480 likes | 806 Views
I NONNI RACCONTANO…. PRESENTAZIONE. TRADIZIONI RELIGIOSE. IPERTESTO CLASSI III E IV(a.s.2000/2001) CON LA COLLABORAZIONE DEGLI OSPITI DELLA CASA DI RIPOSO DI S. CROCE. TRADIZIONI POPOLARI. VITA QUOTIDIANA. LAVORO DOMESTICO. LAVORO NEI CAMPI. VECCHI MESTIERI. NOMI -DETTI POPOLARI.
E N D
I NONNI RACCONTANO…. PRESENTAZIONE TRADIZIONI RELIGIOSE IPERTESTO CLASSI III E IV(a.s.2000/2001) CON LA COLLABORAZIONE DEGLI OSPITI DELLA CASA DI RIPOSO DI S. CROCE TRADIZIONI POPOLARI VITA QUOTIDIANA LAVORO DOMESTICO LAVORO NEI CAMPI VECCHI MESTIERI NOMI -DETTI POPOLARI
PRESENTAZIONE Quest’anno noi alunni delle classi terza e quarta della scuola elementare di Rango, abbiamo deciso di realizzare un lavoro sul periodo dei nostri nonni. Per fare questo è stato importantissimo l’aiuto dei nostri nonni e degli ospiti della casa di riposo di S.Croce. Essi, con infinita pazienza, ci hanno raccontato molte cose interessanti del loro passato. Ci è stato così possibile conoscere il modo di vivere, la tradizione e le abitudini di un tempo, per noi, assai lontano,( dal 1910 al 1945). Ci hanno aiutato le nostre maestre: Fausta Chemotti, Michela Armani e Luigina Perini. • Menù
LA RELIGIONE La Religione occupava un posto molto importante nella vita di tutti i giorni. Il periodo certamente più osservato era la Quaresima. LA QUARESIMA LA QUARANTINA LA SETTIMANA SANTA SABATO SANTO Vanessa R. • Menù
LA QUARESIMA • Il Mercoledì delle Ceneri gli scolari andavano a scuola solo al pomeriggio perché al mattino partecipavano alla Messa. Stefania I. • Menù
LA QUARANTINA • A partire dal primo giorno di Quaresima tutti gli scolari costruivano una corda con 40 nodi (1 per ogni giorno di Quaresima). Ogni giorno recitavano una serie di preghiere indirizzate alla madrina “gudazza”: alla fine della giornata tagliavano un nodo, in modo tale da terminare la corona per la Pasqua. La ricompensa da parte della “gudazza” era un pezzo di stoffa con la quale le bambine confezionavano un grembiule e i bambini una camicetta. Lorenzo S. • Menù
LA SETTIMANA SANTA Dal Giovedì Santo al Sabato Santo, tutti partecipavano ai Mattutini (salmi) e alle varie funzioni. Essendo la Chiesa a lutto non si cantava né si suonava: i bambini durante le celebrazioni battevano le “racole” e i “baticiòc”. In processione si portavano i simboli della Passione ( il gallo): poi venivano lasciati in Chiesa dove rimanevano fino a Pasqua Ornella e Mirko G. • Menù
Viviana B. SABATO SANTO Dopo la Messa del mattino, in tutte le famiglie, c’era l’usanza di tagliare una focaccia e di brindare con del vino bianco. Sulle focacce c’era un rametto d’ulivo, in segno di pace, e venivano scambiate tra le famiglie. Silvia D. • Menù
TRADIZIONI POPOLARI La caserada El filò Trato el marz El dì che …. • Menù
LA CASERADA • Il latte prodotto dalle mucche veniva portato al caseificio. Il “casaro” , il signore che lavorava il latte, toglieva la panna del latte e la metteva nella zangola per fare il burro. Quel giorno il casaro lavorava il latte per una sola famiglia. Giulia B. • Menù
FORMAGGIO • Intanto nella caldera veniva fatto bollire il latte con il caglio, successivamente questo prodotto si raccoglieva in forme: ecco il formaggio! La “poina” ,la ricotta, era ciò che rimaneva di questa lavorazione: era un formaggio povero e veniva messa in sacchettini di tela e appesa ad asciugare sulla cappa del camino. Era usata grattugiata sulla pasta. Silvia R. • Menù
