370 likes | 716 Views
I potenti veleni hanno distrutto la mia vita, il resto è silenzio…. CARLO EMILIO GADDA Milano 1893 Roma 1973. L’ingegnere scrittore del pasticcio e del dolore nell’oceano della stupidità umana. Attenti a me!. Sono stato uno scrittore bizzoso e vendicativo
E N D
I potenti veleni hanno distrutto la mia vita, il resto è silenzio…
CARLO EMILIO GADDA Milano 1893 Roma 1973 L’ingegnere scrittore del pasticcio e del dolore nell’oceano della stupidità umana
Attenti a me! • Sono stato uno scrittore bizzoso e vendicativo • Un inchiostratore maligno e pettegolo • Il maniaco dei tecnicismi, dei motti popolareschi, dei modi eruditi, delle piramidi sintattiche dei periodi a cavaturacciolo • I miei lettori? Le mie vittime!
Autopresentazione E’ nato a Milano 14 giorni avanti la caduta del primo ministero Giolitti (1893) Vi trascorse un’infanzia tormentata e un’adolescenza anche più dolorosa. Poi la guerra, la perdita del fratello Enrico,caduto nel 1918. Lavorò in Italia fuori d’Italia: in Argentina, in Francia, in Germania, nel Belgio. La sua carriera di scrittore incontrò gli ostacoli classici, economici e ambientali. Visse dieci anni a Firenze: 1940-1950: gli anni belli, quando era venuto il bello. Niente Capponcina.
Che tipo sono? • Monello, ma bravo a scuola • Padre severo • L’onore? Non ci credo! • Fissazione per le parole • Gli affetti contano più delle mura • La banalità mi innervosisce • L’intelligenza è una condanna!
MIO PADRE 1893: nasco a Milano Padre imprenditore tessile ‘Filatore di seta’ come Renzo Ostinato e incapace capitalista affetto da male murario
Mia madre e gli altri parenti Madre insegnante di lettere, di francese, direttrice scolastica Nonno materno militare austro-ungarico Zio paterno senatore e ministro dei Lavori Pubblici Formazione culturale tipica della borghesia lombarda: - fiducia nella ragione e nella scienza - culto dell’ordine sul piano sociale Ottimi studi al liceo Parini
Falliti investimenti (bachi da seta) • Declassazione • 1909: a 16 anni perdo mio padre • Difficile rapporto con mia madre • A 19 anni vado alla facoltà di ingegneria al Politecnico
Il coraggio e la paura Ardente interventista e volontario negli alpini “La guerra come un fatto personale, un regolamento di conti con se stesso, un mettersi alla prova, una contingenza irripetibile per potersi dimostrare, fuori dall’ambiente familiare, fuori dalla mamma, in un sistema di vita organizzato proprio per gli eroi, di essere quell’uomo volitivo, coraggioso e determinato che sognava di essere.” Il trauma della guerra: disordine e pochezza Prigioniero in Germania dopo Caporetto Morte del fratello Enrico
Il giornale di guerra e di prigionia Tutte le volte che vado nel passato non ci vedo che dolore: le sciagure familiari, i dissapori avuti, le genia dei parenti pettegoli, l’educazione manchevole, le torture morali patite, le umiliazioni subite, la sensibilità morbosa che ha reso tutto più grave, l’immaginazione catastrofica del futuro, la povertà. Miserabile io credo soprattutto di essere per l’eccessiva (congenita e continua) capacità del sentire, la quale implica un incorreggibile squilibrio fra la realtà empirica e l’apprezzamento che il mio essere ne fa in relazione con le necessità della sua esistenza; implica la sufficienza nel comprendere ma l’insufficienza nell’agire, oltre che nel volere. Troppo gli aspetti non sereni dell’ambiente si stampano nel mio animo agghiacciandolo d’uno sgomento insuperabile e togliendogli la facoltà della reazione. Intendo per aspetti non sereni tutte le circostanze di insufficienza o di malvolere della società in cui vivo, massime della mia gente; e degli uomini fra cui opero: amici, colleghi, ecc., tutte le insufficienze mie; e le durezze provate. Il mio popolo, la mia patria che tanto amai, mi appaiono, alla prova, ben peggiori di quanto credevo. Se non fosse per l’immagine ossessionante di mia madre e di mia sorella, vedrei, per il resto, la morte come una liberazione..
