione per acquisire risorse dall’esterno. • Il principale fattore di successo è la capacità di influenzare l’ambiente esterno. • Importanza dell’unità interna. • Strategie verso l’esterno: • “internalizzazione” dell’ambiente; • accordi e coordinamento per creare condizioni di interdipendenza reciproca; • rotazione dei dirigenti e dei “professionals” di maggiore prestigio anche tra organizzazioni in competizione. • Verso l’interno: • “vision” e sistemi di valori; • “intangible assets”; • creazione di legami “personali”, senso di identità e di appartenenza. • Dirigenti soprattutto “comunicatori”.
Le reti organizzative • Nuovo modello che raccoglie e rende compatibili i principali contributi delle varie teorie. • Legami “deboli”: connessioni dotate di molta forza ma capaci di preservare l’autonomia. • Le connessioni consentono cross-fertilization e quindi sviluppo di sapere innovativo. • Adattabilità (self-designing organizations). • Struttura compatibile con controllo gerarchico, potere centrale, negoziazione, autonomia. • Ciascun nodo è dotato della capacità di raggiungere autonomamente risultati. • Accentramento del controllo sulle risorse strategiche; decentramento delle operazioni. • I dirigenti generano contesti favorevoli per lo sviluppo della rete.
LE TRASFORMAZIONI DEI PARADIGMI DI GOVERNO PARADIGMA FORDISTA PARADIGMA DELLA GOVERNANCE PARADIGMA DELLA INTERCONNESSIONE
LE CARATTERISTICHE DEL CAMBIAMENTO • CONTRAZIONE DELLO SPAZIO-TEMPO • SUPERAMENTO DEL TRADE OFF REACH-RICHNESS • RIDUZIONE DELLE ASIMMETRIE INFORMATIVE • RIDUZIONE DELLE BARRIERE ALL’ENTRATA • ECONOMIE DI RETE • INTEGRAZIONE MULTIDIMENSIONALE
I NUOVI PROBLEMI DEL MANAGEMENT • DINAMICA ACCELERATA • INSTABILITA’ TECNOLOGICA • GRADUALE SCOMPARSA DELLA DISTINZIONE TRA “BENI” E “SERVIZI” • CREAZIONE DI VALORE: LA “NUOVA ECONOMIA” • PERDITA DI CAPACITA’ PREDITTIVA
CONSEGUENZE • IL MERCATO • LE ORGANIZZAZIONI • LE ISTITUZIONI • IL SISTEMA
ORGANIZZAZIONI ECONOMICHE • OBIETTIVI ECONOMICI • CAPACITA’ CONTRATTUALE (PERSONALITA’ GIURIDICA) • DISCREZIONALITA’ ED AUTONOMIA • LA STRUTTURA (RISORSE, FLUSSI, MECCANISMI DI DECISIONE, DISTRIBUZIONE DEL POTERE, ECC.) • DIRITTI E VINCOLI
CONCETTI FONDAMENTALI • UNITA’ ELEMENTARE DI ANALISI: TRANSAZIONE (TRASFERIMENTO DI BENI E SERVIZI TRA DUE SOGGETTI) • EFFICIENZA • SPECIALIZZAZIONE • COORDINAMENTO • INCENTIVAZIONE
L’ANALISI DEI COSTI DI TRANSAZIONE • LE TRANSAZIONI SONO COSTOSE • IL COSTO DIPENDE DALLA NATURA DELLA TRANSAZIONE E DAL MODO CON CUI ESSA E’ ORGANIZZATA • LA STRUTTURA DELLE ORGANIZZAZIONI TENDE A MINIMIZZARE I COSTI DI TRANSAZIONE
TIPOLOGIA DEI COSTI DI TRANSAZIONE • COSTI DI COORDINAMENTO • COSTI DI INCENTIVAZIONE • ASIMMETRIE ED INCOMPLETEZZE INFORMATIVE • IMPERFETTA CAPACITA’ DI TENER FEDE AGLI IMPEGNI
I LIMITI DELL’APPROCCIO • DIFFICOLTA’ DI SEPARAZIONE TRA COSTI DI PRODUZIONE E DI TRANSAZIONE • ISTITUZIONI “EFFICIENTI” E MINIMIZZAZIONE DEI COSTI DI TRANSAZIONE • TROPPE STRUTTURE ORGANIZZATIVE COMPATIBILI CON L’EFFICIENZA (CRITERIO DEBOLE)
