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Matrimonio. Principi fondamentali. Monogamia Consensualità Esogamia. Matrimonio cum manu. Il marito - o il padre di lui se il giovane non è ancora sui iuris (non sottoposto a tutela) - acquisisce la manus maritalis La sposa entra nella famiglia del marito loco filiae
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Principi fondamentali • Monogamia • Consensualità • Esogamia
Matrimonio cum manu • Il marito - o il padre di lui se il giovane non è ancora sui iuris (non sottoposto a tutela) - acquisisce la manus maritalis • La sposa entra nella famiglia del marito loco filiae • La sposa perde ogni rapporto con la famiglia di origine e ogni diritto sull’eredità (conventio in manum) • Se la sposa è sui iuris (non sottoposta alla tutela del pater) porta al marito il suo patrimonio
Forme del matrimonio cum manu • Usus • Confarreatio • Coemptio Gaio, Istituzioni, l, 110 (Le donne) entravano nella manus (del marito) in tre modi: per l'usus, per il pane di farro (farreus [panis]) e per coemptio.
Matrimonio per usus • Gaio, Istituzioni, l, 111 • Entrava nella manus per usus la donna che, una volta sposata regolarmente, rimaneva (presso il marito) per un anno intero senza interruzione: in questo caso era come fosse stata oggetto di un'usucapione [uno dei modi di acquisizione di un bene] ottenuta con il possesso della durata di un anno completo; passato questo termine, la donna entrava nella famiglia del marito e vi riceveva lo statuto di figlia. Per questo è stato previsto a titolo di riserva in una legge delle XII Tavole che, se una donna non voleva entrare nella manus del marito con questa procedura, doveva allontanarsi, anno dopo anno, per tre giorni consecutivi, interrompendo così l’usus di ciascun anno. Ma questa forma giuridica è stata completamente soppressa, in parte dalle leggi in parte per desuetudine.
Confarreatio • Gaio, Istituzioni, l, 112 • Entrare nella manus con il pane di farro consiste in una particolare forma di sacrificio offerto a Iuppiter Farreus. In questo sacrificio si offriva un pane di farro, panis farreus e di qui viene il nome di confarreatio: inoItre, durante lo svolgimento di questa forma giuridica varie altre cerimonie sono compiute e hanno effetto con formule fisse e solenni alla presenza di dieci testimoni. Questa forma giuridica si conserva ancora oggi: i flamini maggiori, cioè i flamini di Giove, Marte e Quirino, così come i re dei sacrifici, non possono essere scelti in questa loro carica se non sono nati da genitori sposati farreo ed essi stessi non possono esercitare il loro sacerdozio se non si sono sposati per confarreatio.
Coemptio Gaio, Istituzioni, l, 112 L'entrata nella manus per coemptio avviene per mezzo di una mancipatio, cioè per una sorta di vendita fittizia. In effetti, alla presenza di almeno cinque. testimoni, tutti cittadini romani e puberi, e di un libripens, colui che acquisisce la manus compra la donna. Boezio, Commento a Cicerone, Topica, 2, 3, 14 La coemptio si compiva secondo forme stabilite e al momento della coemptio i due sposi futuri si interrogavano l'un l'altro; l'uomo chiedeva alla donna se volesse essere per lui una materfamilias; al che la donna rispondeva di sì; e la donna analogamente chiedeva all'uomo se egli volesse esser per lei un paterfamilias, al che l'uomo rispondeva di sì. Varrone, La vita del popolo romano. I (= Nonio Marcello p. 852 L) Secondo un'antica legge romana le spose, giungendo alla casa del marito, erano solite recare tre assi: uno lo tenevano in mano e lo davano al marito, come se lo "comprassero"; un altro, che tenevano nel piede, lo deponevano nel focolare dei Lari domestici; il terzo, nascosto nella bisaccia, lo riservavano al compitum (crocicchio) più vicino.