Il giornale di guerra e di prigionia • Il soldato italiano è pigro, specie il meridionale: è sporchetto per necessità, come il nemico, ma anche per incuria: provvede ai bisogni del corpo nelle vicinanze della trincea, riempiendo di merda tutto il terreno: non si cura di creare un unico cesso; ma fa della linea tutto un cesso; tiene male il fucile che è sporco e talora arrugginito; disperde le munizioni e gli strumenti da zappatore (quanta fatica devo durare io per radunare i miei picconi e badili!); dormicchia durante il giorno, mentre potrebbe rafforzare la linea; in compenso però è paziente, sobrio, generoso, buono, soccorrevole, coraggioso , e impetuoso nell’attacco (26 giugno 1916) • La persecuzione che la burocrazia (personificata dal disordine e dall’insufficienza mentale di tutti i miei compatrioti) esercita su di me, mi atterrisce. […] Che porca rabbia che porchi italiani –Quand’è che i miei luridi compatrioti di tutte le classi, di tutti i ceti, impareranno a tener ordinato il proprio tavolino da lavoro? A non ammonticchiare le carte d’ufficio insieme al cestino della merenda, insieme al ritratto della propria nipotina, insieme al giornale, insieme all’ultimo romanzo, all’orario delle Ferrovie, alle ricevute del calzolaio, alla carta per pulirsi il culo, al cappello sgocciolante alle forbici delle unghie, al portafogli privato, al calendario fantasia? (Tresché Conca, 24 luglio 1916).
L’ingegner fantasia dei due mondi 1920: laurea in ingegneria elettrotecnica Conformistica adesione al fascismo Lavora per società elettriche in Sardegna (1920-22), in Argentina (1922-24), in Germania, in Francia, in Belgio Insegna matematica al Liceo Parini Esami per seconda laurea in filosofia “Carmina non dant panem! Ma anche l’uggioso pane della compressione e della rinuncia non fa bene al corpo, né all’anima. E’ meglio giocare una volta un gioco disperato che vivere inutilmente la tragica, inutile vita” (dal Racconto italiano d’ignoto del novecento) 1931: La Madonna dei filosofi (racconti) • Noia e disgusto per il mondo del dopoguerra • Coscienza critica della degradazione del reale • Patologico isolamento dalla società
Con il mio scherlokholmesismo voglio interessare il grosso pubblico. E cioè arrivare al pubblico fino attraverso il grosso: doppia faccia, doppio aspetto. Interessare la plebaglia per raggiungere e penetrare un’altezza espressiva che mi faccia apprezzare dai cervelli buoni. (1928) Non è detto che la vita sia sempre semplice , piana, piatta. Talora è complicatissima e romanzesca. Occorre provare ciò… Il pubblico ha diritto di essere divertito. Troppi scrittori lo annoiano senza misericordia.
Il senso tragico della vitae la cognizione del dolore 1936: morte della madre Abbandona professione da ingegnere 1937: vende la casa, la sua ossessione feudale 1940 a FIRENZE: contatti con Solaria Il caffè delle Giubbe Rosse Conosce i maggiori intellettuali Amicizia con Montale Attività di giornalista 1944: L’Adalgisa 10 racconti Satira acre della borghesia milanese
Un esempio di pasticheda L’Adalgisa (Disegni milanesi) Una volta abbiamo litigato per il veleno: perché bisogna mazzarli alla scelta, soffocandoli nel vasetto, povere bestie. Bisogna metterci dentro un po’ di bambagia, nel vasetto, imbevuta di qualche acido, soja mì, un qualche cosa che li sofe ghi subito,capisci? L’alcool non va, perchè i e fa diventà smòrt…sì, insomma, gli porta via il suo colore naturale…L’arsenico neanche tirare a mano. Sicchè voleva doperare a tutti i costi il cianuro…Cara te!...con due ragazzi in casa! E allora, siccome ha visto che io volevo impormi, lui alza la voce ankamò pusè de mi…che con la scienza non si può discutere, quel che ghe voeur ghe voeur…Va ben, ma mi pensi ai mè fioeu, mi me fa di tò bordokk!...Dio Madonna!...Pèna sentì bordòkk…momenti el me lasa andà una sberla…Poer fiolàsc!