ELEMENTI IMPORTANTI • EFFICIENZA • CARATTERISTICHE DELLE TRANSAZIONI • EFFETTI DI RICCHEZZA • RAZIONALITA’ LIMITATA • INCOMPLETEZZA CONTRATTUALE • INFORMAZIONI PRIVATE • COSTI DI MISURAZIONE
EFFICIENZA • ALLOCAZIONE EFFICIENTE • STAKEHOLDERS • PRINCIPIO DI EFFICIENZA: UN’ORGANIZZAZIONE E’ EFFICIENTE SE NON NE ESISTE UN’ALTRA UNIVERSALMENTE PREFERITA DAGLI STAKEHOLDERS
CARATTERISTICHE DELLE TRANSAZIONI • SPECIFICITA’ DEGLI INVESTIMENTI • FREQUENZA E DURATA • COMPLESSITA’ E INCERTEZZA • DIFFICOLTA’ DI MISURA DELLA PERFORMANCE • RELAZIONE CON ALTRE TRANSAZIONI
Costi di transazione gerarchia mercato verso il mercato Specificità
Costi di transazione mercato gerarchia verso la gerarchia Specificità
EFFETTI DI RICCHEZZA NON VI SONO EFFETTI DI RICCHEZZA SE: • PER QUALSIASI COPPIA DI ALTERNATIVE Y1 E Y2 ESISTE UNA COMPENSAZIONE MONETARIA TALE DA RENDERLE INDIFFERENTI • LA COMPENSAZIONE NON DIPENDE DALLA RICCHEZZA • LA COMPENSAZIONE E’PICCOLA RISPATTO ALLA RICCHEZZA POSSEDUTA
INDICE DEL VALORE EQUIVALENTE C(Y1,Y): COMPENSAZIONE MONETARIA, OVVERO: Y1 CON C(Y1,Y) E’ EQUIVALENTE A Y SE C(Y1,Y)>0 Y1 VALE MENO DI Y QUINDI: V(Y) = C(Y1,Y) E’ IL VALORE DI Y RISPETTO A Y1 DETTA X LA RICCHEZZA DELL’AGENTE, X+ V(Y) E’ L’INDICE DEL VALORE EQUIVALENTE RISPETTO ALL’ALTERNATIVA DI RIFERIMENTO Y1
Date due alternative y e y’, ed una situazione di riferimento y1, si ha che: (x, y) equivalente a (x+v(y), y1) implica U(x, y) = U(x+v(y), y1) Inoltre, (x’, y’) equivalente a (x’+v(y’), y1) implica: U(x’, y’) = U(x’+v(y’), y1) Dalla definizione di utilità si ha allora che x+v(y) > x’+v(y’) implica U(x+v(y), y1) > U(x’+v(y’), y1) e quindi U(x, y) > U(x’, y’) e viceversa.
PRINCIPIO DI MASSIMIZZAZIONE DEL VALORE: UN’ALLOCAZIONE TRA UN GRUPPO DI PERSONE, LE CUI PREFERENZE NON MANIFESTANO EFFETTI DI RICCHEZZA, E’ EFFICIENTE SE E SOLO SE ESSA MASSIMIZZA IL VALORE TOTALE DELLE PARTI COINVOLTE. ESISTE SEMPRE UN’ALLOCAZIONE EFFICIENTE.
Dimostrazione: • n agenti, ciascuno con Ui(x, y) = xi+vi(y) • Posto P(y) = Sixi, il valore totale associato ad y è dato da P(y)+ Sivi(y)Tesi: una allocazione (x, y) è efficiente se e solo se essa massimizza • P(y)+ Sivi(y) • y* : P(y*)+ Sivi(y*) = maxy (P(y)+ Sivi(y)) è efficiente • Per assurdo, supponiamo che y* non sia efficiente. Allora, esiste una alternativa (x’, y’) ed un agente k tali che: • x’k+vk(y’)> x*k+vk(y*) • x’j+vj(y’)>=x*j+vj(y*) per tutti j#k • Ciò implica P(y’)+ Sivi(y’)> P(y*)+ Sivi(y*) il che è assurdo.
2.y’: P(y’)+ Sivi(y’)< maxy (P(y)+ Sivi(y)) non è efficiente. Dalla disuguaglianza, esiste almeno una alternativa y* tale che P(y’)+ Sivi(y’)< P(y*)+ Sivi(y*) Posto z = P(y*)+ Sivi(y*) - P(y’)+ Sivi(y’)>0 si può definire x*k= x’k+vk(y’) - vk(y*) + z / n, per tutti k, da cui: x*k+vk(y*) = x’k+vk(y’) + z / n per tutti k. Quindi x*k+vk(y*) > x’k+vk(y’) per tutti k, ed evidentemente y* domina y’.