Matrimonio sine manu • La sposa non è soggetta alla manus maritalis • Ciò è possibile attraversolac.d. trinoctii usurpatio - la donna si allontana da casa per tre notti e interrompe l’usus
Matrimonio legittimo (iustum) • Possesso del ius connubii • Età puberale (essere in grado di generare) • Consenso del pater familias
Matrimonio illegittimo (iniustum) • Tra senatori e liberte • Tra tutore e pupilla • Tra adultera e complice • Tra rapitore e rapita • Fino a Settimio Severo è vietato ai soldati di sposarsi
Fine del matrimonio • Per morte di uno dei coniugi • Per capitis deminutio di uno dei coniugi (perdita della libertà personale e del patrimonio a seguito di condanna) • Per divorzio Il divorzio o repudium non era considerato un atto giuridico. Bastava constatare la cessazione dell’affectio maritalis. Nel matrimonio cum manu era tuttavia necessaria una procedura contraria a quella che lo aveva creato (diffarreatio, remancipatio) In origine era consentito solo agli uomini, poi anche alle donne.
Fidanzamento (sponsio) • Digesto XXIII, 1, 2 (Ulpiano) • Sponsalia autem dicta sunt a spondendo: nam moris fuit veteribus stipulari et spondere sibi uxores futuras. • Gli sponsali sono detti così da spondere (=promettere): infatti fu usanza fra gli antichi farsi promettere e promettere spose future
Anulus pronubus • Plinio, Storia naturale, XXXIII 12 • Etiam nunc sponsae muneris vice ferreus anulus mittitur, isque sine gemmis • Anche oggi si invia alla fidanzata come pegno un anello di ferro senza gemme • Isidoro di Siviglia, Sulle funzioni ecclesiastiche, II 20, 8 • Viene dato un anello dal fidanzato alla fidanzata…l’anello viene infilato al quarto dito perché in esso una vena arriva fino al cuore
Un fidanzato in difficoltà • Digesto XXIV, 1, 36, 1 (Paolo) • Sponsus alienum anulum sponsae muneri misit et post nuptias pro eo suum dedit • Il fidanzato mandò in regalo un anello non suo e dopo le nozze lo sostituì con il suo
Addio al nubilato • Cfr. Varrone fr. 463 Buecheler • …suspendit Laribus manias mollis, pilas, reticula ac strophia • …sospende ai Lari bambole di stoffa, palle, reticelle e fasce mammarie • Scoli a Persio II 70 • «Veneri donatae a virgine pupae»: solebant enim virgines antequam nuberet quaedam virginitatis suae Veneri consacrare; hoc et Varro scribit. • «Le bambole donate a Venere dalla vergine»: infatti le vergini prima di sposarsi erano solite consacrare a Venere qualche oggetto della loro verginità; questo lo scrive anche Varrone
Bambole Roma, Musei Capitolini Bambola di avorio dal corredo di Crepereia Tryphena (età degli Antonini)
cofanetto Gioiellini della bambola di Crepereia Tryphena
Bambola dal corredo di una tomba della via Cassia Bambola della Vestale Cossinia (III sec. d.C.)
Giorni interdetti alle nozze • Calende, Idi e None e giorni successivi • Dies Parentales (13-21 febbraio) • Feste di Marte (ancilia movent); 1, 9, 23 (tubilustrium) • Quinquatrus (19 marzo) • Mese di maggio • Mese di giugno (1-15) - il 15 si spazzava ritualmente il santuario di Vesta • Armilustrium (19 ottobre)
Plutarco, Questioni romane, 86 • Perché non prendono moglie nel mese di maggio? • Forse perché si trova tra aprile e giugno, e poiché di questi mesi l'uno ritengono sacro ad Afrodite e l'altro a Era, entrambe divinità nuziali, anticipano un po' o ritardano. • O perché in questo mese adempiono il più importante rito di purificazione, gettando dal ponte nel fiume oggi simulacri, ma un tempo persone. Perciò è anche invalsa l'usanza che la flaminica, considerata sacra a Era, sia scura in volto e non faccia il bagno né si adorni in questo periodo. • O perché in questo mese molti Latini sacrificano ai defunti; e forse per questo motivo onorano Ermes in maggio e il mese prende nome da Maia. • Oppure, come dicono altri, maggio è così chiamato dall'età più anziana e giugno dall'età più giovane. E la giovinezza è più adatta al matrimonio, come afferma anche Euripide... • Dunque non si sposano in maggio, aspettando giugno che viene subito dopo maggio.
