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Tripi. Parrocchia San Vincenzo Martire e Santa Maria del Rosario . Una comunità che si educa all’essenzialità. Premessa.
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Tripi Parrocchia San Vincenzo Martire e Santa Maria del Rosario
Premessa Il Parroco Padre Francesco Arena, nel periodo Quaresimale, in uno dei tre incontri di formazione rivolti alle comunità, mi ha proposto di dialogare con le comunità parrocchiali di Campogrande – Casale – Tripi sul tema “Una comunità che si educa all’essenzialità”. Tenuto conto dei laici presenti, in particolar modo anziani, ho pensato che sarebbe stato utile presentare la tematica scelta con mezzi multimediali. Con l’aiuto dei catechisti e la preziosa collaborazione degli adolescenti abbiamo realizzato una presentazione in Power Point che come parrocchia vorremmo donare anche alle altre comunità della Diocesi perché diventi esempio di condivisione e di circolarità di buone prassi in una pastorale di rete.
Essenzialità È il succo delle cose migliori, è il nocciolo, è l’indispensabile, è la necessità determinata dalla funzionalità. L’essenzialità non è la semplicità, che è assenza di complessità, è uno strumento per raggiungere l’obiettivo primario dell’uomo che è il vivere felici.
Il filosofo l filosofo Diogene non solo era contrario ad ogni lusso, ma evitava di utilizzare e di possedere tutto ciò che non era strettamente necessario. Fedele ai suoi principi, egli viveva in una botte ed unico suo utensile era una ciotola di legno con la quale prendeva l'acqua per bere.Un giorno, mentre passeggiava per la città, vide un bambino che, per bere, prendeva acqua da una fontana utilizzando solo le mani. Così, ritenendola un inutile lusso, Diogene gettò via la sua ciotola.
Il tempo per vivere davvero Mi sembrava sempre di avere qualcosa di più urgente da fare.Tuttavia, se mi lasciassi condizionare da ciò che è urgente, non riuscirei mai a occuparmi di ciò che è essenziale.E' così facile dedicare tutto il tempo alle cose urgenti e non cominciare mai a vivere, a vivere davvero!
Il monaco povero il monaco ricco In una città c'erano due monasteri. Uno era molto ricco, mentre l'altro era poverissimo. Un giorno, uno dei monaci poveri si presentò nel monastero dei ricchi per salutare un amico monaco che aveva là.«Per un po' non ci vedremo più, amico mio», disse il monaco povero. «Ho deciso di partire per un lungo pellegrinaggio e visitare i cento grandi santuari: accompagnami con la tua preghiera perché dovrò valicare tante montagne e guadare pericolosi fiumi».«Che cosa porti con te, per un viaggio così lungo e rischioso?», chiese il monaco ricco.«Solo una tazza per l'acqua e una ciotola per il riso», sorrise il monaco povero.L'altro si meravigliò molto e lo guardò severamente: «Tu semplifichi un po' troppo le cose, caro mio! Non bisogna essere così sventati e sprovveduti. Anch'io sto per partire per il pellegrinaggio ai cento santuari, ma non partirò di certo finché non sarò sicuro di avere con me tutto quello che mi può servire».
Un anno dopo, il monaco povero tornò a casa e si affrettò a visitare l'amico ricco per raccontargli la grande e ricca esperienza spirituale che aveva potuto fare durante il pellegrinaggio.Il monaco ricco dimostrò solo un'ombra di disappunto quando dovette confessare: «Purtroppo io non sono ancora riuscito a terminare i miei preparativi».
Consumo Fruizione di un bene o di un servizio al fine di soddisfare un bisogno. Consumismo È la tendenza a sviluppare sempre nuovi consumi privati, anche per mezzo della pubblicità e di altre forme di condizionamento di massa. Consumista È chi spende perché indotto al consumo dalla pubblicità o da altri condizionamenti, non per una reale necessità
Una parabola sulla vita moderna Gli animali si riunirono in assemblea e iniziarono a lamentarsi che gli esseri umani non facevano altro che portar via loro qualcosa."Si prendono il mio latte", disse la mucca."Si prendono le mie uova", disse la gallina."Usano la mia carne per farne pancetta" disse il maiale."Mi danno la caccia per il mio olio", disse la balena.E così via.Infine parlò la lumaca. "Io ho qualcosa che a loro piacerebbe avere, più di ogni altra cosa.Qualcosa che mi porterebbero sicuramente via se potessero. Ho tempo".
La danza del bambino C'è un episodio, nella vita di madre Teresa, che sconvolge molte convinzioni e lascia pensosi, forse uno degli episodi-chiave per capire questa figura. Lo raccontò lei stessa.«Durante una notte passata nella stazione di Howrah, a Calcutta, verso mezzanotte quando i treni sono tutti fermi per qualche ora, arrivò una poverissima famiglia che veniva di solito a dormire alla stazione. Erano una madre e quattro figli, dai cinque agli undici anni. La madre era una buffa, piccola cosa avvolta in un sari bianco di cotone, sottile per quella notte di novembre, con i capelli rasi a zero, stranamente per una donna. Aveva con sé dei recipienti di latta, qualche straccetto e dei pezzi di pane, tutto quanto possedeva per sé e per i suoi figli. Erano mendicanti. La stazione era la loro casa.I bambini, tre ragazze e un bimbo che era il più piccolo, erano come la madre pieni di vivacità. A quell'ora, in piena notte, sedettero tutti su un marciapiede della stazione presso le rotaie, vicino ad altre innumerevoli famiglie e mendicanti solitari che già dormivano tutt'intorno, e fecero il loro pasto serale di pane secco, probabilmente quanto era avanzato a un rivenditore che verso sera lo aveva ceduto a un prezzo bassissimo. Ma non fu un pasto triste. Essi parlavano, ridevano e scherzavano. Sarebbe difficile trovare una riunione di famiglia più felice di quella.
