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Wandrers Sturmlied (Canto del viandante nella tempesta, 1772). Wen du nicht verl ässest , Genius, Nicht der Regen , nicht der Sturm Haucht ihm Schauer übers Herz . Wen du nicht verl ässest , Genius, Wird der Regenwolke Wird dem Schlossensturm Entgegen singen Wie die Lerche
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WandrersSturmlied(Canto del viandante nella tempesta, 1772) Wen du nicht verlässest, Genius, NichtderRegen, nichtder Sturm HauchtihmSchauerübersHerz. Wen du nicht verlässest, Genius, WirdderRegenwolke WirddemSchlossensturm Entgegensingen Wie die Lerche Dudadroben. Den du nicht verlässest, Genius, WirstihnhebenübernSchlammpfad MitdenFeuerflügeln. Wandelnwirder WiemitBlumenfüssen ÜberDeukalionsFlutschlamm Pythontötend, leicht, gross Pythius Apollo. Chi tu non abbandoni, o Genio, Né la pioggia, né la tempesta Gli alita il brivido sul cuore Chi tu non abbandoni, o Genio, Canterà Allanuvola di pioggia Alla tempesta di grandine Come l’allodola Tu lassù Chi tu non abbandoni, o Genio, Lo solleverai oltre ilsentiero fangoso Con ali infuocate Lui camminerà Come con piedi fioriti (Passò) sulla marea di fango di Deucalione Per uccidere Pitone, leggero, grande Apollo Pizio.
Chi tu non abbandoni, o Genio, A lui allargherai le tue ali di lana Quando dorme sulla rupe Lo coprirai con ali che proteggono Nella mezzanotte del boschetto. Chi tu non abbandoni, o Genio, Nel turbinio della neve Lo avvolgerai di calore. Al calore anelano le Muse, Al calore (anelano) le Càriti. Aleggiatemi intorno, voi Muse, Voi Càriti! Questa è acqua, questa è terra E questo è il figlio dell’acqua e della terra, Sopra il quale io passo Simile agli dèi. Voi siete pure come il cuore delle acque, Voi siete pure come il midollo della terra, Voi aleggiate intorno a me e io sono sospeso Sopra l’acqua, sopra la terra Simile agli dèi. Dem du nicht verlässest, Genius, Wirst die wollnenFlügelunterspreiten WenneraufdemFelsenschläft, WirstmitHüterfittichenihndecken In desHainesMitternacht. Wen du nicht verlässest, Genius, WirstimSchneegestöber Wärmumhüllen. NachderWärmeziehnsichMusen, NachderWärmeCharitinnen. Umschwebtmich, ihrMusen, IhrCharitinnen! DasistWasser, dasistErde, Und derSohndesWassers und derErde, Überdenichwandle Göttergleich. IhrseidreinwiedasHerzderWasser, Ihrseidreinwiedas Mark derErde, Ihrumschwebtmich, und ichschwebe ÜberWasserüberErde Göttergleich.
Ritornerà Il piccolo, nero, focoso contadino, Ritornerà attendendosi Solo i tuoi doni, o padre Bromio E il fuoco che splende chiaro e riscalda intorno Ritornerà coraggioso E io, che voi accompagnate Muse e Càrititutte, Io che sono atteso da tutto quanto voi, Muse e Càriti, Beatitudine che avvolge, Avete magnificato nella vita, Io devo forse tornare privo di coraggio? Padre Bromio, Tu sei Genio, Genio di questo secolo, Sei ciò che ardore interiore Era per Pindaro Ciò che per il mondo È Febo Apollo. Soll der zurückkehren, Der kleine, schwarze, feurige Bauer! Soll der zurückkehren, erwartend Nur deine Gaben, Vater Bromius, Und helleuchtendumwärmend Feuer, Der kehren mutig, Und ich, den ihr begleitet, Musen und Charitinnen all, Den alles erwartet, was ihr, Musen und Charitinnen, Umkränzende Seligkeit Rings ums Leben verherrlicht habt, Soll mutlos kehren? Vater Bromius, Du bist Genius, Jahrhunderts Genius, Bist, was innre Glut Pindarn war, Was der Welt Phöb Apoll ist.
Ahimè, ahimè! Intimo calore, Calore dell’anima, Punto centrale Ardi verso Febo Apollo, Altrimenti freddo Il suo sguardo regale Passerà su di te Colpito da invidia Indugerà sul vigore del cedro Che non l’attende per verdeggiare. Perché il mio canto ti nomina per ultimo, Tu dal quale tutto ebbe inizio, Tu in cui tutto ha fine Tu, da cui tutto scaturisce. O Giove Pluvio! Te, te sgorga il mio canto E la fonte Castalia Scorre, un ruscello laterale, Scorre agli oziosi Felici di essere mortali Weh! Weh! Innre Wärme, Seelenwärme, Mittelpunkt, Glüh entgegen PhöbApollen, Kalt wird sonst Sein Fürstenblick Über dich vorübergleiten, Neidgetroffen Auf der Zeder Kraft verweilen, Die zu grünen Sein nicht harrt. Warum nennt mein Lied dich zuletzt, Dich, von dem es begann, Dich, in dem es endet, Dich, aus dem es quillt. Jupiter Pluvius! Dich, dich strömt mein Lied, Und Castalischer Quell Rinnt, ein Nebenbach, Rinnet müssigen Sterblich Glücklichen
(scorre) Lontano da te, Tu che mi copri afferrandomi O Giove Pluvio. Ai piedi dell’olmo Non lui hai visitato, Con la coppia di colombi Sul tenero braccio, Amoroso, incoronato di rose Il giocoso, felice e fiorito, Anacreonte Tu che aliti tempesta, o divinità. Nel boschetto di pioppi Sulla spiaggia di Sibari Sulla parete illuminata dal sole Della montagna Non lui hai afferrato Che canta le api Che balbetta miele Che manda segni amichevoli Teocrito. Abseits von dir, Der du mich fassend deckst, Jupiter Pluvius. Nicht am Ulmenbaum Hast du ihn besucht – Mit dem Taubenpaar In dem zärtlichen Arm, Mit der freundlichen Rosʼ umkränzt, Tändlenden ihn blumenglücklichen Anakreon, Sturmatmende Gottheit. Nicht im Pappelwald An des SybarisStrand, An des Gebürges SonnebeglänzterStirn nicht Fasstest du ihn, Den bienensingenden Honiglallenden Freundlichwinkenden Theokrit.
Quando le ruote rotavano Ruota contro ruota veloci alla meta Alto volava Lo schicco di frusta dei giovani Pervasi d’ardore di vittoria E la polvere turbinava Come giù dai monti Una tempesta di sassi a valle Così ardeva la tua anima, Pindaro, (infondendo) coraggio ai pericoli. Ardeva. Povero cuore. Là sulla collina. Potenza celeste, Solo così tanto ardore, Là la mia capanna, Per guardare fin là. t Wenn die Räder rasselten Rad an Rad, rasch ums Ziel weg Hoch flog Siegdurchglühter Jünglinge Peitschenknall, Und sich Staub wälztʼ Wie vom Gebürg herab Kieselwetter ins Tal, Glühte deine Seelʼ Gefahren, Pindar, Mut. – Glühte. – Armes Herz – Dort auf dem Hügel, Himmlische Macht, Nur so viel Glut, Dort meine Hütte, Dort hin zu waten.