Vestizione della sposa • Tunica recta • Cingillum • Seni crines • Corona • Flammeum
Tunica recta • Festo p. 364 L • Il giorno prima delle nozze le vergini per buon augurio andavano a dormire vestite di tuniche bianche (tunicis regillis) e reticelle dorate (reticulis luteis) ambedue rectae, cioè tessute in senso verticale da tessitrici in piedi. Lo stesso procedimento viene usato per le toghe virili.
Skyphos attico del cd. pittore di Penelope V sec. a.C. Chiusi, Museo archeologico Tintinnabulo dalla tomba 5 del sepolcreto dell’Arsenale militare (ultimo quarto del VII sec. a.C.) Bologna, Museo civico archeologico
cingillum • (Paolo) Festo p. 55 L • La sposa si cingeva di una cintura (cingillum) che il marito scioglieva nel letto; essa era fatta di lana di pecora, affinché come la lana è avvolta in gomitoli così suo marito fosse legato e avvinto a lei. Il marito scioglie questa cintura legata con il "nodo Erculeo" per buon augurio per essere fortunato nell'avere figli come Ercole che ebbe settanta figli. • Nelle nozze era considerato sacro il nome di Giunone Cinxia (della cintura), perché all'inizio del matrimonio aveva luogo lo scioglimento della cintura di cui la sposa era cinta.
Seni crines • Festo p. 454 L • Le spose sono ornate con sei "boccoli" (senis crinibus) perché questa acconciatura è antichissima. Secondo alcuni, (si abbigliano in tal modo) perché così sono pettinate le Vergini Vestali, (allo scopo di mostrare) ai loro mariti la loro castità...(?).
Hasta caelibaris • (Paolo) Festo p. 55 L • Il capo della sposa era pettinato con l'hasta caelibaris, che era stata conficcata nel corpo di un gladiatore abbattuto e ucciso affinché, come essa era stata unita al corpo del gladiatore, così ella sia unita al marito. Oppure perché le matrone sono sotto la tutela di Giunone Curitis, così chiamata perché porta l'asta, che in sabino si dice curis; oppure per augurio di generare uomini forti; oppure perché nel diritto matrimoniale la sposa è sottomessa al comando del marito, poiché l'asta è l'arma più importante e simbolo dell'imperium. Per questa ragione i coraggiosi le ricevono in dono e i prigionieri si vendono sotto di essa.
Plutarco, Questioni romane, 87 • Perché dividono i capelli delle spose con la punta di una lancia? • Forse perché ciò è simbolo del fatto che i Romani si unirono in matrimonio per la prima volta con la violenza e con la guerra, oppure perché in tal modo le mogli apprendono che sono sposate con uomini coraggiosi e bellicosi e quindi accettano un ornato poco femminile ma semplice e genuino?[...] • Oppure quest'uso allude al fatto che solo con il ferro poteva essere sciolto il loro matrimonio? • Oppure perché la maggior parte del rito matrimoniale era connesso con Giunone? Si ritiene infatti che la lancia sia sacra a Giunone, tanto che la maggior parte delle sue statue la rappresentano con una lancia; la dea, inoltre, è denominata Curitis perché gli antichi chiamavano la lancia curis • .
corona • Festo p. 56 L • Corolla è il diminutivo di corona. La sposa portava sotto il velo una corona di fiori, verbene e erbe colti da lei stessa. Napoli, Museo Archeologico Nazionale da Stabiae
Flammeum • (Paolo) Festo p. 79 L • La sposa si copre con un velo (chiamato) flammeum per buon augurio perché era usato spesso dalla flaminica, cioè dalla moglie del flamine, a cui non era consentito divorziare. • (Paolo) Festo p. 82 L • La flaminica, cioè la moglie del flamine di Giove, usava un velo rosso-fiamma dello stesso colore del fulmine.