La lingua dell’uso piccolo-borghese, puntuale, miseramente apodittica, stenta, scolorata, tetra, eguale, come piccoletto grembiule casalingo per rigovernare le stoviglie, va bene, concedo, è pure lei una lingua: un modo d’essere. Ma non può diventare la legge, l’unica legge. Ripudio un tale obbligo, quando è dettato dall’ortodossia degli inesperti o dai malati di pauperismo
Non sono un lavoratore normale Non sono, non riesco ad essere, un lavoratore normale, uno scrittore equilibrato. Il cosiddetto uomo normale è un groppo, o gomitolo o groviglio o garbuglio, di indecifrate (da lui medesimo) nevrosi, talmente incavestrate, talmente iscatolate le une dentro le altre da dar coagulo d’un ciottolo, di un vetro infrangibile: sasso-cervello o sasso-idolo, mentre è, molto più probabilmente, un testicolo fossilizzato. La differenza tra il normale e l’anormale è questa: il normale non ha coscienza veruna del contenuto (fessissimo) delle sue nevrosi, non ha nemmeno il sospetto metafisico de’suoi stati nevrotici, gli uni sugli altri così mirabilmente agguainati da essersi inturgiditi a bulbo, a cipolla..
Gli anni romani 1950: a Roma, responsabile culturale RAI 1953: premio Viareggio Successo di pubblico 1957: Quer pasticciaccio brutto de via Merulana Intenti manzoniani: riprodurre la molteplicità del reale attraverso la narrazione e la lingua
QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DE VIA MERULANA (giallo?tragedia?noir?epos degradato?) LA GESTAZIONE L’AMBIENTAZIONE E IL PROTAGONISTA LE CARATTERISTICHE Roma 1927 Satira del clima fascista Misterioso delitto insoluto Don Ciccio Ingravallo Il commissario-filosofo 1946 5 puntate 1957 In volume Il pastiche la polifonia linguistica Un libro fatto di voci Una babele dialettale Narratore poliglotta Cfr. Verga Romanzo giallo a dimensione politica Un naufragio del testo parallelo al naufragio del mondo Il cadavere La telefonata Il topazio Presentazione di Ciccio
Come se non bastasse… • Smagliature nella trama (fossili precedenti stesure) • Oscurità ed effetti di spaesamento per le numerose omonimie, le distorsioni dei nomi propri e la moltiplicazione degli appellativi (gli omina nomina) • Cocullo: Farafilio-Farafiliopetri-Fara filiorum Petri-Farafilioro-farà figli d’oro-Filiorum-Fara-Farfilio
BAROCCO E’ IL GADDA BAROCCO E’ IL MONDO REAGIRE ALLA SCIOCCAGGINE CONTRO LINDURA FARAONIZZATA FORZATURA DEL ‘MACINATO’ MEDIO SCARTO GRAMMATICALE PECULIARE USO PUNTEGGIATURA COAGULAZIONE FUTURISTICA METAFORE FISICIZZATE Tutto popolo Puntini Condottieri ammogliati abbrustolati Un tuorlo d’uovo dentro un chiaro (sole) Festa formaggia Due punti Vigendo le efemeridi e i calendari della chiesa Madama pera (lampadina) La musa ipocarducciana iposaffica Gloria mussolina Virgolette Soufflè di cuscini
Nella mia vita di “umiliato e offeso” la narrazione mi è apparsa, talvolta, lo strumento che mi avrebbe consentito di ristabilire la MIA verità, il MIO modo di vedere, cioè: lo strumento della rivendicazione contro gli oltraggi del destino e dei suoi umani protetti: lo strumento, in assoluto, del riscatto e della vendetta.
