250 likes | 432 Views
Single knowledge project. Mosaics Technical realization. 1. Single knowledge project Mosaics: research and history Collaboratori FAI Fondo Ambiente Italiano Coordinatrice Prof.ssa Grazia D’Auria. Fonti per foto e articoli:. www.musivumopus.com/index.htm. http://www.bardomuseum.tn/.
E N D
Single knowledge project Mosaics Technical realization 1
Single knowledge project Mosaics: research and history Collaboratori FAI Fondo Ambiente Italiano Coordinatrice Prof.ssa Grazia D’Auria
Fonti per foto e articoli: www.musivumopus.com/index.htm http://www.bardomuseum.tn/ http://foto.inabruzzo.it/ http://catalepton.altervista.org/ http://it.wikipedia.org/wiki/
Mosaici – Tecniche di Realizzo - Introduzione L'approfondimento storico è lo strumento fondamentale di conoscenza; lente di lettura delle varie opere e delle diverse tecniche. Attraverso la ricerca non si arricchisce solo la conoscenza ma si affina la sensibilità e il gusto. Abbiamo cosi imparato ad apprezzare come solo certe particolari pietre erano adatte a realizzare particolari toni e ombreggiature; come era importante l'angolo di posa di una tessera, la sua superficie scabra o il taglio netto dei suoi contorni, o la sua capacità di riflettere un raggio di luce. La Storia ci insegna anche il luogo della decorazione nello, spazio architettonico, ci mostra come nulla è superfluo, ci guida nelle scelte delle tematiche, ci rammenta le diverse caratteristiche che assumono le opere a secondo della tecnica esecutiva. Proprio in riferimento alle tecniche è importante comprendere i criteri cui risponde la realizzazione dei mosaici industriali oggi; essi, in qualunque modo prodotti sono legati a procedimenti e tecniche che potremmo definire "semi industriali". E' industriale la produzione delle tessere, tagliate a macchina nelle dimensioni occorrenti da lastre di marmo o di pietra o ricavate da piastre di pasta vitrea, ma è artigianale la loro posa, quando le si incolla al rovescio su disegni predisposti su carta. Artigianale è l'importantissimo "taglio" della tessera perché si adatti alla traccia del disegno laddove non è adattabile la forma quadrata preconfezionata. Con gesto sapiente che si tramanda da tempo il maestro effettua il taglio posando la tessera su di un "tagliolo" (una sorta di piccola scure infissa in un ceppo di legno con la lama verso l'alto) e colpendola con fare deciso mediante un martello a doppio taglio (martellina). E' l'unicità del fare manuale che conferisce alla decorazione il sapore dell'originalità, è capace di riproporre per intero certe suggestioni trasmesse dagli antichi mosaici. Cosi la tecnica di posa e i diversi connotati espressivi che ne derivano sono stati, alla fine del nostro excursus storico, gli strumenti di riorganizzazione della "produzione industriale". Traendo spunto dalle tecniche conosciute e distinte dai romani, con riferimenti a volte immediati e a volte interpretati, segue una breve elencazione delle principali tecniche e stili.
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus lapilli Il mosaico in ghiaino E' la tecnica più antica impiegata per creare i mosaici, forse perché la più immediata, ottenuta dalla sistemazione in un letto di calce di sassolini di diverso colore. Presente nei primi mosaici greci ebbe larga diffusione fino alla comparsa della tessera regolare e quadrata. Tale tecnica si può definire primordiale ed immediata, perché consente di impiegare per il mosaico materiali esistenti in natura (ghiaia, ciottolini, pietruzze) senza provvedere, dunque, alla predisposizione delle tessere. La rotondità dei sassolini conferisce comunque un aspetto originale alla figura, esaltando la funzione dell'interstizio e la plasticità della materia. Vedi: OPUS LAPILLI Particolare del mosaico "Caccia al leone“ realizzato con ciottoli e contorni con lamine di piombo. Pella, Macedonia - 375-300 a.C.