Inizio della cerimonia Ora propizia • Festo p. 282 L • Lo sposalizio si celebra nella primao nella seconda ora per augurare che riesca nel modo migliore e fortunatissimo.
In casa della sposa • Nel matrimonio religioso (confarreatio) si celebrava un sacrificio solenne alla presenza di dieci testimoni, il pontefice e il flamendialis • L’animale era cosparso sulla fronte da una pappina di farro, con la quale si ricoprivano anche i coltelli; il farro era poi gettato nel fuoco. • Gli aruspici esaminavano le viscere dell’animale per stabilire se il matrimonio era gradito agli dei • Gli sposi mangiavano insieme, seduti uno a fianco all’altra su due sgabelli ricoperti di pelle di pecora (pellis lanata), una focaccia di farro, il panis farreus. • Dopo questo rito gli sposi facevano il giro dell’altare preceduti da un inserviente che portava il cumerus. • Si procedeva poi alla sottoscrizione delle tabulae nuptiales, contenenti il contratto matrimoniale, • Il momento culminante del rito nuziale era costituito dal rito della dextrarum iunctio, durante il quale la pronuba, congiungeva le destre dei due sposi.
Cumera/ tàlasos • (Paolo) Festo p. 43 L • Il cumerum (vas) era un recipiente nuziale così chiamato dalla somiglianza con le ceste di foglie di palma o di fibre intrecciate usate dal popolo. • (Paolo) Festo p. 55 L • Gli antichi chiamavano cumera un certo recipiente che si portava coperto nelle nozze, nel quale erano contenuti gli utensili della sposa. • Plutarco, Questioni romane, 31 • Le spose …chiamano il cesto della lana tàlasos … La sposa porta con sé conocchia e fuso.
Il ratto simbolico • Festo p. 364 L • Quando viene condotta dal marito, si finge di rapire la vergine dal grembo della madre o, se essa manca, da quello della parente più prossima perché è evidente che il fatto risultò fortunato a Romolo.
Corteo nuziale • (Paolo) Festo p. 77 L • La sposa veniva aspersa con acqua, sia perché giungesse casta e pura al marito, sia perché condividesse con lo sposo fuoco ed acqua. • Festo p. 282 L • Tre bambini con il padre e la madre viventi, vestiti con la pretesta, accompagnano la sposa; uno la precede con una fiaccola di biancospino, perché si sposavano di notte; due tengono per mano la sposa
Corteo nuziale Roma, Musei Vaticani
Fiaccole • (Paolo) Festo p. 77 L • La fiaccola che precedeva il corteo nuziale era in onore di Cerere • Festo p. 364 L • Da parte degli amici di entrambi gli sposi si suole rubare la fiaccola che ha preceduto la sposa nel corteo nuziale perché la moglie quella notte non la ponga sotto il letto del marito o il marito non la faccia ardere in un sepolcro. Si ritiene che questi atti procurino presto la morte di ambedue o di uno dei due.
Canti • (Paolo) Festo p. 282 L • Alcuni ritengono che il sermo praetextus si chiami così perché…una folla di bambini grida parole oscene alle spose che hanno deposto la pretesta. • (Paolo) Festo p. 76 L • Si dice che i versi fescennini, che si cantano durante le nozze, siano stati portati dalla città di Fescennia oppure che siano chiamati così perché si crede che proteggano dal malocchio.
Talasio • (Paolo) Festo p. 479 L • Varrone dice che Talassione è l'insegna del lavoro della lana. Infatti chiamavano talassione il cestino (quasillum) della lana, un altro modo di definire il paniere (calathus), cioè un recipiente adatto e usato nel lavoro della lana.