CATTURARE IL GUAZZABUGLIO FENOMENICO PAPPRESENTAZIONE PLURIPROSPETTICA MOLTEPLICITA’ DEI REGISTRI PLURILINGUISMO CITAZIONI ECHI OMAGGI EXCURSUS GEOLOGIA MIMETICO VERTICALE CULTO E TRIVIALE CRITICHE D’ARTE CHIMICA CLIMATOLOGIA GROTTESCO ORIZZONTALE VERNACOLARE PUNTATE ANTIFASCISTE ARTE ORAFA ESPRESSIONISTICO LINGUA NUDITA’ INTERIORE FUNZIONE DOMINO TRADIZIONE SUPERSTIZIONE SATIRICO DIALETTO NUDITA’ ESTERIORE LETTERATURA E STORIA GOLIARDICO GENITALE COSTUME SIMBOLOGIA LIRICO
IL VENTRE DA CETACEO DEL PASTICCIACCIO IL LESSICO LOCUPLETAZIONE SPASMO GRADAZIONE VERTICALE GAMMA ORIZZONTALE Domicilioaggredita Fregolesca dekirkegaardizzare Dove indove indo’ Rorida Redimita Estuoso sbarianno tuzzuliare Guappo gliuommero Pappabraschi Baiocchi Nizziche Ruzziche Invulvarselo Priapare Intercicalare paperare Cacchio Se ne strafotteva Cojone mignotta Barbozzo Cicia Trittica’ strucchione Didietro Signorino Bombolone Rotonda opulenza Ebefatto Culseduto Paracadde piedatra Manganello Educatore Verga splendida Della ceppaia ninnolo Furugozzo Barbacucco Mocco mocco strullo
Dai microfoni RAI • Difesa dalle critiche • Dialetto e lingua • La felicità espressiva di un testo • La mimesi e l’ironia narrativa • La lezione de I promessi sposi • La trasmissibilità del testo • Norme per la redazione di un testo radiofonico
Oltraggio della guerra Incomunicabilità Solitudine Il male oscuro Risentimenti VS gusto borghese LA COGNIZIONE DEL DOLORE 1963 Una tragica autobiografia Vertiginosa contaminazione linguistica LA GESTAZIONE L’AMBIENTAZIONE I PERSONAGGI • 1937 • Inizio stesura • 1938-41 • Sette puntate • 1963 • In volume • 1970 • Altri due tratti 1925-33 Villa di campagna In Maradagal e in Parapagal Villaggi Sudamericani “travestiti” Un hidalgo ingegnere Don Gonzalo Pirobutirro Misantropo Superbo Solitario Pigro Iracondo Crudele Avaro Goloso di crostacei Odia la madre La Madre ovvero La Signora Ingenua filantropa Ha sperperato il patrimonio Ha perso un figlio in guerra Matricidio?
Oggi Gonzalo sarebbe un bulimico della TV • La Cognizione è un monumento: alla disperazione dell’essere nati, alla condanna dell’odiato sole che ti sveglia e ti obbliga a fare qualcosa, a muoverti, a esserci, a vivere.. • In questo libro sono coagulate tutte le ossessioni di Gadda: l’odio per la casa, l’idea del matricidio, l’autopresentazione come personaggio disturbato. • La sintassi per ricostruire i percorsi mentali più profondi • Un andamento “spastico”
Il successo e la colpa • Acuirsi nevrosi (depressione, misoginia, misantropia) • Arteriosclerosi • Premi della critica e improvvisa notorietà • 1967: Eros e Priapo • romanzo-saggio sulle colpe del potere fascista • non prospettiva storica, ma analisi dei moventi segreti e torbidi della psicologia di massa sedotta dal Duce • la storia, un groviglio di pulsioni mediocri a cui il fascismo ha dato modo di esprimersi • rappresentazione caricaturale di Mussolini • il Mascellone • Il Facciaferoce col pennacchio • Il Testa di morto in feluca
Miscuglio di menzogna e retorica Degenerato prodotto storico Follia collettiva IL FASCISMO Fenomeno non ideologico ma psicologico Ordine mascherato Distruzione Del Logos Rapporto irrazionale tra il Duce e le masse
Pasolini ha detto di lui…. In Gadda sussiste la certezza di una realtà oggettiva che può essere mimetizzata e rappresentata: ma è una certezza che sopravvive dalla cultura positivistica e laica a cui si è formato l’ingegnere: a questa certezza si sovrappone una effettiva incertezza, il senso lirico del nulla e della vanità
Per finire…. • 1973: morte a Roma • Riflessioni degli ultimi anni: • il successo • il lavoro • la critica • la crisi del romanzo • il pubblico • la morte • Dicono di lui: “Era un grande, ma strano uomo!”
Le idee e la cultura • Formazione illuministica e positivistica • Il trauma della guerra • La frustrazione dei propri ideali • L’atteggiamento nevrotico nei confronti della realtà: smontare l’ordine apparente, aprire uno squarcio nel velo dell’ipocrisia • Profonda insofferenza verso la realtà e il costume borghese • Crisi delle ideologie totalizzanti • Crisi della possibilità di interpretare il mondo in modo unitario • Crisi del linguaggio letterario • Lo sperimentalismo linguistico • Il pastiche: • Dialetto lombardo, toscano, laziale • Linguaggio scientifico • Linguaggio filosofico • Linguaggio burocratico • Dal sublime al comico • Dal patetico al tragico • Dal grottesco al sarcastico • Realismo espressionistico • Mimesi e deformazione • Rendere deforme il linguaggio per mettere a nudo la meschinità della realtà “oggettiva”