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus lapilli OPUS LAPILLI - Particolare del mosaico "Caccia al leone" realizzato con ciottoli e contorni con lamine di piombo Pella, Macedonia - 375-300 a.C. Out
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Vermiculatum La maestria La tecnica è applicata al mosaico più complesso, prevedendo l'impiego di tessere minuscole e tagliate con grande precisione, capaci di seguire i contorni di figure elaborate, di rappresentare le ombreggiature, i panneggi e le espressioni dei volti delle figure. Essa è riferibile soprattutto agli "emblemata" e ai mosaici parietali; per il mondo romano rappresentò il massimo della capacità espressiva in un'opera musiva. Si può considerare l'opus vermiculatum come un opus musivum più complesso e dettagliato, dove il virtuosismo e l'abilità del maestro sono caratteristiche esecutive indispensabili. Sotto questo nome vanno annoverati i mosaici di produzione più propriamente "artistica", di alti valori espressivi e di particolare virtù esecutiva. In opus vermiculatum sono tutti i pannelli figurati; le decorazioni vegetali e floreali di grande complessità.
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Vermiculatum OPUS VERMICULATUM - Mascherone Pavimento del peristilio del palazzo imperiale di Costantinopoli – VII sec. (copia realizzata nel nostro laboratorio) Out
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Tessellatum Mosaico ad assetto regolare Gli Antichi distinguevano il mosaico realizzato con tessellae (pietrucce regolari di forma quadrata) per lo più destinati ai pavimenti, dai mosaici eseguiti per le decorazioni centrali (emblemata), in genere più complesse, e per le pareti, eseguiti con tessere più piccole e di forme diverse, adattate alla sinuosità dei contorni, idonee per le ombreggiature. Tessellata o lithostrata erano dunque i pavimenti, eseguiti da maestranze (i tessellari) certamente meno abili dei "musivari". L'opus tessellatum appare come un reticolo geometrico, compatto e regolare, derivante dalla forma precisa e costante della tessera stessa. Nella produzione di mosaico sono raggruppati in questa sezione i prodotti eseguiti con tecnica per lo più industriale, ottenuti con la semplice sistemazione in un reticolo regolare di tessere di formato omogeneo. Si ottengono cosi fogli di tessere di colori omogenei, montati su di un supporto di carta traforata, adatti per rivestire e pavimentare ampie superfici o per eseguire il "fondo" su cui far emergere una parte decorata, un emblema, un fregio. Con la tecnica della sistemazione nel reticolo geometrico di tessere regolari è possibile ottenere decorazioni, fregi e greche, adatti allo schema rigidamente cartesiano, mediante il semplice contrasto di colore di diverse pietre o marmi. Questi decori, che definiremo... "elementari" sono stati quindi inclusi egualmente nella sezione "opus tessellatum".
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Tessellatum OPUS TESSELLATUM - OPUS LITHOSTROTON Casa dei misteri, Pompei Out
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Signinum Mosaico tracciato La tecnica era impiegata alle origini della decorazione pavimentale ad ornare i "letti" di cocciopesto (particolare conglomerato di cui erano specialiste le maestranze dell'antica città laziale di Segni). La decorazione si otteneva sistemando in sequenza nel cocciopesto tesserine di marmo o ciottolini solo lungo i contorni o la traccia di un disegno. Le tessere erano assai distanziate fra loro ed erano disposte secondo "grafismi", semplici tracce geometriche. L'evoluzione di questa tecnica, che tendeva a definire solo il contorno di una raffigurazione, portò probabilmente alla individuazione dei decori per "sagome" o "silhouette" e quindi al mosaico italico in bianco e nero. L'esaltazione della grafica, della forza di un semplice segno era dunque assai nota al mondo romano. Questa tecnica viene proposta in vari esempi nelle collezioni di produzione industriale e probabilmente necessita di ulteriori approfondimenti, vista la sua forza espressiva.