EFFETTI DI RICCHEZZA TEOREMA DI COASE: SE LE PARTI CONTRATTANO EFFICIENTEMENTE E SE LE LORO PREFERENZE NON PRESENTANO EFFETTI DI RICCHEZZA, ALLORA L’ATTIVITA’ CREATRICE DI SURPLUS SULLA QUALE SI ACCORDANO DIPENDE DALLA SOLA EFFICIENZA E NON DAL POTERE CONTRATTUALE O DALLE DOTAZIONI INIZIALI. OGNI ALTRO FATTORE INFLUENZA UNICAMENTE IL MODO CON CUI COSTI E BENEFICI VENGONO RIPARTITI.
LA NATURA DELL’IMPRESA • BILANCIAMENTO OTTIMALE TRA COSTI DI GERARCHIA (ORGANIZZAZIONE) E DI TRANSAZIONE • CAPITALI • CONOSCENZE • RELAZIONI CONTRATTUALI • RAPPORTI INFORMALI • AUTORITA’ • UNICITA’ ECONOMICA E GIURIDICA
OBIETTIVI DELLE ORGANIZZAZIONI • NEOCLASSICO: MAX PROFITTO • IN ASSENZA DI EFFETTI DI RICCHEZZA: MAX VALORE TOTALE DEGLI “STAKEHOLDERS” • IN GENERALE: DIPENDONO DALLA COMPOSIZIONE DEGLI INTERESSI DEGLI STAKEHOLDERS (UTILITA’ DISTRIBUITE NEL TEMPO)
M g* g UNA FORTE ESPANSIONE DELLE ATTIVITA’ COMPORTA, OLTRE g*, IMPIEGHI A TASSI DI RENDIMENTO DECRESCENTI
M g* g V/K V*/K g* g2 g3 g
CONCLUSIONI • V/K E’ IL RAPPORTO TRA VALORE DI BORSA E VALORE DELLE ATTIVITA’ • SE V/K E’ TROPPO BASSO, L’IMPRESA E’ SOTTOCAPITALIZZATA ED ESPOSTA AL RISCHIO DI SCALATE • L’OBIETTIVO DEL MASSIMO RENDIMENTO (M) NON COINCIDE CON QUELLO DI MASSIMIZZARE IL VALORE • SE IL CdA FISSA UN OBIETTIVO V*, I DIRIGENTI SCELGONO g3 (MASSIMA CRESCITA COMPATIBILE)
IPOTESI PROGETTUALI • OGNI INDIVIDUO CONOSCE LA PROPRIA FUNZIONE DI UTILITA’ • OGNI INDIVIDUO PERSEGUE ESCLUSIVAMENTE L’INTERESSE PERSONALE • INDIVIDUI ED ORGANIZZAZIONI OPERANO IN CONDIZIONI DI RAZIONALITA’ LIMITATA
ORGANIZZAZIONI E MERCATO • LE ORGANIZZAZIONI SI SOSTITUISCONO AL MERCATO PER MINIMIZZARE I COSTI DELLE TRANSAZIONI CHE AVVENGONO AL LORO INTERNO • COORDINAMENTO ED INCENTIVAZIONE • IN CONDIZIONI DI EQULIBRIO DI MERCATO COMPETITIVO QUANTITA’ E PREZZI SONO DETERMINATI AUTOMATICAMENTE • QUALI MECCANISMI SOSTITUISCONO I PREZZI NELLE ORGANIZZAZIONI
Vite per 1000 ore Offerta di lavoro 5 Domanda di lavoro 0,8 1,7 2,5 3,0 4,3 5 Ore lavorate (migliaia)
EQUILIBRIO COMPETITIVO:IL MODELLO NEOCLASSICO E L’ECONOMIA DI CONCORRENZA Qi = {Qik} : vettore di domanda del consumatore i qj = {qjk} : vettore di offerta dell’impresa j • qjk < <Sj qjk per tutti k; • beni omogenei; • nessuna barriera; • informazione perfetta; • assenza di collusione.
IL CONSUMATORENEL MODELLO NEOCLASSICO • E: VETTORE DELLE RISORSE • S: VETTORE DELLE VENDITE • Q: VETTORE DEI CONSUMI • P: VETTORE DEI PREZZI • PQ: SPESA TOTALE • PS: REDDITO • F: VETTORE DELLE PROPRIETA’ AZIONARIE • D: VETTORE DEI DIVIDENDI • FD: REDDITO DA IMPRESA • PS+FD: REDDITO TOTALE
PIANO DI CONSUMO • E’ UNA COPPIA (Q, S) • E’ AMMISSIBILE SE: • DAL PRINCIPIO DI INSAZIABILITA’ DERIVA:
L’IMPRESANEL MODELLO NEOCLASSICO • O: VETTORE DI OUTPUT • I: VETTORE DI INPUT • PIANO DI PRODUZIONE: (I, O) • T: TECNOLOGIA (INSIEME DEI PIANI DI PRODUZIONE AMMISSIBILI) • PO: RICAVO • PI: COSTO DI PRODUZIONE • PIANO OTTIMALE: