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Nero Petrolio

Nero Petrolio. Racconto scritto da Carnemolla Davide Con la partecipazione speciale della professoressa Licitra. Nero Petrolio.

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Presentation Transcript


  1. Nero Petrolio Racconto scritto da Carnemolla Davide Con la partecipazione speciale della professoressa Licitra

  2. Nero Petrolio Era un giorno come tanti, uno di quei giorni in cui le correnti calde arrivavano in modo impetuoso e imprevedibile. Disturbavano la quiete di una grande barriera corallina, nelle acque più profonde e impenetrabili dell’Oceano. Le specie che vi abitavano erano centinaia, migliaia, ognuna con una sua caratteristica, ognuno diverso e uguale a modo suo. Erano una sorta di famiglia, in un mondo in parte sconosciuto dall’uomo. Lo squilibrio dell’intero ecosistema dipende proprio da lui: l’uomo.

  3. In questo scenario viveva un giovane pesce. Si distingueva tra tutti per la sua velocità nel nuotare, nella capacità di essere vigile alle difficoltà. Il suo nome era Tony. Aveva una corporatura tozza e robusta, a forma di parallelepipedo. Ma la sua statura non gli impediva di essere agile, anzi. Gli occhi minuscoli ma non per questo meno dotati, la coda lunga e liscia. Non era mai uscito in vita sua dall’immensa Barriera, né avrebbe mai voluto farlo. Per lui era un luogo sicuro, un luogo che lo difendeva dalle avversità e dalle insidie del mare. Spesso aveva ascoltato voci che dicevano che l’uomo era il Nemico. Ma quel nome per lui non aveva un significato, poiché non sapeva chi fosse e che volto avesse. Era il “male”, lo definivano così alcuni pesci della comunità.

  4. Per Tony adesso era giunto il momento di lasciare la Barriera, la casa che lo aveva ospitato fin dalla nascita. Le correnti oramai erano diventate sempre più calde, quasi indomabili per la sopravvivenza. Attraversare l’Oceano, spostarsi, migrare verso nuovi posti completamente dissimili. Tantissimi pesci avevano vissuto più volte quell’esperienza, ma per Tony era la prima volta. Abbandonare quel posto sicuro faceva paura e non solo. Cosa avrebbe incontrato? Come si sarebbe dovuto comportare? Dubbi. Milioni di dubbi. Si sovrapponevano uno sopra l’altro, senza tregua. L’indomani infatti, inaspettatamente, tutti erano pronti per partire. Le correnti spingevano, si facevano più intense, travolgendo l’intera Barriera. Tony si lasciava trasportare, ogni tanto chiudeva gli occhi per non guardare, per non avere paura. Poi, pian piano, le varie specie si allineavano, formando file multicolori.

  5. Alcuni nuotavano rapidamente, altri assumevano un comportamento più disinvolto, come chi sa già cosa fare. Tony osservava lo spettacolo, con il cuore emozionato. Quanto era meraviglioso! C’erano pesci che Tony non aveva mai visto: avevano l’addome appiattito, occhi sporgenti, abituati a vivere nei fondali. Altri con il naso allungato, le pinne ampie, tutti con caratteristiche differenti. Durante il viaggio però Tony capì che qualcosa andava storto. Il percorso che seguivano veniva deviato, la traiettoria prendeva direzioni opposte, come se qualcuno o qualcosa impediva il loro passaggio. Infatti non fu solo un ipotesi la sua. Procedendo l’acqua era putrida, stagnante, non più limpida.

  6. La vista di Tony si annebbiava e, spaventato, lui seguiva la scia degli altri, senza mai osare a proseguire. Non capiva. Avrebbe voluto. Perché l’acqua in quei punti non faceva quasi respirare? E cosa c’era oltre? Forse il nulla. O milioni di sostanze tossiche, senza via d’uscita. Poi, in una notte buia, mentre il viaggio continuava, divenne quasi impossibile fermare ciò che accadde. Tony vide solamente i suoi compagni circolare in modo insolito, nuotare, nuotare rapidamente, senza fermarsi, impauriti. Scappavano, la notte confondeva tutto, lo mischiava, sconvolgeva ancora di più.

  7. Tony rimase invece fermo e, nella sua immobilità, scorse un luccichio, a un metro di distanza. Fece per avvicinarsi, ma i pesci lo trascinavano via, verso la salvezza. Ma lui era come accecato dalla curiosità, dalla sete di sapere cosa scatenava la paura, quel caos irrefrenabile. Riuscì a farsi spazio per passare. Seguì il luccichio, quasi invisibile. Poi, finalmente, arrivato più in superficie, dall’alto avvistò una nave. Un enorme masso di metallo, lì, catapultato, abbandonato. Il buio rendeva tutto opaco. Tony si avvicinò ancora, senza essere consapevole del pericolo imminente. Nuotò fino alla stiva. Era quello ciò che faceva scatenare il panico? A Tony non faceva paura.

  8. La notte sfocava i contorni della nave. Poi, all’improvviso, il nero invase l’acqua. Un nero impenetrabile, più nero della notte stessa. Era impossibile sfuggirgli. In quel momento Tony non vide più niente. Il mare lo portò via, crudelmente. Il petrolio gli entrò nelle viscere, fino a stordirlo. In quell’istante esatto capì: era il Nemico. Quello di cui tutti parlavano: l’uomo.

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