Quando il breve pasto fu finito, andarono tutti a una pompa con grande allegria, si lavarono, bevettero e lavarono i loro recipienti di latta. Poi stesero con cura i loro stracci per dormire vicini, e un pezzo di lenzuolo per coprirsi tutti.E fu allora che il ragazzino fece qualcosa di assolutamente meraviglioso: si mise a danzare.Saltava e rideva fra i binari, rideva e cantava sommesso con incontenibile gioia.Una simile danza, in una simile ora, in così assoluta miseria!».Madre Teresa affermò tante volte che per noi occidentali, tristi nella nostra ricchezza, rintanati nelle nostre lussuose caverne, il povero è un «profeta». Pur nella miseria dove la nostra economia scaltra l'ha esiliato, egli ci insegna dei valori grandi che noi abbiamo dimenticato: l'amore per gli altri, la gioia che nasce dal gustare le piccole cose, l'amicizia, la capacità di entusiasmarsi per qualche cosa.«Noi lo aiutiamo ad uscire dalla miseria, ma lui ci regala qualcosa di più: ci insegna una maniera diversa di vivere: servirsi delle cose, ma non diventare prigionieri delle cose, credere che ci sono valori assai più importanti del denaro: l'amore, il calore della famiglia, il sorriso dei bambini, l'amicizia, la gioia...».
La domenica delle tre erre Relazioni Riposo Risorto
Proposte Pasto del povero
Vangelo secondo Matteo 6,24-34 Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, ne ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque : che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.
San Francesco Esempio di uomo che ha condotto una tale esistenza è San Francesco d’Assisi il quale decide di abbandonare tutte le proprie ricchezze per raggiungere una felicità spirituale tramite l’essenzialità.
Il NOSTRO TEMPO VIENE ASSORBITO DAI 10.000 OGGETTI CHE POSSEDIAMO NELLE NOSTRE CASE E non abbiamo più tempo per le realtà importanti e fondamentali della vita: le relazioni umane
COSA FARE PER AVERE TEMPO? Bisogna bussare alle porte della sobrietà e lasciarci condurre dalla sua logica di vita.
Che cos’è la sobrietà? È la riscoperta dell'essenzialità della vita; • saper distinguere le cose fondamentali e necessarie per la dignità umana da quelle che sono superflue e che sono generate da bisogni indotti; • riscoprendo che l’essenziale della vita sono i beni relazionali; • le cose hanno solo un valore di utilità.
Sobrietà • non è privazione: non si tratta di privarci dei beni della vita; • ma liberazione: ma liberarci da tutto quello che è inutile e superfluo.
PROPONIAMO IL LABORATORIO OPERAZIONE ZAINO per educarci alla sobrietà felice Scegliere quello che davvero è utile, necessario, fondamentale per la vita
Laboratorio Operazione zaino Eliminare tutto quello che è superfluo, inutile e dannoso per la vita
La sobrietà è l’arte dello scultore: togliere per dare forma e bellezza.
L’ iperconsumismo ci fa aggiungere sempre più cose e sempre più cibo
GLI IMPEGNI DELLA SOBRIETÀ PER POTER RECUPERARE TEMPO Meno per un di più di qualità di tempo. Alleggerirsi per liberarsi dalla schiavitù delle cose. Sottrarre per aggiungere tempo.
La sobrietà è lo stile di vita che ci aiuta ad essere protagonisti del tempo, e non più vittime della frenesia. Finalmente! Abbiamo il tempo per le cose importanti della vita.
FRASI PER PENSARE Non deve essere l'orologio a regolare i ritmi della nostra vita, ma il tempo che noi dedichiamo alle realtà fondamentali per la qualità della vita. (Adriano Sella) Si vive solo il tempo in cui si ama. Claude-Adrien Helvetius Il tempo è la cosa più preziosa che un uomo può spendere. Teofrasto
Signore, aiutaci a fidarci di te,della tua Provvidenza.Guardando a ciò che siamo e a ciò che abbiamo,fa' che ci sentiamo dei privilegiati,appagati e pieni di gratitudine.Fa', o Signore,che arriviamo a comprendereche nel tuo amore c'è tutto ciòdi cui abbiamo bisogno per viveree per essere felici.A noi, che desideriamo possedere sempre di più,fa' comprendere che il tuo amoreè la ricchezza più grande che possiamo averee che il sentirci amati da teè il tesoro più prezioso che possiamo desiderare. Donaci di capire chenon serve essere invidiosi di chi ha più di noi,non serve essere tristise agli altri le cose vanno meglio che a noi.Se noi abbiamo te,se tu sei con noi,noi abbiamo tutto.Ma veramente tutto!E questo ci deve bastare e … avanzare,perché, Tu, Signore,sei il massimo che noi possiamo avere!Tu sei il nostro bisogno appagato,il nostro cuore riposato,il nostro sogno realizzato. Preghiera finale
Un grazie a Padre Francesco Arena che guidato dallo Spirito ci ha dato l’opportunità di realizzare questo video, ai ragazzi della catechesi ed in particolare a Giovanna e Stefania per il loro prezioso ed efficace contributo, a Pippo per la collaborazione e a voi che avete avuto la pazienza di esserci fino alla fine. Angela Raccuia