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Signinum OPUS SIGNINUM Morgantina – Sicilia Out
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Sectile Intarsio marmoreo Assai impiegata per i pavimenti, questa tecnica non è propriamente catalogabile fra le tecniche musive in quanto impiega marmi e pietre tagliati ad incastro (sectilis), secondo disegni geometrici (rombi, quadrati, triangoli, losanghe) e di dimensioni ben più ampie delle tessere. Il taglio è effettuato secondo una sagoma precisa, che consente incastri predeterminati o del disegno. Spesso nei disegni di pavimenti questa tecnica è stata impiegata frammista a brani di mosaici e l'abbinamento produce esiti interessanti ed armonici. L'opus sectile può dunque dirsi a metà fra il mosaico e l'intarsio. Essa fu impiegata con grande maestria nei meravigliosi pavimenti di S. Marco a Venezia e in molte altre chiese del Medioevo. I prodotti industriali raggruppati in questa sezione sono frutto di una rivisitazione di molti esempi pavimentali eseguiti con tale tecnica, adattati alle problematiche produttive industriali. I risultati sono comunque altamente suggestivi e stimolanti anche per nuove forme di impiego, come ad esempio le ipotesi di larghe pregiate tessiture continue, inframmezzate da pannelli decorativi e contornate da fregi.
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Sectile OPUS SECTILE - Intarsio in marmi policromi Particolare della pavimentazione Santa Maria in Cosmedin – Roma XII sec Out
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Scutulatum Pavimento tipo veneziano Rappresenta la tecnica di posa dei mosaici di "fondo" nella quale tessere di eguale colore e dimensione erano inframmezzate a tessere diverse per colore e dimensione. Di solito queste tessere erano di forma vagamente romboidale da cui il nome (scutula = losanga). Anche in questo caso, come nell'opus incertum, l'effetto particolare è leggibile solo in grandi superfici che venivano come "punteggiate" dalle scutule. La tecnica non fu largamente impiegata se non per pavimenti di non alto valore artistico. A questa tecnica ci si ispira per nuove sperimentazioni e ricerche. Ragguagliando la tessitura omogenea ad un mastice o collante di fondo, l'effetto "punteggiato" è stato ricercato sistemando casualmente e con ampi interstizi tessere disomogenee ed irregolari (come le scutule). Queste tessere vengono posate in opera e stuccate con malta speciale; levigando in opera il tutto si ottiene l'effetto. E' d'altro canto evidente come l'opus scutulatum rappresenti solo la fonte di ispirazione di tale tecnica che ha invece forti affinità col più noto pavimento alla "veneziana". Rispetto ad esso si ottiene il vantaggio di non dover ricorrere a maestranze altamente specializzate per la posa.
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Scutulatum OPUS SCUTULATUM Casa dei Grifi – Roma ca. 90 a.c. Out
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Musivum Il mosaico artistico Opus musivum è la tecnica decorativa impiegata per le volte e le pareti, per decorazioni e figure più complesse ed impegnative che quelle pavimentali. Il maestro che la impiegava (musivarius) era corrisposto, presso gli antichi Romani, con paga più alta rispetto a quelli che eseguivano i pavimenti (tessellari). Quasi tutte le opere citate nei brevi tratti storici precedenti erano realizzate in opus musivum; esse comunicano tutta la loro espressività proprio mediante la tecnica esecutiva, che era raffinata, capace di valorizzare le figure stesse, disponendo le tessere secondo andamenti studiati ed inclinazioni atte anche alla rifrazione della luce, variando le loro dimensioni a secondo dei tratti e delle superfici da campire. Vedi: OPUS MUSIVUM La Battaglia di Isso (particolare) Casa del Fauno Pompei II sec. a.C. Il musivarius deve avere grande capacità nella scelta dei materiali e dei colori, possedere l'abilità nel taglio delle tessere con colpo deciso (mediante martellina e tagliolo, come si diceva innanzi), ma soprattutto deve possedere maestria nella posa e capacità figurativa, insomma, Ia dote dell'artista (egli è pictor musivarius) Questa sezione della produzione musiva, dunque, ispirandosi alla tecnica dell'opus musivum, comprende i fregi e i decori più svariati, eseguiti interamente a mano, secondo disegni tramandati dalla Storia. Svariate sono le possibilità di impiego di queste forme di decoro, dall'innesto in fondi di tessellatum all'incastonatura in superfici di marmo, legno, cotto ecc. L'uso del mosaico artistico negli spazi architettonici sarà suggerito dalla Storia e dalla sensibilità del progettista, che potrà così riproporre attraverso le decorazioni il sapore di antiche suggestioni.