Plutarco, Questioni romane, 31 • Perché si canta il celebre "Talasio" durante le nozze? • Forse perché è derivato dalla filatura… • Oppure è vero quanto dicono gli storici che c'era un giovane, valoroso in guerra ed eccellente in tutto, di nome Talasio; quando i Romani rapirono le figlie dei Sabini, che erano venute ad assistere ai giochi, alcuni clienti plebei di Talasio presero per lui una fanciulla particolarmente bella. Essi, per sicurezza e per impedire a chiunque di avvicinarsi e di strappar loro la fanciulla, gridavano in continuazione che la portavano per moglie a Talasio. Poiché questi era stimato da tutti, anche altri si unirono al seguito pronunciando acclamazioni di augurio. Così, poiché il matrimonio di Talasio fu felice, (i Romani) presero l'abitudine di gridare "Talasius" come i Greci invocano Imeneo.
Noci • Festo p. 178 L • Nelle nozze si richiedono a viva voce le noci e si gettano ai bambini perché sia di favorevole e prospero augurio alla sposa che entra nella casa del marito.
Sulla soglia della nuova casa • La sposa porta con sé conocchia e fuso e avvolge di lana la porta del marito. • Unge di grasso gli stipiti della porta • Consegna tre assi • Non può toccare la soglia della nuova casa
Plutarco, Questioni romane, 29 • Perché non è consentito alla sposa di attraversare la soglia della casa (del marito) da sola, ma quelli che l'accompagnano la sollevano al di sopra di essa? • Forse perché i Romani, rapendo le prime spose, le sorressero in questo modo e quindi esse non entrarono di loro volontà? • Oppure perché esse fanno mostra di entrare in una dimora dove perderanno la loro virginità sotto costrizione e non per loro volontà? • Oppure è un simbolo che la donna non può uscire di sua volontà e abbandonare la sua casa senza essere costretta come sotto costrizione essa vi era entrata? • Anche da noi in Beozia bruciano l'assale del carro nuziale davanti alla porta per mostrare che la sposa deve restare (nella casa) dato che il veicolo che l'ha condotta là è stato distrutto.
Ubi tu Gaius ego Gaia Plutarco, Questioni romane, 29 • Perché i Romani quando conducono la sposa alla casa (del marito) le ordinano di dire "dove tu sei Gaio, là io sono Gaia"? • Forse perché, secondo un tipo di accordo, (la sposa) entra in casa a condividere la proprietà e il controllo di ogni bene, e, quindi, il significato (della frase) è "dove tu sei signore e padrone, là io sono signora e padrona"? Questi nomi sono di uso comune anche in altri contesti, proprio come i giuristi parlano di Gaio, Seio e Lucio Tizio e i filosofi di Dione e Teone. • Oppure essi usano questi nomi a causa di Gaia Cecilia, moglie di uno dei figli di Tarquino, una donna bella e virtuosa, la cui statua di bronzo si trova nel tempio di Sancus? Là, una volta, si conservavano i suoi sandali e il suo fuso, simboli del suo amore per la casa e della sua operosità.
I doni alla sposa • (Paolo) Festo p. 3 L • L'acqua e il fuoco sono di solito…dati alla sposa perché è evidente che queste due cose contengono più di tutte la vita umana. • (Paolo) Festo p. 49 L • Era consuetudine donare una chiave alle signore come simbolo di facile parto
La prima notte di nozze • (Paolo) Festo p. 83 L • Il letto Geniale è quello che viene allestito per le nozze in onore del Genio, da cui prende nome. • (Paolo) Festo p. 102 L • La sposa è solita sedere su una pelle di lana sia per antica usanza, perché in origine gli uomini erano vestiti di pelli, sia per dare prova al marito che provvederà a lavorare la lana per lui.
S. Agostino, La città di Dio, VI 9, 3 • [Nei riti matrimoniali] è presente anche Priapo, che è fin troppo maschio, tanto che sul suo enorme e sconcio membro doveva sedere la sposa novella secondo la onestissima e religiosissima usanza delle matrone. • S. Agostino, La città di Dio, VII 24 • Nella celebrazione delle nozze si ordinava alla novella sposa di sedere sul membro virile di Priapo.