ATAVOLA Il giorno della caserada il casaro era ospite della famiglia e per lui si cucinavano gli gnocchi con il burro fuso. La padrona di casa quella sera metteva in piattini del burro e della ricotta, in pignatte del latte: i bambini lo portavano a chi ne aveva bisogno in cambio ricevevano la “torta de lat”. SilviaD. • Menù
EL FILO’ …. • Dopo cena, al caldo nella stalla la famiglia con ibambini, i parenti e gli amici si incontravano: le donne filavano la lana, raccontavano storie ai più piccoli; gli uomini parlavano tra di loro di lavoro e i bambini giocavano o ascoltavano i discorsi dei grandi. Durante questi momenti si inventavano soprannomi per i compaesani, satire, e si pensavano scherzi. Paola C. • Menù
FILO’ • Menù
ATTREZZI PER LA FILATURA • Menù
“TRATO EL MARZ” Trato el Marz Trato, trato marz che fevrèr l ’è già passà. Spuntano le viole per maridar ste bèle fiòle. Chi èla chi no èla l’è la Rosina la pù bela. A chi la ghente mai da dar, al Toni che l’è da maridàr! Silvia D. • Menù
EL DI’ CHE ………. In autunno c'era la fiera di S.Croce ed era tradizione comperare un maialino. Veniva tenuto in una piccola stalla (stalòt) e veniva alimentato con un pastone di patate e farina messi nell’ "albi" ( un tronco incavato tipo bacinella). Mirko G. • Menù
A carnevale si faceva festa: il maiale veniva ucciso e diviso in parti. Era il padrone di casa che decideva cosa fare della carne. A mezzogiorno, la padrona di casa, preparava una grande polenta con il fegato di maiale. Il sangue dell'animale veniva cotto e tagliato in pezzi; Cristiano F. • Menù
Con la carne mescolate a "droghe" (spezie) si preparavano salami, ciuighe ( un salame particolare con le rape e la carne del maiale).... venivano poi infilate in un bastone e fatte asciugare prima sotto la cappa del camino, poi in una cantina asciutta. La padrona di casa metteva in alcuni piatti un po' di polmone, di sangue, di fegato, di cuore dell'animale, e li distribuiva alle famiglie più povere. Tommaso T. • Menù
MENU’: vita quotidiana LE ABITAZIONI LA SCUOLA I GIOCHI I TRASPORTI • Menù
LACASA Le case di una volta erano fatte di sassi, i tetti di paglia, i pavimenti di legno o di mattonelle di terra cotta. Le cucine erano grandi riscaldate con la stufa o il focolare, le camere non erano quasi mai riscaldate.C'erano le stalle e i solai. In casa non c’era l'acqua corrente e non c'era il bagno. Marco B. • Menù
NELLA CASA Nelle case non c’erano i servizi igienici: ogni tanto le persone di una famiglia si facevano il bagno in una tinozza chiamata mastela: tutti dal più piccolo al più grande, nella stessa acqua. Stefania I. • Menù
Licia F. • Menù
LA SCUOLA Al tempo dei nonni la scuola aveva 2 o 3 aule grandi, con un solo maestro molto severo per più classi. La scuola era obbligatoria per 8 anni, alcune classi venivano ripetute.I banchi e le sedie erano da 2 mentre la cattedra e la lavagna erano rialzate. Ilaria R. e Michele C. • Menù
LA SCUOLA A scuola usavano cartelle di stoffa o cartone, astucci di legno con pennino inchiostro liquido, matite, gomma, un quaderno a quadretti, un quaderno a righe, un sussidiario e un catechismo. Erika D. • Menù