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Musivum OPUS MUSIVUM La Battaglia di Isso (particolare) Casa del Fauno Pompei II sec. a.C. Out
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Reticulatum Mosaico a tessitura regolare inclinata La tecnica non è altro che un tesselatum inclinato a 45°. Anch'essa fu adoperata per grandi superfici omogenee di pavimentazioni o di parti di fondo ad altri decori; trae chiaramente spunto da una tessitura largamente usata dagli antichi romani nelle "opus" murarie, costituita da conci di pietra (per lo più tufo) di forma piramidale a base quadrata, col vertice infisso nel corpo della muratura e la base, a formare il parametro, con i Iati inclinati a 45°. L'inclinazione della tessitura nei campi rivestiti a mosaico era scelta dal maestro per conseguire particolari effetti, specie a determinare il contrasto con altre zone. La sezione denominata con questo nome raggruppa alcuni esempi elementari "di fondi". La tecnica della inclinazione a 45° sui fogli di carta traforata ha rivelato comunque una grandissima utilità, come variante del tessellatum, in quanto consente l'incastro dei margini dei fogli con una resa migliore a posa ultimata, dove non sarà più possibile distinguere i fogli originali della composizione
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Reticulatum OPUS RETICULATUM Out
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Lapidem Mosaico a tessere erose Più conosciuta come "opus saxeum" è la tecnica adoperata per paramenti murari a ciottoli. L'aspetto della superficie di queste murature è assai vicino a quello del "pietrame a secco", dove gli interstizi fra i sassi restano quasi privi di malta, assai profondi e scavati. Pur non essendo riferibile direttamente a tecniche musive, è stata tratta ispirazione da questo tipo costruttivo (fra l'altro di non largo impiego e non sempre catalogato sotto questo nome) per catalogare tutti i mosaici in cui le tessere siano state trattate con un particolare procedimento di "erosione". L'erosione dei margini della tessera, infatti, le conferisce la rotondità e il volume del ciottolo, del sasso. La tecnica produttiva, con una lavorazione particolare, a volte anche lunga, finisce per sostituire la naturale azione del vento e dell'acqua. A questo trattamento possono essere sottoposti sia i mosaici su fogli per tessiture omogenee (a tessere regolari) che fregi e decori musivi, cosi come anche gli intarsi marmorei (opus sectile). L'effetto finale è quello di una superficie invecchiata dal tempo e capace cosi di stimolare emozioni particolari ed antiche suggestioni.
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Lapidem OPUS LAPIDEUM Out
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Incertum Mosaico ad assetto inregolare Le tessere, in questa antica tecnica, sono tagliate e disposte in modo casuale; l'alternarsi di forme irregolari, di colori e riflessi differenti e non omogenei, suggeriscono l'impiego di questo tipo di posa per "sfondi" particolari. Non molto impiegato, ''l'opus incertum" può considerarsi un'alternativa dell'opus tessellatum, idoneo a ricoprire grandi superfici di pavimento o come sfondo per l'inserimento di altre figure eseguite in opus musivum. Questa denominazione è riferita ad un tipo particolare di tessitura nella quale sono impiegate tessere di diversa dimensione.
Mosaici – Tecniche di Realizzo – Opus Incertum OPUS INCERTUM Out
Single knowledge project Mosaics Technical realization 25