I GIOCHI Giorgia Riccadonna Al tempo dei nonni si giocava a nascondino, trichet (campana) e le-ci (i sassolini). Anche un altro gioco che si chiama gioco del frate (conta) poi si giocava a tombola e il vincitore riceveva una caramella. Licia F. • Menù
Un altro gioco che divertiva i nostri nonni era guardiaeladri,moscacieca, libera (prendi-prendi) e palla. Le bambine invece giocavano con le bambole di stoffa,di legno o con le panocchie. Un gioco che si faceva tutti insieme erano le biglie di creta fatte dai bambini. Altri giochi erano: cavallina, cuculot (con le pigne)lumachine, ruota e bastone.Giocavano anche con animali fatti di patate e stuzzicadenti. Caterina B. • Menù
MEZZI DI TRASPORTO Davide D. • Ci si spostava a piedi, con le bici, con i carri e per i viaggi più lunghi con la corriera. • Menù
LAVORO DOMESTICO Le signore andavano a lavare i panni alla fontana. Jenny R. e Ilaria A. Le donne lavoravano nei campi, accudivano i figli e tenevano in ordine la casa, senza l’aiuto degli gli elettrodomestici • Menù
UTENSILI Giorgia M. Lucia G. • Menù
FOTO UTENSILI • Menù
IL LAVORO NEI CAMPI Il lavoro nei campi si svolgeva tutto a mano e perciò era molto faticoso. Lara D. eOrnella G. • Menù Documentazione di supporto
Fabrizio D. T. - Mirko G. Nei nostri campi si coltivavano soprattutto le patate. Venivano seminate in primavera e raccolte a fine estate con l’aiuto dei buoi. • Menù Documentazione di supporto
BACHI DA SETA Nelle nostre zone si allevavano bachi da seta che venivano alimentati con le foglie di gelso Ilaria C.
ARATURA DEI CAMPI • Menù
ATTREZZI AGRICOLI Mirko C. e Nicola B.: pertrasportare ilfieno usavano un carretto e una slitta tirata con una corda. Emiliano G. e Eliane F.: I contadini per sfalciare il fieno usavano il “fer da segar”. Quando il fer non tagliava più lo affilavano con la “preda” che poi riponevano nel “coder”. Ogni tanto battevano il fer con le “piantole”Il fieno veniva raccolto con il “retel” Documentazione di supporto • Menù
ATTREZZI AGRICOLI Il binario serviva per fare dei solchi nei campi e poi seminare le patate. La “sgranera” serviva per spelare le pannocchie. Ruben B. • Menù
FOTO ATTREZZI • Menù
VECCHI MESTIERI • Menù
FABBRO • Menù
EL MOLETA EL CAREGHETA • Menù
EL PAROLOT SPAZZACAMINI • Menù
NOMI CALIARI: da calièr (calzolaio). BONOMI: da boni Omeni (buoni uomini) FUSARI: da forgiare, fondere. (i metalli) FREROTTI: da frer (strumento per lavorare il ferro) BOSETTI: (diffuso + nel Banale) da Bòsem, liquido che si passava sul filo di lana (canapa o cotone) per poterlo tessere con maggiore facilità. IORI: da bello - ricco RICCADONNA: da nobil donna PARISI: dalle truppe francesi al tempo della loro presenza nella zona; probabilmente da PARIGI. • Menù
SOPRANNOMI POINIEL: da poina, ricotta; RANCI: da cosa che fermenta; BOGI: da robusti; MONEGHI: da sacrestani; QUAROT: da cacciatori di quaglie; MOLETE:da arrotini • Menù
DETTI - Bisogna fidarsi di tuti e nessùn. - I dis che la ricchezza no la dà felicità, emmaginàrse po’ la miseria. -A cavàl donà no se ghe varda ‘n boca. -Tuti i sassi i va a le marògne. -La ròba robàda la gà pòca stràda. -Chi se lòda se ‘mbròda. -Vòia de laoràr sàlteme adòss. -Varda che vègn quel dal formài. -La volp la perde el pèl, ma no ‘l vìzi • Menù